Conclusione della Parte 3: Visita ai testimoni di Geova nell’America Centrale
COSTARICA
Appena l’ufficio filiale fu informato che il Presidente della società avrebbe visitato la Costarica, la prima cosa che si fece fu quella di disporre per un’assemblea nazionale e trovare una sala per accogliere tutti i proclamatori del Paese. Negli anni precedenti era stato usato uno stadio coperto per pallacanestro, quindi la sua proprietaria fu di nuovo avvicinata. Ella comunicò ai fratelli che a motivo della legge non poteva affittarlo ai testimoni di Geova. Però, risultò trattarsi di legge ecclesiastica. Ai cattolici era stato proibito dal sacerdote di affittare locali a chiunque fosse di un’altra religione. La proprietaria disse al servitore di filiale di ritornare dopo una settimana, perché nel frattempo ella avrebbe parlato al sacerdote per cercare di ottenere il permesso di affittare lo stadio. Costui si rifiutò, sebbene la proprietaria gli avesse detto che i testimoni di Geova erano le persone più fidate a cui avesse mai affittato il suo stadio. I cattolici pensarono che ciò avrebbe impedito a San Josè il congresso. Ma il servitore di filiale e gli altri continuarono a cercare. Venne a loro conoscenza che la Federazione Nazionale di Baseball stava completando il suo nuovo stadio e che, mentre non sarebbe stato pronto per il baseball, le tribune erano terminate e si potevano usare per un’assemblea. I dirigenti del gioco di baseball non permisero a pregiudizi religiosi d’impedir loro di affittare lo stadio, e così fu firmato il contratto. I testimoni di Geova di tutto il Paese furono invitati ad assistere all’assemblea di San Josè, che ebbe inizio sabato 18 dicembre 1954.
Ci volle molto lavoro per preparare lo stadio. Si dovettero mettere i fili elettrici, installare le luci, preparare i rifornimenti per la mensa, costruire il palco, ecc., ma i fratelli si misero al lavoro zelantemente, preparando ogni cosa. Poco prima del congresso il tempo era molto bello; ma ora minacciava una tempesta, venti freddi e pioggia stavano per abbattersi su San Josè. Questo avrebbe potuto recare un vero ostacolo all’assemblea, poiché le tribune erano scoperte, ma sotto le gradinate vi era ampio spazio perché tutti potessero sedere e vedere ogni cosa, in quanto le tribune erano alte circa due metri e mezzo dal suolo. Quindi in caso di pioggia questo spazio avrebbe provveduto riparo.
Zelanti volontari avevano preparato un attraentissimo palco di fronte al verde campo di gioco di baseball. Il palco era adornato da entrambi i lati di foglie di palme e d’altre piante; e due piccoli alberi da caffè con mature bacche rosse di caffè erano state disposti bene in vista. Anche sul palco una nota di colore locale, un caratteristico carretto campagnolo.
I congressisti provenienti dalla costa comprendevano l’inglese. Quelli di San Josè e delle altri parti della Costarica capivano lo spagnolo. Perciò i programmi furono preparati in due lingue. Sabato l’assemblea ebbe inizio con 825 presenti, e ventitré simbolizzarono la loro dedicazione a Geova Dio col battesimo in acqua.
Domenica mattina il fratello Knorr arrivò all’ora fissata. Egli giunse in aeroplano, e nel pomeriggio di domenica parlò ai 1.129 presenti. Il discorso pubblico fu fissato per domenica sera, ma, a causa della forte pioggia e del freddo, soltanto 1.250 vennero ad ascoltare il discorso “L’amore di Dio libera il genere umano dall’afflizione”, tuttavia anche questo fu il più grande numero di gente che avesse mai assistito ad un discorso pubblico in questo Paese. Utilissimi consigli furono dati a tutti i fratelli, sia in inglese che in spagnolo; e nel programma finale, sotto rovesci di pioggia, il Presidente raccontò alcune esperienze avute in altri Paesi e annunciò alla grande congregazione alcuni cambiamenti nell’opera in Costarica. Sarebbe stato incaricato un altro servitore di circoscrizione e ciò avrebbe portato il loro numero a quattro, e le congregazioni sarebbero state visitate ogni quattro mesi invece che ogni sei mesi, per essere maggiormente edificate ed aiutate nella loro opera organizzativa. Tutti erano notevolmente contenti per questa ulteriore disposizione di servizio, e furono specialmente felici allorché il Presidente della Società annunciò che sarebbero stati costruiti un nuovo ufficio filiale e una casa per missionari, con una Sala del Regno nello stesso edificio. Finora la Società aveva preso in affitto una casa adibendola a filiale e ad abitazione per i missionari, e la congregazione aveva in affitto una sala troppo piccola per le molte congregazioni di San Josè. Alcuni mesi prima le congregazioni di San Josè avevano cominciato a raccogliere un fondo per un edificio, ma ormai esse non avrebbero potuto aspettare quattro o cinque anni per avere abbastanza denaro per cominciare a costruire una loro Sala del Regno, poiché la Società aveva acconsentito a finanziarla e i fratelli locali potevano dare contribuzioni come al solito. Ciò fu riconosciuto un meraviglioso provvedimento di Geova. (La proprietà fu acquistata nell’aprile 1955, e i progetti per la costruzione dell’edificio erano già stati fatti, e ognuno fu contento del luogo, situato nel centro della città).
Fu una vera gioia per il fratello Knorr vedere ancora il fratello Hardin nella casa dei missionari. Questi era un diplomato della prima classe della scuola di Galaad, che aveva fedelmente servito gli interessi del Regno in Costarica per molti anni. Era stato costretto a rimanere a letto per molto tempo, malato di artrite a tutti gli arti. Sua moglie, aiutata dagli altri missionari, gli prestava tutte le cure necessarie, i dottori lo visitavano secondo le sue necessità, e di tempo in tempo, nel corso dei precedenti sei mesi, egli aveva potuto avere abbastanza forze da compiere un considerevole servizio di predicazione. La congregazione locale, a motivo dell’amore per lui, non gli permise di dare le dimissioni, e pur stando a letto continuò a preparare le adunanze di servizio e a dirigere l’opera della congregazione dalla sua stanza nella casa dei missionari. Tutti i fratelli lo amavano per il suo zelo e per la sua determinazione a mantenersi attivo. Durante tutto il tempo della sua malattia egli non espresse mai il desiderio di lasciare la sua assegnazione. Durante il congresso fu contentissimo del progresso delle attività e di ricevere rapporti, e il fratello Knorr fu molto felice di avere l’opportunità di parlare con lui. Tuttavia, mercoledì mattina alle ore 3,30 del 22 dicembre 1954, il fratello Hardin morì. Egli era rimasto missionario fino alla fine. La sua fedeltà e il suo servizio sono un eccellente esempio per quanti erano con lui nel servizio missionario e per le congregazioni attorno. Il fratello Knorr doveva partire alle 11,30 per andare a Panama, ma prima di partire s’informò di tutti i particolari del funerale che sarebbe stato tenuto lo stesso pomeriggio. In questi Paesi è necessario seppellire i morti entro ventiquattro ore. Perciò, i fratelli furono informati della morte del fratello Hardin e fu fatto l’annuncio del funerale per quel pomeriggio; 300 persone gremirono la Sala del Regno per ascoltare il discorso funebre.
È meraviglioso conoscere tali fedeli fratelli, lavorare con loro e vedere come la moglie del fratello Hardin continua fedelmente nel servizio. Sebbene questi siano momenti tristi, tuttavia i testimoni di Geova non si affliggono come fanno gli altri, poiché conoscono la loro speranza. La sorella Hardin continuerà l’opera insieme agli altri missionari e così la sua gioia sarà completa. Non si può fare a meno di pensare al contrasto fra quelli che sono fedeli al servizio missionario, come ne è dato qui l’esempio, e quelli che vi sono infedeli.
In passato alcuni missionari sono andati in Costarica, e dopo aver servito quivi alcuni anni si sono interessati al denaro e al commercio, cercando di ottenere l’agiatezza acquistando le maggiori comodità che questo vecchio mondo possa offrire. Essi non solo hanno smesso la loro attività ma sono divenuti negligenti proclamatori di congregazione, dando così un cattivo esempio a quei fratelli che non hanno avuto nemmeno l’addestramento della scuola di Galaad per edificare la loro fede e la conoscenza di Geova Dio. Certamente oggi c’è molta gioia per quelli che sono fedeli; e quale gioia dev’essere per quelli che, essendo stati fedeli per anni e avendo perseverato nell’opera assegnata, continuano a perseverare, anche se i loro fratelli o le loro sorelle, oppure i loro mariti o le loro mogli, terminano il loro ministero per il presente! Un giorno, nella risurrezione, essi riprenderanno gioiosamente il servizio e continueranno ad adorare e lodare il Sovrano Governatore dell’universo, mentre coloro che ritornano a far parte del mondo, cercando i suoi piaceri e i suoi beni, non avranno mai l’opportunità di guadagnare la vita eterna. Abbandonare completamente l’organizzazione di Geova ed interessarsi soltanto di questo vecchio mondo, non lodando il nome di Geova, non radunandosi col popolo di Geova, deve tormentare le menti di quelli che così agiscono. Essi devono convincersi a credere a una menzogna e il Diavolo è il loro padre (sostenitore). Le persone che ritornano a far parte del mondo trovano delle scuse per non aver proseguito nella condotta iniziale ma aver seguito invece un’altra condotta, per convincere se stessi e gli altri che ciò che hanno intrapreso è ai loro occhi la condotta giusta. Quelli che cominciano e continuano nel servizio continuo, come missionari, sono felici nella loro opera, poiché la loro opera è la “gioia del Signore”. Finché si ha il cuore saldo e si spera in Geova, non si temeranno le cattive notizie che si diffondono nel mondo, e non si cercherà di trovar rifugio in questo vecchio mondo ma si troverà un vero rifugio soltanto nella società del nuovo mondo.
In Costarica c’è ancora molto da fare. Coloro che hanno trascurato i loro privilegi dovranno conformarsi alle esigenze di Geova oppure se ne dovranno andare. Ci sono ancora molte pecore che devono essere radunate ed esse saranno condotte nella pura organizzazione di Geova per operare con quelli che stabiliscono il giusto esempio. Con l’immeritata benignità di Geova la Costarica condividerà la prosperità della nazione di Dio.