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Ausiliario per capire la Bibbia
ad p. 978

Peso

Ciò che si porta; carico, letterale o figurativo. Vari termini ebraici e greci sono usati nelle Scritture per indicare un “peso” o “carico”, a volte in relazione al materiale portato, ma più spesso in senso figurativo parlando di responsabilità o colpa o di un messaggio di Dio. Un peso è generalmente un carico pesante.

USO FIGURATIVO

Il termine ebraico massàʼ, spesso usato per un carico o peso letterale, può indicare un “messaggio ponderoso”, come quello della madre del re Lemuel nel correggerlo. (Prov. 31:1) Può anche riferirsi a una dichiarazione. (Isa. 13:1; 14:28; Ezec. 12:10; Naum 1:1) Di solito si tratta di una denuncia della malvagità e quindi è un pesante giudizio. Comunque una dichiarazione può essere anche un’espressione profetica relativa a qualcosa di buono che produce gioia. (Zacc. 12:1; Mal. 1:1) In questo senso il termine massàʼ è stato definito “qualcosa che sale con solennità alle labbra, per minacciare o no”. — The International Standard Bible Encyclopædia, Vol. I, p. 528.

Un “peso” può essere il peso di una responsabilità imposta da Cristo. (Riv. 2:24) Lo spirito santo e il corpo direttivo cristiano decisero di non aggiungere nessun altro “peso” ai cristiani eccetto le cose necessarie, cioè ‘astenersi dalle cose sacrificate agli idoli e dal sangue e da ciò che è strangolato e dalla fornicazione’. — Atti 15:28, 29.

Gesù rimproverò gli scribi e i farisei dicendo: “Legano gravi pesi e li mettono sulle spalle degli uomini, ma essi stessi non li vogliono muovere col dito”. (Matt. 23:2, 4) Evidentemente si riferiva alle regole minuziose e alle tradizioni gravose che costoro imponevano alla gente comune, non essendo disposti a eliminare neanche una regoletta per render loro le cose più facili. — Matt. 23:13, 23, 24.

Viceversa Gesù rese le persone spiritualmente libere da tali tradizioni oppressive. (Giov. 8:31, 32) Egli disse: “Il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”. (Matt. 11:28-30) Cristo non era duro né dispotico, ma gentile, e coloro che venivano a lui ricevevano un trattamento giusto. Il giogo di Cristo, in confronto a quello imposto dai tradizionalisti religiosi, sarebbe stato relativamente leggero. Gesù poteva anche intendere che quelli che erano stanchi del peso dell’errore e del peccato dovevano venire a lui per avere ristoro spirituale.

PORTARE I PESI ALTRUI

Paolo scrisse ai galati: “Continuate a portare i pesi [o “le difficoltà”] gli uni degli altri, e così adempite la legge del Cristo”. (Gal. 6:2) Qui per “pesi” l’apostolo usò il plurale neutro bàre, la cui forma singolare maschile è bàros, termine greco usato sempre per indicare qualcosa di difficoltoso o pesante. Certo il peccato e quindi il peso di un uomo che fa qualche “passo falso” (menzionato nel versetto precedente) non sarebbe leggero ma pesante. Tuttavia al versetto 5 l’apostolo dichiara: “Ciascuno porterà il proprio carico” (NM), o “carico di responsabilità”. (NW, ed. 1950) Per “carico” Paolo usò qui il termine greco phortìon, che significa qualcosa da portare o sopportare, senza alcun riferimento al peso della cosa. Quindi in questi versetti fece una distinzione fra “pesi” e “carico” o “carico di responsabilità”. E questo, probabilmente, per indicare che se un cristiano veniva a trovarsi in difficoltà spirituali per lui insostenibili, i compagni di fede dovevano aiutarlo, contribuendo così a portare il peso dell’altro. Avrebbero manifestato amore e così avrebbero adempiuto la legge di Cristo. (Giov. 13:34, 35) Ciò è in armonia con quanto Paolo aveva appena detto, com’è riportato in Galati 6:1, a proposito dei tentativi per ristabilire spiritualmente tale uomo, cosa possibile mediante l’amore, la benignità e la preghiera. (Confronta Giacomo 5:13-16). Ma, come ebbe a dire l’apostolo, portare i pesi l’uno dell’altro non significa addossarsi il carico della responsabilità spirituale che l’altro ha verso Dio.

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