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  • g92 22/12 p. 29
  • Uno sguardo al mondo

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  • Uno sguardo al mondo
  • Svegliatevi! 1992
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  • La vita sedentaria è pericolosa
  • Il pesante bilancio delle malattie cardiovascolari
  • Mani sporche
  • Fuoriuscite rischiose
  • Suicidi in Argentina
  • Bambini poveri in America
  • È davvero necessario fare attività fisica?
    Svegliatevi! 2005
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  • Suicidio: l’epidemia nascosta
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Svegliatevi! 1992
g92 22/12 p. 29

Uno sguardo al mondo

La vita sedentaria è pericolosa

L’AHA (Associazione Americana di Cardiologia) elenca diversi fattori che favoriscono le malattie cardiovascolari. Esiste anche una lista dei fattori di rischio, che sono più gravi. Fino a poco tempo fa la mancanza di esercizio fisico era elencata tra i fattori meno pericolosi che semplicemente favoriscono queste malattie. Secondo un bollettino dell’Università di Berkeley (California), l’AHA ha “spostato la mancanza di esercizio fisico dalla lista dei fattori che favoriscono le malattie cardiovascolari alla categoria più specifica dei ‘fattori di rischio’”. Tale bollettino aggiunge che questo “mette il condurre una vita sedentaria sullo stesso piano dell’ipertensione, del fumo e dell’avere un alto livello di colesterolo”.

Il pesante bilancio delle malattie cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari sono il killer numero uno dell’umanità, in quanto causano circa un quarto dei decessi in tutto il mondo. Lo afferma l’annuario statistico pubblicato nel 1992 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (1991 World Health Statistics Annual). Nelle nazioni industrializzate, come Australia, Canada, Giappone e Stati Uniti, esse provocano quasi la metà di tutti i decessi, anche se negli anni ’80 c’è stato un netto calo. Nelle nazioni in via di sviluppo solo il 16 per cento dei decessi è da attribuire alle malattie cardiovascolari. Tuttavia, secondo l’OMS, “ci sono i segnali di un’epidemia emergente . . . Nei paesi in via di sviluppo le malattie cardiovascolari sono ovunque in aumento”.

Mani sporche

Uno studio recente ha rivelato che la maggior parte degli operatori sanitari negli Stati Uniti trascura di lavarsi le mani prima di visitare i pazienti. Inoltre, secondo il Washington Post, “altri studi fanno pensare che i medici non si cambino i guanti ogni volta che dovrebbero”. Non c’è dubbio che questo problema ha contribuito al diffondersi delle malattie. Il Post riferisce che, secondo il New England Journal of Medicine, il fatto che medici e infermieri non si lavino le mani “potrebbe spiegare in parte perché i pazienti ospedalizzati sviluppano infezioni la cui cura costa fino a 10 miliardi di dollari l’anno”.

Fuoriuscite rischiose

I laboratori di tutto il mondo si valgono del sistema postale per spedire microrganismi viventi. La rivista New Scientist sostiene che questo desta crescenti preoccupazioni perché “batteri potenzialmente pericolosi vengono inviati regolarmente da un laboratorio all’altro”. Ricercatori olandesi avvertono che gli organismi possono fuoriuscire da pacchi danneggiati e diffondersi nell’ambiente. Di recente un gruppo di scienziati ha esaminato diversi pacchi provenienti da laboratori di Australia, Paesi Bassi, Singapore e Stati Uniti, riscontrando che nessuno d’essi rispondeva alle norme stabilite dal Comitato di esperti dell’ONU per il trasporto di sostanze pericolose. Un laboratorio olandese, che riceve mille campioni l’anno, ha preso speciali precauzioni per evitare simili incidenti. Nondimeno “ogni anno riceve ancora, per posta, circa cinque flaconi di vetro per colture rotti”, afferma New Scientist.

Suicidi in Argentina

L’Argentina ha il più alto tasso di suicidi delle Americhe. Il quotidiano La Nación osserva che ‘in base ai rapporti ufficiali, circa il 10 per cento dei suicidi registrati nel paese riguarda adolescenti e giovani tra i 10 e i 22 anni, prevalentemente di sesso maschile’. Il ministero della Sanità dice che in Argentina si suicida un adolescente ogni 30 ore.

Bambini poveri in America

Negli Stati Uniti, uno dei paesi più ricchi del mondo, vivono anche alcuni dei bambini più poveri. Secondo il New York Times, uno studio condotto dal Fondo per la protezione dell’infanzia ha riscontrato che “il numero dei bambini americani che vivono in povertà è cresciuto di oltre un milione durante gli anni ’80, e il tasso di bambini poveri è cresciuto in 33 stati”. Nel 1989 oltre il 25 per cento dei bambini degli stati di Arkansas, Louisiana, New Mexico e West Virginia vivevano in famiglie il cui reddito era inferiore al livello federale di povertà. Il tasso più alto era nello stato del Mississippi, dove il 33,5 per cento dei bambini viveva in condizioni di povertà.

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