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  • g93 8/12 pp. 23-25
  • I maestosi giganti del Canada settentrionale

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  • I maestosi giganti del Canada settentrionale
  • Svegliatevi! 1993
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  • Accoppiamento e cura dei piccoli
  • Altre caratteristiche
  • Osservare l’orso bianco
  • Il grande orso bianco dell’Artide
    Svegliatevi! 1984
  • Il lungo sonnellino di mamma orso
    Svegliatevi! 2002
  • Il mantello dell’orso polare
    Svegliatevi! 1991
  • ‘Il mio soggetto preferito’
    Svegliatevi! 1989
Altro
Svegliatevi! 1993
g93 8/12 pp. 23-25

I maestosi giganti del Canada settentrionale

Dal corrispondente di Svegliatevi! in Canada

“RE DEL NORD” e “signori dell’Artide”: a potersi fregiare di questi titoli sono circa 30.000 orsi bianchi che vagano in tutta l’Artide.

Ci sono varie popolazioni distinte di orsi bianchi. Un gruppo d’essi ha scelto come propria dimora la costa sud-occidentale della baia di Hudson, in Canada, dall’isola di Akimiski nella baia di James fino al Chesterfield Inlet, a nord. Perciò Churchill, nel Manitoba, che si trova fra questi due estremi, è stata soprannominata “capitale mondiale dell’orso bianco”.

L’orso bianco maschio vaga nel suo territorio con instancabile curiosità. Per questo in lingua inuit ha il poetico nome Pihoqahiak, “l’eterno vagabondo”.

I primi esploratori dell’Artide rimasero affascinati dall’orso bianco. John Muir, naturalista americano, lo descrisse come ‘un animale dall’aspetto nobile e dalla forza prodigiosa che vive coraggioso e caldo tra i ghiacci eterni’.

Pur pesando dai 450 ai 640 chili, gli orsi bianchi hanno un’agilità quasi felina. Un biologo ha detto: “Sono come enormi gatti. È incredibile quanto siano veloci”.

Accoppiamento e cura dei piccoli

Il maschio non ha un grande senso della famiglia. Dopo il periodo dell’accoppiamento abbandona la femmina lasciandole tutta la responsabilità di allevare i piccoli. Nella femmina l’ovulo fecondato si divide un certo numero di volte, poi rimane inattivo per quattro o cinque mesi.

Quando l’ovulo fecondato si annida e comincia a crescere, la femmina si scava una tana nel cumulo di neve più alto che trova, oppure nella terra, sulla sponda di un lago. Lì rimane senza mangiare, urinare e defecare sino alla fine di marzo.

La tana è ben costruita. L’ingresso immette in una galleria che sale per un paio di metri fino all’alloggio vero e proprio, piuttosto grande. Qui il calore corporeo dell’orsa rimane intrappolato, per cui spesso nella tana la temperatura è di 20 gradi superiore a quella esterna. L’aria viziata esce da una piccola apertura praticata nel soffitto. Se ce n’è bisogno, l’orsa ricava un nuovo pavimento calpestando la neve grattata dal soffitto.

Ci si aspetterebbe che un’orsa così grande partorisse degli orsacchiotti di dimensioni considerevoli. Invece, i piccoli appena nati pesano solo mezzo chilo! Di solito il parto avviene in dicembre o all’inizio di gennaio.

I piccoli nascono ciechi e sordi, e sono coperti di una morbida lanugine ad eccezione della pianta delle zampe e del naso. Con le unghie falcate si arrampicano sulla pelliccia della madre per succhiare il latte ricco e cremoso che ha il sapore dell’olio di fegato di merluzzo.

Nella maggior parte delle regioni dell’Artide le femmine partoriscono in genere due piccoli ogni tre anni. Nella zona della baia di Hudson, invece, a volte danno alla luce tre piccoli, raramente quattro, ogni due anni. I piccoli crescono in fretta. A 26 giorni cominciano a percepire i primi rumori. Sette giorni dopo schiudono gli occhi. La lanugine che li ricopriva alla nascita si trasforma in una pelliccia vera e propria, molto più folta.

Verso la fine di marzo la famiglia esce dalla tana alla fulgida luce della primavera artica. I piccoli si voltolano nella neve alta. Trovata una ripida discesa, si lasciano scivolare sul grasso pancino, a zampe distese, per finire nelle zampe della mamma che li aspetta di sotto.

A volte i piccoli hanno difficoltà a seguire le orme della madre nella neve alta. E allora che fanno? Si fanno portare a cavalluccio! Un fotografo una volta avvistò delle orse polari che, disturbate da un elicottero, fuggivano con i piccoli sul dorso che sembravano “piccoli fantini spaventati”.

La madre addestra con cura i piccoli per circa due anni e mezzo, poi li abbandona. I giovani orsi ora sono indipendenti.

Altre caratteristiche

Secondo un articolo della rivista Life, “di tutti i quadrupedi del mondo gli orsi bianchi sono i nuotatori più resistenti”. Possono attraversare a nuoto ampie baie tra banchi di ghiaccio galleggianti. Né l’acqua né i cristalli di ghiaccio aderiscono alla loro pelliccia oleosa, per cui basta una bella scrollata e l’acqua si disperde in mille goccioline. L’eventuale umidità rimasta viene assorbita dalla neve secca quando l’orso vi si rotola, e in pochi minuti la pelliccia è asciutta.

Solo di recente gli scienziati hanno appreso alcuni affascinanti segreti riguardo alla pelliccia dell’orso. Il modo in cui essa assorbe e riflette la luce non solo aiuta l’orso a mantenere la temperatura corporea, ma conferisce anche alla pelliccia stessa il suo aspetto candido.a

Ma come fanno gli orsi bianchi a orizzontarsi nel mutevole ambiente marino dell’Artide, dove ci sono pochi punti di riferimento fissi che possono aiutarli a orientarsi, se pure ce ne sono? Secondo un libro, l’orso “deve avere una mappa in testa . . . La memoria non è di alcun aiuto. In che modo gli orsi creino e usino queste mappe è una delle più affascinanti domande sul loro conto”. (Arctic Dreams) Possono camminare per settimane senza perdersi.

Anche se è raro che gli orsi bianchi attacchino l’uomo, i turisti devono rispettare la loro grande forza e agilità. Questo stesso libro dice: “Gli orsi bianchi sono alquanto riservati e non sono aggressivi, specie in paragone con i grizzly”. Nondimeno, essi potrebbero cogliervi di sorpresa, poiché grazie alle zampe ben imbottite di pelo i loro passi non fanno quasi rumore.

Osservare l’orso bianco

Come si possono osservare queste interessanti creature? Gli scienziati hanno eretto lungo la costa della baia di Hudson torri d’acciaio alte 14 metri dalle quali si possono controllare i movimenti degli orsi.

Nella città di Churchill sono disponibili per i turisti le Tundra Buggy: grossi autoveicoli rivestiti di lamiera in grado di trasportare diversi passeggeri per delle escursioni. A volte si hanno incontri ravvicinati con l’orso bianco, in quanto un esemplare si appoggia alla lamiera o picchia su di essa con una zampa per attirare l’attenzione o per avere del cibo.

Speriamo che questa visita ai giganteschi orsi bianchi, che sono considerati fra i dieci animali “più amati” nel mondo, sia stata di vostro gradimento. Sono davvero creature meravigliose, opera di un Creatore onnisapiente che ha dato loro la capacità di adattarsi alle distese ghiacciate dell’Artide.

[Nota in calce]

a Vedi “Il mantello dell’orso polare” in Svegliatevi! del 22 maggio 1991.

[Immagine a pagina 24]

La madre addestra i piccoli per circa due anni e mezzo

[Immagini a pagina 25]

I maschi giovani lottano per gioco, poi si rinfrescano nella neve

[Fonte]

Tutte le foto: Mike Beedell/Adventure Canada

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