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  • g78 8/2 pp. 6-8
  • “Mamma, non posso fare a meno di te”

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  • “Mamma, non posso fare a meno di te”
  • Svegliatevi! 1978
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  • La legge di interazione
  • La vista del bambino
  • L’udito
  • Contatto con la pelle e stimolazione
  • Padre e madre ugualmente importanti in modi diversi
  • Il ruolo dei genitori
    Come rendere felice la vita familiare
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Svegliatevi! 1978
g78 8/2 pp. 6-8

“Mamma, non posso fare a meno di te”

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Svezia

LA NASCITA porta un drastico cambiamento nella vita del bambino. Da un ambiente liquido e oscuro il piccolo esce all’aria e alla luce. Ha inizio la respirazione. Viene avviato il controllo della temperatura. Il cervello comincia a ricevere impressioni interamente nuove che devono essere classificate e archiviate. Gli occhi devono abituarsi alla luce e gli orecchi a suoni completamente nuovi. Il nutrimento deve ora essere preso per bocca.

Prima della nascita, lo sviluppo del bambino è regolato da leggi che lo legano alla madre. È ragionevole supporre che queste leggi cessino improvvisamente d’avere vigore subito dopo la nascita del bambino? Molti ricercatori sono del parere che nei primi tempi di vita del bambino vi è una sorta di interazione fra la madre e il neonato, come se agissero in base a qualche legge. Questo è importantissimo per il continuo sviluppo del piccolo.

La legge di interazione

Subito dopo la nascita entra in vigore la legge di interazione. Si riflette nell’istintivo desiderio della madre di tenere il bambino vicino a sé e nella ricerca del petto della madre da parte del bambino. Quando il suo mento tocca il petto della madre, il piccolo comincia a muovere la testa verso di esso finché la bocca non trova il capezzolo. La bocca del bambino si apre, succhia con la lingua a mo’ di pompa, e poi si chiude. Entra in funzione il meccanismo della deglutizione. Succhiando, il bambino provoca un’azione di riflesso nella madre, facendo contrarre l’utero e il collo dell’utero. Ciò aiuta questi organi a riprendere la loro forma originale.

I neonati non sono, come credono molti, passivi o pigri. Il piccolo, così avidamente come succhia il latte, assimila informazioni dal mondo che lo circonda. Le cellule del sistema nervoso sono plasmate dalle informazioni ricevute ed elaborate dal cervello. È essenziale che il bambino riceva informazioni della giusta specie e nella giusta quantità. Questo perché il periodo più importante per lo sviluppo del cervello sono gli ultimi tre mesi di gravidanza e i primi quindici mesi di vita.

Specie durante l’allattamento, il piccolo riceve molte informazioni importanti sul mondo esterno. In quel momento tutti i sensi del bambino sono stimolati. Il bambino avverte il calore e l’odore della pelle della madre. La sente con il tatto. Il bambino guarda quasi continuamente il viso di lei mentre gli dà da mangiare. Ne ascolta la voce e il battito cardiaco. Nella posizione di allattamento viene stimolato il senso dell’equilibrio — viene messo in movimento il liquido nell’orecchio interno — uno dei molti stimoli necessari al giusto sviluppo del cervello.

Inoltre, il bambino deve sforzarsi per prendere il cibo dalla mammella. Così si pone la base per la facoltà di concentrazione e di perseveranza del bambino, capacità che si devono sviluppare. Il bambino che rinuncia con troppa facilità a prendere il latte rischia la vita. Qui la madre è veramente necessaria.

La vista del bambino

La facoltà visiva del bambino piccolo è molto maggiore di quanto non si pensasse un tempo. Recenti esperimenti mostrano che il mondo del neonato non è avvolto in una foschia diffusa e grigia, priva di contorni. L’esame di neonati ha mostrato che fissano preferibilmente lo sguardo su superfici dai disegni complessi anziché su quelle semplici. La veduta frontale del viso umano è l’oggetto visivo più stimolante e attraente per il bambino.

Lo psicologo R. L. Fantz prese attentamente in esame quarantanove bambini dai quattro giorni ai sei mesi per scoprire quali erano i loro interessi visivi. Fece loro guardare diversi oggetti, incluso un viso umano. Quali furono i risultati? Per i bambini di ogni età l’oggetto più interessante era il viso. Fantz concluse: “L’innata conoscenza dell’ambiente è dimostrata . . . dall’interesse dei bambini per tipi di forme che in seguito saranno loro d’aiuto per riconoscere gli oggetti, reagire all’ambiente e orientarsi nello spazio”. Pare dunque che sin dalla nascita andiamo alla ricerca dell’importante, stimolante e interessante viso umano.

Dato che l’attività delle pupille di una persona risulta essere una misura dell’attività intellettuale ed emotiva del cervello, sono state fatte molte ricerche riguardo ai riflessi pupillari nei bambini piccoli. Un ricercatore ha scoperto che vedendo il viso della madre anche bambini di meno d’un mese dilatavano al massimo le pupille. Spesso è il viso della madre che suscita il primo sorriso, una reazione caratteristica degli esseri umani e un segno di buona attività emotiva del cervello. Quindi può darsi che un’importantissima funzione della madre sia di provvedere degli stimoli che contribuiscono al completo sviluppo del sistema nervoso del bambino.

L’udito

Non solo le impressioni visive che hanno origine dalla madre fanno sorridere il bambino o lo fanno reagire in altri modi importanti, ma anche il suono è importante, ed è la voce femminile che provvede gli stimoli migliori. Com’è dunque importante che la madre parli tranquillamente al bambino o gli canti una dolce ninnananna!

Quando il bambino piange, istintivamente la madre lo prende in braccio, appoggiandolo di solito alla mammella sinistra. Questo permette al bambino di udire il battito cardiaco, qualcosa di non poca importanza per lo sviluppo del bambino. Esperimenti fatti indicano che i bambini ai quali era data la possibilità di ascoltare normali battiti cardiaci aumentavano di peso, piangevano di meno e dormivano meglio dei bambini ai quali non era permesso di udire tali suoni.

Contatto con la pelle e stimolazione

Evidentemente per lo sviluppo del bambino è importante anche il contatto con la pelle della madre. Anne-Marit Duve, esperta di psicologia infantile, osserva: “Dato che l’attività delle pupille mostra chiaramente il grado di attività cerebrale, abbiamo ragione di credere che un alto grado di stimolazione cutanea, un alto grado di contatto — non ultimo il contatto che avviene nell’allattamento — può stimolare l’attività mentale, che a sua volta può portare a una maggiore capacità intellettuale nella vita adulta”. Pertanto, quando la madre prende in braccio il bambino, lo accarezza, gli fa il bagno e lo asciuga, ne stimola col suo tocco la pelle in un modo che può avere grande importanza nei successivi anni di vita.

Padre e madre ugualmente importanti in modi diversi

Molti ricercatori convengono che il bambino deve avere stretti legami con una persona e stabilire una relazione con qualcuno per conseguire ulteriori sviluppi in ogni aspetto della vita. È più che naturale e biologicamente più che giusto che questa relazione sia stabilita con la madre. Tuttavia, si ammette che il ruolo del padre è come minimo altrettanto importante, sebbene sia diverso. Il ruolo del padre, fra l’altro, è quello di impiegare la sua forza fisica, di solito superiore, e le sue costruttive facoltà mentali per creare le condizioni necessarie a rendere la stretta relazione fra madre e figlio la più efficace che sia possibile.

Riconosciamo l’esistenza di questo modello sin dai tempi antichi. In passato, la madre aveva quasi sempre con sé il figlio, ovunque andasse. Spesso lo portava con sé, forse sulla schiena, mentre lavorava. Lo sollevava, lo cullava, lo coccolava, gli cantava canzoni e se lo stringeva al petto. Il padre, invece, provvedeva materialmente per la famiglia e trasmetteva ai figli le informazioni di cui avevano bisogno in merito al mondo esterno.

Questo era il tipo di vita che si conduceva fra gli Ebrei, secondo la descrizione della Bibbia. C’era una speciale unione tra madre e figli. Le madri ebree allattavano i figli finché avevano tre, o anche cinque anni. Dopo lo svezzamento del bambino, il padre cominciava a occuparsi della sua educazione e istruzione.

Oggi, tuttavia, i bambini vengono spesso affidati a bambinaie o ad asili nido. Essi trascorrono gran parte della giornata con persone che non sono i genitori. Ma è saggio questo, se le circostanze non lo richiedono? Molti si chiedono se questo tipo di vita non abbia accresciuto i problemi mentali, inclusa la depressione, che si riscontrano fra i bambini. La psicologa Anne-Marit Duve dichiara: “L’esperienza clinica mi fa pensare che molte giovani menti sono tormentate da una grande pena perché nell’infanzia persero il più importante fondamento nella vita, la madre”.

Recenti ricerche indicano a quanto pare che la donna che desidera avere figli deve accettare il suo ruolo di madre per il bene sia suo che dei figli. Non si tratta solo di portare avanti la gravidanza fisica e poi partorire. Sembra che immediatamente dopo la nascita avvenga un’altra “gravidanza”, che i ricercatori chiamano “gravidanza mentale” e che continua fino al completo sviluppo del bambino. Anche questa “gravidanza” influisce sulla madre.

Il ruolo di madre è veramente importante! Le parole “Mamma, non posso fare a meno di te” non sono un’esagerazione. È chiaro che il Creatore, Geova Dio, si propose che gli uomini e le donne avessero un ruolo distinto. Quando il loro rispettivo ruolo è giustamente compreso, i genitori sono in grado di dare ai figli la migliore base possibile per cominciare bene la vita.

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