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  • g71 8/6 pp. 24-28
  • Gli spaventosi incendi della California

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  • Gli spaventosi incendi della California
  • Svegliatevi! 1971
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  • L’incendio di San Diego
  • Come poterono aver luogo simili incendi?
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Svegliatevi! 1971
g71 8/6 pp. 24-28

Gli spaventosi incendi della California

LE CASE ardevano come torce. Le fiamme si propagavano da una costruzione all’altra. La gente correva per mettersi in salvo, mentre palle infuocate oltrepassavano turbinando i superstiti. Dove ebbe luogo questa catastrofe? A poca distanza da Los Angeles, una delle maggiori città del mondo!

Un’estate estremamente asciutta, e venti che soffiavano a 130 chilometri all’ora, si unirono per trasformare il più piccolo incendio in un fuoco crepitante. Il fumo salì nel cielo a 3.000 metri. Circa 240 chilometri a sud-est, altre minacciose nubi di fumo erano sospese sulla contea di San Diego. Pochi abitanti della California meridionale erano distanti da un maggiore incendio.

In meno di una settimana gli incendi bruciarono una superficie di 1.760 chilometri quadrati nella California meridionale, l’equivalente di un’area larga sedici chilometri e lunga centodieci chilometri! Distrussero più di 400 case e mieterono dieci vittime.

Un notevole incendio si sviluppò verso le 10,30 della mattina di venerdì 25 settembre 1970, sui colli a ovest della valle di San Fernando, dove abita circa metà della popolazione della città di Los Angeles e sobborghi. In cinque minuti si estese a oltre due ettari. Nel giro di un’ora, dieci ettari bruciavano. Le fiamme si estesero a tutto il prospero cañon di Malibu attraverso i monti. Eseguivano la loro danza a circa venti metri di altezza, muovendo spietatamente verso l’Oceano Pacifico a velocità di 120 chilometri l’ora. Le fiamme, visibili per quasi sessantacinque chilometri, distrussero case di lusso nel giro di minuti. Scintille e tizzoni ardenti, spinti dal vento, propagavano l’incendio. Assicelle di copertura, strappate dai tetti delle case in fiamme, erano scagliate, ancora accese, su altre case a centinaia di metri lungo il corso del vento.

Nella sua incessante corsa verso il mare, l’incendio attraverso la principale strada della costa del Pacifico, divorando gruppi di case lungo la spiaggia. In un momento venti case lussuose di Malibu bruciavano contemporaneamente!

Dall’alto la pianura costiera somigliava a una regione devastata dalla guerra. Il calore era così intenso che i vetri delle finestre, e anche il metallo, si fondevano nelle fiamme.

Un’abitante di Malibu era sicura che la sua casa non avrebbe preso fuoco. “All’improvviso”, narra, “le nubi diventarono nere come il carbone ed erano orlate di fuoco”. Le fiamme sopraggiunsero da oltre la cresta dei monti, a circa ottocento metri di distanza, poi “nel giro di alcuni secondi erano tutt’intorno a noi, e il vento sembrava una locomotiva attraverso il cañon. Ci allontanammo in automobile con il fuoco da entrambi i lati della strada, senza neppure fermarci a prendere la mia borsetta”.

Non si poté ricuperare nulla. Le sole cose che sopravvissero furono due anatre, trovate immobili, ma non bruciate, presso un laghetto pieno di resti carbonizzati. Ella disse: “Erano la sola cosa allegra in tutta quella confusione”.

Altri incendi!

Ma questo non fu l’unico incendio. Vicino a Newhall, a circa trentadue chilometri da dov’era iniziato l’incendio di Malibu, verso l’interno, venti impetuosi abbatterono i pali della linea elettrica, dando inizio a un secondo disastroso incendio. Il terzo si sviluppò circa sedici chilometri a ovest, vicino a Thousand Oaks. A mezzogiorno di sabato i tre incendi si erano fusi, formando una fiammeggiante mezzaluna di cinquantasei chilometri intorno all’estremità occidentale della valle di San Fernando. Questo incendio complessivo aveva un perimetro di 237 chilometri!

“Non è insolito che gli arbusti prendano fuoco qui nella valle”, disse Forrest Tanner, “e non è raro vedere fumo nella zona. Ciò che realmente allarmò le persone qui intorno fu quando sentirono che a Chatsworth bruciavano le case, e che l’incendio era del tutto indomabile”. A Chatsworth trentacinque case si incendiarono, case da oltre 43.000.000 di lire.

Un abitante di una delle prime case di Chatsworth che presero fuoco disse: “Pensavo che non avessimo nulla di cui preoccuparci. Non pensai di bagnare il tetto, non vi gettammo mai una goccia d’acqua”. Additò un piccolo colle rotondeggiante dietro casa sua e disse: “Ero su quel colle meno di cinque minuti prima dell’incendio, e non notai nulla! C’era molto fumo, e pensai che fosse meglio avviarci, ma non vidi il fuoco”.

In meno di cinque minuti, disse, il vento soffiò il fuoco a guisa di torcia fra la vegetazione del colle. La sua casa fu completamente distrutta. Il vento soffiava il fuoco da una casa a quella accanto. Prima partiva il tetto, poi l’intera casa veniva consumata in quindici o venti minuti. Sul lato meridionale di una strada bruciarono quattordici case nuove. Una quindicesima, in mezzo alla fila delle case bruciate, fu completamente risparmiata dal fuoco!

In molte parti del mondo la gente penserà che sia strano che le case non siano fatte di pietra, con i tetti di tegole, ma qui il normale materiale da costruzione è il legno.

L’incendio di San Diego

Circa 240 chilometri a sud-est dell’incendio di Los Angeles, gli stessi venti alimentavano un altro spaventoso incendio. Cominciò il sabato, lassù nella Foresta Nazionale di Cleveland. I venti avevano abbattuto un palo della luce e dato fuoco all’arida sterpaglia. Alimentato da venti che raggiungevano i 120 chilometri l’ora, si estese crepitando sulle Pendici dei monti, e giù nei cañon, attraverso lussureggianti valli e nelle zone residenziali.

Si calcola che da 40.000 a 60.000 persone sgombrassero. “Questa era come una città abbandonata, se ne erano andati tutti”, disse Leon Crooks, della comunità piena di alberi di Pine Valley, circa ottanta chilometri a est di San Diego. “Il reparto dello sceriffo pattugliava molto attentamente, così che non ci fossero saccheggi”.

Un cono di fuoco a forma di ciclone distrusse una casa, poi si divise in due parti, una delle quali attraversò la zona alberata vicino alla casa di Crooks, bruciando tutt’intorno al suo recinto, a poco più di mezzo metro da casa sua, senza neppure rovinare l’intonaco. Egli additò parecchi alberi bruciati da una parte, mentre dall’altra erano rimasti verdi, secondo il capriccio dei venti mutevoli.

Nella comunità rurale di Alphine, cinquanta chilometri a est di San Diego, Clarence Engebretson dovette sgombrare due volte. La prima volta il fuoco passò circa a quattrocento metri da casa sua. Quando sgombrarono la seconda volta, la moglie disse: “Il vento era così forte che bisognava tenersi stretti per camminare. È incredibile la rapidità con cui sopraggiunse. Era come il fuoco che brucia nella miccia attaccata alla dinamite. Radunammo solo gli animali e i bambini, salimmo sulle automobili e ce ne andammo”. Al ritorno, si aspettavano di trovare la casa completamente distrutta dal fuoco. Ma il vento aveva soffiato il fuoco nella zona accanto alla loro, risparmiando completamente la loro casa.

A La Cresta, circa undici chilometri a ovest di Alpine, Albert Davis disse di essersi svegliato la domenica mattina verso le 5. “Potevamo vedere il fuoco scatenato ad Alpine, laggiù”, disse, facendo segno verso l’altra parte della valle, “tutt’intorno fin dove arriva lo sguardo”. Il cañon Harbison si trova fra La Cresta ed Alpine. Sarebbe stato teatro di particolare devastazione. “Quando la domenica sgombrammo”, disse sua moglie, “vedemmo che il vento soffiava il fuoco oltre il ciglio del cañon. Palle infuocate erano spinte oltre l’orlo, cadendo nel sottostante cañon”. Nel pomeriggio, circa ottanta case del cañon furono completamente distrutte o danneggiate.

Poi il vento spinse le fiamme su per il colle fino a La Cresta, zona dove sorgono case da 19.000.000–25.000.000 di lire. “Proprio qui c’erano parecchie case”, disse Davis. Parti dei comignoli sono ancora in piedi. In un cortile c’era il telaio metallico dell’altalena dei bambini. A La Cresta un giornalista contò quaranta case danneggiate in vario grado.

Il fuoco colpì a casaccio le case di ricchi e di poveri nella stessa maniera. Alcune case erano bruciate, altre inspiegabilmente intatte.

“Nessuno pensa realmente a un incendio finché non ci si trova in mezzo”, disse Joseph Taschetti di El Cajon, solo 29 chilometri a est di San Diego. Era andato ad aiutare un amico la cui casa era in pericolo. “Il fuoco sopraggiunse con spaventosi balzi”, disse. “Faceva un salto di forse trenta metri, poi bruciava e faceva un altro salto. Le automobili esplodevano. Le case erano distrutte completamente’’. Bruce Jenson disse: “Nessuno poteva in alcun modo superare la velocità del fuoco, se si fosse trovato davanti ad esso. Dovevate essere in una zona senz’alberi, come noi”.

Quando l’incendio di San Diego fu infine circoscritto alle 18 di mercoledì, erano stati bruciati più di 75.000 ettari, e almeno 250 case erano state distrutte.

Come poterono aver luogo simili incendi?

Come hanno luogo incendi così spaventosi, e perché non si possono domare?

La California meridionale e una zona arida. Erba, cespugli e alberelli assorbono acqua d’inverno, ma nei lunghi mesi estivi queste pianticelle si inaridiscono. Aspettano, secche e oleose, che un’accidentale scintilla faccia loro prendere fuoco. Il pericolo è così grande che lungo le autostrade enormi tabelle proibiscono di fumare nei punti rischiosi.

Un altro fattore è il vento. Ogni tanto i caldi, asciutti venti del deserto si spostano attraverso i cañon da una zona di alte pressioni sopra i deserti dell’interno a una zona di basse pressioni sopra l’Oceano Pacifico. Localmente chiamati venti “Santa Ana”, essi moltiplicano in grande misura il pericolo degli incendi. I più aspri venti Santa Ana della storia recente furono la causa di questo disastro. I venti erano fuori stagione e precoci, insolitamente forti e quasi totalmente privi di umidità. Trasformarono le scintille in un disastro per tutto quello che si trovava nel corso del vento.

“Tempeste di fuoco”

In simili condizioni, si sviluppano spaventose “tempeste di fuoco”. I vigili del fuoco parlano di temperature di quasi 1.100 gradi centigradi. L’aria calda sale così in fretta che il vento vi è attratto da ogni direzione. Fiamme turbinose saltano a venti, trenta metri di altezza, lanciando scintille a trecento metri.

Nelle inaccessibili regioni montuose gli incendi diventano incontrollabili, quindi recano la distruzione vicino alle zone abitate. Tuttavia le persone continuano ad abitare nelle zone pericolose. Le falde dei monti offrono aria migliore, il lusso di una località elevata che domina la zona circostante, o la possibilità di provare un senso di “Vecchio West” così vicino a una grande area urbana.

Quando un simile incendio diventa incontrollabile, non ci sono abbastanza mezzi antincendio per proteggere ogni casa. I pompieri cercano di contenere il fuoco ai lati, e salvare quello che possono.

Migliaia di uomini lottarono per giorni. I proprietari salvarono la loro casa con canne per innaffiare i giardini, secchi e pale. Furono innaffiati i cortili. Gli annaffiatoi erano lasciati sui tetti. La gente usava i tappeti bagnati per tenere lontane le ceneri ardenti soffiate vicino ai loro edifici. I padroni delle case affrontavano venti che talvolta erano abbastanza forti da far tremare un’automobile o cadere un uomo. Quando perdevano, vedevano le loro case distrutte da una fiammeggiante nube alta dieci metri.

Dall’alto vennero gettati acqua e prodotti chimici. Bombardieri B-17, di venticinque anni fa, passavano rombando sopra le creste dei monti a trenta metri, facendo cadere acqua. Un aereo speciale dal Canada sorvolò a bassa quota il vicino Oceano Pacifico, aspirando acqua per mezzo di tubi di gomma, e gettandone poi sul fuoco oltre 5.000 litri ogni sei minuti.

I pompieri delimitarono le linee del fuoco, e stabilirono ritorni di fiamma controllabili per distruggere la sterpaglia di cui avrebbe potuto alimentarsi l’incendio principale. Il primo obiettivo dei vigili del fuoco era quello di circoscriverlo. Volevano limitare l’incendio a una data area, anziché estinguere tutti gli incendi che c’erano.

Quando i venti si affievolirono, gli esausti pompieri circoscrissero, quindi spensero tutti gli incendi della California meridionale. Il nuovo problema era l’inondazione. Tali grandi zone dello spartiacque, spogliate della normale vegetazione che le copre, potevano dare luogo a smottamenti e alluvioni. Si temeva che le piogge invernali potessero causare tanto danno quanto l’incendio stesso!

I vicini si soccorrono

I vigili del fuoco lottarono validamente. Le pubbliche agenzie furono sommerse da offerte di aiuto. Fu offerta più assistenza di quella che si poteva utilizzare. Tutti parlavano dell’assistenza offerta da altri. Un uomo, che aveva appena perduto la casa nell’incendio, era in cima a un’altra casa in pericolo, aiutando a salvarla.

I sorveglianti di numerose congregazioni di testimoni di Geova controllarono per vedere che tutti avessero un posto dove andare (circa l’85 per cento della congregazione di Pine Valley dovette sgombrare). Altre congregazioni offrirono aiuti, e dov’era necessario provvidero assistenza materiale. I sorveglianti riscontrarono spesso che i conduttori degli studi biblici della zona avevano già provveduto a farli sgombrare, ed erano occupati ad aiutare a gettar acqua sulle case.

Lloyd Harding, sorvegliante di una delle congregazioni di Saugus, disse: “Una delle cose che ci fece più impressione fu che in ogni luogo dove andavamo i nostri fratelli erano già stati lì personalmente, aiutandosi gli uni gli altri”. Da trentacinque a quaranta membri della sua congregazione erano scesi dall’altipiano minacciato, ed erano stati accolti nella casa di un Testimone.

Glen Chart era fuori. Non aveva la minima idea che la sua casa fosse in pericolo. Al ritorno, vide che il colle dietro di essa bruciava, e immaginò che la sua casa fosse stata distrutta. Invece, c’erano lì una ventina di persone. “C’erano tante automobili di fratelli intorno alla nostra casa”, disse, “che dovemmo parcheggiare nel vialetto di qualcun altro”. Le cose importanti erano state tirate fuori della casa, e i suoi animali domestici messi in salvo. C’erano persone che gettavano acqua sulla casa e nel cortile, e, secondo le sue parole, “andava tutto bene!”

La casa di Jeanne Fuchs a Malibu fu completamente bruciata. Ella disse: “Furono tutti gentili. Furono fatte molte gentilezze. La gente ha veramente fatto tutto il possibile per rendersi utile, ogni specie di gente”.

Un uomo chiese: “Perché la gente non può essere così quando non c’è nessuna catastrofe?”

“Dio fece l’uomo con questo tipo di compassione”, disse in seguito un testimone di Geova. “L’uomo non è un egoistico prodotto dell’evoluzione. Non è un animale, che cerchi solo la ‘sopravvivenza del più adatto’. Invece, gli uomini sono la creazione di Dio, fatti a Sua immagine, e manifestano ancora tracce dei Suoi divini attributi di sapienza, giustizia, amore e potenza”. Per quanto abbiano fatto gli uomini per soffocare tali attributi, e per quanto abbia fatto la società moderna, basata su competizione e materialismo, per attenuarli, resta il fatto che queste desiderabili qualità esistono ancora!

Atei, agnostici, increduli e persone di ogni convinzione religiosa, le manifestano ancora quando il bisogno è realmente grande.

I testimoni di Geova sono felici di sapere che presto tale compassione inculcata da Dio sarà praticata da tutti gli uomini, quando il Creatore del genere umano sostituirà l’attuale egoistico sistema terrestre con un sistema veramente giusto.

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