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  • es25 pp. 67-77
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  • Esaminiamo le Scritture ogni giorno del 2025
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Esaminiamo le Scritture ogni giorno del 2025
es25 pp. 67-77

Luglio

Martedì 1º luglio

Percorse il paese facendo del bene e guarendo [molti] (Atti 10:38)

Tutto quello che Gesù disse e fece, inclusi i miracoli che compì, rispecchiava alla perfezione i pensieri e i sentimenti di suo Padre (Giov. 14:9). Cosa possiamo imparare dai miracoli di Gesù? Gesù e suo Padre ci amano profondamente. Quando era sulla terra, Gesù dimostrò quanto fosse grande il suo amore per le persone alleviandone miracolosamente le sofferenze. In un’occasione, due ciechi supplicarono Gesù di aiutarli (Matt. 20:30-34). Il racconto dice che Gesù fu “mosso a compassione” e li guarì. Qui il verbo greco tradotto “mosso a compassione” si riferisce a un’emozione intensa che una persona prova dentro di sé. Fu sempre questo tipo di compassione, che è un’espressione d’amore, a spingere Gesù a dar da mangiare a chi ne aveva bisogno e a guarire un lebbroso (Matt. 15:32; Mar. 1:41). Possiamo star certi che Geova, il Dio della “tenera compassione”, e suo Figlio ci amano profondamente e soffrono quando ci vedono soffrire (Luca 1:78; 1 Piet. 5:7). Non vedono l’ora di eliminare definitivamente tutti i mali che affliggono l’umanità. w23.04 3 parr. 4-5

Mercoledì 2 luglio

Voi che amate Geova, odiate il male. Egli custodisce la vita di chi gli è leale, e lo libera dalla mano dei malvagi (Sal. 97:10)

Dovremmo adottare le misure necessarie per esporci il meno possibile alle idee e ai modi di pensare diffusi nel sistema di Satana. Inoltre dovremmo riempire la nostra mente di pensieri sani leggendo e studiando la Bibbia. Anche frequentare le adunanze e partecipare al ministero proteggerà la nostra mente. Da parte sua, Geova promette che non lascerà che siamo tentati oltre ciò che possiamo sopportare (1 Cor. 10:12, 13). Ora più che mai, tutti abbiamo bisogno di pregare per rimanere fedeli a Geova in questi difficili ultimi giorni. Geova vuole che ‘apriamo il nostro cuore a lui’ in preghiera (Sal. 62:8). Lodiamolo e ringraziamolo per tutto quello che fa. Chiediamogli di aiutarci a essere coraggiosi nel ministero. Supplichiamolo di aiutarci ad affrontare qualsiasi problema e a resistere a qualsiasi tentazione. Non permettiamo a niente e a nessuno di farci smettere di pregare regolarmente Geova. w23.05 7 parr. 17-18

Giovedì 3 luglio

Interessiamoci gli uni degli altri, incoraggiandoci a vicenda (Ebr. 10:24, 25)

Perché andiamo alle adunanze? Principalmente per lodare Geova (Sal. 26:12; 111:1). Andiamo alle adunanze anche per incoraggiarci a vicenda in questi tempi difficili (1 Tess. 5:11). Alzando la mano e commentando contribuiamo al raggiungimento di entrambi gli obiettivi. Ma quando si tratta di commentare potremmo affrontare delle difficoltà. Forse proviamo ansia al solo pensiero di commentare, oppure abbiamo molta voglia di commentare ma non veniamo chiamati tanto quanto vorremmo. Cosa possiamo fare se ci troviamo in una di queste situazioni? L’apostolo Paolo disse che dovremmo concentrarci sull’obiettivo di ‘incoraggiarci a vicenda’. Se riflettiamo sul fatto che esprimendo la nostra fede anche con un commento semplice possiamo incoraggiare gli altri, allora ci sentiremo più spinti a commentare. E se non veniamo chiamati spesso, possiamo comunque essere contenti che altri nella congregazione abbiano l’opportunità di commentare (1 Piet. 3:8). w23.04 20 parr. 1-3

Venerdì 4 luglio

Salga a Gerusalemme e ricostruisca la casa di Geova (Esd. 1:3)

È deciso! Gli ebrei che sono esiliati in Babilonia da circa 70 anni sono liberi di tornare in Israele, il loro paese (Esd. 1:2-4). Solo Geova può averlo reso possibile. Babilonia in genere non liberava i prigionieri (Isa. 14:4, 17). Ma ora è stata conquistata, e il nuovo re ha detto agli ebrei che sono liberi di andarsene. Tutti loro, soprattutto i capifamiglia, devono prendere una decisione: lasciare Babilonia o rimanervi. Prendere questa decisione probabilmente non è semplice. Molte persone avanti con gli anni forse vogliono evitare le difficoltà e i rischi di un viaggio del genere. Inoltre, dato che moltissimi ebrei sono nati in Babilonia, quella è casa loro, mentre Israele è solo la terra dei loro antenati. A quanto pare alcuni hanno raggiunto un notevole benessere economico in Babilonia, e quindi forse fanno fatica ad accettare l’idea di lasciare le loro belle case e le loro attività e di trasferirsi in un paese sconosciuto. w23.05 14 parr. 1-2

Sabato 5 luglio

Tenetevi pronti (Matt. 24:44)

La Parola di Dio ci incoraggia a continuare a coltivare perseveranza, compassione e amore. Luca 21:19 dice: “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”. In Colossesi 3:12 è scritto: “Rivestitevi di [...] compassione”. E 1 Tessalonicesi 4:9, 10 dice: “È Dio che vi insegna ad amarvi gli uni gli altri [...]. Ma vi incoraggiamo, fratelli, a farlo ancora di più”. Questi versetti erano indirizzati a discepoli che avevano già mostrato perseveranza, compassione e amore. Quei discepoli però dovevano continuare a sviluppare queste qualità. E noi dobbiamo fare la stessa cosa. A tal fine, riflettiamo su come i primi cristiani mostrarono queste qualità. Allora ci sarà chiaro come possiamo imitarli e di conseguenza essere pronti per la grande tribolazione. Così, quando questa inizierà, avremo imparato a perseverare e saremo determinati a continuare a farlo. w23.07 3 parr. 4, 8

Domenica 6 luglio

Ci sarà una strada maestra, la Via della Santità (Isa. 35:8)

Sia che apparteniamo agli unti o alle “altre pecore”, dobbiamo rimanere sulla “Via della Santità”, perché questa ci permette di restare nel paradiso spirituale e ci conduce verso le future benedizioni del Regno (Giov. 10:16). Dal 1919 milioni di uomini, donne e bambini hanno lasciato Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, e si sono incamminati su questa strada simbolica. Quando gli ebrei lasciarono Babilonia, Geova fece in modo che gli ostacoli sul loro percorso fossero rimossi (Isa. 57:14). Cosa si può dire della moderna “Via della Santità”? Per molti secoli prima del 1919, Geova si servì di uomini che avevano grande rispetto per lui perché spianassero la strada che avrebbe portato fuori da Babilonia la Grande. (Confronta Isaia 40:3.) Quegli uomini fecero dei lavori stradali preparatori, dei lavori di tipo spirituale. Quei lavori erano necessari affinché in seguito persone desiderose di fare la volontà di Dio potessero lasciare Babilonia la Grande ed entrare nel paradiso spirituale, dove avrebbero praticato la pura adorazione ristabilita. w23.05 15-16 parr. 8-9

Lunedì 7 luglio

Servite Geova con gioia. Entrate al suo cospetto con gioiose grida (Sal. 100:2)

Geova vuole che lo serviamo con gioia e con il desiderio di farlo (2 Cor. 9:7). Dovremmo quindi continuare a impegnarci per raggiungere un obiettivo spirituale anche se non ci va? Pensiamo all’esempio dell’apostolo Paolo, che disse: “Disciplino severamente il mio corpo e lo riduco in schiavitù” (1 Cor. 9:25-27, nt.). Quando non aveva il desiderio di fare quello che è giusto, Paolo si costringeva a farlo. Geova approvò il servizio che gli rese Paolo? Assolutamente sì. E lo ricompensò per il suo impegno (2 Tim. 4:7, 8). In modo simile, Geova è felice quando ci impegniamo per raggiungere un obiettivo anche se non ci sentiamo motivati a farlo. Anche se forse non amiamo l’attività che stiamo svolgendo, Geova sa che la svolgiamo perché amiamo lui, e questo lo rende felice. Proprio come benedisse Paolo, Geova benedirà anche il nostro impegno (Sal. 126:5). E vedendo la benedizione di Geova nella nostra vita, potremmo iniziare a sentirci motivati. w23.05 29 parr. 9-10

Martedì 8 luglio

Il giorno di Geova verrà (1 Tess. 5:2)

L’apostolo Paolo paragonò quelli che non sopravvivranno al giorno di Geova a persone che dormono. Queste persone non si rendono conto di quello che hanno intorno o del passare del tempo. Quindi, quando succede qualcosa di importante non se ne accorgono e non agiscono di conseguenza. Oggi la maggioranza delle persone dorme in senso spirituale (Rom. 11:8). Rimane indifferente davanti alle prove del fatto che viviamo negli “ultimi giorni” e che la grande tribolazione arriverà presto (2 Piet. 3:3, 4). Noi invece ci rendiamo conto che ogni giorno che passa è sempre più importante seguire il consiglio ispirato di rimanere svegli (1 Tess. 5:6). Dovremmo quindi mantenere la calma e l’equilibrio. Perché? Per non farci coinvolgere nelle questioni politiche e sociali che vengono sollevate oggi. Man mano che il giorno di Geova si avvicinerà, ci verrà fatta sempre più pressione affinché rinunciamo alla nostra posizione neutrale in questi campi. Ma non dobbiamo preoccuparci di cosa diremo. Lo spirito di Dio può aiutarci ad avere calma ed equilibrio, e a prendere decisioni sagge (Luca 12:11, 12). w23.06 10 parr. 6-7

Mercoledì 9 luglio

Sovrano Signore Geova, ti prego, ricordati di me. O Dio, dammi forza (Giud. 16:28)

Cosa ci viene in mente quando sentiamo nominare Sansone? Probabilmente pensiamo a un uomo dalla forza straordinaria. E in effetti lo era. Ma Sansone prese una decisione sbagliata che ebbe delle conseguenze molto dolorose. Geova però si concentrò sulla fedeltà che quell’uomo aveva dimostrato durante tutta la sua vita, e fece riportare il suo esempio nella Bibbia. Attraverso Sansone, Geova fece cose straordinarie per aiutare il Suo popolo, Israele. Secoli dopo la morte di Sansone, Geova ispirò l’apostolo Paolo a includere il nome di Sansone in un elenco di uomini dalla fede straordinaria (Ebr. 11:32-34). L’esempio di Sansone può incoraggiarci. Lui confidò in Geova anche in circostanze difficili. La sua storia può rafforzarci; possiamo anche imparare lezioni pratiche dal suo esempio. w23.09 2 parr. 1-2

Giovedì 10 luglio

Le vostre richieste siano rese note a Dio (Filip. 4:6)

Possiamo rendere più forte la nostra perseveranza parlando spesso e in modo sincero delle nostre preoccupazioni a Geova (1 Tess. 5:17). Forse al momento non stiamo affrontando prove difficili. Ma anche in questo caso, ricerchiamo la guida di Geova ogni volta che siamo tristi, confusi o stressati? Se già ora ci rivolgiamo regolarmente a Dio per chiedergli aiuto nelle difficoltà quotidiane, saremo pronti a farlo quando in futuro affronteremo difficoltà più grandi. Saremo sicuri che Geova saprà esattamente come e quando intervenire (Sal. 27:1, 3). Sarà più probabile che riusciremo a perseverare durante la grande tribolazione se già oggi perseveriamo nelle prove (Rom. 5:3). Perché possiamo dirlo? Molti fratelli hanno riscontrato che ogni difficoltà che hanno superato li ha aiutati ad affrontare la successiva. La perseveranza li ha raffinati: ha rafforzato la loro fede nel fatto che Geova è pronto ad aiutarli e vuole farlo. La fede, a sua volta, li ha aiutati a mostrare perseveranza nelle prove successive (Giac. 1:2-4). w23.07 3 parr. 7-8

Venerdì 11 luglio

Ti concedo anche questo (Gen. 19:21)

Geova è umile e compassionevole, e queste qualità lo portano a essere ragionevole. Per esempio, l’umiltà di Geova fu evidente quando stava per distruggere le persone malvagie che vivevano a Sodoma. Tramite i suoi angeli, Geova disse al giusto Lot di fuggire verso la regione montuosa. Lot aveva paura di andare lì, quindi supplicò Geova di permettere a lui e alla sua famiglia di andare a Zoar, una piccola città che doveva essere distrutta. Geova avrebbe potuto insistere che Lot seguisse le Sue istruzioni alla lettera. Invece accettò la richiesta di Lot, anche se questo significò non distruggere Zoar (Gen. 19:18-22). Secoli dopo, Geova mostrò compassione agli abitanti di Ninive. Mandò il profeta Giona ad annunciare che presto avrebbe distrutto la città e i suoi malvagi abitanti. Ma quando i niniviti si pentirono, Geova provò dispiacere e non distrusse la città (Giona 3:1, 10; 4:10, 11). w23.07 21 par. 5

Sabato 12 luglio

Uccisero [Ioas]. E fu sepolto, ma non dov’erano sepolti i re (2 Cron. 24:25)

Cosa possiamo imparare dalla storia di Ioas? Lui era come un albero con radici poco profonde che per stare in piedi ha bisogno di un palo di sostegno. Quando quel “palo” fu rimosso, cioè quando Ieoiada morì, e i venti dell’apostasia iniziarono a soffiare, l’“albero” cadde: Ioas diventò infedele. Questo esempio ci fa ben capire che il nostro timore di Dio non può dipendere solo dalla buona influenza che altri fratelli, compresi i nostri familiari, hanno su di noi. Per rimanere spiritualmente forti dobbiamo rendere sempre più profondi la nostra devozione a Dio e il nostro timore di lui. Possiamo farlo studiando, meditando e pregando regolarmente (Ger. 17:7, 8; Col. 2:6, 7). In fin dei conti Geova non richiede molto da noi. Quello che ci chiede di fare è riassunto in Ecclesiaste 12:13, che dice: “Temi il vero Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è tutto ciò che l’uomo è tenuto a fare”. Se temiamo Dio riusciremo ad affrontare le prove future e a rimanere leali. Niente potrà rovinare l’amicizia che abbiamo con Geova. w23.06 18-19 parr. 17-19

Domenica 13 luglio

Ecco, faccio nuova ogni cosa! (Riv. 21:5)

La garanzia che Dio dà viene introdotta dalle parole: “Colui che sedeva sul trono disse” (Riv. 21:5a). Nelle visioni del libro di Rivelazione sono soltanto tre le occasioni in cui è Geova stesso a parlare, e questa è una di quelle occasioni. Quindi questa garanzia non viene data da un angelo potente, e nemmeno dal risuscitato Gesù, ma da Geova stesso. Questo sottolinea quanto siano degne di fiducia le parole che seguono. Perché possiamo dirlo? Perché Geova “non può mentire” (Tito 1:2). Quindi le parole riportate in Rivelazione 21:5, 6 sono assolutamente degne di fiducia. Riflettiamo sulla parola “ecco”. Il termine greco reso “ecco” è usato più volte nel libro di Rivelazione. Qui da cosa è seguito? Dall’affermazione di Dio: “Faccio nuova ogni cosa”. È vero che Geova sta parlando di cambiamenti futuri, ma per lui l’adempimento della sua promessa è così sicuro che parla di quei cambiamenti come se si stiano già verificando (Isa. 46:10). w23.11 3-4 parr. 7-8

Lunedì 14 luglio

Uscì e pianse amaramente (Matt. 26:75)

L’apostolo Pietro doveva lottare con le sue debolezze. Pensiamo ad alcuni episodi. Quando Gesù spiegò che avrebbe dovuto soffrire e morire per adempiere le profezie della Bibbia, Pietro lo rimproverò (Mar. 8:31-33). Più volte lui e gli altri apostoli discussero su chi di loro fosse il più grande (Mar. 9:33, 34). La notte prima della morte di Gesù, Pietro reagì impulsivamente e tagliò l’orecchio a un uomo (Giov. 18:10). Quella stessa notte cedette al timore e per tre volte negò di conoscere il suo amico Gesù (Mar. 14:66-72). Questo lo portò a piangere amaramente. Gesù non considerò una causa persa quel suo apostolo profondamente scoraggiato. Dopo essere stato risuscitato, Gesù diede a Pietro l’opportunità di riconfermargli il suo amore e lo invitò a prendersi umilmente cura delle sue pecore (Giov. 21:15-17). Pietro fu pronto a fare quello che Gesù gli aveva chiesto. Il giorno di Pentecoste si trovava a Gerusalemme e fu tra i primi discepoli che vennero unti con lo spirito santo. w23.09 22 parr. 6-7

Martedì 15 luglio

Prenditi cura delle mie pecorelle (Giov. 21:16)

Ai fratelli che come lui servivano come anziani, l’apostolo Pietro disse: “Pascete il gregge di Dio” (1 Piet. 5:1-4). Se sei un anziano, sicuramente ami i tuoi fratelli e le tue sorelle e vuoi prenderti cura di loro. A volte però potresti avere la sensazione di essere così impegnato o così stanco da non riuscire a svolgere questo incarico. Se ti capita, parlane con Geova. Pietro scrisse: “Se uno serve, lo faccia dipendendo dalla forza che Dio fornisce” (1 Piet. 4:11). I tuoi fratelli e le tue sorelle forse stanno affrontando problemi che non potranno risolversi completamente in questo sistema di cose. Ricorda però che “il capo pastore”, Gesù Cristo, può aiutarli molto più di quanto possa farlo tu. Può farlo oggi e potrà farlo nel nuovo mondo. Ciò che Geova chiede agli anziani è semplicemente di amare i fratelli, prendersi cura di loro e diventare “esempi per il gregge”. w23.09 29-30 parr. 13-14

Mercoledì 16 luglio

Geova sa che i ragionamenti dei sapienti sono vani (1 Cor. 3:20)

Dobbiamo stare attenti a non fare ragionamenti umani. Se guardiamo le cose da un punto di vista umano, potremmo allontanarci da Geova e dalle sue norme (1 Cor. 3:19). “La sapienza di questo mondo” spesso fa leva sui desideri carnali. In passato alcuni cristiani di Pergamo e di Tiatira si lasciarono influenzare dalle persone idolatre e immorali che vivevano attorno a loro. Gesù diede dei consigli energici a entrambe quelle congregazioni perché tolleravano l’immoralità sessuale (Riv. 2:14, 20). Oggi alcuni esercitano pressioni su di noi per farci adottare punti di vista sbagliati. Familiari e conoscenti potrebbero far leva sulle nostre emozioni e cercare di spingerci a scendere a compromessi. Ad esempio, potrebbero sostenere che le norme morali della Bibbia siano superate e che non ci sia niente di male nel soddisfare i propri desideri. A volte potremmo pensare che le istruzioni che Geova ci dà non siano sufficienti. Potremmo addirittura essere tentati di “andare oltre ciò che è scritto” (1 Cor. 4:6). w23.07 16 parr. 10-11

Giovedì 17 luglio

Il vero amico ama in ogni circostanza e si dimostra un fratello nei momenti difficili (Prov. 17:17)

Maria, la madre di Gesù, ebbe bisogno di forza. Non era sposata, ma sarebbe rimasta incinta. Non aveva nessuna esperienza nel crescere figli, ma avrebbe dovuto prendersi cura del bambino che sarebbe diventato il Messia. E dato che non aveva mai avuto rapporti sessuali, forse si chiedeva come avrebbe spiegato tutto questo a Giuseppe, il suo fidanzato (Luca 1:26-33). In che modo Maria ricevette la forza necessaria? Cercò l’aiuto di altri. Ad esempio, chiese a Gabriele qualche altra informazione (Luca 1:34). Poco tempo dopo si mise in cammino verso la “regione montuosa” di Giuda per andare a trovare la sua parente Elisabetta. Elisabetta lodò Maria e fu ispirata da Geova a pronunciare un’incoraggiante profezia riguardo al figlio che Maria avrebbe avuto (Luca 1:39-45). Maria disse che Geova “[aveva] dato prova di grande potenza con il suo braccio” (Luca 1:46-51). Geova la rafforzò tramite Gabriele ed Elisabetta. w23.10 14-15 parr. 10-12

Venerdì 18 luglio

Ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre (Riv. 1:6)

Solo alcuni discepoli di Cristo vengono unti con lo spirito santo, e hanno uno speciale rapporto con Geova. Questi 144.000 vengono scelti per servire come sacerdoti in cielo insieme a Gesù (Riv. 14:1). Il Santo del tabernacolo rappresenta la loro condizione di figli di Dio generati dallo spirito mentre sono qui sulla terra (Rom. 8:15-17). Il Santissimo del tabernacolo rappresenta il cielo, dove dimora Geova. “La cortina” che separava il Santo dal Santissimo rappresenta il corpo fisico di Gesù, che faceva da barriera non permettendogli di entrare in cielo come grande Sommo Sacerdote del tempio spirituale. Offrendo il suo corpo umano come sacrificio per l’umanità, Gesù aprì la strada perché tutti i cristiani unti potessero ricevere la vita in cielo. Anche loro devono rinunciare al corpo fisico per ricevere la ricompensa celeste (Ebr. 10:19, 20; 1 Cor. 15:50). w23.10 28 par. 13

Sabato 19 luglio

Non mi basterebbe il tempo se volessi raccontare di Gedeone (Ebr. 11:32)

Gedeone mantenne la calma quando gli efraimiti lo criticarono (Giud. 8:1-3). Non si irritò, ma mostrò umiltà ascoltando le loro lamentele. Grazie al fatto che parlò con gentilezza, si calmarono le acque. Gli anziani saggi seguono l’esempio di Gedeone ascoltando con attenzione e reagendo con mitezza se vengono criticati (Giac. 3:13). In questo modo promuovono la pace nella congregazione. Quando Gedeone fu esaltato per aver riportato la vittoria su Madian, lui spostò l’attenzione su Geova (Giud. 8:22, 23). Come possono gli uomini che hanno incarichi di responsabilità imitare Gedeone? Possono dare il merito a Geova per quello che riescono a fare (1 Cor. 4:6, 7). Per esempio, se un anziano viene lodato per la sua capacità di insegnare, lui può spostare l’attenzione sulla fonte di questo insegnamento, la Parola di Dio, o sull’addestramento che tutti riceviamo dall’organizzazione di Geova. Di tanto in tanto gli anziani possono chiedersi se stanno attirando troppo l’attenzione su loro stessi. w23.06 4 parr. 7-8

Domenica 20 luglio

I miei pensieri non sono i vostri pensieri (Isa. 55:8)

Se non riceviamo quello per cui stiamo pregando, potremmo chiederci: “Sto pregando per la cosa giusta?” Spesso pensiamo di sapere quello che è meglio per noi. Ma ciò che stiamo chiedendo potrebbe non rivelarsi la cosa migliore per noi a lungo termine. Se stiamo pregando riguardo a un problema, potrebbe esserci una soluzione migliore di quella a cui abbiamo pensato noi. Inoltre, alcune cose che chiediamo potrebbero non essere in armonia con la volontà di Geova (1 Giov. 5:14). Pensiamo a dei genitori che chiedono a Geova di far rimanere nella verità il figlio. Questa sembra una richiesta appropriata. Geova però non costringe nessuno a servirlo. Vuole che tutti noi, compresi i nostri figli, scegliamo di servirlo (Deut. 10:12, 13; 30:19, 20). Quindi quei genitori potrebbero chiedere a Geova di aiutarli ad arrivare al cuore del figlio così che lui si senta spinto ad amare Geova e a diventare suo amico (Prov. 22:6; Efes. 6:4). w23.11 21 par. 5; 23 par. 12

Lunedì 21 luglio

Continuate a confortarvi a vicenda (1 Tess. 4:18)

Perché confortare gli altri è un modo importante per mostrare amore? Stando a un’opera di consultazione, il termine usato da Paolo qui reso “confortare” trasmette l’idea di stare vicino a qualcuno per incoraggiarlo quando affronta una prova difficile. Quindi, dando conforto, possiamo aiutare un fratello che sta soffrendo a rialzarsi e a continuare a camminare sulla strada che porta alla vita. Ogni volta che offriamo a un fratello una spalla su cui piangere gli dimostriamo il nostro amore (2 Cor. 7:6, 7, 13). Il dare conforto è strettamente legato al provare compassione. In che senso? La compassione ci spinge a confortare gli altri e a cercare di alleviare le loro sofferenze. Quindi, prima proviamo compassione e poi diamo conforto. Vediamo come Paolo collega la compassione di Geova al conforto che Lui dà. L’apostolo descrive Geova come “il Padre della tenera misericordia e l’Iddio di ogni conforto” (2 Cor. 1:3). w23.11 9-10 parr. 8-10

Martedì 22 luglio

Rallegriamoci quando siamo nelle tribolazioni (Rom. 5:3)

Tutti i discepoli di Cristo possono aspettarsi di affrontare la tribolazione. Pensiamo all’apostolo Paolo. Ai cristiani che vivevano a Tessalonica scrisse: “Quando eravamo con voi vi avvertivamo che avremmo sofferto; ed è ciò che è accaduto” (1 Tess. 3:4). E a quelli che erano a Corinto scrisse: “Fratelli, non vogliamo che siate all’oscuro della tribolazione che abbiamo affrontato [...]: è stata così dura [...] che addirittura temevamo per la nostra vita” (2 Cor. 1:8; 11:23-27). Anche oggi i cristiani possono aspettarsi di affrontare qualche tipo di tribolazione (2 Tim. 3:12). Da quando abbiamo iniziato a esercitare fede in Gesù e a seguirlo, amici e parenti forse ci hanno trattato male. Oppure abbiamo avuto problemi al lavoro per il fatto che vogliamo essere onesti in ogni cosa (Ebr. 13:18). O forse abbiamo affrontato opposizione da parte del governo per aver parlato della nostra speranza ad altri. Comunque Paolo disse che dovremmo rallegrarci quando incontriamo tribolazioni, indipendentemente da quali siano. w23.12 10-11 parr. 9-10

Mercoledì 23 luglio

Mi avete rovinato (Gen. 34:30)

Giacobbe affrontò molti problemi. Due dei suoi figli, Simeone e Levi, causarono grandi problemi alla famiglia e disonorarono il nome di Geova. Inoltre Rachele, la moglie che Giacobbe amava tanto, morì mentre dava alla luce il loro secondo figlio. E a causa di una grave carestia, Giacobbe fu costretto a trasferirsi in Egitto quando era ormai vecchio (Gen. 35:16-19; 37:28; 45:9-11, 28). Durante tutte queste situazioni difficili, Giacobbe non perse mai la fede in Geova e nelle sue promesse. A sua volta, Geova dimostrò a Giacobbe che lo approvava. Ad esempio, lo benedisse dal punto di vista materiale. E pensiamo a quanto Giacobbe sarà stato grato a Geova quando rivide Giuseppe, il figlio che per tanto tempo aveva creduto morto! La stretta amicizia che Giacobbe aveva con Geova gli permise di affrontare le prove (Gen. 30:43; 32:9, 10; 46:28-30). Se manteniamo forte la nostra amicizia con Geova, anche noi riusciremo a perseverare davanti a difficoltà inaspettate. w23.04 15 parr. 6-7

Giovedì 24 luglio

Geova è il mio Pastore. Non mi mancherà nulla (Sal. 23:1)

Nel Salmo 23 Davide espresse la sua fiducia nel fatto che Geova lo amava e si prendeva cura di lui. Descrisse il forte legame che c’era tra lui e il suo Pastore, Geova. Sapeva di potersi affidare tranquillamente alla guida di Geova e si metteva completamente nelle sue mani. Davide sapeva che l’amore di Geova lo avrebbe accompagnato in ogni momento della vita. Cosa lo rendeva così sicuro? Sentiva che Geova si prendeva cura di lui perché gli aveva sempre provveduto tutto il necessario. Inoltre sapeva che Geova era suo Amico e che lo approvava. Ecco perché era sicuro che, qualunque cosa fosse successa, Geova avrebbe continuato a prendersi cura di lui da ogni punto di vista. La fiducia che Davide aveva nel tenero amore di Geova era più forte di qualunque preoccupazione e gli faceva provare profonda felicità e soddisfazione (Sal. 16:11). w24.01 28-29 parr. 12-13

Venerdì 25 luglio

Io sono con voi tutti i giorni fino alla conclusione del sistema di cose (Matt. 28:20)

Dalla Seconda guerra mondiale il popolo di Geova in molti paesi ha potuto predicare liberamente, e questo ha permesso all’opera di espandersi in tutto il mondo. Oggi i membri del Corpo Direttivo continuano a farsi guidare da Cristo. Vogliono che le istruzioni che danno ai fratelli rispecchino il modo in cui una certa questione viene vista in cielo. E tramite i sorveglianti di circoscrizione e gli anziani danno guida alle congregazioni. Gli anziani unti, e per estensione tutti gli anziani che prestano servizio nelle congregazioni, sono “nella mano destra” di Cristo (Riv. 2:1). Naturalmente tutti gli anziani sono imperfetti e fanno errori. Mosè e Giosuè a volte sbagliarono, così come gli apostoli (Num. 20:12; Gios. 9:14, 15; Rom. 3:23). Comunque, Cristo sta guidando con attenzione lo schiavo fedele e gli anziani, che sono nominati dallo spirito, e continuerà a farlo. Abbiamo quindi ogni motivo per confidare nella guida che ci dà attraverso questi uomini nominati. w24.02 23-24 parr. 13-14

Sabato 26 luglio

Imitate l’esempio di Dio, quali figli amati (Efes. 5:1)

Oggi possiamo rallegrare Geova parlando di lui con entusiasmo, gratitudine e amore. Quando siamo nel ministero, teniamo a mente che il nostro obiettivo principale è far avvicinare le persone a Geova, aiutarle a provare nei confronti del nostro amato Padre i sentimenti che proviamo noi (Giac. 4:8). Siamo davvero contenti di mostrare alle persone la descrizione che la Bibbia fa di Geova e delle sue splendide qualità, come amore, giustizia, sapienza e potenza. Inoltre lodiamo Geova e lo rallegriamo quando cerchiamo di imitarlo nella vita quotidiana. Perché possiamo dire questo? Quando imitiamo Geova ci distinguiamo da questo mondo malvagio. Alcuni potrebbero notare che siamo diversi e chiedersi perché (Matt. 5:14-16). Parlando con loro potremmo riuscire a spiegare i motivi del nostro comportamento. Il risultato sarà che chi è ben disposto si sentirà attratto da Dio. Quando diamo lode a Geova in questi modi, rallegriamo il suo cuore (1 Tim. 2:3, 4). w24.02 10 par. 7

Domenica 27 luglio

[Il sorvegliante sappia] sia incoraggiare sia riprendere (Tito 1:9)

Per diventare un uomo spiritualmente maturo devi acquisire delle capacità. Queste capacità ti permetteranno di accettare responsabilità nella congregazione, di trovare un lavoro che ti consenta di provvedere il necessario a te stesso ed eventualmente alla tua famiglia, e di avere buoni rapporti con gli altri. Per esempio, impara a leggere e scrivere bene. La Bibbia dice che un uomo che è felice e riesce bene nella vita dedica del tempo ogni giorno a leggere la Parola di Dio e a meditarci su (Sal. 1:1-3). Leggendo la Bibbia ogni giorno conosce sempre meglio il modo di pensare di Geova, e questo lo aiuta a pensare in modo obiettivo e a fare ragionamenti in armonia con la Sua Parola (Prov. 1:3, 4). I fratelli e le sorelle hanno bisogno dell’aiuto di uomini capaci, che diano guida e consigli basandosi sulla Bibbia. Se impari a leggere e scrivere bene, sarai in grado di preparare discorsi e commenti che siano istruttivi e che rafforzino la fede dei fratelli. Inoltre sarai in grado di prendere appunti che ti saranno utili per rafforzare la tua fede e per incoraggiare altri. w23.12 26-27 parr. 9-11

Lunedì 28 luglio

Colui che è unito a voi è più grande di colui che è unito al mondo (1 Giov. 4:4)

Quando abbiamo paura, riflettiamo su quello che Geova farà in futuro quando Satana non ci sarà più. Al congresso di zona del 2014 in una dimostrazione si vedeva un padre che ragionava con la sua famiglia su 2 Timoteo 3:1-5 immaginando come sarebbero quei versetti se si riferissero alla vita nel Paradiso: “Nel nuovo mondo ci saranno tempi felici, poiché gli uomini saranno altruisti, amanti delle ricchezze spirituali, modesti, umili, che lodano Dio, ubbidienti ai genitori, grati, leali, molto legati alla famiglia, disposti all’accordo, sempre pronti a parlare bene degli altri, capaci di controllarsi, miti, pieni di amore per la bontà, fidati, arrendevoli, non orgogliosi, amanti di Dio piuttosto che dei piaceri, sinceramente devoti a Dio. E a queste persone tieniti stretto”. Abbiamo l’abitudine di parlare con i nostri familiari o i nostri fratelli di come sarà la vita nel nuovo mondo? w24.01 6 parr. 13-14

Martedì 29 luglio

Io ti ho approvato (Luca 3:22)

Com’è rassicurante sapere che Geova approva i suoi servitori nell’insieme! La Bibbia dice: “Geova apprezza molto il suo popolo” (Sal. 149:4). A volte però alcuni si scoraggiano al punto da chiedersi: “Geova approva anche me individualmente?” Diversi fedeli servitori di Geova dell’antichità in alcuni momenti ebbero lo stesso dubbio (1 Sam. 1:6-10; Giob. 29:2, 4; Sal. 51:11). La Bibbia indica chiaramente che noi esseri umani imperfetti possiamo ottenere l’approvazione, o il favore, di Dio. In che modo? Dobbiamo esercitare fede in Gesù Cristo e battezzarci (Giov. 3:16). Così dimostriamo pubblicamente di esserci pentiti dei nostri peccati e di aver promesso a Dio di fare la sua volontà (Atti 2:38; 3:19). Geova è molto contento quando facciamo questi passi per stringere un’amicizia con lui. Se continuiamo a fare del nostro meglio per tener fede al nostro voto di dedicazione, Geova ci approva e ci considera suoi intimi amici (Sal. 25:14). w24.03 26 parr. 1-2

Mercoledì 30 luglio

Non possiamo smettere di parlare delle cose che abbiamo visto e sentito (Atti 4:20)

Possiamo imitare i discepoli continuando a predicare anche se le autorità ci impongono di smettere. Possiamo essere sicuri che Geova ci aiuterà a compiere il nostro ministero. Preghiamo quindi Geova per avere coraggio e sapienza e anche perché ci aiuti ad affrontare i nostri problemi. Molti di noi stanno affrontando problemi fisici o emotivi, la perdita di una persona amata, una difficile situazione familiare, la persecuzione o problemi di altro tipo. E cose come la pandemia e le guerre non hanno fatto altro che complicare ancora di più la situazione. Apriamoci con Geova. Parliamogli di quello che stiamo passando proprio come faremmo con un caro amico. Possiamo avere piena fiducia in questa promessa riportata nella Bibbia: “[Geova] agirà in tuo favore” (Sal. 37:3, 5). Essere costanti nella preghiera ci aiuterà a “[perseverare] nella tribolazione” (Rom. 12:12). Geova sa bene quello che i suoi servitori affrontano e “ascolta il loro grido d’aiuto” (Sal. 145:18, 19). w23.05 5-6 parr. 12-15

Giovedì 31 luglio

Continuate ad assicurarvi di ciò che è gradito al Signore (Efes. 5:10)

Quando dobbiamo prendere decisioni importanti, dobbiamo capire “qual è la volontà di Geova” e agire di conseguenza (Efes. 5:17). Quando cerchiamo i princìpi biblici che più si adattano alla nostra situazione, in realtà stiamo cercando di capire come la pensa Geova. Se poi agiamo facendoci guidare da quei princìpi, è più probabile che prenderemo buone decisioni. Il “Malvagio”, il nostro nemico Satana, vorrebbe che fossimo così impegnati con le attività di questo mondo da non avere il tempo per servire Geova (1 Giov. 5:19). Sarebbe molto facile per un cristiano mettere i beni materiali, l’istruzione o la carriera prima del servizio che rende a Geova. Se questo succedesse, significherebbe che si è fatto influenzare dal modo di pensare del mondo. Certo, queste cose di per sé non sono sbagliate, ma non dovrebbero mai avere il primo posto nella nostra vita. w24.03 24 parr. 16-17

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