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  • g71 22/12 p. 31
  • Una ragione per la modestia dei medici

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  • Una ragione per la modestia dei medici
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Svegliatevi! 1971
g71 22/12 p. 31

Una ragione per la modestia dei medici

CI SONO appartenenti all’ordine dei medici che sono inclini a esprimersi molto dogmaticamente. Così spesso, sono assolutamente sicuri che il loro giudizio sia giusto e che non debba esser messo in dubbio dai ‘profani’. Ma quali sono i fatti?

Dando risalto agli errori che i medici commettono nel diagnosticare i pazienti, il New York State Journal of Medicine del 1º agosto 1967 riporta un articolo intitolato “Mancanza di rispondenza fra diagnosi prima e dopo la morte”. Mostra cioè dove le autopsie contraddicevano le diagnosi fatte dal medico mentre il paziente era ancora in vita. Dopo aver dichiarato: “Le pubblicazioni abbondano di esempi di disaccordo fra quelle prima e quelle dopo la morte”, l’articolo dà alcune statistiche riguardo a undici specie di condizioni d’infermità.

Fra l’altro riferisce che nell’embolia polmonare, come un coagulo sanguigno nel sistema circolatorio dei polmoni, meno del 50 per cento erano stati diagnosticati correttamente; gli errori variavano dal 10 all’89 per cento, secondo la serie. Le diagnosi di emorragia gastrointestinale, cioè la perdita di sangue dallo stomaco o dagli intestini, furono trovate sbagliate nel 33 per cento delle volte. La maggioranza dei casi di infarto renale (zone di tessuto morto nei reni) non erano stati riconosciuti prima della morte; la stessa cosa era accaduta nella grande maggioranza dei casi di miocardite, cioè nell’infiammazione della parete muscolare del cuore.

In Francia, le autopsie di 1.000 casi mostrarono che solo per il 55,4 per cento erano stati diagnosticati accuratamente in anticipo. E per il 23,5 per cento c’erano state gravi condizioni d’infermità secondarie scoperte solo dopo la morte.

Un caso pertinente: Una donna che aveva l’abitudine di ingozzarsi quando mangiava, morì soffocata mentre mangiava in un ristorante. Due dottori la diagnosticarono come una grave forma di attacco cardiaco. Un’autopsia, comunque, mostrò che era rimasta soffocata da un pezzo di bistecca. Una corretta diagnosi avrebbe potuto salvarle la vita.

Questo articolo di medicina ulteriormente commenta: “Che le autopsie spesso correggano le diagnosi . . . è un commento obiettivo su quanto la medicina ha ancora da imparare”.

Poiché le cose stanno così, non è la modestia una virtù che gli appartenenti all’ordine dei medici dovrebbero coltivare?

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