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  • g70 22/10 pp. 16-20
  • Una moglie africana supera il biasimo

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  • Una moglie africana supera il biasimo
  • Svegliatevi! 1970
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • “Quando ti sposi”
  • Addestramento nella scuola della giungla
  • Il biasimo della sterilità
  • “Non posso piangere”
  • Tolto il biasimo
  • Una ragazza di una società matriarcale sceglie di servire il vero Dio
    Svegliatevi! 1976
  • Imparai a considerare il matrimonio dal punto di vista di Dio
    Svegliatevi! 1971
  • Un poligamo sceglie un’eredità migliore
    Svegliatevi! 1976
  • La moglie teneramente amata
    Come rendere felice la vita familiare
Altro
Svegliatevi! 1970
g70 22/10 pp. 16-20

Una moglie africana supera il biasimo

Narrato dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Liberia

ERO una dei tredici figli partoriti a mio padre dalle sue tre mogli. Ricordo ancora la mia felice infanzia, quando andavo a pescare, a nuotare e a caccia di lumache nel grande corso d’acqua vicino a casa mia, una capanna col tetto di paglia in un grande villaggio africano. Che bei tempi trascorsi con le mie amiche lavando i panni nel torrente! Mi rendevo ben poco conto che i corsi d’acqua erano infestati da parassiti abbastanza piccoli da penetrare nella pelle e influire sulla facoltà di una ragazza di partorire figli, il principale compito nella vita di una ragazza africana.

La mia famiglia credeva che tutte le attività della vita fossero controllate da misteriosi geni o spiriti. Uno di essi, mi fu detto, mi aveva dato notevole successo nella pesca. L’aiuto di questi geni dipendeva dall’osservare le loro leggi. Quando un giorno mi ammalai, la locale donna zo, che praticava una specie di magia, disse ai miei genitori che la legge del genio era stata trasgredita da qualcuno che mi aveva percosso sulla testa. Si supponeva che lavando il mio corpo in una specie di soluzione a base di erbe si sarebbero ristabilite buone relazioni col mio genio.

Sapevo vagamente che c’era qualche grande Spirito che aveva fatto tutte le cose. Ma non sapevo nulla riguardo al pregare questa potenza sconosciuta. Né sapevo come la morte era entrata per la prima volta sulla scena umana. La calamità era sempre attribuita a uno stregone, come quello ritenuto responsabile della morte del mio fratello minore. In quel triste evento mio padre agì immediatamente per proteggere il resto della famiglia. Dovette portare riso, noce di cola bianca e altri articoli allo stregone locale, che quindi sacrificò un pollo sotto un grosso albero e preparò un intruglio misterioso per scacciare il male.

Ora, che cosa pensate che i miei genitori si aspettassero? Essi credevano che il colpevole avrebbe subìto una calamità, che avrebbe sognato d’essere picchiato da uno stregone più forte. Ne sarebbe seguìta una malattia e infine egli avrebbe confessato. Così la giustizia sarebbe stata soddisfatta, poiché la battitura in sogno e la malattia erano considerate giuste punizioni per il delitto. Ma per evitare ulteriori battiture, lo stregone colpevole doveva dare un compenso allo stregone locale. L’unico a trarre realmente beneficio era lo stregone, perché riceveva compensi da entrambe le parti. Nel frattempo, il mio fratellino era morto e nessuno offriva alcuna speranza che l’avremmo rivisto.

“Quando ti sposi”

Mentre ero ancora piccola, mia madre mi diede consigli affinché evitassi il dolore che ella aveva sofferto per la maggior parte della sua vita da sposata. Ella era la prima donna a cui mio padre aveva offerto la dote, per cui era legittimamente la moglie principale, ed era apprezzata per i molti figli partoriti. Ma infelicemente mio padre acquistò in seguito altre donne secondo l’usanza prevalente.

Sebbene mio padre amasse la seconda moglie più delle altre, ella era corteggiata anche da altri uomini e mio padre non si decise mai a ripudiarla per infedeltà. Questa situazione indusse mia madre a fare il voto che non avrebbe mai più diviso il letto con mio padre; sarebbe rimasta nella casa come fosse vedova. Ci fu poi la crisi quando la terza moglie, quella che doveva fare tutte le faccende pesanti, decise di andarsene.

Piangendo mia madre mi rivelò come le lusinghiere parole di mio padre avevano causato quest’angoscia. Quando mia madre era l’unica moglie, mio padre l’aveva persuasa ad accettare una grossa somma come dono dotale e a offrirla a una giovane ragazza così che ella divenisse la sua moglie secondaria. Mio padre affermò che questo sarebbe stato a vantaggio di mia madre, giacché il faticoso lavoro di attingere acqua e altre faccende pesanti sarebbero passati alla seconda donna. Ma ora, amaramente, mi consigliò: “Figlia mia, non prendere mai ragazze per tuo marito, mettendoti in questa situazione. Quando ti sposi, tuo marito deve amare te sola e nessun’altra!”

Addestramento nella scuola della giungla

A dodici anni me ne andai da casa per ricevere addestramento nella scuola della giungla per un anno, addestramento che mi avrebbe preparata per il matrimonio e la maternità. Ero ansiosa di eccellere, d’essere bene informata, per piacere in ogni modo al mio futuro marito.

La società femminile Sande provvede che questa istruzione sia impartita a molte giovani ragazze in un’area appartata della foresta. Per l’intero periodo fummo completamente tagliate fuori dalle nostre famiglie. Eravamo considerate come morte, inghiottite dal “diavolo” femminile o spirito della foresta. Il nostro ritorno a casa sarebbe stato considerato come emergere dalla morte quali nuove creature.

A scuola mia zia, che era una zo, cominciò ad addestrarmi perché divenissi zo a mia volta. Ciò mi avrebbe preparato ad essere una grande regina nella società femminile ed esperta nella magia della giungla. Imparai dunque molto riguardo a varie foglie ed erbe. Le altre ragazze imparavano utili arti come filare il cotone, fare cesti e tessere.

Si dava importanza all’acquistare rispetto e umiltà verso gli anziani e anche verso i nostri futuri mariti. La ragazza ostinata e disubbidiente poteva esser fatta sedere su un mucchio di gusci rotti di frutti di palma. O le poteva essere continuamente versata addosso per ore dell’acqua. Anche al termine della scuola, nei casi di grave insubordinazione la zo aveva l’autorità di prescrivere qualche speciale tipo di veleno che aveva lo scopo di fare piegare la vittima per le sofferenze, e così cacciar via lo spirito superbo.

‘Questo non accadrà a me’, decisi. ‘Non subirò biasimo per tale motivo’. Dovevo ancora imparare molto circa il vero amore, la profonda lealtà che non aggiunge biasimo.

Il biasimo della sterilità

Giunta all’età di aver figli risposi al “Ti amo” di un giovane e diedi inizio alla disposizione del matrimonio per prova. I miei genitori volevano accertarsi che il mio innamorato “potesse tener bene una donna”. Attendevo con ansia che venisse il giorno in cui avrei partorito il mio primo figlio. Immaginate che delusione quando ebbi un aborto. Dopo ciò, non più gravidanze per me. Qualche cosa di vitale era uscito dalla mia vita. Ero come un albero senza frutto, una nube senza pioggia.

Un giorno un uomo anziano che appariva sospetto lasciò al mio innamorato un libretto riguardo a Dio. Promise di tornare. Non appena sentii il rumore della sua motocicletta fuggii nel boschetto di cassava. Perché un estraneo sarebbe venuto a visitare gente come noi, se non per prenderci onde sacrificarci? Un giorno, arrivando a piedi, ci sorprese, ma il suo amichevole saluto mi fece fermare.

Per mezzo di un interprete ci parlò di un grande capo che diede molto buon terreno da coltivare a persone che amava. Potevano tenere il terreno finché rispettavano il capo e le sue leggi. Fallendo miseramente, sfidarono il capo e riempirono il luogo di difficoltà. Ora il benevolo capo sarebbe venuto presto a cacciar via coloro che causavano difficoltà per dare il suo possedimento a quelli che lo apprezzavano.

Con questa illustrazione compresi per la prima volta il proposito del Creatore. E appresi che il suo nome è Geova. Che meraviglioso futuro era offerto a coloro che volevano piacere a questo grande Capo Celeste!

Nel mio profondo intimo qualche cosa cominciò a rivivere, qualche cosa che era morto lungo tempo prima. Tutti i sacrifici che avevo pagati non mi avevano potuto dare speranza. Ora dopo tutto c’era qualche cosa per cui vivere. Era come se dal fondo di un’oscura fossa venissi gradualmente innalzata alla luce e al calore. Acconsentii lietamente a che questo anziano uomo venisse a insegnarci regolarmente la Bibbia.

La fede si rafforzava man mano che apprendevo tutte le cose circa colui che ha ‘le chiavi della morte e della tomba’, Gesù Cristo. (Riv. 1:18) C’era speranza che il mio fratellino rivivesse! Che meravigliosa prospettiva! Ed era stato il Diavolo a riempire la terra di falsa adorazione, vani sacrifici e magia che rendevano schiavi i superstiziosi.

Anch’io e il mio innamorato comprendemmo che il matrimonio onorevole non era una disposizione a metà. La dote fu subito pagata per intero. Sia lui che io avevamo fatto cambiamenti in meglio mediante la conoscenza della Bibbia. Ora pensavo che avrebbe potuto “tenermi bene”. E che piacere frequentare insieme le adunanze cristiane.!

“Non posso piangere”

Non godemmo a lungo di questa felicità. “Andiamo in qualche posto a cercar di fare denaro”, annunciò un giorno mio marito. Io non condividevo il suo entusiasmo. Significava lasciare amici cristiani, darsi da fare alla ricerca di mammona. Ben presto le buone abitudini e i frutti dell’amore, della gioia e della pace svanirono. Quando tornammo nel nostro villaggio, io ero una moglie maltrattata e respinta. Mio marito si interessava di un’altra donna. Come desideravo le adunanze di congregazione! Ma ora mio marito mi proibì di avere qualsiasi cosa a che fare coi testimoni di Geova!

A questo punto avevo appreso che Geova era il Supremo Legislatore, e nessun altro, neppure il marito, poteva giustamente annullare il proprio obbligo verso il Creatore. Mio marito minacciò di perseguitarmi e convocò i miei genitori e gli anziani del villaggio. Con tutta la forza che potei raccogliere dichiarai davanti a tutti loro: “La cosa che Geova mi ha insegnata, nessuno di voi me l’ha mai insegnata in tutta la mia vita. Quindi non posso smettere. Ora ho una nuova speranza!”

Mio marito agì poi per spezzarmi il cuore. Senza indugio sposò la mia sorella minore. Quindi venne da me e per giustificarsi disse: “Da quando sei con me, non hai mai ‘partorito’ un figlio. Non ho figli da te. So che la cosa che ti farò ti farà piangere!” “Poiché il nome Geova è su di me”, risposi, “non posso piangere. Giacché è il tuo denaro che vuoi, e hai preso mia sorella e tutte le altre amiche che hai e ora mi dici che sono soltanto una donna sterile, ti ridarò il tuo denaro!”

Quando i miei genitori restituirono il denaro della dote, egli stesso, secondo la nostra usanza, scrisse la ricevuta e carta libera: “Questa donna è libera di sposare chiunque. Il mio nome non è più su di lei”.

Tolto il biasimo

Fui pertanto gettata in un canto come senza valore. Ero come la cenere di un fuoco che si va spegnendo. Dovevo essere rianimata per mezzo dell’intima associazione col popolo di Dio. Geova, non qualche genio, divenne ora veramente il mio soccorritore e sotto le sue cure feci buon progresso spirituale. Fu un giorno indimenticabile quello in cui accompagnai l’anziano Testimone — quello da cui solevo correre via — nel ministero di predicazione. La gente era sorpresa vedendo che ero in grado di parlar loro delle cose riguardo a Dio, sebbene non avessi mai frequentato una scuola regolare. In seguito imparai anche a leggere loro dalla Bibbia le meravigliose promesse di Dio.

Poi, a tempo debito, feci il battesimo. Ora la mia vita aveva un preciso significato, poiché ora appartenevo a Dio. Che benedizione potevo essere per altri! Come comprendevo bene i timori e la disperazione delle mie superstiziose sorelle di campagna! Mi dedicai particolarmente a quelle che non potevano avere figli. Anziché opera della stregoneria, com’esse supponevano, era possibilmente opera dei parassiti che possono influire sugli organi interni fino al punto di “rovinare il giovane seno”. In seguito i medici espressero l’opinione che questa era stata la causa del mio aborto. Ma il grande Soccorritore avrebbe presto corretto i nostri corpi imperfetti. Aborti, nati morti, figli malformati e malati non macchieranno la gioia di coloro che parteciperanno a ripopolare la terra. Mai più le madri “genereranno per il turbamento”. — Isa. 65:23.

Che soddisfazione vedere i semi della verità biblica mettere radice nei cuori buoni! Un’anziana donna Kpelle aveva creduto per tutta la sua vita che i morti siano spiriti che non rivivranno mai più sulla terra. La verità che le persone saranno risuscitate con corpi carnali per vivere sulla terra la entusiasmò. Col tempo accettò il vero cristianesimo e si battezzò. Quale mia “figlia” spirituale, questa anziana “mamma” viene ora con me nell’opera di predicazione. Anche la mia vera madre ascolta rispettosamente il messaggio della Bibbia. Possa ella agire prima che sia troppo tardi.

Molto tempo fa Anna cantò con esultanza per gratitudine verso Geova: “Anche la sterile ne ha partoriti sette, ma colei che aveva abbondanza di figli è lentamente svanita”. Spesso guardo i numerosi bambini in un villaggio, felici e spensierati. Ma i loro genitori sono spesso superbi e resistono alla parola di Geova. Come potranno sopravvivere quando Dio spazzerà via questa perversa generazione? Il loro biasimo sarà molto peggiore di quello di una donna sterile. Essi generano semplicemente per la distruzione. Come sono grata a Geova che mediante la sua Parola e il suo spirito io sia in grado di servire come umile strumento per partorirne “sette” per la sopravvivenza e la vita! — 1 Sam. 2:5.

La mia mente non è mutata. “Poiché il nome di Geova è su di me, non posso piangere”. Posso solo rallegrarmi come un ramo che produce frutti spirituali, desiderata e amata ora da un marito al cui fianco servo Dio. Insieme ci prepariamo per la sopravvivenza e le gioie di vivere sotto l’amorevole dominio di Colui che promise la vita eterna. Ma anche nel tempo attuale posso con gioia e apprezzamento ripetere le parole di Rachele: “Dio ha tolto il mio biasimo!” — Gen. 30:23.

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