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  • Il Camerun dice “No!” alla libertà di adorazione

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  • Il Camerun dice “No!” alla libertà di adorazione
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1971
  • Sottotitoli
  • LE ELEZIONI PRESIDENZIALI
  • PRESSIONE ESERCITATA SUI TESTIMONI
  • IMPIEGATI SISTEMI BRUTALI
  • GLI AVVENIMENTI CHE PORTARONO AL BANDO
  • ELEZIONI LEGISLATIVE E ALTRE CRUDELTÀ
  • PERCHÉ FU IMPOSTO IL BANDO?
  • LA LEGGE DEL CAMERUN
  • I TESTIMONI NON SONO UN PERICOLO PER I GOVERNI
  • IL CAMERUN CI PERDE
  • POTETE DIRE QUELLO CHE PENSATE
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1971
w71 15/2 pp. 120-127

Il Camerun dice “No!” alla libertà di adorazione

DONNE furono prese e picchiate. Una fu aggredita così brutalmente che smise di respirare cinque volte. Alcuni di quelli che furono maltrattati erano malati e potrebbero non sopravvivere.

Uomini furono picchiati senza misericordia fino a far loro perdere i sensi. Uno ricevette venti colpi, poi altri cento, quindi fu picchiato una terza volta.

Centinaia di persone furono arrestate dietro false accuse. Alcuni furono tenuti per più di una settimana in celle di prigione senza gabinetti. Dodici furono tenuti in una cella che misurava poco più di m. 1,80 × 2,10 × 3, con soli sedici piccoli fori per far entrare l’aria. Ad alcuni non fu dato da mangiare, né furono medicate le ferite, per giorni.

Questi, e molti casi simili, sono stati il risultato dell’ufficiale politica governativa. Dove? Questi atti brutali descrivono forse le condizioni esistenti nei campi di concentramento nazisti? Erano le vittime malvagi delinquenti?

No, ciò che state leggendo è la descrizione di quello che è avvenuto recentemente nel paese africano del Camerun. E le vittime di questa terribile barbarie? Non erano delinquenti, né assassini, né agitatori, né ladri, né rivoluzionari. Invece, erano i più pacifici e onesti cittadini del paese!

Tutto ciò giunse al culmine descritto a grossi titoli nella prima pagina de La Presse du Cameroun del 14 maggio 1970: “Per decreto presidenziale firmato ieri, l’ASSOCIAZIONE DEI TESTIMONI DI GEOVA NEL CAMERUN È AL BANDO”.

Il giornale continuava: “Per decreto del Capo dello Stato firmato ieri, il gruppo chiamato testimoni di Geova è ufficialmente sciolto. . . . L’esercizio delle attività di questa associazione è proibito in tutto il territorio della Repubblica Federale del Camerun”.

Perché il governo del Camerun compì un’azione così drastica contro un’organizzazione religiosa nota in tutto il mondo per la sua pacifica e ordinata condotta? Poiché i Testimoni sono neutrali rispetto alle attività politiche e non vi partecipano furono accusati d’essere contrari al governo.

LE ELEZIONI PRESIDENZIALI

Il presidente della Repubblica Federale del Camerun è un musulmano che si chiama El Hadj Ahmadou Ahidjo. Il 28 marzo 1970 fu eletto per la terza volta consecutiva per un periodo di cinque anni, ottenendo il 97,65 per cento del voto popolare. I commenti della stampa dichiararono all’unanimità che le elezioni erano state un grande successo e che i votanti avevano votato “coscienziosamente e nella totale libertà”.

Ma c’era realmente libertà nel Camerun? Non per tutti. Fu esercitata grande pressione sui testimoni di Geova da alcuni membri del partito politico al potere, il C.N.U., l’Unione Nazionale del Camerun. La non partecipazione dei Testimoni alle attività politiche suscitò risentimento in alcuni membri troppo zelanti del partito che fecero di questi cristiani il loro speciale bersaglio nei discorsi della campagna elettorale.

Per esempio, il 20 marzo, fu fatto un violento attacco in pubblico contro i Testimoni a “La Place de l’Indépendance” di Akonolinga da André Fouda, membro anziano dell’assemblea legislativa e aperto critico dei testimoni di Geova. Un Testimone che udì l’intero discorso riferì che il Sig. Fouda avrebbe detto: “Se ad Akonolinga ci sono ‘Maka’ (ex tribù di cannibali), sono liberi di mangiare i testimoni di Geova”.

PRESSIONE ESERCITATA SUI TESTIMONI

Furono esercitate molte pressioni sui Testimoni nel tentativo di influenzarli al tempo delle elezioni. Il seguente racconto è stato fatto da un Testimone di Akonolinga:

“Il prefetto, Sig. Louis Mandeng, ordinò che tutti i testimoni di Geova si presentassero al suo ufficio alle 7 del 28 marzo, giorno delle elezioni. I Testimoni ubbidirono. Suonò la sirena, segnalando l’apertura delle cabine elettorali. Il Sig. Mandeng si mise in testa con la sua macchina, trattenendo tutti i documenti di identità dei Testimoni e facendo loro segno di seguirlo alle cabine elettorali situate a circa 100 metri di distanza. Quando fu chiaro l’intento del prefetto di costringerli a votare, i Testimoni non seguirono più la sua automobile ma si diressero verso le loro case”.

Quella stessa sera e il giorno dopo parecchi Testimoni furono arrestati. Il ministro che presiede la congregazione scrive: “Alle nove di quella sera fui arrestato dal comandante della brigata e quella notte dormii nudo sul pavimento di cemento della camera di sicurezza”. Il ministro responsabile fu tenuto in prigione fino al 22 aprile.

Un altro Testimone di Akonolinga scrive: “Il 23 marzo, il Sig. Nicolas Voundi, deputato di Nyoung e Mfoumou, venne dal prefetto in mia presenza e gli disse di aver detto al mio datore di lavoro di non tenere nel suo laboratorio un altro Testimone e me. Il 25 marzo, quando il Sig. Mandeng tornò da Yaoundé, ordinò a entrambi di presentarci ogni giorno al suo ufficio, mattina e pomeriggio.

“‘Ora la cosa è seria’, disse. ‘Dovete darmi la risposta al più tardi per domani. Voterete oppure no? Vi chiedo: Voterete o no?’

“Egli picchiò con la mano destra sul tavolo. Mi chiese quattro volte se avrei votato. Io rimasi in silenzio. Egli telefonò alla Gendarmeria [polizia militare] di venirci a prendere. Dal 17 al 28 marzo il prefetto fece pressione su di noi perché votassimo. Ma non appena furono terminate le elezioni il 28 marzo, alle 18, non fummo più accusati di non votare. Il prefetto cominciò quindi ad accusarci di predicare contro il voto, cioè di ‘predicare l’astensione’. Passai la notte con undici altri Testimoni in una cella lunga 2,5 metri, larga 2 metri e alta 3 metri, con 16 piccoli fori per far entrare l’aria”.

IMPIEGATI SISTEMI BRUTALI

Un rappresentante viaggiante dei testimoni di Geova fa questo racconto delle sue esperienze: “La sera del 26 marzo, alle 21,30, udii forti colpi alla porta. Quando chiesi chi era, mi fu risposto: ‘Il comandante della brigata’ (Sig. Onguene). Aprii la porta ed egli mi chiese: ‘Che cosa fa qui? . . . Mi mostri i suoi documenti’. Tutti i miei documenti erano in regola. ‘Dov’è la sua scheda elettorale?’ ‘Non ce l’ho’. ‘Perché?’ ‘Perché non mi è stata ancora data’.

“Mi disse di seguirlo alla Gendarmeria, dove mi ordinò di togliermi tutti i vestiti eccetto i calzoncini. Nella cella dove dormii c’erano otto Testimoni della congregazione di Akom. La mattina dopo mi fu ordinato, insieme a un altro Testimone, di lavare l’automobile del comandante mentre tutti gli altri ricevettero il compito di fare recinti per il suo campo di arachidi.

“Il 27 marzo, alle 22,30, fui svegliato dallo stesso comandante, che disse: ‘Dimmi se domani voterai perché una severa punizione attende tutti quelli che non voteranno’. Appena gli ebbi risposto fui rinchiuso nella stessa cella. Con tutti i suoi gendarmi, cominciò ad andare a prendere i Testimoni nelle loro abitazioni; ne furono infine arrestati un totale di quarantacinque.

“Il 28 marzo, giorno delle elezioni, i Testimoni avevano cantato nella loro cella. Quando il comandante Onguene udì che cantavamo nella cella della Gendarmeria, condusse tutti i gendarmi e il soldato più malvagio che avessi mai visto, soprannominato “Spaccatutto”. Per ordine del comandante, questo soldato cominciò a picchiarci senza misericordia. Eravamo tutti nudi eccetto i calzoncini. Fui colpito alla nuca e persi i sensi per alcuni istanti. Ritornai in me per i colpi che continuava a infliggermi. Sulla nostra schiena ci sono realmente i segni di tutti i colpi di bastone.

“Dopo averci picchiato e ferito in questo modo, non ci permisero di andare all’ospedale. Fummo anche privati dell’acqua per lavarci, per otto giorni. Non ci diedero niente da mangiare per due giorni. Dopo ciò, dovemmo tagliare l’erba e pulire la città. Dopo tre settimane e mezzo, fummo messi su un autocarro e mandati dal prefetto di Dja e Lobo. Durante il viaggio piovve forte e si fece freddo. Fra noi c’era una sorella cristiana incinta di otto mesi. La domenica, 19 aprile, il prefetto ci chiamò nella sua sala delle conferenze e più tardi ci mise in libertà”.

Uno dei luoghi dove i testimoni di Geova furono trattati peggio fu la città di Sangmélima, dove infine furono arrestati e messi in prigione novantadue Testimoni. Uno dei Testimoni arrestati narra: “Fu precisamente il 23 marzo, cinque giorni prima delle elezioni presidenziali del 28, che due Testimoni della congregazione di Messock furono portati alla B.M.M. (Brigata Mobile Mista, la polizia più temuta nel Camerun) di Sangmélima, accusati di aver organizzato un’adunanza per ‘predicare l’astensione’. Un Testimone fu messo in libertà a motivo della sua età, ma il pioniere speciale F . . . fu trattenuto alla B.M.M.

“Il giorno dopo le elezioni fu organizzata una grande campagna per arrestare tutti i testimoni di Geova. Ogni giorno, elenchi di Testimoni erano inviati alla B.M.M. e i Testimoni, uomini e donne, riempirono le cinque celle della B.M.M. di Sangmélima.

“A Djoum, alcuni Testimoni furono trascinati nudi sul pavimento di cemento dopo essere stati picchiati a sangue. Per otto giorni furono costretti a urinare ed evacuare nelle celle (non c’erano gabinetti) prima d’essere caricati su un autocarro per essere trasferiti a Sangmélima. Più di quarantacinque Testimoni, alcuni con bambini, per non menzionare gli anziani appena in grado di camminare, furono trasferiti. La loro condizione era così cattiva che perfino le autorità della Prefettura locale si impietosirono e il giorno dopo li misero in libertà. Questi Testimoni trovarono più di ottanta loro fratelli e sorelle cristiani di Sangmélima, Bengbis e Zoetélé già in prigione.

“Le cinque celle della B.M.M. di Sangmélima erano gremite di Testimoni che furono interrogati uno per volta fino al 21 aprile. In quella data, furono tutti portati nella grande aula delle conferenze della Prefettura per udire il discorso del prefetto, Sig. Biscène. Egli ci avvertì tutti di votare il 7 giugno, altrimenti saremmo stati tutti nuovamente arrestati”.

Un ministro speciale in servizio continuo dei Testimoni riferisce ciò che accadde immediatamente dopo le elezioni a Bertoua, dove furono arrestati oltre trenta Testimoni: “Per tutto il giovedì, 2 aprile, certuni furono portati alla polizia a uno a uno per essere interrogati. Il nostro interrogatorio cominciò la mattina presto da parte del comandante della brigata. Rendendosi conto che non poteva imporre le sue idee ai primi nostri fratelli cristiani, chiamò il sottotenente del comandante della Compagnia di Bertoua. Questi, agendo in modo assai bestiale, ordinò a un gendarme di picchiare crudelmente i Testimoni durante l’interrogatorio. Quelli feriti più gravemente furono un giovane Testimone di Belabo che ha solo 19 anni (troppo giovane per votare) e un altro di Diang. In tutte le domande rivolteci, miravano a farci accusare la Società o uno dei suoi rappresentanti di averci insegnato a non votare.

“Dopo essere stati sottoposti a tale trattamento per un giorno intero fummo chiusi in una cella dove, per ordine del tenente, dovevamo passare due giorni e due notti senza mangiare né bere. Durante la notte i due giovani che ho menzionati soffrirono tanto che non riuscirono a muoversi.

“La domenica, 5 aprile, tutti i Testimoni di Bertoua furono messi in libertà. Nei tredici giorni che trascorremmo alla Gendarmeria non ricevemmo nulla da mangiare eccetto due piccoli pasti mandatici dal capitano. Quello che ci rallegra è che tutti sono decisi a perseverare”.

GLI AVVENIMENTI CHE PORTARONO AL BANDO

Dopo le elezioni e dopo aver subìto tutta la crudele pressione, i Testimoni fecero molti sforzi per parlare con i funzionari governativi e spiegare il loro atteggiamento basato sulla Bibbia. Essi furono vani.

Data la serietà della situazione, il 13 aprile 1970, tre preminenti membri dell’associazione legale dei testimoni di Geova a Douala scrissero direttamente al presidente El Hadj Ahmadou Ahidjo, chiedendogli rispettosamente di usare i poteri della sua alta carica per far cessare la persecuzione dei testimoni di Geova. I Testimoni si offrirono di inviare a Yaoundé, la capitale, una delegazione per incontrarsi con il presidente e presentare le proprie ragioni e fornire una spiegazione circa la loro opera e il loro scopo.

Verso il 21 aprile, la maggioranza dei cristiani arrestati erano stati messi in libertà, con grande gioia dei Testimoni. Comunque, alcuni giorni dopo, ci furono altri arresti, benché meno numerosi. Fino al 13 maggio regnò un’instabile calma.

Poi, come un fulmine a ciel sereno, si diffuse in tutto il paese la notizia che i testimoni di Geova nel Camerun erano stati completamente messi al bando. Il giorno successivo a questo annuncio alla radio, giunse la polizia al nuovo edificio della sede filiale della Società Torre di Guardia a Douala. Apposero i sigilli ai locali contenenti materiale d’ufficio, letteratura in deposito e materiale usato dai Testimoni per le loro adunanze.

Nelle prime ore di venerdì mattina, 15 maggio, il sovrintendente della filiale partì da Douala per Yaoundé allo scopo di presentare una lettera d’appello al presidente e chiedergli udienza. All’insaputa del rappresentante della filiale, era già stata firmata dal capo della sicurezza nazionale un’ordinanza secondo cui tutti i missionari dei testimoni di Geova dovevano lasciare il paese entro il 20 maggio. Tornato a Douala il 16 maggio, il rappresentante vide che due poliziotti armati facevano la guardia all’edificio della filiale. Tutti i membri del personale furono tenuti agli arresti in casa fino alla domenica sera, 17 maggio. A nessuno fu permesso di uscire dall’edificio né di entrarvi. Per la maggior parte, comunque, i missionari furono trattati con gentilezza e rispetto dalla polizia.

In tutto questo tempo, però, i Testimoni non ricevettero una sola risposta alle lettere inviate agli uffici governativi. Questi cristiani non ricevettero nulla per iscritto. Tutto avvenne in segreto senza che i rappresentanti avessero la minima opportunità di parlare a loro favore.

Il 20 maggio, sei missionari, cinque Canadesi e un Nigeriano, furono espulsi dal paese. A quell’epoca oltre 335 arresti di testimoni di Geova erano stati comunicati alla sede filiale.

ELEZIONI LEGISLATIVE E ALTRE CRUDELTÀ

Gli arresti e le percosse non furono limitati alle elezioni presidenziali del 28 marzo. Le elezioni legislative del 7 giugno furono un’altra occasione per attaccare i testimoni di Geova, e ci furono altri arresti. Un Testimone di Manjo narra:

“Il sabato 6 giugno, il sottoprefetto, Sig. Moussa Mbello, diede inizio alla campagna degli arresti. Un Testimone fu arrestato il giorno prima delle elezioni. Donne di settantacinque anni furono portate alla Gendarmeria e trattate rudemente. Alcune di esse erano malate, e non sappiamo se sopravvivranno.

“Ciò che sorprende è vedere il sottoprefetto che va di casa in casa cercando perfino nelle piantagioni dei Testimoni per arrestarli. Questa ricerca è continuata giorno e notte. I responsabili di questo attacco sono il Sig. Moussa Mbello, il sottoprefetto, e il Sig. Pascal Wansi, presidente della sottosezione del C.N.U.”

A Namba, subito dopo le elezioni legislative del 7 giugno, una Testimone fu picchiata così duramente che per cinque volte smise di respirare. Un’altra svenne tre volte. Un Testimone ricevette venti colpi e poi altri cento all’ingresso della Sala del Regno. In seguito fu picchiato una terza volta.

In molte altre città e villaggi, i Testimoni furono a volte minacciati, a volte picchiati e messi in prigione. Lo stesso tipo di persecuzione si ripeté ad Abong Mbang, Ayos, Belabo, Diang, Bengbis, Bipindi, Dizangué, Kobdombo, Minta, Ndoum, Songmbengué, Zoetélé e in innumerevoli altri luoghi del paese. Nelle poche settimane prima delle doppie elezioni e dopo furono registrati oltre quattrocento arresti.

Perché questo vergognoso trattamento dei testimoni di Geova?

PERCHÉ FU IMPOSTO IL BANDO?

Tre settimane dopo le elezioni legislative, il presidente Ahidjo inaugurò la nuova sede del partito di Douala. Riferendosi al bando imposto ai testimoni di Geova, dichiarò:

“È giustificato dal fatto che questa setta è stata usata come manto da un movimento sovversivo diretto dall’estero e che mirava, per mezzo di un’organizzata campagna diffamatoria e denigratoria, a minare le istituzioni adottate liberamente dal popolo del Camerun. Tale movimento è inammissibile in un paese che ha sofferto tanto a causa della sovversione agli inizi della sua indipendenza”. — La Presse du Cameroun, 26 giugno 1970.

Ma quanta verità c’è in tali accuse? I testimoni di Geova sono noti in tutto il mondo per la loro assoluta neutralità rispetto alla politica. Sono anche noti come cittadini sinceri, onesti e osservanti della legge. Considerate la loro attività nel Camerun, per esempio.

Per molti anni i Testimoni hanno recato la buona notizia del celeste regno di Dio agli ospitali abitanti del Camerun. Nel 1962, fu costituita un’organizzazione legale e fu aperta a Douala una sede filiale per provvedere ai bisogni dell’organizzazione in espansione. Negli otto anni che seguirono, la buona notizia del regno di Dio fu portata da oltre 12.000 Testimoni in quasi ogni città e villaggio del paese. In ogni parte del paese il popolo ha avuto l’occasione di osservare che i Testimoni si attengono alla predicazione del regno di Dio e non si immischiano nella politica e perciò non potrebbero mai essere sovversivi.

Chi è dunque responsabile del “No” alla libertà di adorazione detto nel Camerun? Il presidente del paese ha certo molta responsabilità a questo riguardo, nonché altri funzionari. Ma non sono responsabili solo gli uomini politici. Che dire del clero di altre religioni del Camerun? Ebbene, che cosa pensate dopo aver letto commenti come quello stampato ne La Presse del 15 maggio 1970, sotto il titolo: “Perché sono al bando?” Lo scrittore osservava: “Ovviamente, questo abusivo proselitismo [dei Testimoni] non piace a molti, tanto meno ad altre religioni cristiane i cui parrocchiani sono sviati dai ‘Testimoni di Geova’”.

Ma che cosa dice la legge del Camerun?

LA LEGGE DEL CAMERUN

La legge del Camerun non richiede attiva partecipazione al voto, benché fosse richiesta dai testimoni di Geova. La legge elettorale N. 69 LF, comunque, proibisce effettivamente di indurre chiunque ad “astenersi dal voto”. E quando i Testimoni non andarono alle urne, furono spesso accusati di “predicare l’astensione”. Ma nessun Testimone fu formalmente accusato in base a tale legge. Infatti, nessuna causa fu discussa in tribunale né prima delle elezioni né subito dopo.

I testimoni di Geova predicano non la politica, ma la Parola di Dio la Bibbia, e nel Camerun l’hanno predicata per più di venticinque anni. Durante le elezioni, i Testimoni non fecero una campagna di porta in porta né in nessun altro luogo per dire alle persone di non votare. I Testimoni non parteciparono a dimostrazioni di protesta contro nessun partito o candidato politico. I testimoni di Geova non predicano né a favore né contro alcun candidato alle elezioni. Non si immischiano in tali cose né nel Camerun né in nessun altro luogo.

Perché, dunque, i testimoni di Geova stessi non votano? Perché considerano il regno di Dio retto da Cristo come sola speranza del genere umano. E, come disse Gesù Cristo al suo celeste Padre riguardo ai suoi seguaci, “non sono parte del mondo, come io non sono parte del mondo”. (Giov. 17:14; Giac. 4:4) I Testimoni cercano sinceramente di seguire l’esempio di Gesù e il suo consiglio di non essere “parte del mondo”. Ottenere l’approvazione di Dio e di Gesù Cristo è per essi più importante di qualsiasi altra cosa. Tuttavia, pur avendo essi stessi tali idee, i Testimoni ritengono pure che sia sbagliato impedire ad altri di votare od ostacolarli nei loro sforzi di votare. Infatti, i Testimoni riconoscono prontamente che gli altri sono liberi di votare se lo desiderano.

I Testimoni non hanno agito in disaccordo con la Costituzione del Camerun. La Costituzione ben formulata del Camerun dichiara nel suo primo articolo:

“La Repubblica Federale del Camerun è democratica, secolare e sociale. Essa assicurerà l’uguaglianza a tutti i cittadini davanti alla legge. Essa afferma la sua osservanza delle libertà fondamentali esposte nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e nella Carta delle Nazioni Unite”.

È evidente che tale legge prevede che tutti i cittadini del Camerun siano protetti. La libertà di religione e la libertà di associazione sono fermamente garantite dalla legge. Tuttavia, in effetti, il Camerun ha detto “No!” alla libertà di adorazione.

I TESTIMONI NON SONO UN PERICOLO PER I GOVERNI

Nessun governo ha nulla da temere dai testimoni di Geova. La loro neutralità rispetto alla politica del Camerun non significa che siano agenti di qualche altro governo degli uomini. I Testimoni si astengono dal partecipare alle attività politiche in ogni paese del mondo, sia in America, Europa, Africa che in qualsiasi altro luogo. Per cui essi non sono un “movimento sovversivo diretto dall’estero”.

Altri governi, essendo stati erroneamente indotti a mettere al bando i testimoni di Geova, lo hanno in seguito riconosciuto e hanno ridato ai Testimoni la loro condizione giuridica. Per esempio, nel 1941 i Testimoni furono messi al bando in Australia. In seguito la loro causa fu discussa davanti al signor giudice Starke della locale Corte Superiore. Dopo aver ascoltato l’argomento egli decise che l’intera Corte doveva considerare la cosa. Dopo la considerazione delle contese implicate nella causa, il 14 giugno 1943 la Corte Superiore decretò che i testimoni di Geova non erano impegnati in nessuna attività sovversiva e quindi non erano un pericolo per lo Stato.a Togliendo il bando imposto ai Testimoni, la Corte, per mezzo del signor giudice Williams, parlò dei “princìpi e delle dottrine perfettamente innocenti” sostenuti dai Testimoni e aggiunse:

“Poiché la religione dei Testimoni di Geova è una religione cristiana, la dichiarazione che l’associazione sia un corpo illegale ha l’effetto di rendere illegale la difesa dei princìpi della religione cristiana e un’assemblea illegale ogni funzione religiosa tenuta dai credenti nella nascita di Cristo”.

Il bando imposto ai testimoni di Geova nel Camerun ha lo stesso effetto in quel paese.

Per giunta, i Testimoni non si sono impegnati in nessuna “campagna diffamatoria” contro il governo, come sono stati accusati. Infatti, il loro libro biblico di testo più largamente distribuito, stampato ora in 30 milioni di copie e in 60 lingue, insegna specificamente che far questo è sbagliato. A pagina 158, questo libro, La Verità che conduce alla Vita Eterna, dice riguardo ai governi umani: “Se Dio permette loro di dominare, perché dovrebbe alcun cristiano interferire nel loro dominio? . . . È una cosa buona mostrare dovuto rispetto al governo”. Certo non è contro gli interessi di nessun governo che i testimoni di Geova insegnino questo.

Pertanto i fatti mostrano che il bando imposto ai Testimoni nel Camerun e le ragioni addotte per esso sono senza valido fondamento.

IL CAMERUN CI PERDE

Il bando imposto ai Testimoni nel Camerun non reca nessun beneficio né al popolo né ai governanti del paese. Ma il Camerun ha molto da perderci. Esso perde la sua reputazione in tutto il mondo dicendo “No” alla libertà di adorazione.

I governanti politici che ricorrono alla crudeltà e alla brutalità per costringere i cristiani ad andare contro la loro coscienza addestrata secondo la Bibbia perdono la dignità.

Il popolo perde molto conforto e istruzione spirituale, perché i Testimoni hanno recato proprio queste cose, avendo anche contribuito a insegnare a leggere e scrivere agli abitanti del Camerun.

Il bando imposto ai Testimoni ha privato le persone di cuore onesto del Camerun delle opportunità di fare utili conversazioni bibliche. J. P. Bayemi commenta riguardo a questa perdita ne L’Effort Camerounais del 14 giugno 1970:

“Riconosciamo che hanno il merito di essere almeno riusciti a modo loro a togliere il monopolio che soggetti circa denaro, donne, uomini o bevande avevano ottenuto nella conversazione nelle case, nel vicinato e nei pubblici luoghi e mezzi di trasporto, prima dell’autorizzazione dei testimoni di Geova. Ah sì, una volta era molto raro sentire cristiani parlare di un soggetto biblico”.

Nulla può elevare la morale di un paese più dei princìpi della Parola di Dio, la Bibbia. I Testimoni hanno fatto molti sforzi per il progresso morale e spirituale di tutti quelli che desiderano avere maggiore conoscenza della Bibbia. Quanto ci perde il Camerun ora che queste elevate norme morali non possono essere liberamente insegnate dai testimoni di Geova!

POTETE DIRE QUELLO CHE PENSATE

Che ne pensate di queste crudeltà inflitte a pacifici cristiani? La loro attività di predicazione è proibita. Non sono permesse nemmeno conversazioni bibliche in privato. Preziose libertà personali sono state ignorate. I testimoni di Geova e altri in ogni parte del mondo che amano la libertà di adorazione non passano sopra a questa arbitraria azione tacendo.

Se volete unire la vostra voce alle espressioni di protesta per l’azione compiuta dal governo del Camerun contro cristiani amanti della pace, allora scrivete all’ambasciatore del Camerun nel vostro paese o a quello più vicino a esso, nonché agli alti funzionari del governo del Camerun elencati alla pagina precedente.

Mostrate la vostra delusione per questa arbitraria azione. Spiegate che i Testimoni non si immischiano nella politica in nessun luogo e che le accuse sono infondate. Fate appello al loro rispetto per la dignità umana e la libertà di religione garantita dalla Costituzione del Camerun. Appellatevi ai funzionari in base al rispetto per il buon nome del loro paese e dell’Africa. Il presidente del Camerun e i suoi alti funzionari non dovrebbero forse rendersi conto che il resto del mondo lo vede quando innocenti cristiani sono crudelmente oltraggiati? Non dovrebbero essi rendersi conto che i funzionari governativi del Camerun non si sono resi più popolari né presso il loro stesso popolo né presso le persone di cuore retto di altre parti del mondo con il modo in cui hanno trattato pacifici cristiani?

Possa il vostro appello scritto contribuire a far dire nuovamente “Sì” alla libertà di adorazione nel Camerun.

[Nota in calce]

a Adelaide Company of Jehovah’s Witnesses, Inc., v. The Commonwealth (1943), 67 C. L. R. 116, 124.

[Riquadro a pagina 126]

Funzionari governativi del Camerun

Sua Eccellenza

El Hadj Ahmadou Ahidjo

Presidente della Repubblica

Federale del Camerun

Palazzo del Presidente

Yaoundé, Repubblica Federale del Camerun

Onorevole Salomon Tandeng Muna

Vicepresidente della Repubblica

Federale del Camerun

B.P. 964

Yaoundé, Repubblica Federale del Camerun

Sig. Enoch Kwayeb

Ministro dello Stato Responsabile

dell’Amministrazione Territoriale

B.P. 993

Yaoundé, Repubblica Federale del Camerun

Sig. Félix Sabal Lecco

Ministro della Giustizia

B.P. 1126

Yaoundé, Repubblica Federale del Camerun

Sig. Raymond Ntheppe

Ministro degli Affari Esteri

Ministero degli Affari Esteri

Yaoundé, Repubblica Federale del Camerun

Sig. Vroumsia Tchinaye

Ministro delle Informazioni

B.P. 1054

Yaoundé, Repubblica Federale del Camerun

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