Lezione 12
Manoscritti in pergamena e famiglie di manoscritti
I PIÙ importanti manoscritti della Bibbia oggi conosciuti sono scritti su pelle di vitello molto fine, chiamata pergamena. I copisti del testo biblico cominciarono ad usare questo materiale nella prima metà del quarto secolo dopo Cristo. È più resistente del papiro usato precedentemente come materiale di scrittura, e in pergamena sono stati conservati importanti manoscritti della Bibbia quali il Vaticano N. 1209 e il Sinaitico, entrambi del quarto secolo. Tuttavia i manoscritti papiracei scoperti durante il diciannovesimo e ventesimo secolo colmano la lacuna una volta esistente nella catena di copie conservate delle Scritture. Essi riempiono il vuoto del secondo e terzo secolo, che separava gli scritti originali delle Scritture Greche dai manoscritti di pergamena del quarto secolo. I manoscritti papiracei costituiscono ora le maglie che rendono completa la catena. Però i famosi manoscritti di pergamena del quarto e quinto secolo sono ritenuti di valore ancora superiore ai manoscritti papiracei. Mediante essi Geova ha conservato integralmente l’intera Bibbia.
TAVOLA DI NOTEVOLI MANOSCRITTI IN PERGAMENA
Simbolo Nome del Secolo Ora conservato a Recensione
Codice (Ms.) (d.C.) (famiglia)
א Sinaitico 4º Londra Alessandrina
A Alessandrino 5º Londra Bizantina
B Vaticano N. 1209 4º Roma Alessandrina
C Ephraemi Rescriptus 5º Parigi Alessandrina
D Bezae Cantabrigiensis 6º Cambridge, Inghil. Occidentale
D o D2 Bezae Claromontanus 6º Parigi Occidentale
Questa tavola indica i principali manoscritti in pergamena, il loro simbolo internazionale, il nome, la data, l’attuale luogo di conservazione, e la recensione o famiglia alla quale appartengono. Sono scritti tutti in caratteri cubitali, cioè, con lettere tutte maiuscole. Il manoscritto biblico più importante è il Vaticano N. 1209. Esso ha tre colonne su ogni pagina e fu scritto durante la prima metà del quarto secolo dopo Cristo. In origine conteneva in greco tutte le Scritture, da Genesi ad Apocalisse. Ora molte parti del manoscritto sono state danneggiate e vi sono porzioni mancanti nei libri di Genesi, dei Salmi e degli Ebrei e mancano completamente i libri di Timoteo, di Tito, di Filemone e dell’Apocalisse. Il manoscritto è conservato nella Biblioteca Vaticana. Finalmente, dopo molto ritardo ed evidente riluttanza, tra il 1889 e il 1890 le autorità vaticane riprodussero un facsimile fotografico dell’intero manoscritto.
Il Manoscritto Vaticano 1209 trova il suo rivale nel Manoscritto Sinaitico, essendo entrambi del quarto secolo. Il Manoscritto Sinaitico contiene porzioni dell’intera Bibbia in greco e consiste di 376 fogli, quattro colonne su ogni pagina, eccetto nei libri poetici delle Scritture Ebraiche, riportati in due colonne. Esso contiene l’Apocalisse, e così colma efficacemente la lacuna esistente nel Manoscritto Vaticano 1209. È d’accordo, ed anche in disaccordo con il famoso Manoscritto Vaticano su diversi punti. Il suo simbolo internazionale è la prima lettera dell’alfabeto ebraico, cioè א (aleph). L’erudito tedesco conte Costantino Tischendorf scoprì questo manoscritto nel 1859 nel monastero cattolico greco di S. Caterina al Monte Sinai. In netto contrasto con le autorità vaticane che per secoli avevano nascosto la piena luce del Manoscritto Vaticano 1209 sotto un “moggio”, nel 1862 lo czar di Russia ordinò a Tischendorf di pubblicare l’intero Codice Sinaitico. Fu presto permesso alla sua luce di risplendere, e fu questo che indusse gli ecclesiastici del Vaticano a fare una completa ed accurata pubblicazione del loro famoso manoscritto, affinché non scomparisse nel retroscena.
Il manoscritto Alessandrino occupa il terzo posto fra gli antichi manoscritti in pergamena. Esso pure contiene la maggior parte della Bibbia, compreso il libro dell’Apocalisse. Questo manoscritto risale al quinto secolo ed è scritto con due colonne su ogni pagina. Nella parte del Manoscritto Alessandrino contenente i Vangeli compare una fase iniziale della revisione del testo delle Scritture Greche. Questo procedimento di revisione produsse infine il testo bizantino, base della Versione del Re Giacomo (inglese). Prima il Manoscritto Alessandrino fu portato da Alessandria d’Egitto a Costantinopoli, per mezzo di Cyril Lucar. Egli fu indotto a presentare il manoscritto al re Giacomo I, il quale aveva autorizzato la produzione della popolare Bibbia inglese che portò il suo nome. Il manoscritto fu inviato in Inghilterra, ma non vi giunse prima del 1627, dopo la morte del re Giacomo, e non si era avuto quindi disponibile per la traduzione della Versione del Re Giacomo del 1611. Comunque, l’arrivo in Inghilterra del Manoscritto “A” (simbolo per il Manoscritto Alessandrino) diede inizio ad una grande ricerca di antichi manoscritti da parte di studiosi del testo.
Un altro antico manoscritto in pergamena del quinto secolo e di un’età quasi uguale al Manoscritto Alessandrino è il Codice Ephraemi Rescriptus (simbolizzato da “C”). Questo viene chiamato “palinsesto”, termine composto di palin, che significa “di nuovo”, e psao, che significa “strofinare”; è un manoscritto dal quale lo scritto originale è stato cancellato, per essere poi riscritto con un testo nuovo e diverso; veniva perciò detto “riscritto”. In origine il Manoscritto “C” conteneva le Scritture Greche, ma più tardi lo scritto era stato cancellato e, nel dodicesimo secolo, sostituito con le opere greche del Siro chiamato Ephraem (Ephrem Sirus). Per questa ragione è chiamato il Codice Ephraemi Rescriptus. Mediante un’applicazione chimica è stato possibile leggere lo scritto originale, rendendo così il manoscritto di gran pregio. Esso contiene 64 fogli di porzioni della versione greca dei Settanta, e 145 fogli di frammenti di tutte le parti delle Scritture Cristiane. C’è solo una colonna su ogni pagina.
Un quinto importante manoscritto è il Bezae Cantabrigiensis o Testo di Cambridge. Teodoro Beza aveva scoperto il manoscritto nel 1562 nel monastero di S. Ireneo, a Lione, Francia, in seguito al saccheggio di quella città per mano degli Ugonotti. Esso contiene quasi tutto dei Vangeli e degli Atti. È bilingue, essendo scritto in greco e latino, ed è il manoscritto più importante della Recensione Occidentale. Per le epistole di Paolo si studia un altro manoscritto di Beza, il Codice Claromontanus o Manoscritto di Clermont. Questo contiene le quattordici epistole paoline, ed è anche in greco e latino.
In questa e nella precedente lezione sono stati considerati soltanto i manoscritti notevoli su papiro e pergamena. Dalle originali copie autografe delle Scritture Greche sono state prodotte e diffuse migliaia di copie. Oggi ne esistono più di 12.000, ma non ve ne sono due precisamente uguali. Abbondano variazioni insignificanti, e più ampi raggruppamenti di questi manoscritti hanno variazioni particolari al proprio gruppo. Quelli aventi le medesime peculiarità sono associati insieme come appartenenti ad una certa “recensione”, meglio chiamata “famiglia”. Nel senso moderno recensione significa revisione, ma riferendosi ai manoscritti significa una famiglia di manoscritti aventi per comune antenato un manoscritto aderente agli originali scritti autografi.
Si può comprendere come siano sorte le famiglie di manoscritti se ricordiamo, per esempio, la lettera di Paolo scritta da Roma ai Colossesi, in cui egli ordina (Col. 4:16): ‘Fate che questa epistola sia letta anche nella chiesa dei Laodicesi’. I Colossesi avranno ritenuta preziosa la lettera originale, ma ne avranno fatto delle copie per la congregazione di Laodicea e per altre congregazioni. I fidati fratelli cristiani che fecero le copie potevano non essere molto istruiti, ma potevano copiare. Molti di essi avranno potuto farne una copia ciascuno, in modo da produrre una quantità di copie in poco tempo. Per l’umana imperfezione, tali copie non saranno state duplicati precisi, perfetti in ogni dettaglio. Un errore di ortografia, l’omissione di una parola o di una frase, lo spostamento di una parola, ecco gli errori che potevano infiltrarsi nel testo. E se fossero state fatte, diciamo, tre copie di questa lettera ai Colossesi, ogni copia fatta da uno scrittore diverso avrebbe potuto avere sbagli diversi. Le copie potevano essere state inviate, probabilmente una ad Antiochia, Siria, un’altra ad Alessandria d’Egitto, ed un’altra a Cesarea in Palestina. Una copia poteva anche essere stata rimandata a Roma. Essendo state fatte tutte da copisti diversi, in ciascun rispettivo manoscritto avranno potuto esservi sbagli differenti dalla prima copia.
Quindi, la copia pervenuta a Roma sarebbe stata copiata di nuovo da altri scrittori, e questi avrebbero copiato gli sbagli già esistenti nel manoscritto. Essendo anche uomini imperfetti, avrebbero fatto altri errori loro propri; con l’andar del tempo e la riproduzione delle copie, le variazioni dall’originale lettera dell’apostolo sarebbero aumentate. Però, il loro comune antenato sarebbe stato quella prima copia inviata a Roma, ed ogni copia nella zona occidentale del Mediterraneo, pur avendo i suoi propri particolari insignificanti, avrebbe avuto una comune somiglianza basilare con tutte le altre copie di questa regione, essendo derivata dallo stesso manoscritto antenato. Pertanto i manoscritti della stessa regione si sarebbero sviluppati in una famiglia o “recensione” chiamata la “Recensione Occidentale”. Gli scritti della Recensione Occidentale non hanno un base tanto antica, e hanno subìto ritocchi arbitrari per mezzo dei produttori.
Ad oriente, in Asia Minore, al confine di Costantinopoli e fino ad Antiochia di Siria, un altro gruppo di manoscritti si sarebbe anche sviluppato con i propri notevoli particolari di stile, errori, spostamenti, omissioni e aggiunte. Tuttavia, fondamentalmente avrebbero avuto qualche cosa in comune, essendo tutti derivati da quella prima copia mandata quivi da Colosse. Quindi sarebbero stati apparentati come una famiglia, quella più comunemente chiamata la “Recensione Bizantina”. I responsabili del testo in questa zona erano più interessati a presentare una lettura scorrevole delle Scritture che non una precisione letterale. Pertanto, se una modificazione avesse potuto facilitare la lettura, i copisti l’avrebbero apportata.
Un’altra famiglia di testi è la recensione “neutrale”. Questa famiglia è classificata “neutrale” perché i suoi manoscritti non appartengono né alla famiglia occidentale né a quella bizantina e si distingue per la mancanza dei loro errori e mutamenti. I testi “neutrali” sono notevoli per il fatto che non hanno subìto cambiamenti sostanziali né tradiscono un gran numero di ritocchi da parte dei copisti. Essi sono simili agli autografi originali degli apostoli. Oggi la denominazione “neutrale” viene sostituita con “Recensione Alessandrina”.
Durante gli ultimi cinquant’anni i critici del testo hanno formato una nuova famiglia, la “Recensione Cesariense”. Questa famiglia ebbe la sua origine non in Cesarea, Palestina, ma in Egitto, ed esisteva contemporaneamente al testo neutrale; poi fu trasferita a Cesarea e quivi stabilita, per mezzo di un certo Origene. Da ciò la sua designazione.
Malgrado queste diverse famiglie, e i molti mutamenti dei testi in ciascuna famiglia, le Scritture ci sono pervenute essenzialmente tali quali erano negli scritti originali. Le molte variazioni sono principalmente insignificanti e senza conseguenze. Anzi sono da aspettarsi in considerazione di tanta riproduzione di copie. Mediante un attento studio ed esame di manoscritti gli errori di qualche importanza sono stati eliminati e oggi abbiamo un testo biblico autentico.
[Domande per lo studio]
1. Paragonate la pergamena con il papiro come materiale per scrivere, e spiegate il valore dei due tipi di manoscritti.
2. Quali informazioni ci vengono date sui manoscritti: (a) il Vaticano N. 1209? (b) il Sinaitico? (c) l’Alessandrino? (d) l’Ephraemi Rescriptus? (e) il Bezae Cantabrigiensis? e (f) il Claromontanus?
3. Che cos’è una recensione?
4. Come avrebbero potuto sorgere tali recensioni o famiglie dei testi?
5. Quali sono le caratteristiche delle famiglie occidentale, bizantina ed alessandrina?
6. Perché le molte variazioni nei manoscritti biblici non dovrebbero suscitare preoccupazione sulla purezza del nostro attuale testo biblico?