Significato delle notizie
Vescovi rimproverati dal papa
● Il recente Sinodo dei vescovi cattolici durato un mese a Roma ha dato luogo a varie proposte, la maggioranza delle quali è stata respinta da papa Paolo VI. Una delle principali proposte chiedeva maggiore partecipazione dei vescovi all’amministrazione della Chiesa, o la “collegialità” contro il primato del papa. Parlando all’ultima sessione il papa ha ripetutamente insistito sul compito ‘assegnatogli’ di “pascere i suoi agnelli e le sue pecore”. Qualsiasi conclusione dei vescovi sarebbe solo considerata un ‘consiglio’ per il papa, che rimarrebbe l’autorevole amministratore della Chiesa in tutto il mondo. Commentando il discorso, un vescovo della Rhodesia ha detto: “Era come se il papa dicesse: ‘Non sono stato nominato primo ministro del Signore per presiedere alla liquidazione dell’Impero Romano’. Era come se il papa parlasse in qualità di capo: ‘L’incarico è stato affidato a me, e vi sono molto grato dell’aiuto, ma decido io’”.
Tra i cristiani del primo secolo nessuno sostituì Cristo Gesù come “primo ministro” di Dio, né Pietro né alcun altro apostolo, come mostra chiaramente il libro biblico degli Atti. La congregazione cristiana, invece, fu diretta da un gruppo di uomini, apostoli e anziani, che si trattavano come fratelli. — Atti 6:1-6; 8:14; 15:4-22; 21:18-25; si noti anche Galati 2:1, 2, 6-9.
I primi cristiani evitarono anche di contaminare la loro pura adorazione con usanze e pratiche pagane. (2 Cor. 6:14-18) La dichiarazione del papa riguardo alle richieste dei vescovi africani che l’adorazione cattolica romana sia adattata alle culture locali sembrò in armonia con questo. Egli disse della fede cristiana: “Pietro e Paolo non la trasformarono per adattarla al mondo giudaico, greco o romano”. Queste parole sono, comunque, in netto contrasto con la realtà della storia cattolica, passata e presente. Il noto cardinale Newman del diciannovesimo secolo, scrivendo in merito alla storia della Chiesa Cattolica, disse che “i governanti della Chiesa furono preparati sin dai primi tempi, se ne sorgeva l’occasione, ad adottare, o imitare, o sanzionare i riti e le usanze esistenti del volgo”. Elencando molte pratiche e feste della Chiesa, disse che erano “tutte di origine pagana, e santificate mediante la loro adozione nella Chiesa”. (“Essay on the Development of Christian Doctrine”, pagine 355, 371, 373) Chi viaggi nell’America Latina o nell’Asia non può fare a meno di notare il modo in cui riti e usanze pagane del luogo si sono fusi in quei paesi con il cattolicesimo.
Mutevoli norme morali
● Dovrebbero le norme morali cristiane mutare coi tempi, essere modellate dalle prevalenti attitudini politiche o dalla prosperità materiale? Nel “National Catholic Reporter” (16 agosto 1974), il monsignore cattolico Paul Furfey mette in netto contrasto i cristiani del primo secolo con quelli dei secoli successivi.
I primi cristiani sopportarono l’inimicizia e la persecuzione del mondo. Ma “tutto questo cambiò con la Pace di Costantino [imperatore romano del quarto secolo]”, dice il monsignore. “Il cristianesimo divenne improvvisamente rispettabile. I vescovi uscirono dalla clandestinità e si costruirono palazzi. I cristiani cominciarono a divenire funzionari pubblici, importanti ufficiali militari, ricchi mercanti”.
Giungendo ai tempi moderni, l’autore si riferisce prima alle parole di Gesù che è difficile al ricco entrare nel regno di Dio, e poi dice: “Tuttavia . . . i milionari cattolici non sono molto preoccupati. Sanno che i loro vescovi dimorano in residenze chiamate non impropriamente palazzi”. — Matt. 19:23, 24.
Perché questo drammatico cambiamento dalle norme del cristianesimo primitivo? Lo scrittore ne addita la causa, dicendo: “Se è realmente il caso che i teologi morali tendono a seguire le usanze della classe media invece delle dottrine non mondane del Nuovo Testamento, allora questo fatto è indicibilmente tragico”.
Il mutamento è una semplice ripetizione del passato. Gesù disse ai capi religiosi del suo giorno che amavano il denaro e il potere che avevano ‘sostituito gli insegnamenti e le tradizioni degli uomini alla Parola di Dio’. — Matt. 15:1-9.
Il problema della cardiochirurgia
● I riferimenti biblici al cuore umano rendono chiaro che esso ha una funzione nei motivi delle persone benché non sia indicato il modo esatto in cui questo avviene. Perciò è interessante leggere un recente resoconto su un insolito problema che si presenta agli specialisti di cardiochirurgia.
Un decennio fa, secondo un articolo del “Daily News” di Chicago quando la macchina cuore-polmone rese più fattibile la chirurgia a cuore aperto, le notizie indicarono che “molti pazienti avevano disturbi mentali” dopo avere subìto un’operazione con l’impiego della macchina. “Avevano allucinazioni e periodi di ‘galleggiamento’ in cui si sentivano staccati dalla realtà. Alcuni erano presi da delirio o divenivano paranoici . . . Ansietà, allucinazioni, irritabilità, apatia e depressione erano comuni”. Attualmente dal 16 al 57 per cento di coloro che si sottopongono a interventi a cuore aperto hanno “aberrazioni mentali postoperatorie”, benché questo disturbo psicotico generalmente scompaia.
Qualsiasi rischiosa operazione sottopone il paziente a considerevole tensione e può comportare un certo turbamento mentale ed emotivo. Ciò nondimeno la frequenza e la gravità di questo problema sono considerevolmente maggiori quando si tratta del cuore umano. Una cosa almeno è certa: il passar del tempo e l’aumento della vera conoscenza dimostreranno in vari modi che la fiducia nella Bibbia non è mai malriposta.