BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g71 8/8 pp. 24-27
  • Fui una buddista

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Fui una buddista
  • Svegliatevi! 1971
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Esperienza nuova
  • Una svolta
  • Smascherato il demonismo
  • Grata d’esser libera da Babilonia
  • Ho imparato ad apprezzare la vera sapienza
    Svegliatevi! 1988
  • Parte VIII: dal 563 a.E.V. circa in poi Un’illuminazione che prometteva liberazi
    Svegliatevi! 1989
  • Buddismo: Ricerca di illuminazione senza Dio
    L’uomo alla ricerca di Dio
  • Missionari: Quale modello dovrebbero seguire?
    Svegliatevi! 1994
Altro
Svegliatevi! 1971
g71 8/8 pp. 24-27

Fui una buddista

Narrato al corrispondente di “Svegliatevi!” nel Laos

MI ALZAI prima dell’alba, indossai il mio sarong e andai in cucina per iniziare la giornata. Prima si doveva accendere la stufa a cherosene. Quindi vi fu posta sopra una grossa pentola d’acqua. Infine, una larga cesta di forma conica piena di riso ch’era stata per tutta la notte a bagno nell’acqua fu posta dentro la pentola dell’acqua. Il riso era stato appena cotto e messo nel suo cesto per trasportarlo quando risuonò sordamente nel vicino tempio il tamburo.

Proprio così. Non mi ero alzata alle cinque per preparare il riso per me stessa. Era per i monaci del tempio vicino. I colpi di tamburo erano per me e per le mie vicine il segnale di portare i nostri cesti di riso fuori nella via e attendere l’arrivo dei monaci. Eravamo tutte vestite con cura con i nostri migliori sarong di seta, con stole di seta avvolte intorno alla nostra spalla sinistra. Ci inginocchiammo in una lunga fila nella strada, e subito dalla porta del tempio venne la processione di monaci scalzi in abiti color zafferano.

Come rispettavamo questi uomini! Non avevano, almeno parte d’essi, dato la loro vita in devozione verso Budda e i suoi insegnamenti? Quale privilegio noi consideravamo la possibilità di offrir loro sostentamento in questo modo. Mentre ciascun monaco mi passava accanto io prendevo dal mio cesto un pugno di riso e lo mettevo nella ciotola offerta. Nessuno dei monaci proferiva una parola, nemmeno l’abituale “khob chai” (grazie). Era nostro privilegio dare. In realtà, facendo doni a questi “santi uomini” credevamo pienamente di fare un “boon”, d’acquistare cioè per noi stesse merito così che alla nostra reincarnazione saremmo state felici e ricche e avremmo avuto una grande casa e molti servitori.

Quando l’ultimo monaco ebbe ricevuto il suo riso, presi una piccola boccettina d’acqua e ne vuotai a terra il contenuto. Questo era il nostro modo di chiamare Nang Thorani, la dea Terra e i nostri antenati morti a rendere testimonianza alle nostre buone opere. Mentre i monaci si dipartivano ciascuna di noi meditava in silenzio col capo chino, piena di soddisfazione per la buona opera compiuta.

Sì, amavo la mia religione e coglievo ogni opportunità per disporre un banchetto speciale per i miei amici o per andare al tempio ad aiutare i monaci nella loro opera. Amavo i precetti del buddismo e ritenevo di porre uno splendido fondamento per la mia vita futura.

Esperienza nuova

In quel tempo abitavo in una città del Laos meridionale. Ero impiegata come bibliotecaria. Un giorno una donna venne nella biblioteca e mi si presentò come missionaria dei testimoni di Geova. Questo fu per me qualche cosa di nuovo, ma mi sentii attratta dalla sua personalità calorosa e amichevole. Mi disse qualche cosa intorno alle sue credenze ed esse mi sembrarono così buone che pensai fra me: “È proprio come il buddismo”.

Subito dopo, mi trasferii più a sud dove abitavano i miei genitori e dove non c’era nessun testimone di Geova. Nello stesso tempo la missionaria si trasferì alla capitale, così che nei due anni successivi la incontrai una sola volta durante una visita a Vientiane. Di nuovo tornai col pensiero che la sua religione somigliasse molto alla mia.

Per spiegare questa apparente somiglianza, dovrei menzionare che il buddismo insegna che la salvezza si acquista seguendo il nobile Sentiero Ottuplo: (1) Giusta veduta, veduta realistica del mondo; (2) Giusta risoluzione, cercare di liberarsi da quelle qualità come l’orgoglio e il risentimento, e cercar d’amare i propri nemici; (3) Giusto discorso, che Budda definì come “astenersi dal parlare con inganno, dalla maldicenza e dalle ingiurie e dal ciarlare con pigrizia”; (4) Giusta condotta, esser pacifici, puri, onesti; (5) Giusto sostentamento, evitare il lavoro che causa sofferenza ad altri; (6) Giusto sforzo, pervenire strenuamente a buoni stati mentali; (7) Giusta consapevolezza, esser vigili o mentalmente desti per evitare il discorso o la condotta sconsiderata; e (8) Giusta concentrazione, cioè meditazione.

In quanto alla condotta, l’insegnamento della Bibbia mi sembrava abbastanza simile all’insegnamento buddista. C’è in particolare stretta somiglianza fra i comandamenti elencati in Esodo 20 e quattro dei “cinque precetti” che i buddisti recitano nel tempio nei giorni santi:

“Accetto il precetto di astenermi dall’uccidere;

Accetto il precetto di astenermi dal rubare;

Accetto il precetto di astenermi dall’adulterio;

Accetto il precetto di astenermi dal mentire;

Accetto il precetto di astenermi dalle bevande alcoliche che causano ebbrezza e negligenza”.

In quel tempo pensavo che la Bibbia fosse un altro libro di regole religiose. Non immaginai mai che avesse come autore Dio e che contenesse evidenze a prova di non essere una semplice opera d’uomo. Nello stesso tempo consideravo per scontato che la missionaria fosse cattolica romana. Supponevo che come ci sono molte varianti del buddismo (secondo che sia praticato in India, Laos, Giappone, e così via) così i testimoni di Geova e i cattolici fossero varianti della stessa religione.

Dopo due anni nel meridione ottenni un impiego a Vientiane. Dopo essermici stabilita, decisi di visitare la missionaria all’indirizzo che mi aveva dato. Veramente mi piaceva. Ella colse l’occasione per invitarmi ad assistere alle adunanze dei Testimoni, ma io non ero abbastanza interessata da accettare. Ricordo che in quel tempo cercai di leggere il libro Dal paradiso perduto al paradiso riconquistato e non fui in grado di capirlo. Inoltre, avevo la mia religione.

Una svolta

La mia amica missionaria si teneva in contatto con me e a ogni opportunità mi esortava ad assistere alle adunanze dei testimoni di Geova. Alla fine acconsentii e cominciai a imparare molte cose buone dalla Bibbia. Siccome avevo sempre avuto alto riguardo per le cose sacre, mi piaceva lo studio della Bibbia, nonostante che non vedessi ancora nessuna chiara distinzione fra il suo insegnamento e il buddismo.

Io giunsi a una svolta quando la missionaria mi diede un giorno una copia della rivista Svegliatevi! Era un numero che parlava della vita familiare. L’insegnamento buddista ha poco da dire su questo soggetto e come risultato poligamia, divorzio, concubinato, abbandono del tetto coniugale e prostituzione sono abbastanza comuni. Ma ora trovai che la Bibbia stabilisce specificamente il dovere del padre di sostenere la propria famiglia, di insegnare e di disciplinare, e di prendere la direttiva nell’adorazione e in tutte le altre faccende importanti. (Prov. 29:17; Efes. 6:4; 1 Tim. 5:8) E appresi che il posto della moglie è quello di mostrar rispetto verso il proprio marito mentre si tiene occupata nella casa per il benessere della propria famiglia. — Tito 2:4, 5.

Smascherato il demonismo

Un’altra rivista che mi fece grande impressione fu un numero de La Torre di Guardia con un articolo su “Respingiamo l’attacco degli spiriti malvagi”. Vedete, l’adorazione demonica abbonda nel Laos. Benché non faccia strettamente parte della religione buddista, migliaia di persone credono nei demoni e cercano di placarli. Per esempio, potete vedere in un angolo del cortile di molte abitazioni una piccola casetta provveduta per lo spirito a cui si suppone che appartenga quel pezzo di terreno. Potrebbe essere uno spirito buono o cattivo, ma in ogni caso dev’esser placato con offerte di cibo, fiori, incenso e così via. Il padrone di casa si attende che tali doni gli facciano ottenere la protezione dello spirito.

Si suppone che i demoni siano gli spiriti di persone morte che tornino sulla terra. La maggior parte dei Laotiani ne hanno grandissimo timore, pensando che siano in grado di causare malattie e morte e altri mali, mentre essi stessi sono impotenti di mantenersi liberi dalla loro influenza.

Immaginate quale rivelazione fu per me leggere nella Bibbia che i demoni sono realmente angeli disubbidienti, creature malvage, nemici di Dio e dell’uomo! (2 Piet. 2:4; Matt. 4:24) Per di più, appresi che l’unico modo di liberarsi dalla loro funesta influenza era quello di disfarsi di qualsiasi cosa che aveva relazione con loro, statue, immagini, amuleti, libri sulle arti magiche, e di confidare sull’aiuto di Dio. — Efes. 6:10-18; Atti 19:19.

Una volta chiarita nella mia mente la questione dei demoni trovai facile accettare la spiegazione di alcune nostre cerimonie buddiste, per quanto fossero inaspettate. Per esempio, la preferita cerimonia laotiana — baci (pronunciato ba-si) — ha stretta relazione con il demonismo. Si compie in speciali occasioni, come quando qualcuno è malato o fa un lungo viaggio o quando è nato un bambino. Una lunga corda di cotone viene tagliata a brevi tratti e i presenti legano i pezzi l’uno intorno ai polsi dell’altro. Il risultato è che ciascuno avrà molte di tali corde ai suoi polsi. Questi, ci era stato sempre insegnato, avrebbero portato buona fortuna.

La missionaria indicò che queste corde avevano relazione con l’idea che ciascuno dei trentadue organi vitali del corpo sia abitato da un’“anima”.a Lo scopo del baci è quello di richiamare qualsiasi di queste “anime” che si sia dipartita. Se qualcuno, per esempio, ha il mal di testa, è da attribuire a quella particolare “anima” che ha vagato in qualche luogo e dev’esser richiamata perché ci sia la guarigione. E se qualcuno fa un lungo viaggio è essenziale che tutte le sue “anime” siano presenti per tale impresa. È inutile dire che, quando appresi i fatti smisi immediatamente di partecipare a tali cerimonie.

Grata d’esser libera da Babilonia

Un’altra sorpresa fu per me imparare che Geova Dio è Colui che creò la terra. (Isa. 45:11, 12) Dalla fanciullezza mi era stato insegnato, insieme alle compagne buddiste, che ogni cosa venisse per caso. Noi abbiamo nel Laos molte leggende circa l’origine della razza umana, ma nessuna d’esse, per quanto ricordo, menziona un Creatore. Ora cominciai a vedere la ragionevolezza della scritta Parola di Dio. Di sicuro ogni cosa che vediamo intorno a noi nella vita proclama l’esistenza di un creatore! — Rom. 1:19, 20.

Alla fine appresi, per mezzo di un regolare studio di libro, che c’è una religione vera e una religione falsa. Mi sorpresi di trovare che tutta la religione falsa nelle sue varie manifestazioni affonda le proprie radici nell’antica religione di Babilonia, una religione che confuse gli uomini e disonorò Dio, una religione che diede risalto a riti e cerimonie e non impartì nessuna vera istruzione nella giustizia ai suoi devoti.

Quando da ultimo ebbi l’opportunità di assistere a una grande assemblea di testimoni di Geova vidi da me che l’insegnamento della Bibbia di avere amore fra loro vi era in realtà messo in pratica. (Giov. 13:35) Da allora in poi non ho mai guardato indietro. Sapevo d’aver intrapreso il sentiero giusto.

A suo tempo simboleggiai la mia dedicazione al Creatore con il battesimo in acqua all’assemblea di distretto di Chiengmai, nella Thailandia settentrionale, e da quel tempo ho cercato strenuamente d’aiutare altri a trovare la vera religione. Geova ha benedetto i miei umili sforzi, poiché il mio giovane fratello, che una volta entrò in un tempio buddista come monaco novizio, ha ora dedicato la sua vita a Geova, e un altro componente della mia famiglia ha cominciato a studiare la Bibbia.

[Nota in calce]

a Kingdom of Laos, pagg. 128-131.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi