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  • w57 15/12 pp. 746-748
  • Habacuc e Sofonia

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  • Habacuc e Sofonia
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1957
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  • SOFONIA
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1957
w57 15/12 pp. 746-748

Lezione 51

Habacuc e Sofonia

HABACUC 1:1 dice: “Oracolo che il profeta Habacuc ebbe per visione”. Habacuc, il cui nome significa “abbraccio (d’amore)”, viene così identificato come profeta, e annunciatore d’una profezia carica di future calamità. Fantastiche teorie e tradizioni abbondano intorno alla storia personale di questo profeta, ma fra tutte queste vane supposizioni non v’è nulla di cui ci si possa fidare. L’unica diretta informazione attendibile è quel poco indicato nel versetto introduttivo della profezia di Habacuc.

Ma indirettamente possiamo raccogliere ulteriori particolari dall’evidenza interna del libro che Habacuc compose sotto ispirazione. La più importante informazione risultante da tale ricerca è quella relativa all’approssimativa epoca della dichiarazione della profezia. Habacuc 2:20 dice: “L’Eterno è nel suo tempio santo”. La soprascritta alla fine del capitolo terzo è un’indicazione per l’uso dell’ode ivi contenuta, soprascritta che precisa: “Al Capo de’ musici. Per strumenti a corda”. Quindi il tempio era ancora in piedi e vi si teneva ancora il relativo servizio musicale. Ciò dovrebbe indicare che Habacuc pronunciò la sua profezia, e la scrisse, qualche tempo prima della distruzione del tempio nel 607 a.C. Ma quanto tempo prima?

Un limite è fissato da Habacuc 1:5, 6: “Vedete fra le nazioni, guardate, maravigliatevi e siate stupefatti! Poiché io sto per fare ai vostri giorni un’opera, che voi non credereste, se ve la raccontassero. Perché, ecco, io sto per suscitare i Caldei, questa nazione aspra e impetuosa che percorre la terra quant’è larga, per impadronirsi di dimore che non son sue”. Parlando qui al futuro, Habacuc predisse la caduta di Gerusalemme sotto i Babilonesi e specificamente disse che ciò avrebbe avuto luogo “ai vostri giorni”, cioè, ai giorni di coloro ai quali si rivolgeva. Ponendo la profezia di Habacuc nella prima parte del regno di Joachim (628-618 a.C.) essa si accorderebbe perfettamente con quanto precede, e con quanto segue: Il popolo non avrebbe creduto alla predizione della conquista babilonese, benché ciò venisse loro detto dall’ispirato profeta di Geova. Tale incredulità durante la prima parte del governo di Joachim doveva essere particolarmente forte, perché Joachim era stato intronizzato dalla potenza egiziana e il paese era sottomesso all’Egitto, mentre Babilonia non costituiva a quel tempo una minaccia per Giuda, non avendo ancora infranta la potenza militare dell’Egitto nella battaglia di Carkemish, nel 625 a.C. Inoltre, la corruzione del popolo di Dio denunciata nella profezia corrisponde a quella prevalente all’inizio del regno di Joachim.

Habacuc deplora l’iniquità e perversità, la rapina e violenza, le liti e la discordia, e l’illegalità e il pervertimento del giudizio che abbondano nel paese. (1:2-4) Quindi dichiara la sua profezia concernente la terribile efficienza del macchinario bellico babilonese e la sua vittoriosa avanzata nella terra di Palestina. (1:5-11) Geova ha ‘posto questo popolo per esercitare i suoi giudizi’ l’ha stabilito per ‘infliggere i suoi castighi’, annuncia il profeta. Geova si serve dei Caldei al comando di Nabucodonosor per eseguire i suoi giudizi contro l’infedele Israele. Ma le vesti della totalitaria Babilonia non sono pulite. Essa agisce con perfidia, divora molti che sono più giusti di lei, prende gli uomini nella sua rete come se fossero pesci del mare, e poi se ne vanta e adora le armi e la potenza dello stato. Habacuc pone pertinenti domande relative a queste cose. — 1:12-17.

Habacuc attende le risposte da Geova, e gli è comandato di scriverle appena giungono. La superba, oppressiva Babilonia cadrà. Mai soddisfatta, estendendosi sempre per acquistare maggior potenza e dominio, spogliando nazioni e popoli, essa edifica la propria organizzazione sulle conquiste militari, sul sangue. Geova mostrerà la Sua potenza, e allorché distruggerà l’oppressore la conoscenza della sua supremazia coprirà la terra come le acque coprono il fondo del mare. Smascherata, svergognata, la violenta e sanguinaria Babilonia sarà abbattuta, mentre sulle sue labbra si spengono le vane implorazioni d’aiuto rivolte ai suoi idoli. — 2:1-20.

Nel terzo capitolo Habacuc prorompe in una preghiera in forma di salmo esaltante la tremenda potenza e l’incommensurabile forza scatenata quando l’Onnipotente Geova avanza come Dio di battaglia. Certamente neanche una pioggia di bombe atomiche fabbricate dall’uomo potrebbe paragonarsi alla prodigiosa potenza esplosiva e alla devastazione che scuote la terra descritte quale opera del Creatore dell’atomo! Infatti, soltanto l’udirne parlare fece tremare le labbra del profeta e fremere le sue viscere! Eppure, malgrado tutto ciò, ci sarà preservazione per coloro che si rallegrano e confidano in Geova. Lo stile in cui scrive Habacuc è stato generalmente molto ammirato, e questo terzo capitolo suscita illimitata lode. La sua magnificenza, grandiosità e maestà raggiungono altezze di sublime poesia insuperate nelle Scritture.

SOFONIA

La proclamazione di Sofonia dei giudizi di Dio contro Giuda per la sua ricaduta nella religione diabolica trova orecchi attenti. Supposto da molti un discendente del re Ezechia, questo profeta, il cui nome significa “nascosto in Jah”, fece risuonare il messaggio di Dio durante il regno del buon re Giosia (659-628 a.C.). (1:1) Ma in quale periodo di questo lungo regno di 31 anni? Orbene, le sue parole denunciano Giuda per essere andata dietro a Baal e ad altre divinità demoniche, e per aver adorato le stelle e altri corpi celesti. Le sue iniquità devono essere scoperte; la sua indifferenza verso Geova e la sua presunzione che egli non agirà né per il bene né per il male devono essere dissipate. Un giorno di retribuzione s’avvicina in gran fretta, un giorno in cui né l’argento né l’oro salveranno dall’ira di Geova. — 1:2-18.

Tali ardenti dichiarazioni non sarebbero state appropriate dopo il dodicesimo anno del regno di Giosia, poiché da quel tempo in poi egli purificò il paese dall’adorazione demonica. Nell’ottavo anno del suo regno egli cominciò a cercare Geova. (2 Cron. 34:3) Quindi Sofonia deve aver profetizzato all’inizio del regno di Giosia, quando prevaleva ancora la demonologia. Indubbiamente i suoi infuocati discorsi influirono molto sull’azione di Giosia di rivolgersi a Geova e più tardi di sterminare la falsa religione nel paese. Questa definizione dell’epoca in cui profetizzò Sofonia armonizza col fatto ch’egli predisse la caduta di Ninive e una strage di Etiopi, entrambe dovute alla “spada” di Geova. Ambedue queste profezie ebbero un adempimento su piccola scala nel 625 a.C., quando Nabucodonosor, ‘servitore di Geova’, prese la città di Ninive e infranse la potenza dell’Egitto nella battaglia di Carkemish presso il fiume Eufrate, seguita parecchi anni dopo dalla sua invasione dell’Egitto fino a Tahpanes. — 2:12, 13; Ger. 43:8-13.

La riforma sotto il re Giosia fu solo temporanea; non arrestò permanentemente l’esecuzione dei giudizi dichiarati da Sofonia riguardo alla cattività dei Giudei. La desolazione si sarebbe sicuramente abbattuta su una nazione che non cercava Geova Dio. Col suo messaggio di sventura Sofonia al tempo stesso esortava quelli che erano umili verso Geova Dio a meditare seriamente, a cercare l’umiltà e a cercare la giustizia per poter essere messi al coperto nel giorno dell’ira del Signore. Il furore distruttivo di Geova spazzerà via dalla terra la falsa religione! Le nazioni pagane cadranno e i loro dèi periranno. Quindi tutti adoreranno soltanto Geova. — 2:1-15.

Il capitolo 3 rimprovera particolarmente Gerusalemme per essersi contaminata con la falsa religione, per aver rifiutato d’accettare l’istruzione divina. Tutte le nazioni devono essere radunate, affinché su di esse sia riversata l’ardente ira di Geova. La lingua del rimanente del riunito popolo di Geova sarà quella della pura adorazione, e in mezzo ad esso ci sarà una moltitudine di persone, già vittime delle afflizioni della falsa religione, che pongono la loro fiducia in Geova. Allora Geova amorevolmente si rallegrerà del suo riorganizzato rimanente, e ad esso non s’infiacchiranno più le mani per paura ma sarà un popolo per il suo nome e canterà dappertutto le sue lodi.

[Domande per lo studio]

1. Quale testimonianza diretta esiste riguardo ad Habacuc?

2. Quale importante informazione si desume dall’interna evidenza circa l’epoca della profezia?

3. Quale condizione di Giuda è denunciata da Habacuc?

4. Come Geova si sarebbe servito di Babilonia? e tuttavia perché le vesti di Babilonia non sono pulite?

5. Che cosa raccoglierà infine Babilonia?

6. Che cosa espone il terzo capitolo?

7. Come si può stabilire con più precisione il tempo della profezia di Sofonia durante il regno del re Giosia?

8. Quale fatto dimostra che il suo messaggio pervenne ad orecchi attenti?

9. Riassumete il contenuto (a) del capitolo 2. (b) Del capitolo 3.

“A che giova l’immagine scolpita perché l’artefice la scolpisca? A che giova l’immagine fusa che insegna la menzogna, perché l’artefice si confidi nel suo lavoro, fabbricando idoli muti? Guai a chi dice al legno: ‘Svègliati!’ e alla pietra muta: ‘Lèvati!’ Può essa ammaestrare? Ecco, è ricoperta d’oro e d’argento, ma non v’è in lei spirito alcuno. Ma l’Eterno è nel suo tempio santo; tutta la terra faccia silenzio in presenza sua!” — Hab. 2:18-20, VR.

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