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  • Spaventosa persecuzione religiosa nel Malawi

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  • Spaventosa persecuzione religiosa nel Malawi
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
  • Sottotitoli
  • CHI SONO LE VITTIME?
  • PERCHÉ LA PERSECUZIONE?
  • CHI SONO I PERSECUTORI?
  • “UN FULMINE A CIEL SERENO”
  • NOTI PERCHÉ PAGANO LE TASSE
  • NESSUNA EVIDENZA DI PROVOCAZIONE
  • I TESTIMONI MESSI AL BANDO
  • LE ACCUSE CAMBIANO
  • IL PRESIDENTE DEL MALAWI
  • REAZIONE DEL PUBBLICO AL BANDO
  • COMBATTONO CONTRO DIO
  • ALTRI SI INTERESSANO DI CIÒ CHE AVVIENE
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
w68 1/6 pp. 341-350

Spaventosa persecuzione religiosa nel Malawi

ALL’IMPROVVISO è nuovamente divampata la persecuzione di una zelante minoranza religiosa. Essa è scoppiata con una violenza e un’intensità tali da far pensare più al Medio Evo che all’ultimo terzo di questo ventesimo secolo. Durante l’anno scorso le case, i negozi e i luoghi di adorazione di migliaia di dedicati cristiani furono distrutti dal fuoco o in altra maniera perché essi si sforzavano di vivere in armonia con la Bibbia. Sono stati derubati, oltre mille donne sono state violentate, gli uomini sono stati percossi fino a far perdere loro i sensi e un certo numero d’essi sono stati uccisi. Dove? Nel Malawi, uno stretto paese circondato da terre nell’Africa Centrale, alquanto a sudest.

Sì, in questa nuova nazione di circa quattro milioni di abitanti, precedentemente chiamata Nyasaland, sta avendo luogo questa sorprendente persecuzione religiosa. A Lilongwe, nel Malawi centrale, 170 case di questi cristiani furono distrutte dal fuoco in tre notti. Nel distretto di Fort Johnson, piuttosto a sud, 34 case e 18 depositi di alimentari vennero distrutti dal fuoco alla fine di ottobre. A Mbalame, il 27 ottobre 1967, tutte le case dei cristiani di due congregazioni vennero distrutte dal fuoco mentre essi, comprese le donne, furono spogliati e brutalmente percossi. In alcuni di questi luoghi i persecutori si sono serviti di autocarri per portare via i mobili confiscati di questi cristiani prima di distruggere le loro case.

Un ministro viaggiante nel Paese scrisse: “Il 27 ottobre fui derubato di tutti i miei averi. . . . Io e mia moglie fummo brutalmente percossi. Le case di centinaia di nostri fratelli cristiani sono state distrutte. Molti luoghi di adorazione sono stati demoliti”.

In un luogo un certo numero di questi cristiani perdettero i sensi per le percosse e uno di essi fu messo in cima a una catasta di legna a cui fu infine appiccato il fuoco, tutto dietro istigazione di un membro del parlamento del Malawi. Ma poi questo uomo politico ci ripensò e fece quindi togliere frettolosamente dalla catasta il cristiano privo di sensi.

In un altro luogo un gruppo di questi cristiani furono svegliati da funzionari del Partito del Congresso. Gli uomini furono percossi e colpiti con bastoni e pangas [grossi coltelli] e quindi furono costretti a guardare mentre dieci delle loro mogli venivano violentate. Due donne erano incinte, e una di esse ebbe successivamente un aborto come conseguenza.

Alla fine dello scorso ottobre un gran numero di donne cristiane della zona di Mlanje vennero assalite e violentate, e il 25 ottobre 1967 una quindicenne del Villaggio Mkuwila, per essersi rifiutata di fare compromesso in merito alle sue convinzioni religiose, venne legata a un albero e violentata sei volte. Quanto fossero sadici questi persecutori si può vedere dal fatto che introdussero persino un tappo di legno in una donna cristiana.

Questa vergognosa persecuzione ha mandato molti di questi cristiani all’ospedale, e almeno cinque di essi erano stati uccisi alla fine del novembre 1967. Centinaia sono fuggiti nella foresta per mettersi al sicuro mentre letteralmente migliaia d’altri si sono rifugiati nella vicina provincia portoghese del Mozambico, dov’è stato loro provveduto vitto e alloggio.

The Times, di Blantyre, maggiore città industriale del Malawi, situata nella parte meridionale del Paese, nel suo numero del 9 novembre 1967, disse che 3.000 di questi cristiani erano apparsi in tribunale a Lilongwe, accusati d’essere membri di una società illegale. Per controllare la notizia, due missionari si recarono a Lilongwe. Lì ne trovarono 2.400 in prigione e appresero che cinque bambini erano nati lì e che 800 cristiani erano trattenuti alla stazione di polizia. Sebbene la maggioranza di essi avessero trascorso la notte dormendo sotto il cielo e avesse piovuto, erano di buon umore, decisi a rimanere fermi. Veramente, tale fede è lodevole, ma il governo che li tratta così duramente non si rende forse oggetto di vergogna dinanzi al mondo?

CHI SONO LE VITTIME?

Queste vittime perseguitate appartengono a un gruppo religioso di minoranza chiamato cristiani testimoni di Geova, noti in tutto il mondo per la loro forte fede basata sulla Bibbia. Senza dubbio conoscete alcuni testimoni di Geova nella vostra comunità e avete osservato che essi mettono la religione al primo posto nella loro vita, come Gesù comandò ai suoi seguaci di fare quando disse: “Continuate dunque a cercare prima il regno e la sua giustizia”. (Matt. 6:33) La stessa cosa avviene ai testimoni di Geova nel Malawi.

Questi cristiani si trovano nel Malawi dalla prima guerra mondiale e sono stati organizzati per la predicazione di “questa buona notizia del regno” dal 1933 dalla Società Torre di Guardia. (Matt. 24:14) Nell’agosto 1967 c’erano 18.519 cristiani testimoni di Geova nel Malawi che svolgevano la loro opera istruttiva con comparativamente pochi ostacoli. Quando nell’estate del 1967 tennero le loro Assemblee di Distretto “Facciamo discepoli”, un totale di 25.830 persone, od oltre 7.000 più dei Testimoni che ci sono nel Paese, assistettero e ascoltarono con interesse. Tra i presenti c’erano osservatori del governo che non poterono fare a meno di rimanere colpiti dall’amore, dall’unità e dallo spirito pacifico manifestati dai Testimoni, mentre migliaia di persone di diverse tribù stavano insieme come una sola grande famiglia.

PERCHÉ LA PERSECUZIONE?

Giacché questa è la condotta seguìta dai testimoni di Geova, perché, dunque, tutta questa violenta persecuzione nel Malawi? Una delle ragioni principali è che i Testimoni si rifiutano di comprare le tessere di associazione del Partito del Congresso del Malawi e si rifiutano anche di comprare e portare distintivi con la fotografia del presidente del Malawi, il dott. H. Kamuzu Banda. Altre organizzazioni religiose, cattoliche, protestanti e musulmane, hanno tutte ceduto alla pressione sotto questi aspetti, ma i testimoni di Geova no. Perché? Perché si attengono strettamente alla Parola di Dio.

Come cristiani testimoni di Geova seguono l’esempio del Figlio di Dio, Gesù Cristo, che si mantenne estraneo alla politica del suo giorno. Egli disse che i suoi seguaci non erano “parte del mondo come io non sono parte del mondo”. (Giov. 17:16) E dinanzi al governante politico romano della Giudea, Ponzio Pilato, egli attestò: “Il mio regno non fa parte di questo mondo. Se il mio regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei. Ma ora il mio regno non è di qui”. (Giov. 18:36) Precedentemente, quando i Giudei volevano afferrarlo per farlo re, egli sfuggì loro e si ritirò tutto solo su un monte. — Giov. 6:15.

Sì, Gesù predicò e prestò fedeltà al “regno dei cieli”, al “regno di Dio”. Seguendo le orme di Gesù come cristiani sinceramente dedicati, i testimoni di Geova non hanno altra alternativa che tenersi separati, “senza macchia dal mondo”. Poiché possono mostrare fedeltà solo a Geova Dio e al suo regno, si sentono obbligati ad astenersi dal partecipare a qualsiasi azione che renda tale devozione ai capi politici. Quindi si mantengono neutrali rispetto alle questioni politiche del Malawi, come si mantengono neutrali rispetto alle questioni politiche di ogni altro Paese dove abitano. A motivo di questa neutralità cristiana essi sono perseguitati nel Malawi. — Matt. 4:17; Mar. 1:15; Giac. 1:27.

CHI SONO I PERSECUTORI?

Le persone del Malawi sono conosciute come gente che ama la pace, ed esse sanno che pure i cristiani testimoni di Geova amano la pace. Perché dunque c’è persecuzione? Essa è dovuta allo spirito nazionalistico che ha infiammato tante persone in questo Paese, specialmente i giovani che sono membri della Lega della Gioventù. Essi somigliano ai giovani nazisti che commisero tanti saccheggi contro gli Ebrei quando Hitler era al potere in Germania, e alle Guardie Rosse che nella Cina comunista hanno terrorizzato tante persone che, secondo loro, non erano abbastanza nazionalistiche. Per essere buoni cittadini, agli occhi di questi gruppi, non è sufficiente pagare le tasse e ubbidire a tutte le leggi del paese, ciò che i testimoni di Geova hanno fatto fedelmente, ma tutti devono ora divenire membri del Partito del Congresso del Malawi e darne prova acquistando la tessera di associazione e portando il distintivo che ha l’effigie del presidente H. Kamuzu Banda.

Anche mesi prima che il Malawi ottenesse l’indipendenza il 6 luglio 1964, i cristiani testimoni di Geova, dal gennaio al marzo 1964, subirono un’ondata di brutale violenza e spietata persecuzione a causa della loro determinazione a questo riguardo. A quel tempo 1.081 delle loro case e oltre 100 loro Sale del Regno furono distrutte dal fuoco o demolite in altro modo. Inoltre, 588 campi di granturco, miglio, fagioli, cassava e cotone furono distrutti. Molti Testimoni furono ricoverati in ospedale, donne furono violentate, e otto Testimoni morirono per le percosse o vennero direttamente uccisi. Per settimane molti di questi perseguitati cristiani dovettero dormire all’aperto nella foresta senza avere quasi nulla da mangiare, sopportando i rigori della stagione delle piogge e la minaccia di serpenti e altri animali selvaggi.

A quel tempo i testimoni di Geova nel Malawi, per mezzo dei loro rappresentanti, fecero del loro meglio per cercar di ragionare coi responsabili in posizioni di governo così che fermassero questa violenta persecuzione di uomini, donne e bambini. In un’occasione s’incontrarono con l’allora Ministro degli Interni, Yatuta Chisiza (che in seguito si ribellò al dott. Banda, il presidente, e recentemente è stato fucilato dalle forze di sicurezza del Malawi). Egli manifestò il suo grande dispiacere per il fatto che i Testimoni erano gli unici a rifiutarsi di comprare le tessere d’associazione del Partito del Congresso del Malawi e disse al portavoce dei Testimoni che se non cambiava idea gli sarebbe “accaduto un bruttissimo incidente”. Nuovamente si poteva vedere che i Testimoni erano perseguitati a motivo della loro posizione neutrale riguardo alla politica nazionale.

Comunque, nonostante il modo insoddisfacente in cui terminò questo incontro con il ministro Chisiza, e anche un incontro precedente col presidente Banda, la situazione dei Testimoni nel Malawi migliorò. Per la maggior parte poterono tornare ai loro villaggi e ricostruire le loro case e Sale del Regno. Molti di coloro che una volta avevano maltrattato i testimoni di Geova andarono ora a chiedere perdono, e un certo numero di loro sono ora essi stessi Testimoni. Si potrebbe dire che in quel tempo i Testimoni del Malawi ‘entrarono in un periodo di pace, essendo edificati’, proprio come avvenne ai primi cristiani in circostanze simili. — Atti 9:31.

“UN FULMINE A CIEL SERENO”

Date le condizioni ragionevolmente favorevoli nelle quali i cristiani testimoni di Geova poterono svolgere le loro attività di ministero nel Malawi durante il 1965 e il 1966, fu davvero come “un fulmine a ciel sereno” quando i Testimoni aprirono la radio il 23 aprile 1967 e udirono il presidente H. Kamuzu Banda lanciar loro un attacco. In un messaggio della durata di circa mezz’ora, in cui considerò vari problemi a cui andava incontro la sua nazione, dedicò un terzo del tempo lanciando un esteso attacco ai Testimoni. Fra l’altro egli dichiarò:

“Sono stato allarmato dalle notizie pervenutemi da quasi ogni distretto, circa la deliberata provocazione dei miei sostenitori, membri del Partito del Congresso del Malawi, particolarmente i membri della Lega della Gioventù e i Giovani Pionieri ad opera dei Testimoni di Geova. Questa deliberata provocazione dei membri del mio partito . . . assume varie forme. Una è che i Testimoni di Geova stessi si rifiutano di pagare le tasse. Ma invece di limitarsi solo a rifiutare di pagare essi stessi le tasse, i Testimoni di Geova impediscono o cercano di impedire ad altri di pagare le tasse. E quando i funzionari del Partito dicono loro di non dire alle persone di non pagare le tasse, diventano deliberatamente offensivi verso i Capi del Partito. . . . Un altro modo è che i Testimoni di Geova impediscono ai membri del Partito del Congresso del Malawi di rinnovare le loro tessere di associazione o di comprare nuove tessere di associazione al Partito del Congresso del Malawi. Inoltre, quando i capi del Partito del Congresso del Malawi . . . dicono loro di non impedire alle persone di rinnovare le loro tessere di associazione al Partito del Congresso del Malawi o di comprare nuove tessere, i Testimoni di Geova dicono: ‘Sì, voglio che mi battiate, non potete vietarmi di impedirlo loro. Lo faccio deliberatamente così che mi battiate, e io possa condurvi alla polizia’. . . . Il governo proteggerà ogni cittadino osservante della legge dalla molestia da parte di chiunque . . . ma non darà ai Testimoni di Geova il permesso di provocare alcuno. . . . Voglio che questo sia ben chiaro. I Testimoni di Geova devono smettere di provocare altri, di provocare la gente. E se non smettono e continuano a provocarli, non devono lamentarsi se e quando sono battuti”.

NOTI PERCHÉ PAGANO LE TASSE

Le accuse che i cristiani testimoni di Geova non paghino le tasse e che cerchino di impedire ad altri di pagare le tasse non sono fondate. La loro letteratura indica ripetutamente l’obbligo scritturale dei cristiani di pagare le tasse richieste dai governi di questo sistema di cose, poiché Gesù ordinò di pagare le tasse quando disse: “Rendete dunque a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio”. E lo ordinò anche l’apostolo Paolo scrivendo ai cristiani a Roma: “Rendete a tutti ciò che è dovuto, a chi chiede la tassa, la tassa; a chi chiede il tributo, il tributo”. — Matt. 22:15-22; Rom. 13:7.

Infatti, i testimoni di Geova del Malawi hanno una così buona reputazione come contribuenti che quando il dott. Banda li accusò di non pagare le tasse molte persone furono apertamente in disaccordo con lui. Oltre a ciò, se qualche testimone cristiano rifiutasse deliberatamente di pagare le tasse o impedisse ad altri di pagare le tasse, sarebbe disassociato o scomunicato dalla sua congregazione. A questo riguardo è davvero interessante che una delle false accuse mosse contro Gesù Cristo, il Figlio di Dio, al tempo del suo arresto fu: “Abbiamo trovato quest’uomo a sovvertire la nostra nazione, proibendo di pagare le tasse a Cesare”. (Luca 23:2) Ora il governo del Malawi ha scelto di seguire la stessa condotta degli uomini che provocarono la morte di Gesù Cristo.

Quelli che conoscono bene i testimoni di Geova nel Malawi riferiscono che i Testimoni non solo pagano le tasse ma si addossano anche la loro parte di peso nei cosiddetti progetti di assistenza del governo aiutando a costruire scuole, ospedali, ecc. Infatti, i testimoni di Geova nel Malawi sono stati così esemplari nel sostenere questi progetti che molti capitribù e capi di villaggi hanno pubblicamente elogiato i Testimoni per i loro coscienziosi sforzi in queste cose. Sono stati anche elogiati da molti funzionari governativi e da autorità locali per essere i migliori contribuenti del Paese. E quando un funzionario portoghese fece un controllo su un numeroso gruppo di quelli che erano stati costretti a fuggire nel Mozambico egli riscontrò che ognuno di essi era in grado di presentare la sua Ricevuta delle tasse, rivelando così che l’accusa secondo cui “si rifiutano di pagare le tasse” era una deliberata menzogna.

NESSUNA EVIDENZA DI PROVOCAZIONE

L’accusa che i Testimoni provochino deliberatamente altri perché li assalgano è pure senza fondamento nella realtà. Ricordate che questi giovani nazionalistici e altri non si limitarono semplicemente a percuotere i testimoni di Geova, ma portarono via i possedimenti dei Testimoni con autocarri. Distrussero col fuoco le case e le Sale del Regno dei Testimoni, violentarono donne e persino uccisero degli uomini. Certo bisogna fare uno sforzo per credere all’accusa che i Testimoni andassero deliberatamente in cerca di queste depredazioni contro se stessi. Il fatto stesso che migliaia di Testimoni si rifugiarono nel Mozambico basta a dimostrare che l’accusa della provocazione è falsa.

Inoltre, c’è evidenza legale del contrario, poiché questa non era la prima volta che veniva fatta l’accusa. Pertanto il giudice in carica L. M. E. Emejulu, nel giudizio della Causa Penale N. 46 del 1964, quando Dafter Biziweck e sette altri furono condannati per l’assassinio di Elton Mwachande, testimone di Geova del Malawi, disse:

“Non vedo nessuna evidenza di provocazione. È vero che i Testimoni di Geova hanno propagato con determinazione la loro fede e hanno cercato di fare convertiti, ma essi sono stati consci dei loro doveri civici e hanno fatto tutto quello che veniva loro chiesto, compreso lo sviluppo della comunità. Si rifiutarono solo di unirsi a qualsiasi partito politico. . . . Non c’è evidenza che costringessero o cercassero di costringere alcuno ad accettare la loro religione. C’è l’evidenza del contrario. La Costituzione garantisce loro il diritto di appartenere o non appartenere a qualsiasi partito politico. Non trovo nessuna evidenza di provocazione”.

Riguardo a questo particolare processo per assassinio The Glasgow Herald (Scozia) riferì il giovedì 29 ottobre 1964:

“Otto condanne a morte. Assassinio di un Testimone di Geova. Blantyre, Malawi. Mercoledì. — Otto uomini, compresi tre funzionari del Partito del Congresso del Malawi, sono stati condannati a morte questa settimana dalla Corte Superiore per l’assassinio di un Testimone di Geova che si era rifiutato di iscriversi per le Elezioni Generali. Il Sig. Elton Barnett Mwachande fu ‘abbattuto e ucciso’, secondo l’evidenza, lo scorso febbraio a Mlanje quando i Testimoni di Geova fuggivano dinanzi agli uomini che incendiavano le case di coloro che rifiutavano di iscriversi. — Reuter”.

I TESTIMONI MESSI AL BANDO

Sebbene la posizione dei testimoni di Geova fosse stata così legalmente sostenuta nel 1964, il 18 settembre 1967 The Times di Blantyre, Malawi, aveva una grande intestazione in prima pagina: “IL MALAWI PUÒ DICHIARARE ILLEGALI I TESTIMONI DI GEOVA”. Si riferisce che il Partito del Congresso, nel suo annuale raduno tenuto a metà settembre (al quale erano presenti il presidente Banda e tutti i ministri del suo gabinetto), aveva emanato dodici Risoluzioni, l’ottava delle quali diceva: “Raccomandiamo vigorosamente che la denominazione dei Testimoni di Geova sia dichiarata illegale in questo Paese poiché l’attitudine dei suoi aderenti è non solo nociva al progresso di questo Paese, ma anche così negativa sotto ogni aspetto che mette in pericolo la stabilità e la pace e la calma essenziali per l’efficiente amministrazione del nostro Stato”.

The Times riferì pure i commenti del dott. Banda su questa Risoluzione, trasmessi per radio all’intera nazione.

“Causano difficoltà ovunque . . . Il Governo può emanare una legge così che ogni area o distretto possa decidere da sé se vuole i Testimoni di Geova o no. Se le persone di qualunque area dicono ‘No’, non ci sarà lì nessun Testimone di Geova. Qualsiasi area avrebbe il diritto di decidere da sé e se i Testimoni non facessero le valigie andrebbero in prigione”.

“Causano difficoltà ovunque”: questo ci fa rammentare una simile accusa nei tempi apostolici! Il missionario cristiano e apostolo delle nazioni Paolo fu pure falsamente accusato di suscitare difficoltà ovunque. — Atti 24:2-9.

La Risoluzione adottata dal Partito del Congresso del Malawi al suo congresso politico raccomandava che i testimoni di Geova fossero messi al bando, ma essa non fu considerata né dibattuta nel Parlamento del Malawi di 50 membri, il 90 per cento dei quali professano d’essere cristiani. Inoltre, invece di lasciare la decisione a ogni distretto, il governo decise di mettere al bando i testimoni di Geova in tutto il Paese, come riferì pure The Times del 23 ottobre 1967, con grandi intestazioni in neretto: “IL MALAWI METTE AL BANDO LA ‘PERICOLOSA SETTA’”. Esso proseguiva dicendo:

“L’organizzazione religiosa dei Testimoni di Geova è stata dichiarata ‘pericolosa per il buon governo del Malawi’ ed ora è perciò una società illegale. Questo annuncio vien dato in uno speciale Supplemento della Gazzetta del Governo pubblicato alla fine della settimana. L’avviso N. 235 è firmato personalmente dal presidente dott. Banda, e dichiara che la misura è presa in base alla Sezione 70 (2) (ii) del Codice Penale del Malawi. L’effetto dell’annuncio è che i Testimoni di Geova non possono più tenere adunanze, vendere o distribuire letteratura o raccogliere denaro . . . La legge riguardante la società illegale dichiara che chiunque diriga o partecipi alla direzione di una società illegale è colpevole di un reato ed è soggetto ad imprigionamento per 14 anni. Altre sezioni della legge dichiarano che nessun membro può permettere che si tenga un’adunanza della società o di membri della società in ‘qualsiasi casa, edificio o luogo’ appartenente a lui od occupato da lui. In questo caso la pena è una condanna alla prigione di sette anni. Il Codice Penale prevede pure la perquisizione da parte della polizia di qualsiasi locale appartenente od occupato dalla società o dai suoi membri. Nessun membro può esporre insegne o ‘gridare o pronunciare alcun motto o fare alcun segno’ in relazione con la società. La legge prevede pure la nomina di un funzionario per definire le questione di una società illegale”.

Due settimane dopo, il 7 novembre, gli otto missionari europei e americani dei Testimoni, alcuni dei quali erano nel Paese da dieci anni, ricevettero l’ultimatum: “Vi è con ciò ordinato di lasciare il Malawi entro 24 ore dalla notifica di questo Avviso e Ordine a meno che non vi appelliate prima al Magistrato”. Nello stesso tempo il moderno edificio ben attrezzato della sede dei testimoni di Geova nel Malawi fu occupato dal governo e messo sotto il controllo della polizia. Tutta la letteratura pubblicata dalla Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati venne confiscata.

Comunque, i missionari, sapendo di non aver commesso nulla di male, non fecero nessun passo per lasciare volontariamente il Paese. Il giorno seguente la polizia venne e li arrestò tutt’e otto. Quattro vennero fatti immediatamente salire a bordo di aerei sotto la scorta della polizia. Gli altri quattro furono trattenuti nella Prigione Chichiri, da dove, due giorni dopo, furono deportati a Maurizio.

The Times del 9 novembre 1967 aveva una grande intestazione in prima pagina: “3.000 IN TRIBUNALE MENTRE I CAPI SE NE VANNO”, e vennero pure pubblicate fotografie coi particolari della deportazione. Esso riferì ulteriormente che un membro del Parlamento del Malawi, J. D. Gunda, “durante i giorni di fine settimana aveva avvertito i precedenti membri della setta religiosa dei Testimoni di Geova al bando delle forti sanzioni che sarebbero state imposte a coloro che deliberatamente trasgredivano la Legge continuando ad esser membri dell’organizzazione proscritta”.

LE ACCUSE CAMBIANO

Sebbene i testimoni di Geova fossero stati accusati d’essere una pericolosa organizzazione illegale che provoca altri a commettere azioni illegali, sono ora accusati d’essere semplicemente “sciocchi e stupidi”, certo non un grande reato! Pertanto The Malawi News, portavoce del governo, dedicò tutta la terza parte superiore della prima pagina nel suo numero del 24 novembre 1967 a titoli sui testimoni di Geova, come “I TESTIMONI DI GEOVA SONO SCIOCCHI E STUPIDI”. “NON MERITANO CHE ALCUNO SI DISTURBI PER LORO”.

Fra l’altro, riferì: “Il presidente Ngwazi [il Conquistatore] disse che queste persone erano sciocche e stupide perché se non credevano al governo ma appartenevano al cielo perché mandavano a scuola i loro figli, andavano all’ospedale quando erano malate, e cercavano la protezione della polizia dopo ‘un piccolo graffio’”. Ma lo scherno non sostituisce la logica, né può annullare i fatti. Come contribuenti i testimoni di Geova hanno perfettamente diritto di mandare i loro figli alle scuole pubbliche, hanno diritto di farsi ricoverare negli ospedali governativi quando sono malati e di ricorrere alla polizia per essere protetti quando sono assaliti. Ma si può ben chiedere: Si tratta solo di “un piccolo graffio” quando le case sono saccheggiate e distrutte dal fuoco, quando le donne sono violentate e gli uomini sono battuti fino a far loro perdere i sensi e persino uccisi?

Perché i testimoni di Geova dovrebbero esser messi al bando un mese perché sono una setta pericolosa, e quindi esser descritti il mese dopo semplicemente come “sciocchi e stupidi”? Inoltre, se i Testimoni veramente “non meritano che alcuno si disturbi per loro”, perché il governo ha preso misure così drastiche contro di loro?

È evidente che la posizione del governo non è consistente. Perché? Perché le accuse sono infondate. Il fatto è che ora viene compiuta una campagna di diffamazione pubblica nel disperato tentativo di giustificare le azioni del governo dinanzi al pubblico.

IL PRESIDENTE DEL MALAWI

Giacché stanno avvenendo nel Malawi tali vergognose persecuzioni, alcuni lettori potrebbero pensare che il presidente Banda sia semplicemente un capo provinciale che ha poca conoscenza dei princìpi democratici. Ma tale opinione sarebbe errata. Non solo il dott. Banda ha tratto pieno profitto da un’istruzione occidentale — avendo frequentato tre istituti di istruzione superiore negli Stati Uniti ed esercitato la medicina a Londra per parecchi anni — ma ha avuto pure molti contatti con le religioni della cristianità. Furono i metodisti, ci è detto, ad aiutarlo ad andare in primo luogo negli Stati Uniti e a fargli frequentare la scuola superiore. Egli è stato anche anziano della Chiesa di Scozia, una delle più rigide denominazioni protestanti. Egli ha detto: “Sono un uomo di Dio”.

A una colazione privata col presidente degli U.S.A. Lyndon B. Johnson, l’8 giugno 1967, egli dichiarò di condividere i sentimenti dell’uomo che una volta disse: “Non so quale condotta seguiranno gli altri, in quanto a me, datemi la libertà o datemi la morte”. Disse ancora al presidente Johnson: “Voglio che Lei sappia, signor Presidente, che, qualunque cosa mi costi, faccio ciò che ritengo la cosa giusta secondo la mia coscienza”. — United States Department of State Bulletin, 10 luglio 1967.

Il dott. Banda è stato molto elogiato dagli Europei. Al tempo in cui il Malawi ottenne l’indipendenza un preminente funzionario inglese dichiarò: “Sia ringraziato il cielo per il dott. Banda; è un uomo d’irreprensibile integrità, forse il più notevole africano vivente”. (The Christian Century, 17 giugno 1964) I funzionari europei impiegati nel Malawi, che sono la spina dorsale dell’amministrazione commerciale e governativa, sono stati molto soddisfatti del dott. Banda. Essi hanno detto: “Qui potete essere tutto quello che volete eccetto che comunista. Non osiamo pensare che accada qualcosa a Banda”. (Newsweek, 8 luglio 1966) Ma ora non si può essere legalmente testimoni di Geova nel Malawi!

Al colto presidente del Malawi, dott. Banda, il 4 novembre 1967 fu inviata una lettera dal ministro che presiede ai testimoni di Geova nel Malawi. La lettera richiamava l’attenzione del presidente sulla vergognosa persecuzione dei cristiani testimoni di Geova, chiedendogli rispettosamente di usare il suo potere per fermare questa violenza. Gli rammentava che egli aveva detto che “questo governo proteggerà ogni cittadino osservante della legge da molestia da parte di chiunque”. Nella conclusione, lo esortava a usare tutti i suoi “poteri per fermare tali atti di violenza contro persone innocenti”. Ma egli non volle ascoltare questa richiesta.

REAZIONE DEL PUBBLICO AL BANDO

Che cos’ha pensato la gente comune del Malawi di questo bando? Possiamo anche qui trovare un paragone biblico. Come nei giorni degli apostoli di Gesù le potenze governanti dei Giudei misero al bando la loro predicazione mentre il popolo comune li udiva volentieri, così è avvenuto nel Malawi. Anzitutto, i gruppi di giovani nazionalistici radicali, lungi dall’essere popolari tra le persone, sono temuti da esse. Alcune di queste persone comuni, udendo del bando dei testimoni di Geova, esclamarono: “Ora sappiamo che dobbiamo essere alla fine del mondo, quando il popolo di Dio è al bando nel nostro Paese!” E quando un anziano poliziotto udì dell’ordine di deportazione dei missionari stranieri dei testimoni di Geova, chiese con voce eccitata: “Dove andrà a finire tutto questo?” — Atti 5:28; 6:7.

Dopo il primo avvertimento del bando dei testimoni di Geova, un preminente membro del Partito del Congresso del Malawi andò a chiedere nel cuore della notte, come Nicodemo andò da Gesù col favore delle tenebre: “Che cosa devo fare per divenire testimone di Geova? Preferirei morire in prigione con voi che essere fuori senza che ci fosse nessun testimone di Geova”. (Giov. 3:1, 2) L’ultimo giorno che i missionari rimasero nel Malawi, un giovane andò all’ufficio della loro sede a Blantyre e chiese perdono per il modo in cui aveva maltrattato i Testimoni. Egli disse che da ora in poi avrebbe cambiato la sua condotta ed espresse il sentito desiderio di studiare la Bibbia con un Testimone.

COMBATTONO CONTRO DIO

I testimoni di Geova non smetteranno di servire Dio solo perché la loro condotta cristiana non è approvata dal presidente Banda. Essi sono come i cristiani del primo secolo che misero l’ubbidienza a Dio prima dell’ubbidienza agli uomini. Quando furono trascinati dinanzi ai governanti che dissero loro: “Noi vi abbiamo positivamente ordinato di non continuare a insegnare in base a questo nome, eppure, ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento, e avete determinato di recare su di noi il sangue di quell’uomo [Gesù Cristo]”, gli apostoli risposero intrepidamente: “DOBBIAMO UBBIDIRE A DIO QUALE GOVERNANTE ANZICHÉ AGLI UOMINI”. — Atti 5:28, 29.

D’altra parte, essi nemmeno si rivolteranno contro il governo e non renderanno male per male. Le armi che questi cristiani usano non sono carnali ma spirituali, soprattutto la Parola di Dio. Essi riconoscono l’obbligo di imitare il modello che il loro Capo, Gesù Cristo, stabilì per loro, del quale è scritto: “Quando era oltraggiato, non rese oltraggio. Quando soffriva, non minacciò”. Non cercano di vendicarsi ma ‘fanno posto all’ira’, sapendo che è scritto: “La vendetta è mia; io ricompenserò, dice Geova”. — 1 Piet. 2:21, 23; Rom. 12:19.

No, non è dai testimoni di Geova che il presidente Banda e i suoi sostenitori hanno qualche cosa da temere, ma dall’Onnipotente Dio stesso. Si sono messi in opposizione a Geova Dio e si son trovati a combattere contro Dio. (Atti 5:38, 39) Ma essi non devono continuare tale condotta. Possono cambiare. Cambieranno? Questa è una domanda che deve affrontare non solo il dott. Banda, ma ogni membro del suo gabinetto, ogni membro del Parlamento del Malawi come pure ogni funzionario del Malawi. Sì, questa domanda dev’essere affrontata da chiunque lo sostiene come membro del suo partito politico.

ALTRI SI INTERESSANO DI CIÒ CHE AVVIENE

Il Presidente del Malawi può credere che ciò che fa come presidente del Malawi sia affar suo, e non del resto del mondo. Ma non dovrebbe egli capire che il resto del mondo prende nota quando la giustizia è calpestata e innocenti cristiani sono crudelmente maltrattati? Non dovrebbe vigorosamente rendersi conto del fatto che non si è reso più popolare né presso il suo popolo né presso le persone rette di qualsiasi altra parte del mondo con l’azione che ha compiuta?

Se voi siete una persona che apprezzate la libertà, la verità e la giustizia, avete il privilegio di esprimervi a favore di coloro che sono così crudelmente maltrattati a causa della loro fede in Dio. Si possono indirizzare lettere di protesta a:

Sua Eccellenza

Dott. H. Kamuzu Banda

Presidente del Malawi

P.O. Box 53

Zomba, Malawi, Africa Centrale

On. J. D. Msonthi, M.P.

Ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni

Zomba, Malawi, Africa Centrale

On. G. W. Kumtumanji, M.P.

Ministro del Governo Locale e Ministro della Sanità

Zomba, Malawi, Africa Centrale

On. M. Q. Y. Chibambe, M.P.

Ministro Regionale della Regione Settentrionale

Zomba, Malawi, Africa Centrale

On. A. M. Nyasulu, M.P.

Ministro di Stato nel Ministero degli Affari Esteri

P.O. Box 943

Blantyre, Malawi, Africa Centrale

On. G. Chakuamba, M.P.

Ministro dell’Istruzione

Zomba, Malawi, Africa Centrale

On. Aleke Banda

Ministro degli Affari Economici e dei Lavori

Zomba, Malawi, Africa Centrale

On. J. T. Kumbeweza, M.P.

Ministro Regionale della Regione Centrale

Zomba, Malawi, Africa Centrale

On. J. Z. U. Tembo, M.P.

Ministro delle Finanze

Zomba, Malawi, Africa Centrale

On. A. A. Muwalo

Ministro di Stato nell’Ufficio del Presidente

Zomba, Malawi, Africa Centrale

On. A. B. J. Chiwanda

Ministro dei Lavori

Zomba, Malawi, Africa Centrale

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