Lezione 11
Manoscritti papiracei delle Scritture Greche
ESISTONO attualmente almeno 12.000 copie conosciute di manoscritti delle Scritture Greche. Circa 4.000 di queste sono nella lingua greca originale del cosiddetto “Nuovo Testamento”. Vi sono quasi 8.000 manoscritti della versione latina e circa 1.000 manoscritti di versioni in altre lingue oltre quella latina e greca. Questi manoscritti sono catalogati e riconosciuti mediante un codice internazionale di simboli. Per il momento rivolgiamo la nostra attenzione ai manoscritti di lingua greca, e particolarmente a quelli scritti su papiro.
I primi manoscritti delle Scritture Greche furono copiati su papiro, materiale proveniente da una pianta acquea egiziana dello stesso nome, tagliato in fogli e disposto in rotoli. Tale materiale papiraceo risale a circa 500 anni prima di Cristo. Continuò ad essere usato per i manoscritti della Sacra Bibbia fino all’anno 300 circa dopo Cristo. Quando gli scrittori della Bibbia mandarono le loro lettere alle congregazioni cristiane adoperarono il papiro. All’inizio del quarto secolo dopo Cristo si cominciò ad usare per i manoscritti una sostanza più durevole chiamata pergamena, pelle di vitello molto fine.
Grandi quantità di scritti papiracei sono state trovate nella provincia di Fayum, in Egitto. I primi papiri furono trovati nell’anno 1778. Il più antico è il papiro Prisse, che risale a secoli avanti Cristo. Nel 1891 un Inglese entrò in possesso di numerosi papiri a Fayum, Egitto, e nello stesso anno il dott. F. G. Kenyon, del Museo Britannico, pubblicò un libro informativo, Testi classici dei papiri (inglese). A sud di Fayum si sono verificate altre scoperte, come quella di Oxyrhynchus. I nomi greci di tali località indicano che vi erano molte colonie di Greci in Egitto; e vi si trovavano Greci cristiani che avevano copie delle Scritture Greche.
La più importante scoperta di manoscritti dopo la scoperta del Manoscritto Sinaitico א in pergamena, da parte di Tischendorf nel 1859, fu resa pubblica nel 1931. Essa consisteva di porzioni papiracee di undici codici, contenenti in greco alcune parti di nove libri dell’“Antico Testamento” e di quindici libri del “Nuovo Testamento”. Questi papiri erano stati prodotti nel periodo di tempo dal secondo al quarto secolo dopo Cristo.
Il più antico di questi manoscritti è la porzione di Deuteronomio e Numeri, che risale al secondo secolo. L’apostolo Giovanni morì verso l’anno 100; e l’Apocalisse, il Vangelo di Giovanni, e le sue tre epistole furono scritte durante il decennio prima dell’anno 100. Abbiamo quindi papiri biblici delle Scritture Greche che risalgono quasi al tempo degli stessi apostoli. La designazione di papiri scritturali è la lettera maiuscola “P” seguita da un piccolo numero esponente. Nella pagina seguente troverete una tavola dei principali papiri antichi della Bibbia.
Il manoscritto papiraceo delle Scritture più famoso è il P46, chiamato “Papiro Chester Beatty N. 2”. Appartiene all’inizio del terzo secolo e consiste di 86 fogli di un codice di 104 fogli, contenente dieci delle epistole paoline. Vogliate notare che questo è un codice, vale a dire, non un semplice rotolo manoscritto, bensì un libro con fogli come i libri moderni, e con copertina e numeri di pagina. Questo codice, uno dei più antichi conosciuti, dimostra che i Cristiani furono fra i primi ad introdurre questo genere di manoscritto. Le sue dieci epistole paoline sono in quest’ordine: Romani, Ebrei, 1 Corinzi, 2 Corinzi, Efesini, Galati, Filippesi, Colossesi, 1 Tessalonicesi e 2 Tessalonicesi. Sono da notarsi due particolari interessanti: In primo luogo, in questo antico codice delle epistole di Paolo è compresa la lettera agli Ebrei. Essa è anonima, e quindi l’identificazione del suo autore è contestata e generalmente si nega che sia di Paolo. Tuttavia, il fatto che il libro è in questo codice dimostra che nel terzo secolo era generalmente accettato come un’ispirata epistola dell’apostolo Paolo. In secondo luogo, l’epistola agli Efesini si trova in questo codice delle lettere di Paolo. Ciò smentisce la pretesa dei moderni religionisti secondo cui l’epistola non sarebbe stata scritta da Paolo bensì da un Cristiano dopo i giorni di Paolo.
Il P47, ossia il “Papiro Chester Beatty N. 3”, è probabilmente della seconda metà del terzo secolo. Esso comprende dieci fogli di un probabile totale di trentadue fogli del libro di Apocalisse. Contiene porzioni di Apocalisse da 9:10 fino a 17:2. Questo papiro del libro di Apocalisse è molto utile a causa dei pochi manoscritti antichi che contengono l’Apocalisse, fra i quali i manoscritti Sinaitico e Alessandrino, ma non il Vaticano N. 1209.
Oltre ai papiri elencati nella tavola, c’è nella Biblioteca Rylands di Manchester, Inghilterra, un piccolissimo frammento di un codice del Vangelo di Giovanni, conosciuto come “Quarto Vangelo”. Questo fu scritto nella prima metà del secondo secolo, ossia entro cinquant’anni dalla morte dell’apostolo Giovanni. Il fatto è importante, poiché conferma la verità che questo “Quarto Vangelo” sia stato scritto, non, come hanno sostenuto i critici moderni, nel 132 o 150, dopo la morte di Giovanni, ma durante il primo secolo, e dallo stesso Giovanni. Soltanto così tante copie dell’originale avrebbero potuto essere fatte nella prima metà del secondo secolo ed essere così estesamente diffuse dall’Asia Minore da raggiungere l’Egitto, dove questo frammento fu trovato.
In seguito a tutti questi dettagli, a quale conclusione perveniamo? “E con questo?”, direbbero alcuni modernisti. Perché tutto questo è oggi importante? Queste nuove scoperte forniscono la prova che la composizione della Bibbia risale ad un tempo molto antico. Fra i papiri di Chester Beatty un codice contenente i quattro Vangeli e gli Atti, e un altro che racchiude sotto una sola copertina le lettere paoline, dimostrano che la composizione delle Scritture Cristiane ebbe luogo poco dopo la morte degli apostoli, che il secondo secolo vide conchiudersi la composizione di tutte le Scritture Cristiane e il completamento del cànone dell’intera Bibbia. Poiché questi codici erano stati estesamente diffusi ed erano penetrati fino in Egitto nella prima parte del terzo secolo al più tardi, la composizione delle Scritture Greche sarà stata effettuata durante il secondo secolo. Inoltre, poiché il “Quarto Vangelo” fu scritto da Giovanni durante il primo secolo, il compimento del cànone biblico non doveva attendere neanche la data modernistica del 150 d.C.
Questi antichi manoscritti papiracei ci portano vicinissimo agli stessi scritti originali. Essi garantiscono l’autenticità delle nostre attuali versioni della Bibbia confermando la purezza del testo. Notate a tale proposito le conclusioni di un eminente erudito, Sir Frederic G. Kenyon, di Inghilterra. Egli dice:
“L’intervallo quindi fra le date della composizione originale e le più antiche evidenze esistenti diventa così minimo da essere veramente trascurabile, ed è stata ora rimossa l’ultima base per dubitare che le Scritture ci siano pervenute sostanzialmente come furono scritte. Sia l’autenticità che la generale integrità dei Libri del Nuovo Testamento possono essere considerate finalmente stabilite. L’integrità generale, però, è una cosa, e la certezza relativa ai dettagli è un’altra cosa; . . ”. — La Bibbia e l’archeologia (pubblicato nel 1940), pagine 288, 289.
Quanto a quest’ultima osservazione sulla certezza di dettagli, la soluzione dei problemi dovuti alle molte piccole differenze di testo spetta al critico del testo, piuttosto che a noi, per prendere il nostro tempo. Sarà comunque per noi interessante sapere come queste piccole differenze si sono insinuate nelle migliaia di manoscritti, e ci rivelerà lo sviluppo delle “recensioni” o “famiglie” dei manoscritti biblici. Questo, insieme ai più importanti manoscritti in pergamena, sarà oggetto della nostra attenzione nella prossima lezione.
[Domande per lo studio]
1. Quante copie di manoscritti delle Scritture Greche esistono attualmente? e di quali c’interessiamo particolarmente in questo studio?
2. Che cosa è il papiro, e quando era adoperato come materiale di scrittura?
3. Dove e quando sono stati trovati manoscritti papiracei?
4. Quale importante scoperta di manoscritti fu resa pubblica nel 1931? e quale periodo di tempo vi è compreso?
5. Quali sono alcuni notevoli manoscritti papiracei, i loro simboli, e le loro date di composizione?
6. Di che cosa consiste il P46? e perché è di speciale interesse?
7. Perché è di insolito valore il P47?
8. Che cosa stabilisce il frammento papiraceo del “Quarto Vangelo” di Giovanni?
9. A quali conclusioni perveniamo in seguito a tutti questi dettagli?
10. Quali sono le soddisfacenti conclusioni rese note dall’eminente erudito, Sir Frederic G. Kenyon?
[Prospetto a pagina 346]
Notevoli manoscritti papiracei
TAVOLA DI NOTEVOLI MANOSCRITTI PAPIRACEI
Simbolo Nome del Secolo Conservato Contenuto
manoscritto (d.C.) ora a approssimativo
P1 Oxyrhynchus 2 3º o 4º Filadelfia Matt. 1
P8 Aegyptus 8683 4º Berlino (?) Atti 4-6
P10 Oxyrhynchus 209 4º Cambridge, Romani 1
Mass., S.U.A.
P11 5º Leningrado 1 Cor. 1, 6, 7
P13 Oxyrhynchus 657 4º Londra Ebr. 2-5, 10-12
P15 Oxyrhynchus 1008 4º Cairo 1 Cor. 7, 8
P22 Oxyrhynchus 1228 3º Glasgow Giov. 15, 16
P23 Oxyrhynchus 1229 4º Urbana, Giacomo 1
Ill., S.U.A.
P32 Rylands 5 3º o 4 Manchester, Tito 2
Inghil.
P45 Chester Beatty 1 3º Londra Framm. Matt.
Marco, Luca,
Giov., Atti
P46 Chester Beatty 2 3º Londra; Nove delle
Ann Arbor espistole di
Paolo
P47 Chester Beatty 3 3º Londra Apoc. 9-17