Riferimenti per Guida per l’adunanza Vita e ministero
1º-7 GENNAIO
TESORI DELLA PAROLA DI DIO | MATTEO 1-3
“Il Regno dei cieli si è avvicinato”
nwtsty approfondimenti a Mt 3:1, 2
predicare Il termine greco significa basilarmente “proclamare come araldo”. Sottolinea il modo in cui avviene la proclamazione, dando l’idea di una dichiarazione pubblica, estesa, e non di un discorso rivolto solo a un gruppo di persone.
Regno Prima occorrenza del greco basilèia, termine che può riferirsi al governo, al territorio o ai sudditi sotto il dominio di un re. Nelle Scritture Greche Cristiane ricorre 158 volte, 54 delle quali nel libro di Matteo; nella maggior parte dei casi si riferisce al governo celeste di Dio. Matteo usa questo termine così frequentemente che il suo Vangelo viene anche chiamato “Vangelo del Regno”.
Regno dei cieli Nella Bibbia questa espressione ricorre circa 30 volte, e solo nel Vangelo di Matteo. Il fatto che nei Vangeli di Marco e Luca venga usata l’espressione parallela “Regno di Dio” indica che tale Regno ha sede nei cieli spirituali e da lì esercita il proprio dominio (Mt 21:43; Mr 1:15; Lu 4:43; Da 2:44; 2Tm 4:18).
si è avvicinato Espressione qui usata per indicare che il futuro Re del Regno celeste stava per apparire.
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Abbigliamento e aspetto di Giovanni il Battezzatore
Giovanni indossava un vestito di pelo di cammello e una cintura di cuoio intorno alla vita che poteva servire per portare piccoli oggetti. Anche il profeta Elia viene descritto con un vestito simile (2Re 1:8). Il tessuto realizzato con pelo di cammello era grezzo ed era comunemente usato dai poveri. I ricchi invece indossavano abiti sontuosi in seta o lino (Mt 11:7-9). Dato che Giovanni era nazireo dalla nascita, verosimilmente i suoi capelli non erano mai stati tagliati. Probabilmente i suoi vestiti e il suo aspetto rendevano subito chiaro che conduceva una vita semplice, del tutto incentrata sul fare la volontà di Dio.
Locuste
Nella Bibbia il termine “locusta” può riferirsi a vari tipi di cavallette con piccole antenne, in modo particolare a cavallette che migrano in grandi sciami. Secondo una ricerca condotta a Gerusalemme, le locuste del deserto sono costituite per il 75 per cento da proteine. Oggi, quando sono usate come alimento, vengono private di testa, zampe, ali e viscere. Ciò che rimane, il torace, viene cucinato o mangiato crudo. Pare che questi insetti molto proteici abbiano un sapore simile a quello dei gamberetti o dei granchi.
Miele selvatico
Nelle foto si può vedere (1) un alveare di api selvatiche e (2) un favo pieno di miele. Il miele che Giovanni mangiava era probabilmente prodotto da api selvatiche appartenenti alla specie Apis mellifera syriaca, originaria della zona. Questa specie, dal carattere aggressivo, può sopportare il clima caldo e secco tipico del deserto della Giudea, ma non è adatta per l’allevamento. In Israele, già nel IX secolo a.E.V., si era soliti usare cilindri di argilla come arnie per le api da miele. Resti di un gran numero di cilindri sono stati rinvenuti in un’antica area urbana (nota adesso come Tel Rehov) nella valle del Giordano. Il miele in quelle arnie era prodotto da una specie di api che sembra sia stata importata da quella che ora è la Turchia.
Scaviamo per trovare gemme spirituali
nwtsty approfondimento a Mt 1:3
Tamar La prima di cinque donne menzionate nella genealogia del Messia riportata in Matteo. Le altre quattro sono: (v. 5) Raab e Rut, entrambe non israelite, (v. 6) Betsabea, “moglie di Uria”, e (v. 16) Maria. Probabilmente queste donne sono incluse in una genealogia altrimenti solo maschile perché c’è qualcosa di speciale nel modo in cui sono diventate antenate di Gesù.
nwtsty approfondimento a Mt 3:11
vi battezzo O “vi immergo”. Il verbo greco baptìzo significa “immergo”, “tuffo”. Altri riferimenti biblici indicano che il battesimo implicava un’immersione completa. Si legge ad esempio che in un’occasione Giovanni battezzava in una località vicino a Salim, nella valle del Giordano, “perché c’era molta acqua” (Gv 3:23); inoltre, quando Filippo battezzò l’eunuco etiope, entrambi “scesero nell’acqua” (At 8:38). La Settanta usa lo stesso verbo greco quando dice che Naaman “si immerse sette volte nel Giordano” (2Re 5:14).
8-14 GENNAIO
TESORI DELLA PAROLA DI DIO | MATTEO 4-5
“Lezioni dal Discorso della Montagna”
nwtsty approfondimento a Mt 5:3
Felici La felicità in questione non è semplicemente la spensieratezza o lo stato d’animo di chi trascorre un momento piacevole. Quando è riferita agli uomini indica piuttosto la condizione di chi è benedetto da Dio e gode del suo favore. Il termine “felice” è usato anche per descrivere Dio e Gesù nella sua gloria celeste (1Tm 1:11; 6:15).
quelli che sono consapevoli del loro bisogno spirituale L’espressione greca resa “quelli che sono consapevoli”, alla lettera “i poveri” (bisognosi, indigenti, mendicanti), in questo contesto viene usata per indicare chi ha un bisogno e se ne rende pienamente conto. La stessa parola che compare in quest’espressione viene tradotta “mendicante” in Lu 16:20, 22. Il testo greco che alcune traduzioni rendono “poveri in spirito” suggerisce l’idea di persone che si rendono conto con dispiacere della loro povertà spirituale e di aver bisogno di Dio.
nwtsty approfondimento a Mt 5:7
misericordiosi Nella Bibbia il termine “misericordia” non si limita a descrivere la disposizione al perdono o l’indulgenza nel giudizio. Il più delle volte descrive la compassione e la pietà che spingono qualcuno ad aiutare chi è nel bisogno.
nwtsty approfondimento a Mt 5:9
quelli che promuovono la pace Non solo sono persone che mantengono la pace, ma si adoperano anche per mettere pace laddove non c’è.
Scaviamo per trovare gemme spirituali
nwtsty approfondimento a Mt 4:9
fai un atto di adorazione Qui il verbo greco, che può anche essere reso “adorare”, è un aoristo, tempo verbale che indica un’azione puntuale, momentanea. Questo mostra che il Diavolo non chiese a Gesù di adorarlo in modo costante o continuo, ma gli chiese un solo “atto di adorazione”.
nwtsty approfondimento a Mt 4:23
insegnando [...], predicando Insegnare e predicare non sono equivalenti, visto che l’insegnante fa qualcosa di più rispetto a chi predica: istruisce, spiega, argomenta in modo convincente e offre prove a sostegno di ciò che dice.
15-21 GENNAIO
TESORI DELLA PAROLA DI DIO | MATTEO 6-7
“Continuiamo a cercare prima il Regno”
nwtsty approfondimento a Mt 6:24
essere schiavo Il verbo greco si riferisce alla condizione di chi lavorava come schiavo, ovvero una persona che serviva un solo padrone. Qui Gesù stava dicendo che un cristiano non può rendere a Dio l’adorazione esclusiva che merita e allo stesso tempo essere dedito ad accumulare beni materiali.
nwtsty approfondimento a Mt 6:33
Continuate [...] a cercare Il verbo originale è in una forma che indica un’azione continua, infatti può essere tradotto “cercate di continuo”. I veri seguaci di Gesù non devono cercare il Regno solo per un po’ e poi dedicarsi ad altro. Devono piuttosto farne sempre una priorità nella loro vita.
il Regno Alcuni antichi manoscritti contengono la lezione “il Regno di Dio”.
giustizia Coloro che cercano la giustizia di Dio fanno prontamente la sua volontà e applicano le norme da lui stabilite riguardo al bene e al male. Questo insegnamento era fortemente in contrasto con quanto insegnavano i farisei, i quali cercavano di imporre la loro giustizia (Mt 5:20).
Scaviamo per trovare gemme spirituali
nwtsty approfondimenti a Mt 7:28, 29
erano stupite Questo verbo in greco potrebbe descrivere la reazione di chi è pieno di stupore al punto di esserne sopraffatto. Il tempo del verbo originale indica che l’effetto di quelle parole sulle folle durò a lungo.
del suo modo d’insegnare Questa espressione si riferisce a come Gesù insegnava, cioè ai suoi metodi didattici, compreso quello che insegnava, cioè l’insieme delle indicazioni contenute nel Discorso della Montagna.
non come i loro scribi A differenza degli scribi che come fonti autorevoli citavano rabbi tenuti in grande stima, Gesù parla quale rappresentante di Geova, come uno che ha autorità, basando i suoi insegnamenti sulla Parola di Dio (Gv 7:16).
22-28 GENNAIO
TESORI DELLA PAROLA DI DIO | MATTEO 8-9
“Gesù amava le persone”
nwtsty approfondimento a Mt 8:3
lo toccò La Legge mosaica stabiliva che i lebbrosi dovevano stare in quarantena per evitare che contagiassero altri (Le 13:45, 46; Nu 5:1-4). Tuttavia i capi religiosi imposero regole aggiuntive. Ad esempio, non ci si poteva avvicinare a un lebbroso, ma si doveva stare a una distanza di almeno 4 cubiti (quasi 2 m); se c’era vento, la distanza minima doveva essere di 100 cubiti (circa 45 m). A motivo di queste regole si finì per trattare i lebbrosi in modo crudele. La tradizione rabbinica parla positivamente di un rabbino che si nascondeva dai lebbrosi e di un altro che lanciava loro sassi per tenerli lontani. Gesù invece fu così profondamente colpito dalla condizione del lebbroso che fece una cosa che per altri ebrei sarebbe stata inconcepibile: lo toccò. Lo fece anche se avrebbe potuto guarire quel lebbroso con una sola parola (Mt 8:5-12).
Lo voglio Gesù non solo prese atto della richiesta, ma espresse il forte desiderio di soddisfarla, mostrando così di non essere motivato dal semplice senso del dovere.
nwtsty approfondimento a Mt 9:10
era a tavola O “era disteso per il pasto”. Giacere a tavola con qualcuno indicava l’esistenza di un legame con quella persona. Perciò, al tempo di Gesù, di norma i giudei non si sarebbero mai messi a tavola con chi non era giudeo.
esattori di tasse Molti giudei riscuotevano le tasse per conto delle autorità romane. La gente odiava questi giudei perché non solo collaboravano con una dominazione straniera mal tollerata, ma estorcevano più di quanto prevedeva la tassazione ufficiale. Gli esattori di tasse venivano di solito evitati dai loro connazionali, che li consideravano alla stregua di peccatori e prostitute (Mt 11:19; 21:32).
nwtsty approfondimento a Mt 9:36
ne ebbe compassione Il verbo greco splagchnìzomai usato in questa espressione ha a che fare con la parola resa “intestini” (splàgchna), a indicare un sentimento che si avverte anche fisicamente, un’emozione intensa. È una delle parole più forti in greco per descrivere il sentimento della compassione.
29 GENNAIO – 4 FEBBRAIO
TESORI DELLA PAROLA DI DIO | MATTEO 10-11
“Gesù offrì ristoro”
nwtsty approfondimenti a Mt 10:29, 30
passeri La parola greca strouthìon è un diminutivo usato per qualunque uccellino, ma spesso utilizzato in riferimento ai passeri, gli uccelli più a buon mercato tra quelli venduti come cibo.
per una moneta di piccolo valore Lett. “per un asse”, l’equivalente della paga di 45 minuti di lavoro. (Vedi App. B14.) In questa occasione, durante il terzo giro di predicazione in Galilea, Gesù dice che due passeri costavano un asse. Durante il suo ministero in Giudea, evidentemente circa un anno più tardi, Gesù dice che con il doppio, 2 assi, si potevano comprare cinque passeri (Lu 12:6). Confrontando i due racconti, si evince che i passeri avevano così poco valore per i commercianti che il quinto era compreso nel prezzo.
i capelli della vostra testa sono tutti contati Si calcola che il numero di capelli di un essere umano è in media superiore a 100.000. La profonda conoscenza che ha Geova di questi dettagli è una garanzia del fatto che si interessa vivamente di ciascun seguace di Cristo.
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Passero
I passeri erano gli uccelli più a buon mercato tra quelli venduti come cibo. Era possibile acquistarne due con l’equivalente di ciò che un uomo poteva guadagnare in 45 minuti di lavoro. Il termine greco era usato per diverse varietà di uccellini, incluso il passero domestico (Passer domesticus biblicus) e quello spagnolo (Passer hispaniolensis), entrambi ancora molto diffusi in Israele.
nwtsty approfondimento a Mt 11:28
oppressi Coloro che Gesù invita erano “oppressi” da preoccupazioni e fatiche. La loro adorazione a Geova era diventata gravosa per via delle tradizioni umane che erano state introdotte in aggiunta alla Legge mosaica (Mt 23:4). Perfino il Sabato, che nasceva perché fosse una fonte di ristoro, era diventato un peso (Eso 23:12; Mr 2:23-28; Lu 6:1-11).
io vi ristorerò Il termine greco reso “ristorare” può riferirsi sia al riposo fisico (Mt 26:45; Mr 6:31) sia al sollievo che si prova recuperando le forze dopo un duro lavoro (2Co 7:13; Flm 7). Il contesto mostra che prendere il “giogo” di Gesù (Mt 11:29) implica servire, non riposarsi. Il fatto che qui sia usata la forma attiva del verbo greco con Gesù come soggetto trasmette l’idea che lui dà forza e vigore a coloro che sono affaticati, al punto che provano il desiderio di prendere sulle loro spalle il suo giogo leggero e piacevole.
nwtsty approfondimento a Mt 11:29
Prendete su di voi il mio giogo Gesù usò il termine “giogo” in senso metaforico per indicare sottomissione all’autorità e alle direttive. Se aveva in mente un giogo doppio, Gesù stava invitando i suoi discepoli a mettersi insieme a lui sotto lo stesso giogo, affidatogli da Dio, garantendo loro il suo aiuto. In questo caso la sua dichiarazione potrebbe essere resa: “Mettetevi sotto il mio giogo con me”. Se invece aveva in mente un giogo che lui stesso avrebbe posto su altri, intendeva che ci si doveva sottomettere alla sua autorità e alla sua guida in qualità di discepoli di Cristo.