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  • Ho continuato a cercare e l’ho trovata

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  • Ho continuato a cercare e l’ho trovata
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Svegliatevi! 1985
g85 22/3 pp. 11-14

Ho continuato a cercare e l’ho trovata

Narrato da William Roddis

Combatté nel Vietnam e prese la droga per sfuggire agli orrori della guerra. Divenne quadriplegico in seguito a un incidente e prese altra droga per sottrarsi al trauma di dover vivere su una sedia a rotelle. Ereditò del denaro, e con esso trovò degli amici che non erano veri amici. Cercò la verità da filosofi e intellettuali e trovò solo parole vuote. Soltanto quando si rivolse alla giusta fonte trovò quello che cercava.

AVEVO 14 anni quando il mondo mi crollò addosso. I miei genitori divorziarono. Quello che avevo supposto fosse stabile e normale non era più né stabile né normale. Fui sballottato di qua e di là fra mio padre che abitava nel Wisconsin e mia madre che abitava nell’Arizona. Negli ultimi anni dell’adolescenza non potei più sopportare d’essere diviso fra l’uno e l’altro, così nel 1967 mi arruolai nell’esercito.

Andai nel Vietnam, prestai servizio come artigliere su un elicottero da combattimento, poi tornai in patria e mi occupai di aeromobili sperimentali per l’esercito. La mia ambizione era quella di pilotare piccoli aerei da nolo in Alaska. Ma questi progetti andarono in fumo in un attimo. Nel 1969, durante una licenza di fine settimana a Panama City, in Florida, corsi alla spiaggia, mi tuffai nelle onde e picchiai la testa contro il basso fondale sabbioso. In quell’istante divenni un quadriplegico. Otto mesi dopo lasciai l’ospedale dei reduci a Long Beach, in California, e cominciai la mia vita su una sedia a rotelle.

Trovai un appartamento a Long Beach, feci amicizia con alcuni tipi poco raccomandabili e finii per gestire insieme a loro un negozio nel Sunset Boulevard. Era un negozio dove si vendevano poster psichedelici, pipe per hashish, aggeggi per fumare narcotici, lampade a raggi ultravioletti e tutte quelle altre cose stravaganti che hanno a che fare con la cultura della droga. Per affrontare meglio la vita sulla sedia a rotelle cominciai a far uso di droghe: marijuana, cocaina, hashish, mescalina e altre. Nel Vietnam avevo fatto uso di droga per sfuggire agli orrori della guerra. Ora ne facevo uso per sopportare la vita sulla sedia a rotelle.

Insieme ai miei cosiddetti amici, mi diedi da fare per mettere in circolazione delle petizioni in cui chiedevamo di legalizzare la marijuana, e noi, insieme ad altri, riuscimmo effettivamente a far mettere ai voti in California la proposta per la legalizzazione della marijuana. Pubblicammo un giornale clandestino, The Long Beach Free Press.

Questa era la direzione che stava prendendo la mia vita al principio degli anni ’70. Fu sempre in quegli anni che accaddero tre cose. Una di esse avrebbe completamente cambiato la mia vita.

Primo: Ereditai circa 750.000 dollari. E con l’eredità mi feci molti nuovi amici, attratti dal denaro e dalla droga che potevo comprare. Insieme ad altri investitori acquistai un ristorante e diversi negozi di vini. L’impresa non prosperò e infine fallì. Man mano che il mio conto in banca si assottigliava, diminuivano anche gli amici. Diventai scettico e andavo piano ad affezionarmi a qualcuno. Mi chiusi in me stesso, cominciai a leggere Nietzsche e altri filosofi e a frequentare alcuni intellettuali dell’Università della California che ha sede a Santa Barbara.

Cercavo la verità. Allora non lo sapevo, ma stavo per vedere di persona l’adempimento della promessa di Gesù: “Continuate a chiedere, e vi sarà dato; continuate a cercare, e troverete; continuate a bussare, e vi sarà aperto”. — Luca 11:9.

Secondo: Mi stavo rendendo conto che la droga mi rovinava l’organismo. La cocaina mi toglieva l’appetito. Se non mangiavo, dimagrivo e, nella mia condizione, se dimagrivo mi venivano le piaghe da decubito. Sapevo che dovevo smettere di drogarmi, ma era più facile dirlo che farlo!

Terzo: Cominciai a ricevere le visite dei testimoni di Geova. Abitavo in quello che viene considerato un quartiere alto nei pressi di Los Angeles: Palos Verdes Estates. C’era una legge che vietava a chiunque di fare la questua nella nostra bella zona. Così quando vennero i testimoni di Geova, chiamai la polizia.

“Hanno il diritto, garantito dalla Costituzione, di predicare di porta in porta”, mi dissero. “Infatti, è un diritto che è stato loro riconosciuto dalla Corte Suprema degli Stati Uniti”.

Rimasi colpito e cominciai a prendere le loro riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi! Poi uno di loro non si limitò solo a lasciarmi le riviste, ma iniziò una conversazione. Be’, potevo tenergli testa! Faceva il portiere, era negro, e di recente io avevo letto un libro sulle profezie bibliche. Quindi ne sapevo abbastanza! Più che abbastanza per tenere testa a quest’uomo!

Ma in effetti non ne sapevo abbastanza. Quell’uomo confermava tutto quello che diceva con la Bibbia, e io avevo sempre nutrito profondo rispetto per la Bibbia. Ma quello che mi mostrò nella Parola di Dio accese ora una luce nel mio cervello! Dalle conversazioni passammo allo studio del libro La Verità che conduce alla Vita Eterna.

“Possiamo parlare, ma non diventerò un testimone di Geova”, lo avvertii sin dall’inizio. Non parve turbato. Aveva già sentito quelle parole.

I primi tre capitoli non mi interessavano. Il quarto, intitolato “Perché invecchiamo e moriamo”, sì. Ma fu il capitolo successivo, “Dove sono i morti?”, a colpirmi. Fu come se fosse scattata una molla. Mi ero occupato di filosofia e del concetto umano della verità, e avevo cercato le risposte alle domande fondamentali come: Chi siamo? Perché siamo qui? Dove andiamo? Chi è Dio?

Quando i filosofi considerano quest’ultima domanda, si perdono presto in teorie. Non accettando la Parola di Dio come fonte di informazioni, i loro discorsi diventano un esercizio di futilità. Avevo sempre creduto in Dio, ma chi fosse non lo sapevo. Non avevo una stretta relazione con lui. Come avrei potuto? Non sapevo nulla di lui.

Perciò quando il Testimone arrivò al capitolo “Dove sono i morti?”, io cominciai a vivere. Chi può dire dove sono i morti? Nessun uomo, nessun filosofo. Le loro sono vane congetture. Ma ora finalmente ottenevo le risposte dalla Parola di Dio.

Poi prendemmo il soggetto della verità: Cos’è verità? È sempre in armonia con se stessa? Appresi che Satana è il dio del mondo attuale, e divenne chiaro perché esso si trova in questo caos. Per la prima volta capii tante cose. La storia passata e gli avvenimenti attuali trovavano una spiegazione mentre venivo a conoscenza dell’esistenza dell’organizzazione di Satana e del promesso Regno di Dio retto da Cristo, mediante il quale presto la volontà di Dio sarà fatta sulla terra. Proprio come pregavo nel Padrenostro! La verità divenne qualcosa di reale. Gesù era venuto per rendere testimonianza alla verità. Cos’è verità? Parlando a Dio in preghiera, Gesù disse: “La tua parola è verità”. (Giovanni 17:17) Da quel momento in poi mi caddero le “scaglie” dagli occhi.

Cominciai a usare la verità biblica che avevo appena scoperta come pietra di paragone per esaminare tutto. Avevo frequentato per qualche tempo i pentecostali. Ero attratto dal loro calore. Era una religione che faceva leva sui sentimenti. Ma ora rammentai che mi avevano detto: “Il vino è lo strumento del Diavolo!” Usando la Bibbia come pietra di paragone, mi resi conto che non poteva essere vero perché il primo miracolo di Gesù era stato quello di trasformare l’acqua in vino.

Andai anche da un sacerdote episcopale per fargli domande su Rivelazione. “Ho studiato il libro di Rivelazione per due anni alla facoltà di teologia”, disse. “Non puoi capirlo e non dovresti neppure preoccupartene. Datti alla politica. Migliora il mondo”.

Di nuovo mi venne in mente di usare la Bibbia come pietra di paragone: “Non amate il mondo né le cose del mondo”. “Tutto il mondo giace nella potenza del malvagio”. “L’amicizia del mondo è inimicizia con Dio”. — I Giovanni 2:15; 5:19; Giacomo 4:4.

Fra parentesi, a questo punto dovetti superare un problema psicologico. Dato che avevo un elevato concetto di me stesso, mi era difficile mandare giù il fatto che questo portiere negro venisse a casa mia e mi insegnasse tante cose. Fu lui stesso a rendersi conto del problema e a risolverlo. Una sera venne insieme a un altro Testimone e disse:

“Vedi, in fatto di Bibbia non siamo dei grandi geni. Abbiamo tanto da imparare. Dobbiamo prepararci per le adunanze. Se non ti dispiace, studieremo qui anche noi”.

Così si sedettero nel mio soggiorno e si prepararono per lo studio di libro di congregazione del martedì sera mentre io preparavo la mia lezione nel libro Verità. Ora mi sentivo a mio agio. Il mio io era soddisfatto. Eravamo tutti studenti. Anche loro dovevano studiare!

E questo mi incuriosì. Volevo sapere cos’era l’adunanza del martedì sera. Così cominciai ad assistervi. Poi andai all’adunanza della domenica, e dopo all’adunanza del giovedì sera in cui i Testimoni si esercitano per il servizio di campo. Ben presto anch’io andavo a dare testimonianza di porta in porta.

Per quanto mi riguardava, quello che distingueva veramente questa religione da tutte le altre era la predicazione di porta in porta. Ritenevo fosse importante per me personalmente compierla, malgrado la mia menomazione. Dopo tutto, nel nostro attuale stato di imperfezione tutti hanno qualche menomazione, solo che alcuni sono più menomati di altri. Così uscivo col gruppo, io sulla sedia a rotelle. Alla maggioranza delle porte non riuscivo ad avvicinarmi abbastanza da suonare il campanello, così portavo con me un lungo bastone.

Spesso compivo l’opera insieme a un Testimone della congregazione che era vecchio e invalido. Aveva avuto una paralisi, ci sentiva poco, ci vedeva ancor meno, ma dava testimonianza da quasi 40 anni. Compivamo spesso l’opera di predicazione insieme. Lui spingeva la mia sedia a rotelle e io guidavo la macchina e gli facevo da occhi e da orecchi. Sembrava che io fossi una metà e lui l’altra metà, ma insieme formavamo un Testimone intero!

A questo punto avevo raggiunto il mio terzo obiettivo, e altri. Ero riuscito in quello che era più facile a dirsi che a farsi: Per diventare Testimone avevo smesso di prendere droga di qualsiasi tipo. A questa si aggiunse un’altra benedizione: Avendo smesso di drogarmi la mia salute migliorò e le mie energie crebbero a tal punto che potei camminare con le stampelle!

Fu verso quell’epoca che mi fidanzai. Patsy era una delle pioniere — predicatrici in servizio continuo — della congregazione. Quando il gruppo usciva per compiere l’opera di testimonianza, lei ed io predicavamo spesso insieme. Infine ci sposammo e facemmo i pionieri insieme.

Le cose erano successe in fretta dalla prima visita dei Testimoni. Nel gennaio del 1974 cominciai le conversazioni con i Testimoni. In febbraio cominciai a studiare con loro. In maggio uscii per la prima volta nel servizio di campo. In giugno terminai lo studio del libro Verità. In luglio assistei per la prima volta a un’assemblea di distretto dei testimoni di Geova. In agosto fui battezzato. In settembre mi dichiarai. In dicembre mi sposai. Nel gennaio del 1975 facevo il pioniere. Tredici mesi intensi!

Nel 1977 mia moglie, io e nostra figlia Dolores ci trasferimmo nella California settentrionale, a Calistoga, nel cuore della zona dei vigneti. Comprai 14 ettari di terreno collinare boscoso che include una piccola valle con poco più di un ettaro coltivato a vigna. Cominciai a produrre un po’ di vino, e infine, ottenuta la licenza, mi misi a vendere il vino. Per spostarmi nella vigna mi servo di un veicolo tipo quello usato dai giocatori di golf e nella cantina mi muovo con le stampelle; sono così in grado di fare il lavoro necessario malgrado la mia menomazione.

Ora [nel 1984] sto per vendere questo terreno e la cantina e sto cercando una nuova sistemazione in questa stessa zona. Mia moglie ed io desideriamo essere più liberi per dedicare più tempo all’opera di parlare ad altri del Regno di Dio. La nostra speranza è che, per immeritata benignità di Geova, possiamo vivere e vedere adempiersi sulla terra paradisiaca la promessa di Geova di preparare “un banchetto di grasse vivande, per tutti i popoli, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti. Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto”. — Isaia 25:6-8, CEI.

Pertanto sono contento di aver continuato a cercare, perché ho trovato la verità e la soddisfazione che ne deriva.

[Testo in evidenza a pagina 12]

Man mano che il mio conto in banca si assottigliava, diminuiva anche il numero dei miei amici

[Testo in evidenza a pagina 12]

Quando vennero i testimoni di Geova, chiamai la polizia

[Testo in evidenza a pagina 13]

Possiamo parlare, ma non diventerò un testimone di Geova

[Testo in evidenza a pagina 14]

Alla maggioranza delle porte non riuscivo ad avvicinarmi abbastanza da suonare il campanello, così portavo con me un lungo bastone

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