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  • Il mio viaggio dalla timidezza al servizio missionario
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per lo studio) 2025
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  • INIZIO IL SERVIZIO A TEMPO PIENO
  • IL SERVIZIO MISSIONARIO DIVENTA UN MIO OBIETTIVO
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per lo studio) 2025
w25 agosto pp. 26-30
Marianne Wertholz.

BIOGRAFIA

Il mio viaggio dalla timidezza al servizio missionario

NARRATO DA MARIANNE WERTHOLZ

DA BAMBINA ero timida e avevo timore delle persone. Ma nel tempo Geova mi ha aiutato a diventare una missionaria orientata verso gli altri. Come? Inizialmente tramite la guida di mio padre, poi tramite l’eccellente esempio di una sorella adolescente e infine tramite le parole gentili e pazienti di mio marito. Lasciate che vi racconti del mio viaggio.

Sono nata nel 1951 a Vienna, in Austria, in una famiglia cattolica. Ero timida; comunque credevo in Dio e con lui riuscivo a esprimermi liberamente in preghiera. Quando avevo nove anni, mio padre iniziò a studiare con i Testimoni di Geova, e poco tempo dopo mia madre si unì a lui.

Con mia sorella, Elisabeth (a sinistra)

Ben presto entrammo a far parte della congregazione Döbling, a Vienna. In famiglia facevamo molte cose insieme: leggevamo e studiavamo la Bibbia, assistevamo alle adunanze e prestavamo servizio come volontari alle assemblee. Quando ero ancora piccola, mio padre instillò in me un profondo amore per Geova. Lui pregava che io e mia sorella diventassimo pioniere. Ma allora io non avevo quell’obiettivo.

INIZIO IL SERVIZIO A TEMPO PIENO

Mi battezzai nel 1965, quando avevo 14 anni. Tuttavia facevo fatica a predicare a degli sconosciuti. Combattevo anche contro sentimenti di inferiorità e volevo disperatamente essere accettata dai miei coetanei. Così, poco dopo essermi battezzata, iniziai a trascorrere del tempo con persone che non servivano Geova. Anche se la loro compagnia mi piaceva, non mi sentivo a posto con la coscienza, perché passavo troppo tempo con dei non Testimoni. Ma non avevo la forza di cambiare. Cosa mi fu d’aiuto?

Marianne e Dorothée.

Imparai molto da Dorothée (a sinistra)

Più o meno in quel periodo, alla nostra congregazione si unì una ragazza di 16 anni di nome Dorothée. Il suo zelo per l’opera di casa in casa mi colpì molto. Io ero un po’ più grande di lei, ma non ero molto attiva nel ministero. Pensai: “I miei genitori sono Testimoni. Dorothée invece non ha nessun familiare nella verità. Vive con la madre malata, eppure è sempre in servizio”. Il suo esempio mi motivò a fare di più per Geova. Presto io e Dorothée cominciammo a fare le pioniere insieme. Iniziammo come pioniere ausiliarie, a quel tempo chiamate pioniere temporanee, e in seguito diventammo pioniere regolari. L’entusiasmo di Dorothée era contagioso, e lei mi aiutò a iniziare il mio primo studio biblico. Col tempo cominciai a sentirmi più tranquilla nell’avvicinare le persone di casa in casa, per strada e in altri contesti.

Nel mio primo anno da pioniera regolare, nella nostra congregazione arrivò un fratello di nome Heinz. Aveva conosciuto la verità in Canada, dove era andato a trovare suo fratello, che era Testimone. Heinz fu assegnato come pioniere speciale nella nostra congregazione a Vienna. Mi piacque fin da subito. Ma lui voleva diventare missionario, mentre io non avevo nessuna intenzione di servire come missionaria. Quindi all’inizio cercai di nascondergli i sentimenti che provavo per lui. In seguito, però, io e Heinz cominciammo a frequentarci. Poi ci sposammo e continuammo insieme il servizio di pioniere in Austria.

IL SERVIZIO MISSIONARIO DIVENTA UN MIO OBIETTIVO

Heinz mi parlava spesso del suo desiderio di diventare missionario. Anche se non faceva mai pressioni su di me, mi faceva domande del tipo: “Dato che non abbiamo figli, potremmo fare di più nel sacro servizio?” A causa della mia timidezza, il pensiero di diventare missionaria mi spaventava. È vero, facevo la pioniera, ma l’idea di svolgere il servizio missionario mi sembrava una cosa troppo grande. Con pazienza, però, Heinz fece in modo che non accantonassi quell’obiettivo. Mi incoraggiò anche a concentrarmi di più sulle persone, invece di preoccuparmi di me stessa. Quel suo consiglio mi fu di grande aiuto.

Heinz mentre conduce lo studio Torre di Guardia in una piccola congregazione di lingua serbo-croata a Salisburgo, in Austria, nel 1974

Piano piano crebbe in me il desiderio di iniziare l’opera missionaria, così facemmo domanda per la Scuola di Galaad. Tuttavia, il servitore di filiale mi suggerì di migliorare prima il mio inglese. Dopo che per tre anni mi ero dedicata intensamente allo studio dell’inglese, con nostra sorpresa fummo assegnati a una congregazione di lingua serbo-croata a Salisburgo, in Austria. Servimmo in quel campo per i successivi sette anni, incluso un anno nell’opera della circoscrizione. Il serbo-croato era difficile, ma avevamo molti studi biblici.

Poi, nel 1979, ci fu chiesto di andare in “vacanza” in Bulgaria. Lì l’opera di predicazione era vietata. Quindi durante quella “vacanza” non predicammo, ma introducemmo di nascosto nel paese delle pubblicazioni in miniatura per le cinque sorelle che vivevano a Sofia, la capitale. Io ero terrorizzata, ma Geova mi aiutò a svolgere quell’incarico entusiasmante. Vedere il coraggio di quelle sorelle e la gioia che provavano nonostante il rischio di finire in prigione mi diede la fiducia necessaria per svolgere al meglio qualsiasi compito l’organizzazione di Geova mi affidasse.

Nel frattempo facemmo di nuovo domanda per Galaad, e questa volta fummo chiamati. Pensavamo che avremmo frequentato il corso in inglese, negli Stati Uniti. Ma nel novembre del 1981 era stata aperta una succursale della Scuola di Galaad presso la filiale di Wiesbaden, in Germania. Quindi potemmo frequentare il corso in tedesco, che per me era più facile da capire. Dove saremmo stati assegnati?

SERVIAMO IN UN PAESE DILANIATO DALLA GUERRA

Fummo assegnati in Kenya. La filiale del Kenya però ci chiese se eravamo disposti a servire nella vicina Uganda. Più di 10 anni prima il governo dell’Uganda era stato rovesciato da un colpo di stato militare guidato dal generale Idi Amin. Negli anni successivi la sua dittatura aveva portato alla morte di migliaia di persone e causato sofferenze a milioni di altre. Poi, nel 1979, il governo dell’Uganda era stato nuovamente rovesciato. Inutile dire che non mi sentivo molto tranquilla all’idea di trasferirmi in un paese dilaniato dalla guerra. Ma la Scuola di Galaad ci aveva insegnato a confidare in Geova. Così accettammo.

In Uganda regnava il caos. Heinz descrisse così la situazione nell’Annuario del 2010: “Molti servizi, come l’erogazione dell’acqua e le comunicazioni, erano interrotti. [...] Sparatorie e furti erano comuni, specie di notte. [...] Tutti rimanevano in casa sperando, e spesso pregando, che la notte passasse senza visite indesiderate”. Nonostante quelle sfide, i fratelli erano in ottima salute dal punto di vista spirituale.

Mentre prepariamo da mangiare a casa della famiglia Waiswa

Nel 1982 io e Heinz arrivammo a Kampala, la capitale dell’Uganda. Nei primi cinque mesi alloggiammo a casa di Sam e Christina Waiswa, dove vivevano anche i loro cinque figli e altri quattro parenti. Il fratello e la sorella Waiswa e i loro familiari spesso mangiavano solo una volta al giorno, il che rendeva la loro ospitalità davvero speciale. Nel periodo che passammo con loro, io e Heinz imparammo molte cose che si rivelarono utili nella nostra vita da missionari. Ad esempio imparammo come risparmiare acqua usandone soltanto pochi litri per farci il bagno e riutilizzando quella stessa acqua per lo scarico del gabinetto. Nel 1983 io e Heinz trovammo casa in una zona relativamente sicura di Kampala.

Il ministero era bellissimo. Ricordo che un mese distribuimmo più di 4.000 riviste! Ma quello che ci dava più gioia erano le persone: avevano rispetto per Dio e volevano parlare della Bibbia. In genere io e Heinz avevamo dai 10 ai 15 studi ciascuno. Imparavamo molto dai nostri studenti. Ad esempio, ci colpiva l’atteggiamento positivo che avevano mentre ogni settimana facevano a piedi il tragitto per venire alle adunanze e poi tornare a casa. Non si lamentavano mai, erano sempre sorridenti.

Nel 1985 e nel 1986 ci furono altri due conflitti in Uganda. Spesso vedevamo bambini soldato armati di fucili d’assalto che presidiavano i posti di blocco. In quel periodo pregavamo per avere discernimento e per mantenere la calma mentre nel ministero cercavamo persone interessate. E Geova rispondeva alle nostre preghiere. Spesso, non appena incontravamo qualcuno che reagiva in modo positivo al messaggio del Regno, dimenticavamo le nostre paure.

Io e Heinz con Tatjana (al centro)

Ci piaceva molto anche predicare agli stranieri. Ad esempio, iniziammo a studiare con Murat e Dilbar Ibatullin, una coppia originaria della Repubblica dei Tatari, situata nella Russia centrale. Murat era un medico. Entrambi accettarono la verità, e da allora non hanno mai smesso di servire Geova. In seguito ebbi il privilegio di conoscere Tatjana Vilejs’ka, una donna dell’Ucraina che aveva pensato di togliersi la vita. Dopo essersi battezzata, Tatjana tornò in Ucraina e in seguito prestò servizio come traduttrice delle nostre pubblicazioni.a

NUOVE SFIDE

Nel 1991, mentre io e Heinz eravamo in vacanza in Austria, fummo contattati dalla filiale di quel paese, che ci comunicò una nuova assegnazione: fummo incaricati di servire in Bulgaria. Dopo la caduta del comunismo nell’Europa orientale, in Bulgaria l’opera dei Testimoni di Geova fu riconosciuta legalmente. Come dicevo prima, quando l’opera era vietata io e Heinz avevamo introdotto di nascosto delle pubblicazioni nel paese. Ma adesso eravamo stati mandati lì a predicare.

Ci fu detto di non tornare in Uganda. Quindi, senza tornare nella nostra casa missionaria per fare i pacchi e salutare gli amici, andammo alla Betel della Germania, prendemmo un’auto e ci mettemmo in viaggio verso la Bulgaria. Fummo incaricati di servire in un gruppo di circa 20 proclamatori a Sofia.

In Bulgaria affrontammo diverse nuove sfide. Innanzitutto non conoscevamo la lingua. Inoltre, le uniche pubblicazioni disponibili in bulgaro erano i libri La Verità che conduce alla Vita Eterna e Il mio libro di racconti biblici. Ed era difficile iniziare studi. Nonostante queste sfide, il nostro piccolo ma zelante gruppo di Testimoni faceva progressi. La Chiesa Ortodossa se ne accorse, e a quel punto iniziarono i veri problemi.

Nel 1994 ai Testimoni fu revocato il riconoscimento ufficiale, e iniziammo a essere trattati come una setta vietata. Alcuni fratelli furono arrestati. I media diffondevano orribili bugie sul nostro conto, affermando che i Testimoni di Geova uccidevano i bambini e istigavano altri Testimoni al suicidio. Per me e Heinz non era facile predicare. Spesso incontravamo persone aggressive che ci urlavano dietro, chiamavano la polizia e ci lanciavano perfino degli oggetti. Non era possibile far entrare pubblicazioni nel paese, e affittare locali per tenere le adunanze diventò molto complicato. La polizia fece perfino irruzione durante un nostro congresso. Io e Heinz non eravamo abituati a tutto quell’odio. Era tutto così diverso dal territorio a cui eravamo abituati in Uganda, dove molte persone erano amichevoli e facevano progressi! Cosa ci permise di affrontare quel cambiamento?

Provavamo molta gioia stando in compagnia dei fratelli e delle sorelle del posto. Erano felici di aver trovato la verità e apprezzavano l’aiuto che ricevevano da noi. Rimanevano uniti e si sostenevano l’un l’altro. Io e Heinz imparammo che possiamo essere felici ovunque se ci concentriamo sulle persone.

Marianne e Heinz Wertholz.

Alla filiale della Bulgaria nel 2007

Col tempo, però, le cose migliorarono. Nel 1998 alla nostra organizzazione fu nuovamente concesso il riconoscimento, e nel giro di poco tempo furono rese disponibili in bulgaro molte pubblicazioni. Poi, nel 2004, fu dedicato un nuovo edificio della filiale. Oggi in Bulgaria ci sono 57 congregazioni, con un totale di 2.953 proclamatori. Lo scorso anno di servizio i presenti alla Commemorazione sono stati 6.475. Un tempo a Sofia c’erano soltanto cinque sorelle, ora ci sono nove congregazioni! Abbiamo davvero visto “il piccolo [divenire] mille” (Isa. 60:22).

AFFRONTO PROBLEMI PERSONALI

Nel corso degli anni ho affrontato vari problemi di salute e ho avuto diversi tumori. Per curare un tumore alla testa dovetti fare la radioterapia e sottopormi a un intervento chirurgico di 12 ore in India. Il tumore venne per gran parte asportato. Dopo un periodo di convalescenza alla filiale dell’India, tornammo in Bulgaria.

Nello stesso periodo, Heinz iniziò a soffrire di una rara patologia ereditaria chiamata malattia di Huntington. Faceva fatica a camminare, a parlare e a controllare i movimenti. Man mano che la malattia progrediva, aveva sempre più bisogno del mio aiuto. A volte, al pensiero di come sarebbero andate a finire le cose, mi sentivo schiacciata dalla preoccupazione. Un giovane fratello di nome Bobi, però, invitava regolarmente Heinz a predicare con lui. Bobi non si sentiva in imbarazzo davanti ai movimenti incontrollati di Heinz e alle sue difficoltà nel parlare. Potevo sempre contare su Bobi quando non ero in grado di assistere Heinz. Anche se io e Heinz abbiamo rinunciato ad avere figli in questo sistema, era come se Geova ci avesse dato Bobi come figlio! (Mar. 10:29, 30).

Heinz dovette anche lottare contro il cancro. Purtroppo nel 2015 il mio caro marito venne a mancare. Dopo la morte di Heinz mi sentivo persa. Non mi sembrava vero che se ne fosse andato. Ma nei miei ricordi lui è vivo, eccome! (Luca 20:38). Durante la giornata spesso mi tornano alla mente le sue parole gentili e i suoi saggi consigli. Sono davvero grata di aver trascorso con lui tutti quegli anni di fedele servizio.

GRATA DEL SOSTEGNO DI GEOVA

Geova mi ha sostenuto in tutte le mie prove. Non ho alcun dubbio al riguardo. Mi ha anche aiutato a superare la timidezza e a diventare una missionaria orientata verso gli altri (2 Tim. 1:7). Grazie a Geova sia io che la mia sorella più giovane siamo impegnate nel servizio a tempo pieno. Oggi lei e il marito servono in una circoscrizione serba in Europa. Le preghiere di mio padre, pronunciate molti anni fa, sono state esaudite!

Studiare la Bibbia mi fa provare pace. Nei momenti difficili ho imparato a pregare “ancor più intensamente”, come fece Gesù (Luca 22:44). Un modo in cui Geova risponde alle mie preghiere è con l’amore e la gentilezza dei fratelli della mia congregazione a Nadežda, nella città di Sofia. Mi invitano a passare del tempo con loro e spesso mi fanno capire quanto mi apprezzano, cosa che mi fa provare un’immensa gioia.

Penso spesso alla risurrezione. Immagino di vedere i miei genitori davanti a casa nostra, belli come lo erano il giorno del matrimonio. Vedo mia sorella che prepara da mangiare. Vedo Heinz in piedi vicino al suo cavallo. Queste immagini distolgono la mia mente dai pensieri negativi e mi riempiono il cuore di gratitudine verso Geova.

Ripensando alla mia vita e guardando al futuro, posso dire di essere pienamente d’accordo con le parole di Davide riportate in Salmo 27:13, 14: “Che ne sarebbe stato di me, se non avessi avuto la certezza di vedere la bontà di Geova nella terra dei viventi? Spera in Geova, sii coraggioso e sia forte il tuo cuore. Spera in Geova!”

a Vedi la biografia di Tatjana Vilejs’ka, in Svegliatevi! del 22 dicembre 2000, pagine 20-24.

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