La cronologia scientifica o quella della Bibbia, quale di esse merita la vostra fede?
LA MAGGIORANZA delle persone che leggono la Bibbia, anche casualmente, sanno che la razza umana ha circa seimila anni. Ma possono non sapere quali scritture bibliche indicano questa età. Forse avete visto in qualche Bibbia la data del 4004 a.C., nella colonna marginale del primo capitolo di Genesi.
Sapete se quella data è corretta, o su quale ragionamento si basa? Che dire dunque se vedete un articolo circa la nuova misurazione radiocarbonica in cui si dice che un luogo archeologico fosse occupato da uomini primitivi otto o novemila anni fa? Vi chiedete quanto sia davvero certa la data biblica della creazione? O vi viene alla mente il pensiero che forse gli evoluzionisti dopo tutto abbiano ragione?
I coscienziosi studenti della Bibbia sanno che il suo Autore calcola il tempo in modo esatto e accurato. Han seguìto i testi che danno l’esatto numero di anni da un avvenimento notevole all’altro. Sanno come l’antica cronologia del genere umano, conservata solo nella Bibbia, si collega con la fidata cronologia storica, così che agli avvenimenti narrati dalla creazione di Adamo nel 4026 in poi si possono dare date accurate.
Inoltre, sanno che la Bibbia, come libro profetico, spesso collegò indicazioni del tempo ad avvenimenti futuri che ebbero adempimento con esattezza nell’anno preannunciato. Molti ora viventi han visto personalmente adempiersi la profezia di lunga portata dei “tempi delle nazioni”, che si estesero fino a questo ventesimo secolo. Videro lo scoppio della prima guerra mondiale nel predetto anno del 1914, che diede inizio a un periodo di afflizione da cui questo mondo è destinato a non riprendersi mai più. Ora guardano a questo decennio perché si completi il seimillesimo anno dell’esistenza dell’uomo. Attendono fiduciosi che il settimo giorno di 1000 anni porti il regno millenniale del Principe della pace.
I cristiani maturi conoscono bene, grazie allo studio e all’esperienza, l’accurata cronologia della Bibbia. Per loro l’idea che Dio potesse sbagliare circa il tempo della creazione dell’uomo, o che fosse così disattento nel provvedere e preservare la registrazione così che oggi non avremmo queste essenziali informazioni, è incredibile. Quando vengono presentate cronologie scientifiche che contraddicono la cronologia della Bibbia, essi dicono con fiduciosa calma che gli scienziati devono essere in errore, perché ‘Dio non può mentire’. — Tito 1:2.
Ora, potete essere uno di quelli che non condividono questa fiducia. Potete chiedervi: Possiamo realmente riporre fede nel racconto biblico della creazione dell’uomo, quando sembra così in disaccordo con quanto hanno appreso gli scienziati? Se le date radiocarboniche delle prime colonie umane sono corrette, le date della Bibbia devono essere in qualche modo sbagliate, e come facciamo a sapere dove ci troviamo nel corso del tempo? Peggio ancora, se il calcolo del tempo che fa la Bibbia non è degno di fede, forse nemmeno altre cose della Bibbia sono attendibili. Possiamo dunque farvi realmente affidamento?
Se la datazione con l’orologio radiocarbonico vi fa esitar d’accettare di cuore le promesse bibliche di un nuovo ordine, vi invitiamo a considerare con attenzione le informazioni presentate nei due precedenti articoli. Non accettate con credulità le opinioni degli scienziati come la definitiva verità nelle cose che influiscono in maniera così vitale sul vostro futuro. Ricordate quanto spesso i “fatti” scientifici di una generazione sono stati scartati dagli scienziati della generazione successiva. Guardate la stessa teoria radiocarbonica, quante delle sue basilari supposizioni si son dovute modificare per farle concordare con i recenti studi. Senza il sostegno (a volte molto dubbio) di campioni datati con altri mezzi, la datazione radiocarbonica sarebbe ora una cosa molto incerta. Considerereste saggio abbandonare la vostra fede nella Bibbia solo per sostituirla con la fede in una teoria scientifica così sconnessa come questa?
Le date del carbonio 14 sono una struttura cadente
Gli scienziati che parteciparono al simposio di Uppsala nel 1969 ne vennero via con la sensazione che si facesse progresso nella comprensione e nella soluzione di molti loro problemi. Provarono particolare soddisfazione paragonando la datazione radiocarbonica con il conto degli anelli legnosi. Quantunque la cronologia degli anelli legnosi abbia messo alquanto malamente da parte le date radiocarboniche, i loro sostenitori sono pervenuti a un accordo. Sono stati in grado di disegnare una curva di correzione reciprocamente coerente, e di dare spiegazioni plausibili per le maggiori tendenze delle deviazioni.
Comunque, può ben darsi che queste cronologie scientifiche non siano né l’una né l’altra così indipendenti come i loro sostenitori vorrebbero farci credere. Forse dipendono da un ragionamento tortuoso. Credono gli operatori del radiocarbonio che la loro datazione sia corretta perché i laboratori degli anelli legnosi la confermano? E credono i ricercatori degli anelli legnosi che la loro principale cronologia sia corretta perché le date radiocarboniche vi si adattano? Finché sono entro il canale contrassegnato dalle boe della storia, seguono entrambe un corso ragionevole, ma nella foschia delle profondità ulteriori, navigano via senza nessuna costrizione eccetto quella di tenersi l’un l’altra in vista.
A meno che non pensiate che questo sia un giudizio ingiusto, solo guardate alcuni dei venti contrastanti e delle controcorrenti che il pilota del radiocarbonio deve affrontare:
(1) Il periodo di dimezzamento del radiocarbonio non è per certo così conosciuto come gli scienziati desidererebbero.
(2) I raggi cosmici, mai costanti, possono essere stati molto più forti o più deboli nei passati 10.000 anni di quanto in genere non si creda.
(3) I brillamenti solari cambiano il livello del radiocarbonio. Nessuno sa di quanto l’abbiano cambiato nel passato.
(4) Il campo magnetico della terra cambia appropriatamente in un breve periodo di tempo, e così radicalmente in migliaia d’anni che perfino i poli nord e sud sono invertiti. Gli scienziati non ne sanno il perché.
(5) Gli scienziati del radiocarbonio ammettono che un’“Epoca Glaciale” poté influire sul contenuto radiocarbonico dell’aria, mediante il cambiamento del volume e della temperatura dell’acqua oceanica, ma non sono sicuri di quanto questi cambiamenti fossero grandi.
(6) Essi ignorano tutta l’evidenza, sia scientifica che biblica, che quarantatré secoli or sono ci fu un diluvio universale, quindi non riconoscono i drastici effetti che tale avvenimento cataclismico dovette produrre sui campioni di quel periodo che misurano.
(7) Sul miscuglio del radiocarbonio fra l’atmosfera e l’oceano possono influire i cambiamenti di clima o atmosferici, ma nessuno sa di quanto.
(8) Il miscuglio del radiocarbonio fra gli strati superficiali e il profondo oceano produce un effetto, che è compreso in maniera molto imperfetta.
(9) Il conto di tre anelli, usato per calibrare l’orologio radiocarbonico, è messo in dubbio dalla possibilità che nelle epoche passate ci fossero grandi differenze nelle condizioni climatiche.
(10) Il contenuto radiocarbonico degli alberi antichi può esser cambiato dalla diffusione della linfa e della resina nel durame.
(11) I campioni sepolti possono guadagnare o perdere radiocarbonio per mezzo dell’acqua che filtra dal suolo o per mezzo della contaminazione.
(12) Non è mai certo che il campione scelto per datare un avvenimento vi corrisponda veramente. È solo più o meno probabile, alla luce dell’evidenza archeologica nel luogo.
Questo non è in alcun modo un elenco completo delle trappole che si pongono alla datazione radiocarbonica, ma dovrebbe essere sufficiente per indurre la persona a soffermarsi prima di gettar via la sua Bibbia. Molte di esse non influirebbero seriamente sulle date del passato recente, ma la loro influenza aumenta col tempo. Il metodo funziona dunque ragionevolmente fino a 2.500 o 3.500 anni fa, ma allorché andiamo sempre più indietro nel passato i risultati divengono sempre più dubbi. Non possiamo aspettarci che l’orologio radiocarbonico funzioni allo stesso modo prima del Diluvio e anche oggi. E sarebbe sorprendente se potesse regolare il suo funzionamento in maniera completa entro mille anni dopo un tale colpo.
Notate in particolar modo l’ultimo punto del suddetto elenco. Anche se ogni altra cosa circa la datazione radiocarbonica fosse corretta, qualora si trovino pezzi di carbone scavati nel luogo di Jarmo in Iraq antichi di 6.700 anni, proverebbe questo che la Bibbia sia sbagliata? Non si basa ciò sull’interpretazione dell’archeologo che ha raccolto il campione? È egli infallibile? Anche se vi assicurasse che il suo campione sia infallibilmente, indisputabilmente, inconfutabilmente genuino, sarebbe la sua credenza una solida base per la vostra fede?
Soppesando l’evidenza, non trascurate il più significativo risultato della datazione radiocarbonica, cioè: Di tutte le date trovate per i campioni posti in relazione con la presenza dell’uomo, la grande maggioranza, forse più del 90 per cento, son risultati di meno di 6.000 anni.
Se le idee degli evoluzionisti che l’uomo abbia circa un milione d’anni fossero corrette, di sicuro ci aspetteremmo di trovare un numero assai più grande di manufatti datati con un’antichità di oltre 10.000 o 20.000 anni, nella gamma del carbonio 14. Perché quasi tutti gli esemplari cadono entro solo i passati 6.000 anni? Noi non attendiamo che la misurazione scientifica parli con l’autorità e la fidatezza di un testimone oculare. Essa può solo offrire un’evidenza secondaria. Ma statisticamente parlando, l’orologio radiocarbonico fa cadere il peso della sua testimonianza in maniera schiacciante dalla parte del racconto della creazione, e contro l’ipotesi dell’evoluzione, dell’origine dell’uomo.
Deboli legami nella cronologia degli anelli legnosi
A prima vista, il metodo di contare gli anelli legnosi sembra assai più esatto delle misurazioni del carbonio 14. Comunque, a un più attento esame troviamo che nella catena dei modelli sovrapposti ci sono debolezze. Non ci sono due alberi che abbiano lo stesso modello di anelli larghi e stretti. Gli anelli mancanti devono essere sostituiti in tutti i modelli, per adattarli insieme. Dobbiamo noi credere che il giudizio dell’analista sia sempre corretto quando decide dove mettere gli anelli mancanti? Se fossero inseriti in luoghi diversi, sarebbe possibile adattare meglio la sovrapposizione in un’altra parte dei resti? Ci vien detto che a volte una data del carbonio 14 già presa dal legno aiuti a metterlo al posto giusto. Senza pregiudizio a causa di questa informazione, o forse per il pregiudizio di cercar di adattare il risultato totale in un periodo di tempo più breve, è possibile che un altro analista faccia un accoppiamento ugualmente buono? Queste sono domande cruciali, se dobbiamo decidere di riporre più fede nel conto degli anelli legnosi anziché nel conto degli anni scritto dagli scrittori della Bibbia.
Come per tutte le conclusioni scientifiche, ci sono limiti alla credibilità della datazione secondo il calcolo degli anelli legnosi. Risulta che per alcuni alberi possono contarsi gli anni — considerati alcuni inciampi degli anelli mancanti e degli anelli doppi — e che mantengono il loro conto molto tempo dopo la loro morte. Ma gli alberi morti, di per sé, non dicono quando cominciarono o quando smisero il conto. L’uomo che mette insieme i pezzi dei modelli deve decidere questo, e le sue opinioni e i suoi pregiudizi non possono essere esclusi da questa decisione soggettiva. Sareste voi disposto a rischiare la vita per l’asserzione che non abbia commesso errore?
Sareste disposto ad accettare la parola di qualsiasi scienziato, per quanto prestigioso, che la datazione radiocarbonica con la conferma del conto degli anelli legnosi abbia ora reso certo che non ci fosse al tempo di Noè nessun diluvio come descrive la Bibbia? Gesù Cristo disse che un tale diluvio ci fu. (Matt. 24:37-39; Luca 17:26, 27) Dio stesso ha fatto scrivere questo racconto nella sua Parola ispirata. L’autorità di chi accettereste di preferenza prendendo una decisione per la vita o per la morte?
Superiorità della cronologia biblica
Paragonate questi sistemi di cronologia scientifica con quello della Bibbia: “Sem aveva cento anni quando generò Arpacsad due anni dopo il diluvio. . . . E Arpacsad visse trentacinque anni. Quindi generò Sela. . . . E Sela visse trent’anni. Quindi generò Eber”. (Gen. 11:10-26) Questa è una cronologia tenuta da uomini che poterono contare, senza perdere nessun anno o senza contarne nessuno due volte, e che poterono tenere una registrazione scritta del loro conto. E anche noi possiamo contare, e possiamo aggiungere gli anni della loro registrazione dal Diluvio a ora, 4.340 in tutto. Non è questo più credibile che non il conto e la correlazione degli anelli degli alberi morti da molto tempo, o il conto degli strati di sabbia, o il tentativo di equilibrare tutti fattori d’incertezza di un orologio radioattivo?
La cronologia della Bibbia ha una superiorità incomparabile rispetto alle cronologie scientifiche. Essa conta il futuro. L’orologio radiocarbonico si scarica, funzionando sempre più lentamente, ma senza alcun punto finale. La cronologia degli anelli legnosi si arresta con la crescita dell’ultimo anno. Ma la cronologia della Bibbia volge la nostra attenzione a un punto definito, ancora futuro: la fine di sei giorni di 1.000 anni della storia umana, come sono contati dal suo Creatore.
Il racconto biblico del passato fa una predizione drammatica di date future. La cronologia della Bibbia fu pubblicata dai cristiani testimoni di Geova preannunciando il 1914 come la data di un tremendo cambiamento nelle attività terrene che quindi ebbe luogo. Il World di New York del 30 agosto 1914 disse: “Il terrificante scoppio della guerra in Europa ha adempiuto una straordinaria profezia. Per un quarto del secolo passato, mediante predicatori e mediante la stampa, gli ‘Studenti Biblici Internazionali’ . . . han proclamato al mondo che il Giorno dell’Ira profetizzato nella Bibbia sarebbe sorto nel 1914. ‘Badate al 1914!’ è stato il grido degli . . . evangelisti”.
Quell’anno 1914 fu una data così chiaramente segnata che gli storici moderni non la possono trascurare. E non è una semplice coincidenza che questo decennio sia contrassegnato da molti scienziati lungimiranti come quello che vedrà il mondo andare incontro al caos e al disastro finale per opera di una dozzina di forze inesorabili le quali già convergono fatalmente su di esso. Quale successo dell’orologio radiocarbonico può paragonarsi a questa narrazione della Bibbia nella indicazione delle date?
Il dott. Säve-Söderbergh, dell’Istituto d’Egittologia dell’Università di Uppsala, raccontò al simposio questo aneddoto:
“La datazione del carbonio 14 veniva considerata in un simposio sulla preistoria della valle del Nilo. Un famoso collega americano, il prof. Brew, riassunse brevemente una comune attitudine che hanno verso di essa gli archeologi, come segue:
“‘Se una data del carbonio 14 sostiene le nostre teorie, la mettiamo nel testo principale. Se non la contraddice interamente, la mettiamo in una nota in calce. E se è completamente “fuori posto”, semplicemente la omettiamo’.
“Pochi archeologi che si sono occupati della cronologia assoluta sono innocenti d’aver a volte applicato questo metodo, e molti sono ancora esitanti ad accettare le date del carbonio 14 senza riserve”.18
Gli scienziati del mondo sono ancora riluttanti ad accettare i risultati della datazione radiocarbonica, quando non si fa altro danno che alterare le loro teorie preferite. Non dovrebbero quindi i cristiani con molta maggior ragione essere riluttanti ad accettare come verità una cronologia scientifica la cui teoria basilare è riveduta di continuo, poggiando per sostegno prima su una stampella e poi sull’altra? Perché mai dovrebbero accettarla dal momento che i suoi risultati contraddicono apertamente una cronologia biblica che è stata sostenuta da scrupolosi cronisti ed è stata protetta dalla sorveglianza divina, che ha superato le prove dell’accuratezza sia storica che profetica, per migliaia d’anni? Di sicuro è la Bibbia, la quale mostra che viviamo negli “ultimi giorni” di questo malvagio sistema e che il giusto nuovo ordine di Dio è vicino, è la cronologia che si trova in questo libro che merita la nostra fede.
RIFERIMENTI
1. Radiocarbon Dating, di W. F. Libby, 1952, pag. 72.
2. Nobel Symposium 12: Radiocarbon Variations and Absolute Chronology, 1970, pag. 25.
3. E. K. Ralph and H. N. Michael, Archaeometry, Vol. 10, 1967, pag. 7.
4. Radiocarbon Dating, pag. 41.
5. Nobel Symposium 12, pag. 522.
6. Radiocarbon Dating, pag. 29.
7. Ibid., pag. 32.
8. Nobel Symposium 12, pag. 576.
9. C. W. Ferguson, Science, Vol. 159, 23 feb. 1968, pag. 840.
10. Ibid., pag. 845.
11. Ibid., pag. 842.
12. Ibid., pag. 839.
13. Nobel Symposium 12, pag. 272.
14. Ibid., pag. 273.
15. Ibid., pag. 167.
16. Ibid., pag. 216.
17. Ibid., pag. 219.
18. Ibid., pag. 35.
[Diagramma a pagina 17]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
Date del C-14
Cronologia degli anelli legnosi
La struttura delle date del carbonio 14 fu trovata così cadente nel remoto passato che ebbe bisogno d’un sostegno d’emergenza, il conto secondo gli anelli legnosi. Riporrete voi fede in tale struttura?