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  • Asino
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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 117-118

Asino

Animale dagli zoccoli robusti della stessa famiglia del cavallo; lo distinguono da questo corporatura più piccola, criniera più corta, orecchie più lunghe, coda fornita di un ciuffo di peli solo nella parte terminale. I suoi zoccoli piccoli e affilati fanno presa molto meglio di quelli del cavallo, perciò l’asino si adatta più facilmente al terreno accidentato e montuoso che s’incontra così spesso in Palestina. Benché la stupidità e l’ostinazione dell’asino siano proverbiali, la sua intelligenza in effetti è ritenuta superiore a quella del cavallo, ed è un animale paziente e mite che, come altri animali, è stato spesso maltrattato dall’uomo.

Da molto tempo l’asino è servito all’uomo come bestia da soma, mezzo di trasporto e animale da traino; è menzionato per la prima volta nelle Scritture in relazione ad Abraamo. (Gen. 12:16; 22:3; Gios. 15:18; II Cron. 28:15; Isa. 30:24) Evidentemente proprio per il duro lavoro di trasportare pesi compiuto dall’asino, Giacobbe paragonò suo figlio Issacar a questo animale. (Gen. 49:14) D’altra parte, si fa riferimento agli asini che vanno in calore a proposito della prostituzione di Giuda con le nazioni. — Ezec. 23:20.

In una visione il profeta Isaia vide “un carro da guerra di asini”. (Isa. 21:7) Questo indicherebbe che gli asini erano usati anche in guerra, probabilmente come animali da soma, se non per portare i combattenti nel vivo della mischia. A questo proposito è interessante notare che lo storico greco Erodoto (Storie, Libro IV, 129) parla dell’impiego di asini nell’esercito persiano.

Secondo la Legge l’asino era un animale impuro. Quindi, siccome tutti i primogeniti appartenevano a Geova e il primogenito dell’asino non poteva essere offerto in sacrificio, lo si doveva redimere sostituendolo con una pecora o gli si doveva rompere il collo. (Eso. 13:13; 34:20) Quest’ultima clausola assicurava l’adempimento della Legge, poiché un asino sarebbe stato più prezioso per un israelita di una pecora. Anche se impuri, a motivo della terribile carestia durante l’assedio di Samaria da parte del re Ben-Adad, non solo si mangiarono asini, ma la parte meno commestibile, la testa ossuta e scarna di un asino, divenne in effetti un cibo di lusso che costava ottanta pezzi d’argento. — II Re 6:24, 25.

La legge di Dio prescriveva di riservare un trattamento umano agli animali domestici, incluso l’asino. L’asino caduto sotto il suo carico ne doveva essere alleggerito, e non si dovevano aggiogare insieme un asino e un toro. (Eso. 23:5; Deut. 22:10) Essendo più piccolo, meno forte e di natura diversa, l’asino avrebbe sofferto essendo così inegualmente aggiogato.

Israeliti anche preminenti, sia uomini che donne, cavalcarono asini. (Gios. 15:18; Giud. 5:10; 10:3, 4; 12:14; I Sam. 25:42) Salomone, il figlio di Davide, andò a farsi ungere re cavalcando la mula, ibrida progenie di un asino, che era stata di suo padre. (I Re 1:33-40) Era dunque del tutto appropriato che Gesù, il più grande Salomone, adempisse la profezia di Zaccaria 9:9 cavalcando non un cavallo, ma un puledro d’asina “sul quale non s’è mai seduto nessuno del genere umano”. — Luca 19:30, 35.

Alcuni ritengono che i Vangeli siano in disaccordo sull’animale cavalcato da Gesù nell’ingresso trionfale a Gerusalemme. Marco (11:7), Luca (19:35) e Giovanni (12:14, 15) indicano che Gesù cavalcò un puledro o giovane asino, ma non menzionano la presenza di un asino più vecchio. Eppure Matteo (21:7) scrive che i discepoli “condussero l’asina e il suo puledro, e posero su questi i loro mantelli, ed egli vi sedette sopra”. Ovviamente Gesù non sedette sui due animali, ma sui mantelli stesi sul puledro. Poiché non cavalcò l’asina, ma piuttosto il puledro, Marco, Luca e Giovanni non fecero evidentemente menzione dell’asina madre.

ASINO SELVATICO

L’asino selvatico si distingue da quello domestico non per l’aspetto, ma per il temperamento selvatico e intrattabile. Questo è completamente in armonia con la descrizione biblica di un animale a cui per così dire ‘sono sciolti i legami’. — Giob. 39:5.

Dimora dell’asino selvatico sono il deserto e le distese di sale, lungi dal frastuono cittadino. Esso istintivamente evita i luoghi abitati dall’uomo, così che “non ode i rumori dell’inseguitore”. Non che l’asino selvatico non senta bene; è estremamente guardingo a motivo di un acuto senso dell’udito, della vista e dell’odorato. Se un uomo cercasse di sorprendere quest’animale, esso sfreccerebbe via con la massima rapidità. Gli asini selvatici migrano senza sosta in cerca di verde, spingendosi fin sui monti per trovare pascoli. Si nutrono di piante d’ogni tipo, rosicchiandole fino alle radici. Anche il sale fa parte della loro dieta. (Giob. 39:5-8) La preferenza dell’asino selvatico per la vita libera e senza vincoli, lontano dall’abitato, dà maggior significato al fatto che Nabucodonosor dimorò con questi animali durante i sette anni di pazzia. — Dan. 5:21.

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