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  • g73 8/12 pp. 3-6
  • Milioni si chiedono: “Che cosa mangeremo?”

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  • Milioni si chiedono: “Che cosa mangeremo?”
  • Svegliatevi! 1973
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  • La carestia che ‘non si supponeva che accadesse’
  • Le provviste alimentari si riducono in Asia e in Africa
  • Quanto cibo c’è in altri paesi
  • Penuria di viveri nonostante gli abbondantissimi raccolti: Perché?
    Svegliatevi! 1975
  • Quanto è reale la minaccia della carestia?
    Svegliatevi! 1975
  • Che cos’è la “rivoluzione verde”?
    Svegliatevi! 1973
  • Carestia: Cosa significa?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
Altro
Svegliatevi! 1973
g73 8/12 pp. 3-6

Milioni si chiedono: “Che cosa mangeremo?”

L’AGRICOLTORE di un villaggio lasciò in India un campo inaridito dalla siccità per portare a vendere al mercato il suo unico bue. Che cosa ebbe in cambio dell’animale? Dodici banane! Quest’uomo, come milioni d’altri in India, ha fame!

Non solo in India, ma in tutto il resto dell’Asia, in gran parte dell’Africa e in altre parti del mondo, notevoli sezioni della popolazione si chiedono: “Che cosa mangeremo?”

La situazione è così critica che alcuni esperti predicono condizioni di carestia internazionale entro mesi.

La carestia che ‘non si supponeva che accadesse’

È vero che certi luoghi come l’India sono noti per le loro carestie periodiche. Ma l’attuale penuria di viveri si distingue. Un impiegato governativo indiano di cinquant’anni dice: “Questa è la peggiore che io abbia mai vista nella mia vita”. Questa carestia è aggravata dal fatto che ‘non si supponeva accadesse’. Ma non ci furono parecchi anni fa avvertimenti di tale carestia avvenire?

Sì, ci furono. Infatti, il libro Famine—1975 (Carestia: 1975) citò il dott. R. Ewell che aveva predetto: “Il mondo è sulla soglia della più grande carestia della storia. Se l’attuale tendenza continua, sembra probabile che la carestia raggiunga gravi proporzioni in India, Pakistan e Cina all’inizio degli anni settanta. . . . Tale carestia sarà di proporzioni massive e influirà su centinaia di milioni di persone”.

Questo e avvertimenti simili furono molto ben noti fra gli esperti di alimentazione. Ma accadde qualche cosa che mise temporaneamente a tacere tali terribili predizioni.

A metà degli anni sessanta fu iniziata la cosiddetta “rivoluzione verde” con gran suono di fanfara. Furono ottenuti speciali tipi di frumento e riso ad alto rendimento, e questi alimentarono le speranze che la fame stesse per esser “vinta”. Le voci che predicevano la carestia furono soffocate.

Comunque, ora la speranza della “rivoluzione verde” appare falsa. Il Times di New York dice: “La Rivoluzione Verde dell’Asia, che prometteva una nuova èra nella produzione alimentare e la fine della carestia, ha subìto nel 1972 un grave arresto”. In un articolo di fondo pure notava: “La grande promessa della rivoluzione verde, la quale non è mai stata così verde come a volte fu raffigurata, pare vada sfumando”.

Le provviste alimentari si riducono in Asia e in Africa

Sì, alcuni mesi prima la “rivoluzione verde” sembrava un fulgido successo, un trionfo della tecnologia. Dopo la stagione del 1971, il primo ministro Indira Gandhi si sentì abbastanza fiduciosa da dichiarare che l’India non avrebbe più importato grano.

Ma in meno di un anno quel paese è passato da un’eccedenza da primato a una crisi alimentare nazionale. In uno stato il 50 per cento della piantagione di granturco dello scorso anno morì; si poté appena piantare solo il 30 per cento del riso. L’intero raccolto nazionale del grano scese all’incirca del 60 per cento al di sotto del normale. Gli uomini son costretti a lavorare per lunghi periodi senza cibo. E si predice che le cose peggioreranno, ma non solo in India.

Le recenti condizioni di carestia dell’Afghanistan sono state “solo parzialmente riferite al mondo esterno”, dice il Morning Post della Cina Meridionale. Il popolo dell’Afghanistan è stato costretto ad abbandonare i villaggi e si è ridotto a mangiare erba e radici. Alcuni hanno venduto i loro animali da fatica, il loro terreno e perfino le travi del tetto delle loro case per comprare qualsiasi cibo disponibile. È stato riferito che decine di migliaia son morti.

Notizie di penuria di viveri vengono pure dai paesi asiatici di Indonesia, Bangla Desh, Pakistan, Cambogia, Laos e Turchia. Diminuzioni nella produzione dei raccolti si sono avute nella Corea del Sud e in Thailandia.

Anche Russia e Cina hanno subìto di recente una riduzione di grano. “L’Unione Sovietica ebbe il suo peggiore raccolto in un secolo”, disse lo Spectator del Canada riguardo alla stagione del 1972. La Russia fu costretta ad acquistare per un valore di L. 1.170.000.000.000 grano estero “urgentemente necessario”, in massima parte dagli Stati Uniti. Ci fu anche una diminuzione nella produzione delle patate e dei vegetali. La grande penuria russa recò problemi all’intera economia e condusse alla sostituzione del loro ministro dell’agricoltura.

La produzione di grano della Cina fu bassa nel 1972, come lo furono le produzioni di cotone, sesamo e arachidi. È una delle poche volte che essi riconoscono ufficialmente le perdite nella produzione di grano da che i comunisti andarono al potere nel 1949.

Anche l’Africa è stata colpita da una grave mancanza di cibo. Gli agricoltori dei sindacati rhodesiani riferiscono una diminuzione del 50 per cento dei raccolti come “una tragedia nazionale”. La situazione in Mauritania è chiamata “estremamente grave”. I calcoli lì indicano che forse l’80 per cento dei bovini sono morti; la produzione di grano è solo a un quinto del livello normale.

Le perdite dei raccolti degli agricoltori del Sud-Africa all’inizio del 1973 erano di oltre L. 187.000 milioni. Mali, Chad e Volta Superiore, paesi appena al di sotto del deserto del Sahara, sono i più colpiti. Ma anche Zambia, Botswana, Swaziland, Repubblica Centrafricana, Senegal, Dahomey, Camerun e Nigeria risentono gli effetti dei limitati generi alimentari. Notizie di penurie di viveri vengono pure dalle isole dei mari e dall’America Meridionale e Centrale.

Sì, ‘il mondo è sulla soglia della carestia’, avverte il dott. Boerma, direttore generale dell’Organizzazione per l’Agricoltura e l’Alimentazione delle N.U. (F.A.O.). Nel febbraio del 1973 egli annunciò che qualsiasi paese bisognoso d’aiuto avrebbe dovuto ‘prendere ora disposizioni’ con altri paesi.

Ma possono altri paesi continuare indefinitamente ad aiutare? Quali sono le condizioni delle nazioni note per la loro alta produttività agricola?

Quanto cibo c’è in altri paesi

Che dire degli Stati Uniti? Benché non siano stati colpiti da una notevole insufficienza dei raccolti, hanno ora entro i loro confini più di venticinque milioni di persone che non godono quello che è ufficialmente chiamato un “decoroso livello di vita”, in altre parole, che son povere e spesso affamate.

Nello stesso tempo in U.S.A. i prezzi dei generi alimentari continuano ad aumentare! Nel 1972, i prezzi al dettaglio salirono negli U.S.A. di oltre il 4,8 per cento rispetto all’anno precedente; si predisse che nel 1973 l’aumento sarebbe stato del 6 per cento. Frattanto nel vicino Canada i prezzi dei generi alimentari aumentarono nel 1972 dell’8,6 per cento.

Su questi aumenti di prezzi influiscono direttamente le quantità di generi alimentari disponibili. Più è grande la richiesta di provviste esistenti più sono alti i prezzi. Così negli Stati Uniti nel 1972 il prezzo del “grano duro numero due” aumentò di oltre il 61 per cento a bushel (l. 35), in gran parte a causa della richiesta sovietica della provvista esistente. Ora, come mostra l’acclusa tabella, le riserve degli U.S.A. sono scomparse.

Il raccolto di frumento australiano dell’anno scorso fu inferiore a meno della metà del raccolto che si attendeva perché quel continente subì una grave siccità. Il raccolto di frumento argentino del 1971 fu descritto come una “delusione”. Le eccedenze della Birmania (a volte chiamata ‘la ciotola di riso dell’Asia sudoccidentale’) sono ora assai limitate.

Comprensibilmente, sempre più esperti giungono alla conclusione che le poche nazioni ricche in senso agricolo non possono alimentare il resto del mondo indefinitamente. Nel 1969 R. O. Greep dell’Università Harvard notò:

“Un fattore di critica importanza per la situazione mondiale è che le riserve alimentari nei paesi con notevole produzione agricola, come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e l’Argentina, si vanno rapidamente esaurendo . . . Per quelli che sono in grado di sentire la situazione futura, vi è crescente apprensione. . . . Il problema sarà particolarmente acuto negli Stati Uniti, poiché siamo considerati i principali fornitori di grano . . . Quando la carestia imperverserà e le fonti di alimentazione non saranno più sufficienti, dovremo quindi affrontare la terribile questione di chi sopravvivrà”.

Quando a un funzionario canadese del frumento fu chiesto nel 1973 di continuare a rifornire il mondo, egli rispose: “Non si può vendere o dare ciò che non si ha”.

La crisi alimentare a cui l’intera razza umana va incontro è reale. Può risolversi? Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima determinare perché la carestia affligge ora il genere umano.

[Grafico a pagina 4]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

PREZZI DEL CIBO

1971 1973

L. 320 al chilo L. 710 al chilo

L. 1.000 al chilo L. 1.268 al chilo

L. 263 la dozzina L. 421 la dozzina

[Grafico a pagina 5]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Le riserve di grano degli U.S.A. SONO SCOMPARSE

1963

1969

1973

MILIONI DI BUSHEL MILIONI DI BUSHEL PROVVISTE

2.299 (l. 81.014) 569 (l. 20.051) ESAURITE

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