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  • Eliseo vide carri di fuoco, e noi?

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  • Eliseo vide carri di fuoco, e noi?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2013
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  • ELISEO FU PRONTO A SERVIRE ELIA
  • ELISEO APPREZZAVA IL SUO INCARICO
  • “CHIEDI CIÒ CHE DEVO FARE PER TE”
  • CIÒ CHE ELISEO VIDE
  • ELISEO CONFIDAVA IN GEOVA
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2013
w13 15/8 pp. 28-30

Eliseo vide carri di fuoco, e noi?

Il re di Siria era sulle tracce di Eliseo, profeta di Dio. Quando seppe che era a Dotan, città collinare cinta da mura, vi inviò di notte cavalli, carri da guerra e truppe. All’alba la città era accerchiata (2 Re 6:13, 14).

Quando si alzò e uscì, il servitore di Eliseo vide che erano in trappola. “Ohimè, mio padrone! Che faremo?”, gridò. “Non aver timore”, gli disse Eliseo, “poiché quelli che sono con noi sono più numerosi di quelli che sono con loro”. Quindi pregò: “O Geova, apri i suoi occhi, ti prego, affinché veda”. La narrazione continua dicendo: “Immediatamente Geova aprì gli occhi del servitore, così che vide; ed ecco, la regione montagnosa era piena di cavalli e di carri da guerra di fuoco tutt’intorno a Eliseo” (2 Re 6:15-17). Cosa impariamo da questo e da altri episodi della vita di Eliseo?

Di fronte all’assedio dei siri, Eliseo mantenne la calma perché aveva fiducia in Geova e vedeva la sua potenza protettiva in azione. Oggi non ci aspettiamo di assistere a miracoli, ma vediamo in modo chiaro che Geova sta proteggendo il suo popolo come gruppo. In un certo senso anche noi siamo circondati da cavalli e carri di fuoco. Se con gli occhi della fede riusciamo a vederli e facciamo sempre affidamento su Dio, “[dimoreremo] al sicuro” e godremo della sua benedizione (Sal. 4:8). Ma vediamo cosa possiamo imparare da altri accadimenti della vita di Eliseo.

ELISEO FU PRONTO A SERVIRE ELIA

Un giorno, mentre Eliseo stava arando un campo, il profeta Elia gli si avvicinò “e gli gettò sopra la sua veste ufficiale”. Eliseo conosceva il significato di quel gesto. Organizzò quindi un banchetto, si accomiatò da suo padre e sua madre e seguì Elia (1 Re 19:16, 19-21). Essendosi messo prontamente a disposizione per servire Geova nel modo più completo possibile, Eliseo divenne uno strumento nelle sue mani e alla fine prese il posto di Elia come profeta.

Eliseo servì Elia forse per sei anni. Durante quel periodo fu colui che “versava acqua sulle mani di Elia” (2 Re 3:11). All’epoca c’era la consuetudine di mangiare con le mani, senza l’ausilio delle posate. Dopo il pasto un servitore versava dell’acqua sulle mani del padrone per lavarle. Se ne deduce che almeno alcuni dei compiti di Eliseo erano umili. Ciò nonostante, quest’ultimo reputava un privilegio servire Elia.

In maniera analoga, oggi molti cristiani intraprendono varie forme di servizio a tempo pieno, animati dalla fede e dal desiderio di usare le proprie energie nel modo più completo possibile per servire Geova. Alcuni incarichi prevedono che lascino la propria casa e svolgano lavori — ad esempio alla Betel, in progetti di costruzione e così via — che in tanti potrebbero reputare umili. Nessun cristiano dovrebbe considerare tali compiti insignificanti o umilianti, dal momento che Geova li apprezza moltissimo (Ebr. 6:10).

ELISEO APPREZZAVA IL SUO INCARICO

Prima di “far salire Elia ai cieli in un turbine”, Dio lo inviò da Ghilgal a Betel. Elia suggerì a Eliseo di non accompagnarlo, ma questi gli disse: “Certamente non ti lascerò”. Nel corso del viaggio, Elia invitò Eliseo altre due volte a non seguirlo, ma senza risultati (2 Re 2:1-6). Proprio come Rut era rimasta con Naomi, Eliseo rimase con Elia (Rut 1:8, 16, 17). Perché? Evidentemente perché apprezzava il privilegio datogli da Dio di servire Elia.

Eliseo costituisce un ottimo esempio per noi. Quando riceviamo qualche privilegio di servizio, dimostriamo di apprezzarlo dovutamente se teniamo presente che stiamo servendo Geova Dio. Non esiste onore più grande (Sal. 65:4; 84:10).

“CHIEDI CIÒ CHE DEVO FARE PER TE”

Durante il viaggio Elia disse a Eliseo: “Chiedi ciò che devo fare per te prima che io ti sia tolto”. Al pari della richiesta che Salomone aveva fatto molti anni prima, anche quella di Eliseo fu di natura spirituale. Chiese che due parti dello spirito di Elia venissero su di lui (1 Re 3:5, 9; 2 Re 2:9). In Israele era il primogenito a ricevere due parti dell’eredità (Deut. 21:15-17). In pratica, quindi, Eliseo stava chiedendo di essere riconosciuto come erede spirituale di Elia. Inoltre, voleva evidentemente avere lo stesso animo coraggioso di Elia, il quale era “assolutamente geloso per Geova” (1 Re 19:13, 14).

Quale fu la risposta di Elia alla richiesta del suo servitore? “Hai chiesto una cosa difficile. Se mi vedi quando ti sarò tolto, ti avverrà in quel modo; ma se non mi vedi, non avverrà” (2 Re 2:10). A quanto pare la sua risposta aveva un duplice significato. In primo luogo, solo Dio poteva stabilire se Eliseo avrebbe ricevuto ciò che aveva chiesto. In secondo luogo, per riceverlo, Eliseo doveva rimanere accanto a Elia, qualunque cosa fosse accaduta.

CIÒ CHE ELISEO VIDE

Come considerò Dio la richiesta di Eliseo di ricevere due parti dello spirito di Elia? Il racconto dice: “Avvenne che mentre camminavano, parlando mentre camminavano, ebbene, ecco, un carro da guerra di fuoco e cavalli di fuoco, e operavano fra loro due una separazione; ed Elia ascendeva ai cieli nel turbine. Frattanto Eliseo lo vedeva”.a Fu la risposta di Geova alla richiesta di Eliseo: questi vide Elia quando ‘gli fu tolto’, ricevette due parti del suo spirito e ne divenne l’erede spirituale (2 Re 2:11-14).

Eliseo raccolse la veste ufficiale di Elia e la indossò. Tale indumento lo identificava ora come profeta di Dio. Un’ulteriore conferma della sua nomina ci fu quando divise miracolosamente le acque del Giordano.

Ciò che Eliseo vide quando Elia salì nel turbine fece indubbiamente una profonda impressione su di lui. Dopotutto vedere un carro da guerra e cavalli di fuoco non è una cosa che capita tutti i giorni! Quella fu la prova che Geova aveva accolto la sua richiesta. Quando Dio risponde alle nostre preghiere non vediamo carri da guerra fiammeggianti e cavalli di fuoco. Ma possiamo discernere che Dio usa grande potenza per far sì che la sua volontà si compia. Vedere come Geova sta benedicendo la parte terrena della sua organizzazione equivale in effetti a “vedere” il suo carro celeste all’opera (Ezec. 10:9-13).

Eliseo ebbe molte esperienze che lo convinsero del fatto che Geova è dotato di grande potenza. In effetti lo spirito santo di Dio permise al profeta di compiere 16 miracoli, il doppio di quelli attribuiti a Elia.b La seconda volta che Eliseo vide cavalli e carri da guerra di fuoco fu a Dotan, come descritto nell’introduzione di questo articolo.

ELISEO CONFIDAVA IN GEOVA

Benché a Dotan fosse circondato dai nemici, Eliseo mantenne la calma perché aveva forte fede in Geova. Anche noi abbiamo bisogno di tale fede. Preghiamo perciò per avere lo spirito santo di Dio, in modo da manifestare sia la fede che gli altri aspetti del frutto dello spirito (Luca 11:13; Gal. 5:22, 23).

Quanto accadde a Dotan, inoltre, diede a Eliseo una valida ragione per confidare in Geova e nei suoi eserciti invisibili. Dio mise in campo schiere angeliche per circondare la città e i suoi assedianti. Poi, colpendo i nemici con la cecità, salvò miracolosamente Eliseo e il suo servitore (2 Re 6:17-23). In quel momento critico, come anche in altre situazioni, Eliseo esercitò fede e ripose la sua completa fiducia in Geova.

Anche noi vogliamo confidare in Geova Dio come fece Eliseo (Prov. 3:5, 6). Se lo faremo, “Dio stesso ci mostrerà favore e ci benedirà” (Sal. 67:1). È vero che il popolo di Geova non è circondato da cavalli e carri di fuoco letterali, ma può comunque contare sulla sua protezione, non solo oggi ma anche in futuro durante la “grande tribolazione” (Matt. 24:21; Riv. 7:9, 14). Fino ad allora dobbiamo sempre ricordare che “Dio è per noi un rifugio” (Sal. 62:8).

a Elia non ascese ai cieli intesi come la dimora spirituale di Geova e dei suoi figli angelici. Vedi La Torre di Guardia del 15 settembre 1997, pagina 15.

b Vedi La Torre di Guardia del 1º agosto 2005, pagina 10.

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