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  • Il Quarto Comandamento che cosa significa per i cristiani?

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  • Il Quarto Comandamento che cosa significa per i cristiani?
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Svegliatevi! 1971
g71 8/3 pp. 27-29

“La tua parola è verità”

Il Quarto Comandamento che cosa significa per i cristiani?

IL QUARTO dei Dieci Comandamenti dati ai figli d’Israele per mezzo di Mosè dice così: “Ricordando il giorno del sabato per ritenerlo sacro, devi rendere sacro servizio e devi fare tutto il tuo lavoro per sei giorni. Ma il settimo giorno è il sabato a Geova tuo Dio. Non devi fare nessun lavoro”. — Eso. 20:8-11.

Alcuni di quei Giudei esageravano fanaticamente nell’osservanza di questo giorno. I Sadducei proibivano le relazioni sessuali la notte del sabato. Giuseppe Flavio riferisce che la setta degli Esseni riteneva l’andare di corpo una violazione del sabato. E i Farisei si adirarono perché Gesù Cristo compì opere di guarigione in giorno di sabato. — Mar. 3:1-6.

Le ulteriori istruzioni date a quegli antichi Israeliti servirono a chiarire l’esigenza del sabato. “Non dovete accendere fuoco in nessuno dei vostri luoghi di dimora nel giorno del sabato”. (Eso. 35:3) In precedenza era stato detto: “Il settimo giorno nessuno esca dalla sua località”. (Eso. 16:29) Pertanto ai figli d’Israele erano imposte specifiche restrizioni circa il cucinare e fare viaggi. Pertanto, se oggi qualcuno asserisce di osservare letteralmente tale sabato, deve conformarsi a tutte le sue esigenze.

Ed è un fatto che molte chiese della cristianità asseriscono d’avere l’obbligo di osservare il Quarto Comandamento. Comunque, è degno di nota che non si conformano a tutte le sue clausole. Oltre a ciò, la maggioranza di esse l’osservano nel giorno sbagliato, il primo giorno della settimana, anche se la Legge mosaica richiedeva che il giorno di riposo fosse il settimo giorno. Che cosa dobbiamo dunque pensare?

Sotto ispirazione l’apostolo Paolo dichiara che i seguaci di Gesù Cristo “non [sono] sotto la legge ma sotto l’immeritata benignità”, che essi furono “resi morti alla Legge per mezzo del corpo del Cristo”. (Rom. 6:14; 7:4) Benché fossero così liberati dalle esigenze della Legge mosaica, si deve ricordare che alcuni eccellenti decreti contenuti nei Dieci Comandamenti, come quelli che proibiscono l’adulterio e l’idolatria, sono pure dichiarati nella Bibbia in riferimento ai cristiani. (1 Cor. 5:11-13; Atti 15:28, 29) Comunque, non c’è nessuna menzione della settimanale osservanza del sabato.

Negli scritti degli ispirati discepoli di Gesù non troviamo mai nessuna richiesta che i cristiani osservino un sabato settimanale. Questo non significa che non sia bene avere un giorno di riposo ogni sette giorni. E certo non c’è nulla di male nel dedicare tale giorno all’adorazione e al servizio di Dio. Ma i cristiani non hanno nessuna richiesta di osservare letteralmente tale sabatico giorno giudaico.

Per giunta, l’apostolo Paolo, riferendosi alle letterali osservanze della Legge mosaica, dichiara che Dio “cancellò il documento scritto a mano contro di noi, che consisteva di decreti e che ci era opposto; ed Egli l’ha tolto di mezzo inchiodandolo al palo di tortura [di Cristo]”. Quindi, prosegue dicendo ai cristiani: “Nessuno vi giudichi . . . in quanto a festa o a osservanza della luna nuova o a sabato; poiché queste cose sono un’ombra delle cose avvenire, ma la realtà appartiene al Cristo”. — Col. 2:13, 14, 16, 17.

Pertanto, chi insiste nel continuare a osservare il sabato letterale, non accetta il sacrificio di Cristo Gesù sul palo di tortura e così rigetta il perdono dei peccati che esso rende possibile. È come se avesse insistito di continuare a offrire sacrifici animali dopo che Gesù aveva offerto se stesso, il solo sacrificio per i peccati in eterno.

Ma questo vuol dire forse che il Quarto Comandamento non significhi nulla per i cristiani? Niente affatto. Esso addita loro un sabato molto più grande, la realtà e non semplicemente l’ombra. In Genesi 2:2 apprendiamo che dalla fine del sesto giorno o periodo creativo, da quando furono creati i nostri primogenitori umani, Dio si è riposato dalle sue opere creative per quanto riguarda la terra. I figli d’Israele non entrarono nel riposo di Dio per la loro mancanza di fede e ubbidienza. (Sal. 95:7-11) Ma l’apostolo Paolo dice ai cristiani: “Rimane dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio. Poiché chi è entrato nel riposo di Dio si è riposato lui pure dalle sue opere, come Dio si riposò dalle proprie. Facciamo perciò tutto il possibile per entrare in quel riposo, affinché nessuno cada nello stesso modello di disubbidienza [dei Giudei]”. — Ebr. 3:19; 4:9-11.

Come il riposo di Dio è stato ininterrotto, così lo è quello dei veri cristiani. Il riposo da che cosa? Dalle loro “opere”, dalle loro precedenti opere di cercar di giustificarsi. Non credono più di poter ottenere l’approvazione di Dio e la vita eterna semplicemente con i loro sforzi di conformarsi a certe regole e osservanze. Non suppongono più che a motivo della loro linea di condotta Dio non possa negare loro la sua benedizione. Questo fu l’errore dei giudei senza fede che, ‘cercando di stabilire la propria giustizia, non si sottoposero alla giustizia di Dio’. — Rom. 10:3.

Piuttosto, i veri cristiani riconoscono che mediante il sacrificio di Cristo Gesù si può togliere il loro peccato. E confidano nella conoscenza che la fede in Cristo e l’ubbidienza al suo insegnamento recano l’approvazione di Geova e la vita. Anziché accontentarsi di dire, come alcuni: “Sono onesto, non rubo, non dico bugie né faccio cose immorali, quindi senz’altro questo basta!” i veri seguaci di Cristo cercano di mettere in pratica nella loro vita tutti gli insegnamenti di Gesù.

Tra i professi cristiani ce ne sono molti i quali credono di avere l’innato diritto alla vita e ad altre benedizioni. Per loro è difficile ammettere d’esser nati peccatori, senza il diritto alla vita, e di dipendere perciò interamente dal provvedimento di Dio per concedere loro la vita. Hanno la tendenza a rifiutare i consigli e i rimproveri, anche quando sono dati con amore. Sono molto riluttanti ad ammettere che fanno sbagli. La loro maggiore preoccupazione è quella di rendersi giusti. Non si sono riposati o non hanno desistito dalle loro opere egoistiche, e quindi non osservano il sabato di Dio. Felici sono quelli che si riposano dalle loro “opere” ed entrano nel sabato di riposo di Dio, perché li attende uno splendido futuro.

Da quasi seimila anni Dio osserva il suo giorno di riposo. Il periodo di mille anni che ci attende è descritto nella Bibbia come millennio del dominio di Cristo. (Riv. 20:4) Esso sarà anche come un grande Sabato, di gran lunga superiore a qualsiasi sabato osservato dai Giudei, poiché in quel tempo pace e prosperità saranno stabilite permanentemente. — Riv. 21:2-4.

Pertanto il settimanale sabato del Quarto Comandamento raffigura il grande Sabato di cui Cristo Gesù si dichiarò il Signore. (Matt. 12:8) Quelli che si riconoscono peccatori, che dipendono dal merito del sacrificio di Cristo Gesù per ottenere pace e una buona posizione agli occhi di Dio, possono anche ora riposarsi o desistere dalle loro egoistiche fatiche nel tentativo di giustificarsi. Chi rispetta ora il divino sabato di settemila anni, e continuerà a rispettarlo, avrà il privilegio di ricevere le benedizioni del Sabato millenario del regno di Cristo sopra tutta la terra.

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