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  • es25 pp. 98-108
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  • Esaminiamo le Scritture ogni giorno del 2025
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Esaminiamo le Scritture ogni giorno del 2025
es25 pp. 98-108

Ottobre

Mercoledì 1º ottobre

La sapienza che viene dall’alto è pronta a ubbidire (Giac. 3:17)

Ci capita di far fatica a ubbidire? Al re Davide capitava. Infatti chiese a Dio: “Suscita in me il desiderio di ubbidirti” (Sal. 51:12). Davide amava Geova, eppure a volte faceva fatica a ubbidire. Lo stesso succede a noi. Come mai? Primo, abbiamo ereditato la tendenza a essere disubbidienti. Secondo, Satana cerca costantemente di farci ribellare, come ha fatto lui (2 Cor. 11:3). Terzo, nel mondo è diffuso un atteggiamento ribelle, “lo spirito che ora agisce nei figli della disubbidienza” (Efes. 2:2). Dobbiamo impegnarci molto per lottare contro la nostra tendenza a peccare, contro il Diavolo e contro questo mondo, così da riuscire a ubbidire a Geova e a quelli a cui lui ha dato autorità. w23.10 6 par. 1

Giovedì 2 ottobre

Tu hai tenuto da parte il vino buono fino ad ora (Giov. 2:10)

Cosa possiamo imparare dal miracolo che compì Gesù quando trasformò l’acqua in vino? Impariamo l’importanza dell’umiltà. Gesù non si vantò di quel miracolo. Lui non si vantava mai di quello che faceva. Al contrario, con umiltà dava sempre tutta la gloria e tutto il merito a suo Padre (Giov. 5:19, 30; 8:28). Se imitiamo Gesù essendo umili, non ci vanteremo dei nostri successi. Non vantiamoci di noi stessi, ma del meraviglioso Dio che abbiamo il privilegio di servire (Ger. 9:23, 24). Diamo a lui tutto il merito. Dopotutto, cosa mai potremmo fare di buono senza l’aiuto di Geova? (1 Cor. 1:26-31). Se siamo umili, non sentiamo la necessità che ci venga riconosciuto il merito di quello che facciamo per gli altri. Ci basta sapere che Geova vede quello che facciamo e lo considera importante (confronta Matteo 6:2-4; Ebr. 13:16). Quando imitiamo Gesù dimostrandoci umili, rendiamo felice Geova (1 Piet. 5:6). w23.04 4 par. 9; 5 parr. 11-12

Venerdì 3 ottobre

Non cercate solamente il vostro interesse, ma anche quello degli altri (Filip. 2:4)

Sotto ispirazione, l’apostolo Paolo incoraggiò i cristiani a cercare l’interesse degli altri. Come possiamo mettere in pratica questo consiglio durante le adunanze? Ricordando che, come noi, anche gli altri vogliono partecipare. Facciamo un esempio. Quando facciamo una conversazione tra amici, parliamo così tanto da non dare spazio agli altri? Ovviamente no. Vogliamo che tutti prendano parte alla conversazione. In modo simile, alle adunanze vogliamo che quante più persone possibile commentino. Dare ai fratelli e alle sorelle la possibilità di esprimere la propria fede è uno dei modi migliori in cui possiamo incoraggiarli (1 Cor. 10:24). Facciamo quindi commenti brevi, così ci sarà più tempo per altri commenti. Anche se il nostro commento è breve, evitiamo di menzionare troppi punti. Se diciamo tutto noi, agli altri rimarrà poco da dire. w23.04 22-23 parr. 11-13

Sabato 4 ottobre

Faccio tutto per la buona notizia, per trasmetterla ad altri (1 Cor. 9:23)

Dobbiamo ricordare quanto è importante continuare ad aiutare gli altri, soprattutto tramite l’opera di predicazione. Nel ministero abbiamo bisogno di essere flessibili. Incontriamo persone che provengono da vari contesti e che hanno idee religiose e abitudini diverse tra loro. L’apostolo Paolo era adattabile, e possiamo imparare molto dal suo esempio. Gesù nominò Paolo “apostolo delle nazioni” (Rom. 11:13). Questo permise a Paolo di predicare a ebrei, greci, intellettuali, umili contadini, funzionari e re. Per arrivare al cuore di tutte quelle persone, Paolo diventò “ogni cosa per persone di ogni tipo” (1 Cor. 9:19-22). Prestava attenzione alla cultura, alle origini e alle idee religiose delle persone a cui parlava. Questo lo aiutava a essere flessibile e a scegliere come rivolgersi a ogni persona in modo da farla avvicinare a Dio. Anche noi possiamo essere più efficaci nel ministero se siamo flessibili e cerchiamo di adattarci ai bisogni delle persone con cui parliamo. w23.07 23 parr. 11-12

Domenica 5 ottobre

Lo schiavo del Signore non ha bisogno di litigare, ma deve essere gentile con tutti (2 Tim. 2:24)

Essere miti è indice di forza, non di debolezza. Ci vuole forza interiore per rimanere calmi mentre si affrontano situazioni difficili. La mitezza è un aspetto del “frutto dello spirito” (Gal. 5:22, 23). Il termine greco reso “mitezza” a volte veniva usato per descrivere un cavallo selvaggio che era stato domato. Immaginiamo un cavallo selvaggio che diventa docile. È docile, ma è ancora forte. E noi come possiamo sviluppare mitezza e allo stesso tempo essere forti? Non possiamo riuscirci da soli. È fondamentale pregare Dio per ricevere il suo spirito, chiedendogli di aiutarci a coltivare questa bella qualità. I fatti dimostrano che è possibile imparare a essere miti. Molti Testimoni hanno reagito con mitezza quando hanno avuto a che fare con degli oppositori, e chi ha visto la loro reazione è rimasto molto colpito (2 Tim. 2:24, 25). w23.09 15 par. 3

Lunedì 6 ottobre

Pregavo, e Geova ha esaudito la richiesta che gli feci (1 Sam. 1:27)

In una visione straordinaria, l’apostolo Giovanni vide 24 anziani adorare Geova in cielo. Lo lodavano dicendo che lui è degno di ricevere “la gloria, l’onore e la potenza” (Riv. 4:10, 11). Anche gli angeli fedeli hanno moltissime ragioni per lodare e onorare Geova. Si trovano in cielo con lui e lo conoscono molto bene. Vedono come le sue qualità emergono in ogni cosa che fa. Mentre osservano Geova all’opera, si sentono spinti a lodarlo (Giob. 38:4-7). Anche noi vogliamo lodare Geova nelle nostre preghiere, dicendogli perché lo amiamo e lo apprezziamo. Quando leggiamo e studiamo la Bibbia, cerchiamo di individuare le qualità di Geova che ci attraggono particolarmente (Giob. 37:23; Rom. 11:33). Poi diciamogli cosa proviamo pensando a queste sue qualità. Inoltre possiamo lodarlo per tutto quello che fa per noi e per i nostri fratelli (1 Sam. 2:1, 2). w23.05 3-4 parr. 6-7

Martedì 7 ottobre

Camminate in modo degno di Geova (Col. 1:10)

A partire dal 1919 il popolo di Dio non si trovò più sotto l’influenza di Babilonia la Grande. Quell’anno uno “schiavo fedele e saggio” fece la sua comparsa, proprio al momento giusto per accogliere sulla “Via della Santità”, che era appena stata aperta, persone alla ricerca della verità (Matt. 24:45-47; Isa. 35:8). Grazie in parte ai fedeli “operai stradali” del passato, quelli che si incamminarono su questa strada maestra poterono conoscere sempre meglio il proposito di Geova (Prov. 4:18). Poterono anche iniziare a vivere seguendo le sue norme. Geova non ha richiesto al suo popolo di fare i necessari cambiamenti tutti in una volta. Piuttosto ha raffinato i suoi servitori gradualmente, nel corso del tempo. Sarà meraviglioso quando tutti riusciremo a rendere felice il nostro Dio in ogni cosa che faremo! Qualsiasi strada ha bisogno di una regolare manutenzione. Dal 1919 i lavori sulla “Via della Santità” sono sempre proseguiti, con l’obiettivo di permettere a sempre più persone di lasciare Babilonia la Grande. w23.05 17 par. 15; 19 par. 16

Mercoledì 8 ottobre

Non ti lascerò mai (Ebr. 13:5)

I membri del Corpo Direttivo stanno addestrando personalmente gli assistenti dei vari comitati del Corpo Direttivo. Già oggi questi assistenti stanno assolvendo fedelmente notevoli responsabilità nell’organizzazione. Sono ben preparati per continuare a prendersi cura delle pecore di Cristo. Quando, poco prima della fine della grande tribolazione, gli ultimi unti verranno portati in cielo, la pura adorazione qui sulla terra non verrà intaccata in nessun modo. Grazie alla guida di Gesù Cristo, i servitori di Dio continueranno ad adorarlo fedelmente. È vero, in quel tempo verremo attaccati da Gog di Magog, una coalizione di nazioni (Ezec. 38:18-20). Ma quel breve attacco non avrà successo: non impedirà ai servitori di Dio di continuare ad adorarlo. Lui di sicuro li salverà! In una visione l’apostolo Giovanni vide la “grande folla” composta dalle altre pecore di Cristo. A Giovanni venne detto che questa “grande folla” sarebbe venuta dalla “grande tribolazione” (Riv. 7:9, 14). Non abbiamo dubbi che Geova la proteggerà! w24.02 5-6 parr. 13-14

Giovedì 9 ottobre

Non spegnete il fuoco dello spirito (1 Tess. 5:19)

Come possiamo ricevere lo spirito santo? Possiamo chiederlo a Geova in preghiera, studiare la sua Parola ispirata e rimanere uniti all’organizzazione che è guidata dal suo spirito. Fare queste cose ci aiuterà a coltivare “il frutto dello spirito” (Gal. 5:22, 23). Dio dà il suo spirito solo a chi mantiene puri i suoi pensieri e la sua condotta; non continuerebbe a darci il suo spirito se coltivassimo pensieri impuri e lasciassimo che quei pensieri controllino le nostre azioni (1 Tess. 4:7, 8). Per continuare a ricevere lo spirito santo dobbiamo anche stare attenti a “non [disprezzare] le profezie” (1 Tess. 5:20). Il termine “profezie” qui si riferisce a messaggi di Dio che ci vengono trasmessi tramite il suo spirito, tra cui quelli riguardanti il giorno di Geova e il poco tempo rimasto a questo sistema. Noi non rimandiamo quel giorno nella nostra mente pensando che Armaghedon non arriverà durante la nostra vita. Al contrario, lo teniamo bene a mente continuando a fare ciò che è giusto e a compiere “opere di devozione a Dio” (2 Piet. 3:11, 12). w23.06 12 parr. 13-14

Venerdì 10 ottobre

Il timore di Geova è il principio della sapienza (Prov. 9:10)

Cosa dovremmo fare noi cristiani se sul nostro dispositivo comparisse un’immagine pornografica? Dovremmo immediatamente distogliere lo sguardo. Ricordare che il bene più prezioso che possediamo è la nostra amicizia con Geova ci aiuterà ad agire in questo modo. Anche immagini che in genere non sono considerate pornografiche potrebbero suscitare desideri immorali. Dovremmo evitarle perché non vogliamo fare nemmeno un piccolo passo che ci porti a commettere adulterio nel nostro cuore (Matt. 5:28, 29). Un anziano della Thailandia di nome David dice: “Mi faccio questa domanda: ‘Anche se queste immagini non sono vera e propria pornografia, Geova sarebbe contento se continuassi a guardarle?’ Questo ragionamento mi aiuta a comportarmi in modo saggio”. Coltivare il timore di fare qualcosa che non piace a Geova ci aiuterà ad agire in modo saggio. Il timore di Dio infatti è “il principio”, cioè sta alla base, “della sapienza”. w23.06 23 parr. 12-13

Sabato 11 ottobre

Va’, popolo mio, entra nelle tue stanze interne (Isa. 26:20)

Le “stanze interne” potrebbero riferirsi alle nostre congregazioni. Durante la grande tribolazione avremo la protezione che Geova ci ha promesso se rimarremo uniti ai nostri fratelli. Quindi, questo è il momento di fare tutto il possibile non solo per sopportare i fratelli e le sorelle, ma anche per amarli. La nostra vita potrebbe dipendere da questo! “Il grande giorno di Geova” sarà un periodo difficile per tutti gli esseri umani (Sof. 1:14, 15). Anche i servitori di Geova affronteranno delle difficoltà. Ma se ci prepariamo ora, saremo in grado di rimanere calmi e aiutare altri. Riusciremo a perseverare nonostante le difficoltà che affronteremo. Quando i nostri fratelli soffriranno, faremo del nostro meglio per aiutarli mostrando compassione e provvedendo quello di cui avranno bisogno. E rimarremo vicino ai fratelli e alle sorelle, che stiamo già imparando ad amare. A quel punto Geova ci ricompenserà con la vita eterna in un mondo in cui tutti i disastri e le sofferenze verranno dimenticati (Isa. 65:17). w23.07 7 parr. 16-17

Domenica 12 ottobre

[Geova] vi renderà saldi, vi renderà forti, vi porrà su solide fondamenta (1 Piet. 5:10)

La Parola di Dio spesso parla di uomini fedeli come di uomini potenti. Ma perfino il più forte di loro non sempre si sentì forte. Ad esempio, in alcune occasioni Davide si sentì “forte come una montagna”, ma in altre fu “sopraffatto dal terrore” (Sal. 30:7). Sansone aveva una forza straordinaria quando su di lui agiva lo spirito di Dio, e riconosceva che senza la forza che veniva da Dio sarebbe diventato “debole come qualunque altro uomo” (Giud. 14:5, 6; 16:17). Quegli uomini fedeli erano forti solo perché Geova dava loro potenza. Anche l’apostolo Paolo riconosceva di aver bisogno della forza che Geova dà (2 Cor. 12:9, 10). Aveva problemi di salute (Gal. 4:13, 14). A volte doveva lottare per fare la cosa giusta (Rom. 7:18, 19). E di tanto in tanto si sentiva ansioso e aveva paura di quello che gli sarebbe potuto succedere (2 Cor. 1:8, 9). Eppure quando era debole diventava potente. Geova gli dava la forza che a lui mancava, lo rendeva forte. w23.10 12 parr. 1-2

Lunedì 13 ottobre

Geova guarda nel cuore (1 Sam. 16:7)

Se a volte pensiamo di non valere niente, possiamo ricordare che è stato Geova stesso ad attirarci (Giov. 6:44). Lui vede in noi buone qualità che forse noi stessi non riusciamo a vedere, e conosce il nostro cuore (2 Cron. 6:30). Quindi, quando ci dice che siamo preziosi, possiamo credergli (1 Giov. 3:19, 20). Prima di conoscere la verità, alcuni hanno fatto cose per cui provano ancora dei sensi di colpa (1 Piet. 4:3). Altri che servono fedelmente Geova continuano a lottare contro inclinazioni sbagliate. Il nostro cuore ci condanna? Se è così, può essere confortante ricordare che anche altri fedeli servitori di Geova si sono trovati a combattere con sentimenti simili. L’apostolo Paolo, per esempio, quando si soffermava sulle sue debolezze si sentiva malissimo (Rom. 7:24). Ovviamente Paolo si era pentito dei suoi peccati e si era battezzato. Eppure si definì “il minimo degli apostoli” e “il principale” tra i peccatori (1 Cor. 15:9; 1 Tim. 1:15). w24.03 27 parr. 5-6

Martedì 14 ottobre

Abbandonarono la casa di Geova (2 Cron. 24:18)

Una cosa che possiamo imparare dalla decisione sbagliata del re Ioas è che dobbiamo scegliere amici che influiscano in modo positivo su di noi, amici che amano Geova e che vogliono renderlo felice. E non devono per forza avere la nostra età. Ricorda che Ieoiada era molto più grande di Ioas. Pensando ai tuoi amici, chiediti: “Mi aiutano a rafforzare la mia fede in Geova? Mi incoraggiano a rispettare le sue norme? Parlano di Geova e delle preziose verità che ci insegna? Rispettano le sue norme? Mi dicono semplicemente quello che voglio sentirmi dire o hanno il coraggio di correggermi se sbaglio?” (Prov. 27:5, 6, 17). Dopotutto, se i tuoi amici non amano Geova, non hai bisogno di loro. Se invece i tuoi amici amano Geova, tieniteli stretti. La loro amicizia ti farà bene (Prov. 13:20). w23.09 9-10 parr. 6-7

Mercoledì 15 ottobre

Io sono l’Alfa e l’Omega (Riv. 1:8)

L’alfabeto greco inizia con la lettera alfa e finisce con la lettera omega. Dicendo di essere “l’Alfa e l’Omega” Geova fa capire che quando inizia qualcosa lo porta sempre a termine. Dopo aver creato Adamo ed Eva, Geova disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela” (Gen. 1:28). In quel momento Geova in pratica stava dicendo “Alfa”. Spiegò chiaramente qual era il suo proposito: un giorno discendenti perfetti e ubbidienti di Adamo ed Eva avrebbero riempito la terra e l’avrebbero trasformata in un paradiso. Quando questo accadrà, Geova in un certo senso dirà “Omega”. Dopo aver finito di creare “i cieli, la terra e tutto ciò che vi si trova”, Geova diede la garanzia che avrebbe certamente realizzato il suo proposito per gli esseri umani e per la terra. Quel proposito si sarebbe completamente adempiuto alla fine del settimo giorno (Gen. 2:1-3). w23.11 5 parr. 13-14

Giovedì 16 ottobre

Preparate la via di Geova! Tracciate per il nostro Dio una strada diritta attraverso il deserto (Isa. 40:3)

Gli israeliti avrebbero potuto metterci circa quattro mesi per compiere il difficile viaggio da Babilonia a Israele. Ma Geova promise che avrebbe rimosso qualunque cosa avesse ostacolato il loro ritorno. Per gli ebrei fedeli di quell’epoca gli aspetti positivi del ritorno in Israele superavano di gran lunga qualsiasi sacrificio avrebbero dovuto fare. La più grande benedizione riguardava l’adorazione. A Babilonia non c’era un tempio di Geova. Non c’era un altare dove gli israeliti potessero offrire i sacrifici richiesti dalla Legge mosaica, e non c’era un sacerdozio organizzato che offrisse quei sacrifici. Inoltre i servitori di Geova erano una piccola minoranza in paragone agli altri abitanti del paese, che non avevano nessun rispetto per Geova e per le sue norme. Quindi decine di migliaia di ebrei fedeli non vedevano l’ora di tornare nel loro paese per ristabilire la pura adorazione. w23.05 14-15 parr. 3-4

Venerdì 17 ottobre

Continuate a comportarvi come figli della luce (Efes. 5:8)

Per continuare a comportarci “come figli della luce” abbiamo bisogno dello spirito santo. Il suo aiuto è fondamentale perché in questo mondo immorale non è per niente facile rimanere puri (1 Tess. 4:3-5, 7, 8). Lo spirito santo può aiutarci a respingere il modo di pensare del mondo, inclusi i punti di vista e le filosofie che sono in contrasto con il modo di pensare di Geova. Lo spirito santo può anche aiutarci a perseguire “ogni sorta di bontà [e] giustizia” (Efes. 5:9). Un modo in cui possiamo ricevere lo spirito santo è chiederlo in preghiera. Gesù disse: “Il Padre [...] darà spirito santo a quelli che glielo chiedono” (Luca 11:13). Riceviamo lo spirito santo anche quando lodiamo Geova alle adunanze insieme ai fratelli (Efes. 5:19, 20). L’influenza positiva dello spirito santo ci aiuterà a vivere nel modo che piace a Geova. w24.03 23-24 parr. 13-15

Sabato 18 ottobre

Continuate a chiedere e vi sarà dato, continuate a cercare e troverete, continuate a bussare e vi sarà aperto (Luca 11:9)

Abbiamo bisogno di essere più pazienti? In tal caso, preghiamo al riguardo. La pazienza è un aspetto del frutto dello spirito (Gal. 5:22, 23). Quindi possiamo chiedere a Geova di darci spirito santo e di aiutarci a coltivarne il frutto. Se ci troviamo in una situazione che mette alla prova la nostra pazienza, “[continuiamo] a chiedere” spirito santo per riuscire a mostrare questa qualità (Luca 11:13). Possiamo anche chiedere a Geova di aiutarci a vedere le cose dal suo punto di vista. Poi, dopo aver pregato, dobbiamo fare del nostro meglio per mostrare pazienza ogni giorno. Più pregheremo e ci impegneremo per essere pazienti, più la pazienza diventerà parte di noi, della nostra personalità. È utile anche meditare su esempi biblici. La Bibbia parla di molte persone che sono state pazienti. Se riflettiamo su questi racconti, possiamo scoprire vari modi in cui mostrare questa qualità. w23.08 22-23 parr. 10-11

Domenica 19 ottobre

Calate le reti (Luca 5:4)

Gesù assicurò all’apostolo Pietro che Geova l’avrebbe aiutato. Dopo essere stato risuscitato, fece fare a Pietro e agli altri apostoli un’altra pesca miracolosa (Giov. 21:4-6). Quel miracolo sicuramente ricordò a Pietro che Geova poteva provvedergli con facilità le cose materiali di cui aveva bisogno. Forse all’apostolo tornò in mente una cosa che aveva detto Gesù, e cioè che Geova avrebbe provveduto ai bisogni di chi avrebbe continuato “a cercare prima il Regno” (Matt. 6:33). Ecco perché Pietro fece del ministero, e non della sua attività di pesca, la cosa più importante della sua vita. Il giorno di Pentecoste del 33 E.V. diede testimonianza con coraggio, aiutando migliaia di persone ad accettare la buona notizia (Atti 2:14, 37-41). Poi aiutò i samaritani e i non ebrei ad accettare Cristo (Atti 8:14-17; 10:44-48). Geova sicuramente si servì di Pietro in modo straordinario per portare persone di ogni tipo nella congregazione. w23.09 20 par. 1; 23 par. 11

Lunedì 20 ottobre

Se non mi dite che sogno ho fatto e non me ne date l’interpretazione, sarete fatti a pezzi (Dan. 2:5)

Circa due anni dopo che i babilonesi ebbero distrutto Gerusalemme, Nabucodonosor, re di Babilonia, fu turbato da un sogno in cui vide una statua immensa. Minacciò di uccidere tutti i saggi, compreso Daniele, se non fossero riusciti a raccontargli quel sogno e a darne l’interpretazione (Dan. 2:3-5). Daniele doveva agire velocemente: erano in gioco delle vite. Quindi “andò [...] a chiedere al re che gli concedesse del tempo per potergli indicare l’interpretazione del sogno” (Dan. 2:16). Questo richiese coraggio e fede. La Bibbia non dice che prima di allora Daniele avesse mai interpretato un sogno. A quel punto Daniele chiese ai suoi amici “di implorare la misericordia dell’Iddio del cielo riguardo a [quel] segreto” (Dan. 2:18). Geova rispose a quelle preghiere, e con il suo aiuto Daniele interpretò il sogno di Nabucodonosor. La vita di Daniele e dei suoi amici venne risparmiata. w23.08 3 par. 4

Martedì 21 ottobre

Chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato (Matt. 24:13)

Pensiamo ai benefìci che si ottengono essendo pazienti. Quando mostriamo pazienza, siamo più felici e più calmi. Quindi la pazienza può migliorare la nostra salute fisica e mentale. Quando siamo pazienti, i nostri rapporti con gli altri migliorano. La nostra congregazione diventa più unita. E se qualcuno ci provoca non ci arrabbiamo facilmente, evitando così che la situazione peggiori (Sal. 37:8, nt.; Prov. 14:29). Ma soprattutto, imitiamo il nostro Padre celeste e ci avviciniamo di più a lui. La pazienza è una qualità che fa molto bene a noi e agli altri. Anche se può non essere sempre facile mostrarla, con l’aiuto di Geova possiamo continuare a coltivarla. E mentre aspettiamo con pazienza il nuovo mondo, possiamo essere sicuri che “l’occhio di Geova è su quelli che lo temono, su quelli che sperano nel suo amore leale” (Sal. 33:18). Siamo decisi più che mai a continuare a rivestirci di pazienza. w23.08 22 par. 7; 25 parr. 16-17

Mercoledì 22 ottobre

La fede da sola, senza le opere, è morta (Giac. 2:17)

Giacomo fece notare che un uomo potrebbe affermare di avere fede, ma cosa dicono di lui le sue opere? (Giac. 2:1-5, 9). Parlò anche di qualcuno che vede “un fratello o una sorella [che] è senza vestiti e non ha cibo a sufficienza”, ma non gli dà nessun aiuto concreto. Anche se questa persona sostiene di avere fede, questa fede non è accompagnata dalle azioni, quindi è inutile (Giac. 2:14-16). Giacomo parlò di Raab come di un esempio positivo di fede all’opera (Giac. 2:25, 26). Lei aveva sentito parlare di Geova e riconosceva che lui stava sostenendo gli israeliti (Gios. 2:9-11). La sua fede fu evidente dalle sue azioni. Raab infatti protesse due spie israelite che erano in pericolo. Come risultato, quella donna imperfetta e non israelita fu considerata giusta proprio come lo era stato Abraamo. Il suo esempio mette in evidenza l’importanza di avere una fede che sia dimostrata dalle opere. w23.12 5 parr. 12-13

Giovedì 23 ottobre

Siate ben radicati e solidamente poggiati sul fondamento (Efes. 3:17)

Noi cristiani non ci accontentiamo di una conoscenza superficiale della Bibbia. Abbiamo il desiderio di scoprire “anche le cose profonde di Dio”, e questo possiamo farlo con l’aiuto dello spirito santo (1 Cor. 2:9, 10). Perché non studiamo in modo approfondito qualcosa che ci faccia avvicinare di più a Geova? Ad esempio, potremmo fare ricerche su come Geova mostrò amore ai suoi servitori del passato e su come questo dimostra che ama anche ognuno di noi. Potremmo esaminare il modo in cui Geova aveva organizzato l’adorazione nell’antico Israele e paragonarlo al modo in cui oggi è organizzata la congregazione cristiana. O forse potremmo studiare in modo approfondito le profezie che Gesù adempì nel corso della sua vita e del suo ministero sulla terra. Troveremo entusiasmante studiare questi argomenti con l’aiuto dell’Indice delle pubblicazioni Watch Tower e della Guida alle ricerche per i Testimoni di Geova. Studiare la Bibbia in modo approfondito può rafforzare la nostra fede e aiutarci a “[trovare] la conoscenza di Dio” (Prov. 2:4, 5). w23.10 18-19 parr. 3-5

Venerdì 24 ottobre

Soprattutto, abbiate intenso amore gli uni per gli altri, perché l’amore copre una gran quantità di peccati (1 Piet. 4:8)

La parola resa “intenso” usata qui dall’apostolo Pietro letteralmente significa “esteso”. La seconda parte del versetto descrive l’effetto che questo intenso amore può avere: può coprire i peccati dei nostri fratelli. Potremmo spiegare il concetto in questo modo. Immaginiamo di prendere il nostro amore con entrambe le mani come se fosse un pezzo di stoffa elastica e di tirarlo sempre di più fino a coprire non uno, non due, ma “una gran quantità di peccati”. In questo versetto “coprire” è usato in senso figurato come sinonimo di “perdonare”. Proprio come un pezzo di stoffa può coprire una macchia, l’amore può coprire le debolezze e i difetti degli altri. Dovremmo amare i nostri compagni di fede così tanto da riuscire a perdonare i loro errori, anche se questo a volte richiede un grande sforzo (Col. 3:13). Quando riusciamo a perdonare gli altri, dimostriamo che il nostro amore è forte e che vogliamo rendere felice Geova. w23.11 10-12 parr. 13-15

Sabato 25 ottobre

Safan cominciò a leggerlo davanti al re (2 Cron. 34:18)

Da adulto, il re Giosia iniziò a far riparare il tempio. Durante i lavori venne ritrovato “il libro della Legge di Geova data per mezzo di Mosè”. Dopo aver ascoltato quelle parole, il re si sentì spinto a fare quello che c’era scritto nel libro (2 Cron. 34:14, 19-21). Ti piacerebbe leggere la Bibbia regolarmente? Se lo stai già facendo, come sta andando? Hai l’abitudine di prendere nota dei versetti che potrebbero esserti d’aiuto? Quando Giosia aveva circa 39 anni, fece un errore che gli costò la vita. Invece di chiedere a Geova la guida, confidò in sé stesso (2 Cron. 35:20-25). Da questo impariamo qualcosa di importante: non importa quanti anni abbiamo o da quanto tempo studiamo la Bibbia, dobbiamo continuare a ricercare Geova. Questo implica pregare regolarmente per avere la sua guida, studiare la sua Parola e fare tesoro dei consigli di cristiani spiritualmente maturi. Se faremo queste cose, sarà più probabile che non commetteremo grossi errori e saremo più felici (Giac. 1:25). w23.09 12 parr. 15-16

Domenica 26 ottobre

Dio si oppone ai superbi, ma mostra immeritata bontà agli umili (Giac. 4:6)

La Bibbia parla di molte donne che amavano Geova e lo servirono, e da cui si può imparare tanto. Quelle donne erano “moderate” e “fedeli in ogni cosa” (1 Tim. 3:11). Oltre che da loro, le sorelle possono imparare tanto anche dalle donne cristiane mature della loro congregazione. Sei una ragazza? Perché non pensi a donne spiritualmente mature che conosci e che possono essere un buon esempio per te? Rifletti sulle loro belle qualità e poi pensa a come anche tu puoi mostrarle. Per essere spiritualmente maturi è importante coltivare l’umiltà. Se una donna è umile, avrà un bel rapporto con Geova e con gli altri. Ad esempio, una donna che ama il suo Padre celeste sceglie umilmente di sostenere il principio dell’autorità che lui ha stabilito (1 Cor. 11:3). Questo principio va messo in pratica sia nella congregazione che in famiglia. w23.12 18-19 parr. 3-5

Lunedì 27 ottobre

I mariti devono amare le mogli come il proprio corpo (Efes. 5:28)

Geova si aspetta che un marito ami la propria moglie e che si prenda cura dei suoi bisogni fisici, emotivi e spirituali. Qualità come la capacità di riflettere, il rispetto per le donne e l’affidabilità ti saranno utili nel matrimonio. Dopo esserti sposato potresti diventare padre. Puoi imparare molto da Geova su come essere un buon padre (Efes. 6:4). Geova disse apertamente a suo Figlio Gesù che lo amava e che lo approvava (Matt. 3:17). Se diventerai padre, di’ regolarmente a tuo figlio che gli vuoi bene. Lodalo spesso per le cose buone che fa. Un padre che imita l’esempio di Geova aiuta i suoi figli a diventare uomini e donne spiritualmente maturi. Puoi prepararti già da ora per questo ruolo prendendoti cura degli altri in famiglia e nella congregazione, e anche imparando a esprimere loro il tuo affetto e a lodarli (Giov. 15:9). w23.12 28-29 parr. 17-18

Martedì 28 ottobre

[Geova] dà stabilità ai tuoi tempi (Isa. 33:6)

Noi che serviamo Geova dobbiamo affrontare, come tutti gli altri, difficoltà e malattie. Oltre a questo, potremmo dover affrontare l’opposizione e la persecuzione da parte di chi odia i servitori di Dio. Geova non impedisce che ci succedano cose di questo tipo, ma promette di aiutarci (Isa. 41:10). Con il suo aiuto, possiamo continuare a essere gioiosi, prendere buone decisioni e rimanergli leali anche nelle situazioni più difficili. Geova promette di darci pace. Questa pace infatti nella Bibbia è chiamata “la pace di Dio” (Filip. 4:6, 7). L’espressione si riferisce alla calma interiore e alla serenità che abbiamo grazie alla nostra amicizia con Geova. Questa pace “è al di là di ogni comprensione”, supera qualunque cosa possiamo immaginare. Ci è mai successo dopo aver pregato intensamente Geova di provare una calma che non riuscivamo a spiegarci? Questa è “la pace di Dio”. w24.01 20 par. 2; 21 par. 4

Mercoledì 29 ottobre

Loda Geova, o anima mia! Tutto me stesso lodi il suo santo nome (Sal. 103:1)

I fedeli servitori di Dio lodano il suo nome con tutto il cuore spinti dall’amore che provano per lui. Il re Davide capiva che lodare il nome di Geova significa lodare Geova stesso. Il nome di Geova è legato alla sua reputazione, quindi ci ricorda tutte le sue bellissime qualità e le sue meravigliose opere. Davide desiderava santificare il nome di suo Padre e lodarlo. E voleva farlo con “tutto [sé] stesso”, con tutto il cuore. In modo simile, i leviti erano in prima linea nel lodare Geova. Ammisero umilmente che con le parole non avrebbero mai potuto esprimere pienamente la lode che il santo nome di Geova merita (Nee. 9:5). Senza dubbio la loro lode, espressa con atteggiamento umile e sincero, rallegrò il cuore di Geova. w24.02 9 par. 6

Giovedì 30 ottobre

Qualunque progresso abbiamo già fatto, continuiamo su questa stessa strada (Filip. 3:16)

Geova non ci considera dei falliti se non riusciamo a raggiungere un obiettivo che non è alla nostra portata (2 Cor. 8:12). Consideriamo la battuta d’arresto un’opportunità per imparare. Ripensiamo agli obiettivi che abbiamo già raggiunto. La Bibbia dice che “Dio non è ingiusto da dimenticare la [nostra] opera” (Ebr. 6:10). Quindi nemmeno noi dovremmo dimenticarla. Riflettiamo sugli obiettivi che abbiamo già raggiunto. Alcuni di questi potrebbero essere, ad esempio, stringere un’amicizia con Geova, parlare ad altri di lui o battezzarci. Proprio come abbiamo fatto progressi e abbiamo raggiunto obiettivi spirituali nel passato, possiamo continuare a fare progressi e raggiungere gli obiettivi che abbiamo adesso. Con l’aiuto di Geova possiamo raggiungere la nostra meta. Mentre continuiamo a impegnarci per raggiungere una meta spirituale, non dimentichiamo per così dire di goderci il viaggio, osservando come Geova ci aiuta e ci benedice lungo il percorso (2 Cor. 4:7). Se non ci arrendiamo, riceveremo benedizioni ancora più grandi (Gal. 6:9). w23.05 31 parr. 16-18

Venerdì 31 ottobre

Il Padre stesso vi vuole bene, perché voi avete voluto bene a me e avete creduto che provengo da Dio (Giov. 16:27)

A Geova fa piacere esprimere la sua approvazione alle persone a cui vuole bene. Nelle Scritture vengono riportate due occasioni in cui Geova disse a Gesù che era il suo amato Figlio e che lo aveva approvato (Matt. 3:17; 17:5). Ci piacerebbe che Geova dicesse anche a noi che ci approva? Geova non ci parla direttamente dal cielo, ma lo fa attraverso le pagine della sua Parola. Possiamo “sentire” le parole di approvazione di Geova quando leggiamo nei Vangeli ciò che disse Gesù. Gesù rifletteva perfettamente la personalità di suo Padre. Quindi, quando leggiamo che Gesù espresse la sua approvazione nei confronti dei suoi discepoli imperfetti ma fedeli, possiamo immaginare Geova che dice le stesse cose a noi (Giov. 15:9, 15). Se incontriamo delle prove non significa che abbiamo perso la sua approvazione. Anzi, le prove ci permettono di dimostrare quanto è profondo il nostro amore per Dio e quanta fiducia abbiamo in lui (Giac. 1:12). w24.03 28 parr. 10-11

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