Uniamo, universalmente le nostre lodi
1. Quale andamento mondano non è necessario seguire per apprendere a lodarlo?
SUPPONIAMO ora, dopo aver considerato i fatti sopra citati sull’importanza di lodare Dio in questa fine del mondo, che voi desideriate cercare con fervore Iddio e vogliate sforzarvi per. ottenere la salvezza e le,benedizioni da lui promesse. Che cosa dovrete fare? Dovrete iscrivervi in un seminario religioso e dovrete intraprendere un difficile corso di studi, consumando numerosi anni per prepararvi a servire Dio in un modo che meriti la sua salvezza? Dovrete presentare un certificato comprovante un’istruzione superiore ricevuta nelle scuole di questo mondo prima che possiate sperar d’essere autorizzati a far confessione delle vostre lodi a Dio? Se fosse così, non sarebbero molti gli uomini che potrebbero sperare di qualificarsi per la salvezza promessa da Dio. E se. solo pochi avessero la capacità e fossero qualificati per celebrare correttamente le lodi di Dio, come potremmo interpretare le seguenti parole di Gesù? “E questo evangelo del Regno sarà predicato, per tutto il mondo, onde ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine”. (Matt. 24:14) Come sarebbe possibile che questa testimonianza fosse data in tutte le nazioni proprio durante questa generazione, come Gesù disse che sarebbe avvenuto, se non ci fossero tante, tante persone che canterebbero le lodi di Dio? No, un tale alto corso d’istruzione non è necessario perché serviate Dio. Ecco perché è possibile che Geova chiami una “grande moltitudine” da tutte le nazioni in questi ultimi giorni.
2, 3. Come si trova un esempio nel caso di Gesù?
2 Consultando la narrazione biblica troviamo che Gesù non aveva studiato ai piedi del dottore della legge Gamaliele a Gerusalemme, né esiste notizia ch’egli avrebbe ricevuto istruzione in qualche collegio o scuola come requisito preliminare per iniziare l’opera, di predicazione che gli era stata ordinata da Dio suo Padre. Geova Dio sapeva naturalmente di che cosa il popolo aveva bisogno: essi avevan bisogno della verità circa Lui e il suo regno di salvezza. Avevano bisogno di questo messaggio in forma purissima, senza adulterazioni, senza abbellimenti mondani, senza annebbiamenti ad opera di qualsiasi sapienza umana. Cosicché quando Gesù apparve nella sinagoga di Nazaret, non era noto presso il popolo come un istruito dottore in teologia, o come un dottore in lettere, ma era conosciuto come falegname, figlio di un falegname. Questo non impedì a Gesù di dichiarare la sua intenzione di lodare Iddio diventando un predicatore della Parola di Geova, non vi pare? No, di certo, e infatti egli prese in mano le Sacre Scritture e lesse nel libro del profeta Isaia qual era la sua missione: “Lo spirito, del Signore [Geova] è sopra me; per questo egli mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato a bandir liberazione a’ prigionieri, ed ai ciechi ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, e a predicare l’anno accettevole del Signore”. — Luca 4:16-21.
3 Sì, fra il popolo si verificò un’agitazione quando Gesù fece questo, specialmente per il fatto che si sapeva ch’egli non era qualificato secondo la concezione umana di quei tempi. “I Giudei si maravigliavano e dicevano: Come mai s’intende costui di lettere, senz’aver fatto studi?” (Giov. 7:15) Può darsi che Gesù non fosse istruito in tutta la sapienza dei giorni suoi, ma egli possedeva la verità, che è la Parola di Dio. (Giov. 17:17) Sapeva che era la verità quella che avrebbe fatto libero il popolo e lo avrebbe messo in grado di unirsi nella lode a Dio per la salvezza, e di questa verità contenuta nella Parola di Dio egli aveva ricolmo il cuore. (Giov. 8:32) Perciò Gesù non poteva trattenersi dal fare quello che sapeva essere il maggior bene per il genere umano e, di più ancora, per la celebrazione dell’eterna gloria di Dio e per la rivendicazione del nome di Geova. Il desiderio di lodare Iddio era in lui simile a fuoco ardente ed egli non poteva restare in silenzio. Geremia aveva la stessa sensazione, poiché disse: “V’è nel mio cuore come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; e mi forzo di contenerlo, ma non posso”. (Ger. 20:9) Gesù non tentò di trattenere la sua lode. Anzi, è scritto di lui: “Ed avvenne in appresso che egli andava attorno di città in città e di villaggio in villaggio, predicando ed annunziando la buona novella del regno di Dio; e con lui erano i dodici”. — Luca 8:1.
4. Come troviamo un esempio nel caso degli apostoli?
4 E che diremo dei dodici ch’erano con lui? Essi pure presero a lodare Dio predicando la sua Parola e parlando delle sue buone opere. Essi aspettavano la salvezza di Dio, come anche noi l’aspettiamo in questi ultimi giorni in cui è così vicina. Come si qualificarono essi per lodare Iddio? Non impiegarono degli anni a prepararsi per annunziare il glorioso evangelo del Regno. Ad eccezione di Paolo, non erano uomini di molta istruzione mondana, ciò non ostante questo non impedì loro di far confessione con la loro bocca. Prendete, per esempio, Pietro e Giovanni. Sebbene non fossero istruiti secondo il criterio di quei giorni, essi lodavano Dio così potentemente nel proclamare qual era la sua via di salvezza che produssero vivo stupore fra gli alti funzionari di Gerusalemme, “Or essi, veduta la franchezza di Pietro e di Giovanni, e avendo capito che erano popolani senza istruzione, si maravigliavano e riconoscevano che erano stati con Gesù”. Quantunque fossero considerati “popolani senza istruzione essi avevano però il cuore ricolmo del desiderio di lodare Iddio per la conoscenza che avevano avuta da Gesù”. Dall’abbondanza del cuore la bocca parla”; perciò essi pronunziavano parole di lode a Geova. A questi cristiani primitivi si unirono molti che udirono la verità dalle loro labbra, e tutti insieme formarono una grande schiera di predicatori dell’evangelo. Essi avevano un tesoro di conoscenza concernente Dio e il suo regno, e ne trassero buone cose per il bene di tutto il popolo. Infatti “l’uomo dabbene dal suo buon tesoro trae cose buone; e l’uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvage. . . . Poiché dalle tue parole sarai giustificato, e dalle tue parole sarai condannato”. (Matt. 12:34-37) Essi si tennero separati dai religiosi scribi e Farisei che Gesù condannò come apportatori di mali sul popolo. — Matteo 23.
5. Che cos’è necessario per essere in grado di predicare e lodare Dio?
5 Perciò né l’istruzione né la mancanza d’istruzione può impedire a chicchessia di cantare le lodi di Dio; e neppure la qualificazione per il predicare non può essere determinata dalla condizione sociale o finanziaria. Si deve avere un cuore onesto e si deve desiderare la verità e la giustizia. Questo non vuol dire che oggi non sia necessario studiare la Parola di Dio, poiché come i discepoli dovettero imparare da Gesù, così noi dobbiamo imparare oggi dalla Bibbia. Sarebbe impossibile rispondere a chiunque ci interrogasse sulle opere di Dio e sulla speranza che abbiamo nelle sue promesse se non ci applicassimo allo studio di quanto Iddio ha scritto di sé. Voi dovete sempre esser pronti a rispondere a proposito della speranza che avete per stimolare in altri la fede. (1 Piet. 3:15) Paolo esortò Timoteo su questo punto, dicendo: “Studiati di presentar te stesso approvato dinanzi a Dio: operaio che non abbia ad esser confuso che tagli rettamente la parola della verità”. (2 Tim. 2:15) Timoteo aveva bisogno d’esser preparato, come abbiamo bisogno di esser preparati noi oggi.
6. Perché è necessario lo studio?
6 La bocca non può pronunziare cose buone alla lode di Dio se il cuore non è pronto a far scaturire il messaggio dalla sua abbondanza. Perciò “la mente del giusto fa suo studio dell’obbedienza”. (Prov. 15:28, Martini) Studiate, dunque! Questo è quello che dovete fare per servire Dio nel modo giusto; e man mano che imparate dovete mettere all’opera la vostra conoscenza ammaestrando altri. Questo rinvigorirà la vostra fede, “certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono” e così sarete meglio in grado di comunicare ad altri le buone opere di Dio. Mediante lo studio personale acquisterete una profonda ed intima conoscenza dell’onnipotenza di Dio; sentirete quali furono nel tempo trascorso le sue mirabili opere a favore degli uomini di buona volontà, e vedrete quello ch’egli ha promesso per questo giorno e per il prossimo nuovo mondo. Paolo dice che “la fede vien dall’udire, e l’udire si ha per mezzo della parola di Cristo”. (Rom. 10:17) Voi dovete quindi studiare la Parola di Dio, per cui è solo necessario aver la capacità d’udire e di leggere nella vostra lingua natia.
7. Dato che il tempo disponibile è limitato, che cosa si deve fare?
7 Ma voi direte di dover lavorare nel posto che occupate per otto ore al giorno, per cinque o sei giorni la settimana, e che vi resta solo il riposo festivo e poche serate libere per altre attività di vostra scelta. È vero, e la gran maggioranza di persone in tutte le nazioni deve fare lo stesso. Tuttavia è a loro e a voi che il glorioso vangelo di Cristo viene predicato, e voi avete la stessa opportunità di udire, credere e lodare Dio per la salvezza. Iddio non commette un errore facendo predicare l’evangelo a voi e a persone come voi in tutto il mondo, poiché in tutto il mondo ci son persone che vogliono lodare Dio ed esser salvate. Iddio conosce che avete problemi della vita che son comuni a tutti gli uomini e che, col sudore della vostra fronte, dovete strappare dalla terra il necessario per vivere. Ma egli sa anche che avete tempo sufficiente per ascoltare il suo messaggio e agire in armonia con esso dandogli la dovuta lode; altrimenti non si occuperebbe di far predicare l’evangelo. Per questo egli dà qualche buon consiglio a quelli che sono di cuore onesto in questo mondo malvagio, come segue: “Guardate dunque con diligenza come vi conducete; non da stolti, ma da savi; approfittando delle occasioni, perché i giorni sono malvagi Perciò non siate disavveduti, ma intendete bene quale sia la volontà del Signore”. (Efes. 5:15-17) Vi è sempre possibile dedicare un po’ di tempo ogni settimana allo studio della Parola di Dio su ciò che si riferisce ai tempi attuali; e vi sarà possibile riservare un po’ di tempo per celebrare le lodi di Dio. Ma da parte vostra ci dev’essere il desiderio e la determinazione di seguire la via approvata da Dio, mediante la sua grazia.
8. Come è attestata la pratica possibilità di questo?
8 La praticità di questa conclusione è attestata dalle opere degli unti testimoni di Geova e dalla grande moltitudine di persone che oggi lodano Iddio con loro in tutta la terra. Molti di questi sono proprio come voi. Ci sono operai di fabbriche, agricoltori, professionisti, manuali, artigiani esperti, massaie, persone provenienti da ogni occupazione. Molti hanno famiglia a loro carico e lavorano per guadagnare il pane quotidiano; devono accudire alle faccende di casa; di tanto in tanto si ammalano; qualche volta giungono a casa tardi dal lavoro; e molto sovente sono stanchi per le lunghe ore di lavoro a cui devono sottostare per procurarsi un’esistenza discretamente comoda. Tutti i problemi della vita che voi dovete affrontare giornalmente essi pure devono sormontarli; tuttavia studiano la Parola di Dio per averne una migliore comprensione, e dedicano un po’ di tempo alla celebrazione delle lodi di Geova. Attendono la salvezza che Dio ha promesso, con le sue eterne benedizioni. Perciò essi comprendono di non dover dedicare tutti gli sforzi ad assicurarsi le comodità in questo presente mondo malvagio, e che non devono cercar d’accumulare tesori per proteggersi contro il futuro. Mentre lavorano per procurarsi il vitto, essi ricordano le parole di Gesù: “Non vi fate tesori sulla terra, ove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri sconficcano, e rubano; ma fatevi tesori in cielo, ove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sconficcano né rubano”. (Matt. 6:19, 20) Essi cercan d’accumulare questi tesori nel cielo presso Dio lodandolo sulla terra, con la certezza che questi tesori celesti saranno a loro disposizione in misura piena.
IN QUAL MODO?
9. Come mostra l’Annuario che i testimoni fecero questo nel 1949?
9 Come lodano Dio i testimoni di Geova e i loro compagni? Predicando il vangelo del Regno. Nell’Annuario del 1950 (inglese) troviamo il rapporto dell’attività svolta in tutto il mondo nell’offrire questa lode a Dio.a Oltre 317.000 diverse persone dedicarono approssimativamente 53.700.000 ore al servizio di predicazione nel 1949. Essi tennero più di 167.000 studi biblici gratuiti nelle case private settimanalmente, cantando le lodi di Dio a quelli che volevano udire. Andando di casa in casa, incoraggiando il popolo a dare ascolto al messaggio dell’evangelo, essi diedero più di 15.000.000 di Bibbie, libri ed opuscoli nelle case in ventine di lingue diverse. In più, consegnarono oltre 13.000.000 di copie di riviste recanti la “buona novella” a persone che desideravano aver maggiore conoscenza intorno a questo “tempo della fine”, al quale deve far seguito un nuovo mondo di giustizia. Essi ritennero necessario predisporre più di 174.000 conferenze pubbliche sulla Bibbia durante il 1949 annunziandole estesamente. L’interesse manifestato dal popolo che ascoltò costrinse questi predicatori a tornar nelle case più di 15.800.000 volte durante l’anno. Tutto questo lavoro fu fatto in 104 differenti nazioni, colonie, isole del mare e territori di nazioni. Come fecero i testimoni di Geova tutto questo? Andando “attorno di città in città e di villaggio in villaggio, predicando ed annunziando la buona novella del regno di Dio”, come fece Gesù. E, tenete presente che gran parte di quest’opera fu compiuta da persone che hanno famiglia, occupazioni e tutte le altre responsabilità comuni a tutti gli uomini. Ma essi riservarono un po’ di tempo ogni settimana per lodare Dio, cercando d’essere “ripieni di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio”. — Fil. Flp 1:11.
10. Mediante quale corso di studio aiutano essi il popolo a studiare? Secondo quale base?
10 Sotto la direzione della Società Watch Tower, i testimoni di Geova sono preparati per aiutare tutti quelli che cercano di apprendere e progredire nello studio della Bibbia. Essi tengono un corso di studio metodico e ordinato sugli argomenti biblici, adeguato per le consuete occupazioni dell’uomo o della donna che deve lavorare per il pane cotidiano. Questo corso di studio ha di regola la durata di un’ora per settimana, e questa ora è di vostra scelta. Nella vostra propria casa voi potete acquistare in pochi mesi una conoscenza della Bibbia e di quanto in essa si riferisce al giorno presente maggiore di quanta potreste sognar d’acquistarne in tutta la vita. E che cosa vi costa questo? Assolutamente nulla, all’infuori del vostro tempo e del piccolo sforzo che dovete fare. Sì, i testimoni di Geova, molti dei quali, hanno appreso le verità della Bibbia precisamente in questo modo, son disposti a venire in casa vostra un’ora ogni settimana per aiutarvi ad afferrare quello che dice la Bibbia e qual è il suo significato oggi; ed essi non vi chiederanno neppure un soldo per questo servizio di studio biblico. Questo è in accordo con l’invito che Iddio stesso fa a tutti: “Chi ode dica: Vieni. E chi ha sete venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita”. (Apoc. 22:17) Inoltre quando Gesù mandò i dodici a predicare: “Il regno de’ cieli è vicino” ricordò loro che non avevano pagato nulla per la buona verità che avevano ricevuta da lui. Perciò egli disse loro: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Questo reca lode a Dio perché è una disinteressata dedizione intesa ad aiutar altri ad apprendere di Lui. — Matt. 10:7, 8.
11. Quale conoscenza si acquista in questo modo? Con quale metodo di studio?
11 Adoperando un libro di testo provveduto dalla Società Watch Tower, iniziate uno studio biblico metodico su un determinato argomento. In un anno avrete esaminato molti soggetti. Conoscerete chi veramente è Dio; perché mandò il suo figliuolo Cristo Gesù sulla terra e che cosa fece Gesù; come un cherubino disubbidiente divenne Satana il Diavolo, l’avversario di Dio, e perché egli cerca di divorare tutti gli uomini. L’inferno, la “trinità”, il ritorno del Signore, la risurrezione, la fine del mondo, il giorno del giudizio, le immagini, il sabato, la preghiera, il Regno, la “nuova terra” la consacrazione, tutto questo e molti altri soggetti saranno da voi esaminati in un anno di tempo e comprenderete quello che dice la Bibbia su di essi tutti. Che avete imparato di questo mediante la religione in tanti anni? Avrete una comprensione fondamentale di ciò che la Bibbia insegna e avrete letto voi stessi i testi delle Scritture nella vostra Bibbia. Nessun uomo vi avrà ingannato con favole artificiosamente inventate, ma avrete rettamente ‘tagliato la Parola di verità’. Tutta la vostra opinione delle condizioni del mondo cambierà totalmente e avrete una speranza nuova, perché ora Iddio vi avrà rivelato per mezzo della sua Parola il motivo degli attuali perturbamenti. Non avrete alcuna voglia di fermarvi lì, perché desidererete andare avanti in conoscenza e intelligenza. Vi unirete al salmista pregando con lui Iddio: “Fammi intendere la via dei tuoi precetti, ed io mediterò le tue maraviglie”. — Sal. 119:27.
12. Come influisce su di noi una tale acquisita e apprezzata conoscenza?
12 Constaterete allora di non potervi trattenere dal parlare al vostro prossimo della notizia che avrete appresa. Essa riempirà il vostro cuore e arderà dentro di voi, e proverete viva gioia parlando della verità ai vostri amici e conoscenti. In verità “è meglio dare che ricevere” e perciò avrete desiderio di seguire l’esempio di Cristo Gesù, annunziando pubblicamente che “il regno è vicino”. Anche con quella che voi ritenete conoscenza limitata, vi sentirete simili al profeta Isaia, il quale disse: “Il Signore, l’Eterno, m’ha dato una lingua esercitata”. (Isa. 50:4) Avrete il desiderio di ammaestrare gli altri affinché essi pure possan lodare Dio. Il profeta Zaccaria preconobbe quello che voi e altri come voi avreste fatto in questi ultimi giorni, per questo egli dichiarò: “Queste son le cose che dovete fare: dite la verità ciascuno al suo prossimo; fate giustizia, alle vostre porte, secondo verità”. (Zacc. 8:16) E voi lo farete, certi che questo è il modo appropriato di lodare Dio e che avrete il suo favore e la sua benedizione. Voi state adempiendo oggi attivamente lo scopo principale del Cristianesimo, che è quello di rendere testimonianza in favore di Geova e del suo regno mediante Gesù il Messia. In virtù della visione da voi ora trovata di Dio e del regno col suo Cristo, il vostro cuore si rallegrerà, e nessuno vi torrà la vostra allegrezza”. — Giov. 16:22.
IN SOCCORREVOLE ASSOCIAZIONE
13. Perché incombe su di noi la responsabilità di associarci?
13 Ci sono altre responsabilità che incombono su quelli che s’impegnano nella lode del nome di Dio. Ciascuno, individualmente, ha l’obbligo verso Dio di adoperare la propria lingua per cantare le lodi di Dio ad altri. Ma poiché fa ora parte della famiglia di Dio, del “popolo eletto” al quale Geova dispensa il suo spirito e la sua benedizione per il fedele servizio che gli rende, il nuovo proclamatore del Regno non deve tenersi lontano da quelli che come lui adorano Iddio. Ai giorni di Cristo Gesù e degli apostoli la verità ebbe come risultato della loro predicazione una vasta espansione nel mondo allora conosciuto. Molte persone udirono, credettero, professarono la fede e cominciarono a riunirsi per offrire lodi a Dio, come fanno oggi. Siccome questi credenti si trovavano in un mondo generalmente ostile alla verità, eran portati, sulla base della credenza e fede comune, a riunirsi insieme. Troviamo quindi che i primi Cristiani si riunivano in congregazioni o gruppi, che la Bibbia chiama “chiese”. — Apoc. 1:4; 1 Cor. 16:1.
14. Come fu mostrata questa necessità di associazione nella chiesa primitiva?
14 È evidente che i primi celebratori delle lodi a Dio si riunivano in queste “chiese” o gruppi, e le “chiese” erano in contatto col centro direttivo di Gerusalemme, dove si trovavan molti degli apostoli e dei fratelli più anziani. In simil modo tutti i testimoni di Geova sparsi nel mondo sono oggi in contatto con la sede centrale mediante l’associazione con le congregazioni locali. L’associazione in comune è molto benefica per l’individuo e riceve la benedizione di Dio, come leggiamo a proposito del ministero di Paolo e di Timoteo: “E passando essi per le città, trasmisero loro, perché le osservassero, le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani che erano a Gerusalemme. Le chiese dunque erano confermate nella fede, e crescevano in numero di giorno in giorno”. (Atti 16:4, 5) Inoltre Iddio ritenne opportuno che intere lettere delle Scritture Greche fossero indirizzate alle varie chiese o congregazioni per istruire, ammonire e correggere tutto il gruppo degli adoratori. Così le congregazioni ricevevano l’incoraggiamento e l’assistenza che il corpo direttivo era in grado di provvedere, e questo le rinvigoriva nella fede, le alimentava e aiutava a far progredire i lodatori associati.
15. Perché non possiamo permetterci di trascurare questa associazione?
15 Quello che accadeva ai giorni degli apostoli tanto più accade ora mentre vediamo avvicinarsi rapidamente il giorno d’afflizione di Harmaghedon. Nessun uomo che oggi desideri servire Dio in modo accettevole può permettersi d’ignorare l’ingiunzione contenuta in Ebrei 10:25: “Non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni son usi di fare, ma esortandoci a vicenda; e tanto più, che vedete avvicinarsi il gran giorno”. Piace a Dio che ci raduniamo insieme per studiare in comune la sua Parola e per collaborare attivamente nel servizio di campo, e la sua benedizione si vede nel grande aumento del numero di persone che celebrano le sue lodi in tutte le nazioni. Non possiamo permetterci di restar lontani dalle adunanze dei testimoni di Geova nelle quali i nostri fratelli ricevono istruzione e dispongono la loro lode organizzata. Iddio dispensa il suo favore sull’attività e sulle disposizioni prese dal gruppo per lo studio settimanale de La Torre di Guardia, per l’adunanza di servizio e il corso di ministero teocratico che sono tenuti nelle locali Sale del Regno dei testimoni di Geova in ogni parte della terra. Ciascuno ha il dovere di dare: il suo contributo a queste adunanze per il bene generale della congregazione e per il suo proprio vantaggio spirituale. Trascurare queste attività della congregazione quando sono alla nostra portata significa non avere apprezzamento della provvistone di Dio per il nostro aiuto nel continuare la nostra lode a lui, e così assicurarci la salvezza. Tale negligenza può indurci a disprezzare di più e può farci in ultimo disertare le file dei lodatori di Dio.
16. Come dobbiamo portare noi le nostre responsabilità? Con chi ci dobbiamo paragonare?
16 Mentre lavoriamo con una congregazione, collaborando nell’opera di campo di predicazione, “ciascuno porterà il suo proprio carico” di responsabilità. (Gal. 6:5) Questo vuol dire che ciascun proclamatore del messaggio del Regno è direttamente responsabile davanti al grande Giudice del lavoro che compie o non compie entro, e assieme alla congregazione. Iddio esige un “servizio ragionevole” di lode da ciascuno, e ciascuno ha il dovere di compierlo secondo una data predisposizione. Se, mediante la grazia di Dio, uno è in grado di far molto nel servizio del Regno, egli non farà il confronto del suo rapporto con quello di un altro che probabilmente può far meno, cogliendo l’occasione per vantarsene in mezzo ai suoi fratelli. Egli ricorderà l’esortazione: “Ciascuno esamini invece l’opera propria; e allora avrà motivo di gloriarsi rispetto a se stesso soltanto, e non rispetto ad altri”. (Gal. 6:4) Se sentite il bisogno di misurarvi con qualcun altro, prendete Gesù come vostra unità di misura e guardate fino a qual punto siete pari a lui. Questo eliminerà dalla congregazione ogni spirito di competizione e ogni conseguente senso di abbattimento, d’inferiorità o di scoraggiamento che fa presa su quelli i quali, per qualche ragione, possono fare meno servizio di altri. Per essere realmente soddisfatti del vostro servizio, dovete seguire il consiglio spirituale che Paolo diede ai Colossesi: “Qualunque cosa facciate operate di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini; sapendo che dal Signore riceverete per ricompensa l’eredità. . . . Poiché chi fa torto riceverà la retribuzione del torto che avrà fatto”. — Col. 3:23-25; 1 Cor. 10:31.
17. Come possiam noi portare i carichi gli uni degli altri, e quelli di coloro che son deboli?
17 Mentre porta il proprio carico dinanzi a Dio, ciascuno ha in pari tempo una responsabilità verso gli altri membri della congregazione che hanno la stessa fede, e che si sforzano pure per lodare Dio. Paolo lo indica, dicendo: “Portate i pesi gli uni degli altri, e così adempirete la legge di Cristo”. Questo significa che mentre noi lodiamo Iddio, non possiamo disinteressarci di quelli, che collaborano con noi nel correre l’arringo della fede. Se quello che abbiamo in mente è innanzi tutto la rivendicazione del nome di Geova e della sua sovranità universale, ci renderemo conto che il fedele, costante servizio dei nostri compagni di lavoro contribuirà a rendere tanto onore al nome di Geova quanto ne renderà la confessione di lode nostra. D’altra parte, chiunque vien meno a questo servizio reca vituperio alla causa,di Dio. Se dunque siamo forti nel Signore e nel vigore della sua potenza e se portiamo bene il nostro carico, fosse anche per il fatto che ci troviamo in miglior condizione materiale per farlo, dobbiamo adempiere un obbligo verso quelli che potrebbero avere maggior difficoltà continuando con noi nel servizio di Dio. Per il fatto che siamo forti, non dobbiamo impazientirci riguardo a quelli che fra noi son deboli, né dobbiamo metterli in disparte come se avessero poca importanza nelle disposizioni di Dio. Se facessimo questo, agiremmo esattamente contro le istruzioni date dal Signore per mezzo dell’apostolo Paolo: “Or noi che siam forti, dobbiam sopportare le debolezze de’ deboli e non compiacere a noi stessi. Ciascun di noi compiaccia al prossimo nel bene, a scopo di edificazione. Poiché anche Cristo non compiacque a se stesso; ma, com’è scritto: Gli oltraggi di quelli che ti oltraggiano son caduti sopra di me. Perché tutto quello che fu scritto per l’addietro, fu scritto per nostro ammaestramento”. — Rom. 15:1-4.
FACILITIAMO LA NOSTRA OPERA DI LODE COMUNE
18. Da quale spirito dobbiamo esser guidati nella nostra associazione? In che modo?
18 Questo veramente significa che collaborando insieme come gruppo del popolo di Dio noi non dobbiamo lasciarci guidare dal criterio o dallo spirito che guida quelli che sono fuori della fede nel mondo. Il mondo opera secondo il principio dell’egoismo, e l’uomo è acclamato per le sue imprese non importa chi danneggi o offenda nel suo procedere. “Sopravviva il più forte” è il motto di questo mondo malvagio, quindi nei loro tentativi di raggiungere la sommità, gli uomini del mondo si mordono e si dilaniano gli uni gli altri, contrastano e lottano fra loro, si abbandonano a contese e ad aspre rivalità. Frequentemente essi danno ragione al detto che “il fine giustifica i mezzi” e schiacciano sotto di loro a guisa di rullo compressore tutto quello che trovano sulla loro via. Questo non avviene in mezzo al popolo di Dio, perché il suoi membri sanno che coloro i quali fanno queste cose non erediteranno il regno di Dio. (Gal. 5:21) Chiunque ha in animo di lodare Geova deve lasciarsi guidare dallo spirito di Dio. “Or io dico: Camminate per lo spirito e non adempirete i desideri della carne. Perché la carne ha desideri contrari allo spirito, e lo spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte fra loro; in guisa che non potete fare quel che vorreste.” (Gal. 5:16, 17) Poiché son guidati dallo spirito di Dio, i suoi servitori nella loro associazione insieme devono avanzare mediante lo spirito e devono produrre i frutti dello spirito”. Il frutto dello spirito, invece, è amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza; contro tali cose non c’è legge”. (Gal. 5:22, 23) Nessuna legge proibisce a un cristiano di sovrabbondare in questi buoni frutti dello spirito, e così facendo egli è una benedizione per quelli che collaborano con lui. Questo significa che non ci comporteremo immoralmente ubriacandoci, abbandonandoci ai piaceri fino all’eccesso come fa il mondo in generale, ma con sobrietà rivolgeremo la nostra attenzione innanzi tutto alle cose spirituali.
19. Perché non dobbiamo essere permalosi, sensibili, pronti a controbattere?
19 Lasciandoci dirigere dallo spirito di Dio non ci comporteremo nel gruppo del popolo di Dio come un attaccabrighe. Non è bene essere così permalosi e sensibili da considerare ogni osservazione o dichiarazione come un attacco contro la nostra persona e tentar di dare il contraccambio. Non dobbiamo permettere che i pregiudizi ci facciano insorgere contro fratelli o sorelle in un gruppo organizzato in modo da non poter parlare loro o da non poterli udir di parlare senza sentirci mal disposti verso di loro fino al punto di non voler accettare le buone cose sulla Parola di Dio che potrebbero dire nella congregazione relativamente al nostro servizio comune. Questo tenderà a irritare le nostre disposizioni mentali e a torcere le nostre idee, e il risultante capovolgimento mentale non ci permetterà di trarre il dovuto beneficio da ciò che si dice alle adunanze. Invece di fissare la mente sulle cose importanti del servizio di Dio, si dimentica il servizio in comune per pensare solo alle inclinazioni personali egoistiche. C’è anche pericolo che quest’attitudine, come un’escrescenza cancrenosa, si possa estendere su altri membri della congregazione, e possa così recar danno ad altre persone oltre che a noi stessi. Dobbiamo dunque cercar di controbattere queste inclinazioni imperfette esercitando amore e indulgenza.
20. Perché non dobbiamo provare gioia perversa ma cercar d’aiutare quelli che hanno fatto qualche passo falso?
20 Guidati dallo spirito di Dio, non diventeremo mai sfacciati, orgogliosi, superbi, non penseremo mai d’aver progredito fino al punto che ci sia impossibile commettere un peccato o lasciarci sopraffare dall’avversario. “Chi si pensa di stare ritto, guardi di non cadere”. (1 Cor. 10:12) Rendendoci conto che tutti siamo soggetti a tentazione non proveremo nessuna gioia perversa quando un fratello avrà fatto qualche passo falso. Spinti dall’amore, dalla benevolenza e dalla padronanza di noi stessi, saremo ansiosi di soccorrere il fratello venuto a trovarsi in tale infelice condizione. Non appesantiremo il suo carico andando a mormorare con altri membri della congregazione sulle difficoltà in cui si è cacciato quel tale e sugli errori commessi, non faremo questo se lo amiamo e desideriamo venirgli in aiuto come a una “pecora” di Dio. Cercheremo di metterci nei suoi panni e allora agiremo verso di lui come desidereremmo esser trattati se avessimo commesso lo stesso errore. Questa è la sostanza del consiglio dato dall’apostolo in Galati 6:1: “Fratelli, quand’anche uno sia stato colto in qualche fallo, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine. E bada bene a te stesso, che talora anche tu non sii tentato”.
21. Come evitiamo noi di disturbare un gruppo per divergenze personali?
21 Supponiamo pure che un fratello ci faccia qualche torto, forse senza volerlo. Che cosa faremo noi? Dovremo serbargli rancore, assumere un’attitudine ostinata, aspettar che venga umiliato e penitente ai nostri piedi? Esigeremo noi che egli chieda in pubblico d’essere scusato prima di accondiscendere a far qualsiasi passo per una riconciliazione? No; possiamo invece andare da lui e regolare la cosa privatamente evitando ogni pubblicità che possa metterlo in imbarazzo. Con spirito di amorevolezza ci avvicineremo a lui nel modo prescritto da Gesù, procurando di risolvere la cosa col minimo disturbo possibile. Se egli non ci dà ascolto, potremo esporre la cosa davanti ai membri rappresentativi della congregazione affinché essi, con semplicità e spirito di benignità, possano fare la necessaria rimostranza a colui che ci ha offeso. (Matt. 18:15-17) Non dobbiamo lasciarci sfuggir di mente il bene generale e la prosperità della congregazione, e dovremmo sempre far tutto quanto sta in noi per risolvere ogni diverbio tenendo presente per prima cosa la pace e l’unità del gruppo, in modo che nulla venga ad interporsi nel servizio di lode a Dio. In questo modo faremo del nostro meglio per salvaguardare l’organizzazione di Dio, e al tempo stesso per tenere a noi uniti quelli che son nostri fratelli, e non ci limiteremo a predicare a quelli che sono fuori dell’organizzazione affin di far entrare nuove persone nell’ovile di Dio. Tutto questo c’impone un carico, ma dobbiamo portarlo volenterosamente per aiutare gli altri a portare il carico loro.
22. Perché dobbiamo essere misericordiosi, e non dobbiamo abusare della misericordia di altri?
22 Dobbiamo ricordare che Gesù non risparmiò se stesso, ma ‘depose la sua vita per i suoi amici’. Egli certamente camminava secondo lo spirito di Dio quando prese su di sé il nostro pesante carico di peccati, mentre al tempo stesso portava i vituperi che cadevano su Dio. Egli rifletteva a nostro favore la grande misericordia esercitata da Dio stesso, e così celebrava le lodi di Geova Dio. Noi dobbiamo esser pronti ad estendere la stessa misericordia ai nostri fratelli che commettono delle mancanze e fanno degli errori. Non dimentichiamo la legge divina “Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta”. (Matt. 5:7) Anche noi siamo soggetti a commettere degli errori, prima o poi, e avremo desiderio di ottener perdono e riabilitazione “in uno spirito di mansuetudine”. Ma dobbiamo cercar di mostrare continuo miglioramento, se no questa misericordia è sprecata per noi.
23. Perché dobbiamo noi lodare Iddio durante questo intervallo che precede Harmaghedon?
23 Oggi tutti noi che abbiamo udito la verità mediante la misericordia e benignità di Dio, dobbiamo tener costantemente presente il fatto che Geova concede questo breve intervallo di tempo fra l’assunzione al potere del suo Re e lo scoppio violento di Harmaghedon, onde “questo evangelo del Regno” possa essere predicato. Son già passati trentasei anni e le opportunità di celebrare le lodi di Dio fuggono sempre più rapidamente col trascorrere di ciascun anno. Il comando c’incalza come con crescente forza: “Lodate l’Eterno! Lodate Iddio nel suo santuario; lodatelo nella distesa della sua possanza. Lodatelo per i suoi prodigi; lodatelo secondo l’immensità della sua grandezza. . . . Tutto ciò che respira lodi l’Eterno. Lodate l’Eterno”. (Sal. 150:1-6, Cocorda) Questo non è un invito locale a lodare Iddio; è un appello universale a tutta la creazione di unirsi nella lode di Geova. Tutti gli uomini che conoscono Geova devono oggi lodarlo, in modo che il massimo di opportunità sia offerto alle altre persone di buona volontà d’apprendere di lui e unirsi nella lode. Tutti gli strumenti disponibili devono esser messi in servizio per far risonare la gloria di Geova. Nessuno deve trascurare il suo privilegio di unirsi al coro di “alleluia”, perché le creature che sopravvivranno per tutta l’eternità saranno solo quelle che celebreranno incessantemente le lodi di Geova in questo “giorno di Geova” e per sempre, oltre il suo terribile punto culminante.
[Nota in calce]
a Il rapporto mondiale di servizio pubblicato nell’Annuario del 1950 è stato riportato ne La Torre di Guardia del 1º aprile 1950.