Dalle tradizioni indigene alla verità biblica
VI PIACEREBBE accompagnare un sorvegliante viaggiante cristiano e sua moglie mentre visitano le isole di San Blas? Questo gruppo di circa 300 isolette dalle spiagge di un bianco smagliante bagnate dalle acque del Mar Caribico è situato appena al largo dell’Istmo di Panamá. Praticamente coperte di palme, queste isole tropicali sono abitate dagli indios cuna, una popolazione per la maggior parte amichevole e ospitale.
I cuna hanno le loro tradizioni religiose. In più sono stati visitati da rappresentanti di molte religioni, che hanno proposto loro idee e filosofie varie. Perciò gli indios cuna sono inclini a chiedere: “Chi sono i veri cristiani?” I testimoni di Geova hanno dato loro una risposta basata sulla Bibbia, e alcuni cuna hanno accolto favorevolmente la verità.
Accettata la verità scritturale
C’è ad esempio Ramón, che ha conosciuto la verità biblica quando andava a scuola. Un amico gli diede una copia del libro “Cose nelle quali è impossibile che Dio menta”, pubblicato dalla Watchtower Society. Lo lesse, gli piacque e volle altre informazioni. Ramón scrisse quindi alla filiale panamense della Watchtower Society, chiedendo altre pubblicazioni. Passò un mese e arrivò un’altra richiesta di pubblicazioni da parte sua. Dopo la terza ordinazione, la filiale dispose che un sorvegliante di circoscrizione facesse visita a lui e al nipote, Rogelio. I due furono invitati ad assistere a un’assemblea di circoscrizione dei Testimoni tenuta a Panamá, e ciò che videro e udirono li empì di gioia. Scoprirono addirittura che Julio, un cugino che abitava in città, era testimone di Geova. Tutti e tre sono ora cristiani battezzati e prestano servizio come pionieri speciali, cioè proclamatori del Regno a tempo pieno. — Matteo 24:14.
Sulle isole
Venite con noi, ora, mentre portiamo la buona notizia alle isole. Arrivati, lasciamo il nostro piccolo fuoribordo sulla spiaggia e ci dirigiamo verso una specie di edificio comunale. Qui parliamo con lo zahila (capo), perché senza il suo permesso non possiamo andare a trovare gli indios a casa loro. Dopo aver scambiato alcune parole in lingua cuna, Ramón ci informa che siamo pronti per far visita agli abitanti del villaggio.
Forse la prima cosa che colpisce l’occhio è l’abbigliamento variopinto delle donne e delle ragazze cuna. I loro abiti e copricapo multicolori sono davvero splendidi. Molto spesso la camicetta, detta mola, è un fantastico capolavoro di stoffa decorata con applicazioni di disegni di animali, uccelli, pesci, farfalle, ecc. Di frequente gli ornamenti includono anelli da naso e orecchini d’oro, come pure collane d’oro o d’argento, e fili di perle e grani vari alle gambe e ai polsi.
Le donne fanno per lo più lavori domestici, anche se sono esperte nel trasportare l’acqua dalla terraferma con piccole canoe ricavate da tronchi d’albero. Di solito gli uomini coltivano yucca e frutti nelle loro fincas (piccoli poderi) situate sulla terraferma; ma la loro attività principale è la pesca.
Testimonianza ai cuna
Cominciamo la nostra opera di predicazione. Decido di dare testimonianza insieme a Rogelio, che traduce ciò che dico dallo spagnolo in dialetto cuna; mia moglie accompagna Ramón o Julio. I cuna sono ospitali e ci invitano ad accomodarci, offrendoci subito una bella tazza di caffè, seguita da un bicchiere d’acqua per sciacquarci la bocca. Dopo di che possiamo parlare loro. Ma riuscite a immaginarvi come ci sentiamo dopo aver dato testimonianza in dieci abitazioni? Siamo costretti a rifiutare ulteriori tazze di caffè, pur ringraziando i padroni di casa per la loro gentilezza.
Mossi dalla curiosità, vogliono sapere da dove veniamo, se siamo sposati e, in caso affermativo, se abbiamo figli o no. Dopo che ho detto loro che sono tedesco fanno di solito venire le loro figlie in età da marito. Quando spieghiamo che sono sposato e che mia moglie e io non abbiamo figli, sono dispiaciuti per noi. Ci offrono addirittura dei bambini affinché possiamo avere una famiglia! Ovviamente dobbiamo declinare la loro generosa offerta.
È un vero piacere far visita a queste persone. Offriamo loro delle pubblicazioni bibliche in spagnolo che parlano di un paradiso sulla terra. Dopo alcuni minuti ecco che ne arrivano altri, ansiosi di averne una copia.
Tornando a rivisitare una delle isole, ci si avvicina un uomo che ci chiede di aiutarlo a studiare la sua Bibbia, cosa che siamo ben lieti di fare. In certe isole dove il capo non ci dà il permesso di visitare la gente siamo in grado di dare testimonianza ad alcuni che ci hanno chiesto privatamente Bibbie e pubblicazioni attinenti. Molti stanno mostrando sincero interesse per le Scritture.
Si avvicina la sera e dobbiamo recarci all’isola di Nurtupo, dove abitano Ramón, Rogelio e Julio. Mentre le onde s’infrangono dolcemente contro la nostra barca, Nora e io ripensiamo alle molte soddisfacenti esperienze avute nel servizio di Dio. Ci rendiamo sempre più conto di quanto sia necessario aiutare ‘le molte isole a rallegrarsi’ mediante la verità biblica. — Salmo 97:1.