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  • Significato delle notizie
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
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  • Una terza malattia venerea e pratiche erotiche orali
  • Restare in vita a ogni costo?
  • Quiché? Cakchiquel? Kekchí?
  • Più vecchi, ma non meno intelligenti
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Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
w74 15/12 pp. 746-747

Significato delle notizie

Una terza malattia venerea e pratiche erotiche orali

● Le infezioni prodotte dal virus erpetico non sono nuove. Esse causano, fra l’altro, la comune “febbre” nella o attorno alla bocca. Ma dal 1960 le infezioni erpetiche sono drammaticamente comparse sotto forma di una malattia venerea assai contagiosa. In questo campo, il virus dell’erpete genitale viene subito dopo quello della gonorrea (che è una trentina di volte più diffusa della sifilide).

Le infezioni erpetiche dei genitali maschili o femminili causano dolorose lesioni. Benché temporanee, queste possono avere serie conseguenze. Attraversando il canale del parto materno i neonati possono prendere l’infezione, e circa in un caso su quattro è letale. I bambini che sopravvivono riportano spesso lesioni al cervello. Oltre a ciò, vi sono prove secondo cui c’è relazione fra l’erpete genitale e il cancro dell’utero nella donna e forse della prostata nell’uomo. Gli studi mostrano pure che c’è una maggiore possibilità di aborto durante la gravidanza.

La rivista “Time” dice che l’erpete genitale tende a colpire “primariamente chi è sessualmente promiscuo”, particolarmente i giovani. Scrivendo in “Medical World News” (26 aprile 1974), il dott. Elmar G. Lutz riferisce di avere per anni menzionato ai pazienti che lo consultavano in merito alle pratiche sessuali orali la possibilità che questo virus sia “trasmesso dalla cavità orale ai genitali e viceversa”. Egli avverte che l’emancipazione da più rigorosi atteggiamenti sessuali “non conduce necessariamente alla libertà o, in tal caso, solo a spese di altre libertà. Cunnilingio e fellazione [forme di pratiche sessuali orali] possono essere pericolosi compagni di letto”, dice, mentre “la moralità è spesso questione di salute”.

Questo mette in evidenza una volta di più la verità espressa in Romani 1:26, 27. Quelli che si abbandonano a pratiche sessuali “contro natura” infine ‘ricevono in se stessi la piena ricompensa, dovuta al loro errore’.

Restare in vita a ogni costo?

● In genere si pensa che il cannibalismo sia una cosa dell’incivile passato. Nell’ottobre del 1972, comunque, dopo che un aereo era precipitato sugli alti monti delle Ande cilene, alcuni superstiti restarono in vita nelle successive dieci settimane mangiando parti dei corpi morti dei loro compagni. Ora si sono pubblicati libri che fanno pittoreschi racconti della loro difficile esperienza. Benché parecchi preferissero morire piuttosto che mangiare carne umana, sedici lo considerarono un modo accettevole per mantenersi in vita. Quale fu il loro ragionamento?

Un argomento fu che rifiutar di mangiare i morti voleva dire morte certa e che, siccome ‘il suicidio era proibito dalla chiesa’, nel loro caso era permesso mangiare carne umana. Un altro asserì di vedere un parallelo fra il mangiare la carne di amici morti e la ‘santa comunione’, sostenendo che ‘Dio ci aveva provveduto il cibo’.

I superstiti non furono gli unici a fare questo ragionamento. La recensione di uno dei recenti libri pubblicata da “National Catholic Reporter” disse: “Le autorità ecclesiastiche difesero in seguito le azioni dei superstiti sulla base che avevano diritto di sopravvivere e che, date le circostanze, avevano trattato i morti con rispetto”. Il critico quindi, proseguì dicendo: “È bene sapere, almeno, che una chiesa che in passato ha così spesso giustificato le guerre che davano luogo a corpi morti possa anche giustificare il consumo delle spoglie mortali se è questione di sopravvivenza”.

La Bibbia mostra che Dio concesse all’uomo il diritto di mangiare carne animale, non quella di altri uomini. (Gen. 9:3; si paragoni Levitico 26:27-29). Non c’è dubbio che i superstiti ebbero un’esperienza penosa, straziante. Ma l’idea che ‘il fine giustifica i mezzi’ non è in armonia con la Bibbia. Seguendo tale ragionamento, uomini dei paesi dittatoriali ubbidirono a ordini che fecero loro commettere atrocità. Disubbidire, ragionarono, equivaleva a ‘commettere suicidio’. Ma Cristo Gesù mostrò che cercando di salvare la propria vita in modi che sono in disaccordo con la volontà di Dio si può solo perdere il favore di Dio. La morte nell’integrità, comunque, assicura la risurrezione alla vita in un giusto nuovo ordine. — Mar. 8:35; Giov. 6:39, 40.

Quiché? Cakchiquel? Kekchí?

● Quiché significa qualcosa per voi? Forse Cakchiquel vi fa venire in mente qualcosa? O che dire di Kekchí, Tzutuhil, Mam, Kanhobal o Pokomam? Queste sono tutte lingue o dialetti derivati dall’antica lingua maya, e sono oggi parlati dagli abitanti del Guatemala. Un recente servizio giornalistico scritto sul luogo dice che si spera che nel 60 per cento circa delle ventiquattro lingue locali parlate nel Guatemala ci saranno presto traduzioni della Bibbia.

Oggi molti non si rendono conto che la Bibbia — per intero o in parte — è stata già tradotta in 1.526 lingue e dialetti. Infatti, il numero di quelli che parlano lingue nelle quali non ci sono ancora traduzioni della Bibbia è ora solo il 3 per cento circa degli abitanti della terra. Nessun altro libro della storia ha mai avuto una diffusione così estesa che si avvicini anche solo alla sua. Ma, del resto, nessun altro libro contiene un messaggio così importante per tutto il genere umano come quello contenuto nella Bibbia.

Più vecchi, ma non meno intelligenti

● In contrasto con la moderna enfasi data ai giovani, la Bibbia mette spesso in relazione la sapienza con la vecchiaia. (Giob. 12:12, 20; 32:6, 7) Ma non reca la vecchiaia il declino delle facoltà mentali? Alcuni vecchi sono colpiti da senilismo. Ma un recente articolo nel “Sunday News” di Detroit dice che molti psichiatri, educatori e gerontologi considerano ora “un mito” l’automatico declino dell’intelligenza nella vecchiaia. “Abbondano le prove”, dice il prof. Howard Y. McClusky dell’Università del Michigan, “che se la vita è meritoria e si continuano a usare le proprie doti, lo sviluppo intellettuale prosegue qualunque sia l’età”. Si paragoni questo con l’eccellente descrizione di Salmo 92:12-15.

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