Il disastro colpisce la provincia del Quebec
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Canada
UNA delle peggiori catastrofi che mai colpissero la provincia del Quebec ebbe luogo la sera del 4 maggio 1971, verso le 23. Nel giro di alcuni minuti si aprì nel nuovo rione di Saint-Jean Vianney un enorme cratere lungo 1.600 metri, largo 400 metri e profondo circa trenta metri, che inghiottì una quarantina di case e trentun persone. Fu un incubo che non sarà presto dimenticato dalle persone di questo paese di circa 1.300 abitanti, a nord-est di Città di Quebec.
Un conducente d’autobus aiuta a salvare delle vite
Il sig. Jules Girard della vicina Saint-Ambroise, che gestisce un servizio di autobus per i dipendenti dell’Alcan Company, fu il primo a rendersi conto del disastro. Stava conducendo a casa dal lavoro una ventina di uomini quando notò ciò che pensò fosse un piccolo corso d’acqua, largo da un metro a un metro e mezzo, che scorreva attraverso la strada. Poi, all’improvviso, le ruote anteriori del suo autobus rimasero sospese sul vuoto, sopra il corso d’acqua. Cercò immediatamente di aprire la portiera dell’autobus, ma inutilmente. Gridò a tutti gli uomini di scendere dall’autobus dall’uscita di sicurezza che c’è in fondo. Era appena sceso dall’autobus, essendo l’ultimo a uscirne, che l’autobus all’improvviso scomparve. Precipitò per 30-45 metri in una grande voragine che si era aperta.
Il rumore che si poteva udire somigliava a quello di un grande fiume. Non c’era tempo da perdere. Nelle vicinanze molti dormivano già; altri guardavano l’hockey su ghiaccio alla TV, ma nessuno si rendeva conto che le case sparivano completamente nell’enorme cratere, che ora si faceva sempre più grande. Quasi subito venne meno la corrente, e i fili abbattuti lampeggiavano nelle tenebre. Girard e i passeggeri del suo autobus corsero gridando e bussando alle porte, dicendo alle persone di uscire in fretta. Circa settantacinque persone devono la vita alla prontezza di spirito di questo conducente d’autobus e dei suoi passeggeri.
In quei pochi brevi minuti, le case precipitarono e furono inghiottire dal cratere. Si potevano udire gli urli e le grida di quelli che vi erano dentro. Si udì anche la voce di un bambino che gridava “Telefono! Telefono!” come se gridasse a qualcuno di telefonare per chiedere aiuto. Alcuni cercarono di fuggire nelle loro automobili, ma anch’essi furono inghiottiti.
Stato di “shock”
Le persone trasferite dall’area del disastro nel vicino Centro Commemorativo Kenogami erano in uno stato di “shock” e di terrore. Un uomo aveva visto sparire sotto i suoi occhi sua moglie e suo figlio e non aveva potuto far nulla per soccorrerli.
Un altro narra ciò che vide prima di abbandonare la sua casa: “La terra tremava fortemente ed ebbi appena il tempo di salvare la mia famiglia. Non era una buca quello che vedevamo, ma un vero e proprio cratere profondo trenta metri. Era terribile udire le grida e gli urli provenienti dal sottostante burrone e ci fu impossibile fare qualsiasi cosa per salvare le persone che sparivano sotto questo suolo fangoso . . .”
Una donna disse: “Ho perduto la casa ma sono sana e salva e questo è ciò che conta. Pensavo che terremoti come questo potessero avvenire solo in altri luoghi. Ora so che le catastrofi possono accadere ovunque ci siano uomini”.
La vigilia del disastro un uomo aveva comprato un appezzamento di terreno in Saint-Jean Vianney; il giorno dopo esso era sparito nella voragine. I possedimenti non offrirono nessuna sicurezza quando ci fu il disastro.
Gli esperti al lavoro
Il Ministero delle Risorse Naturali della provincia del Quebec fu immediatamente invitato a mandare esperti sul luogo per esaminare la situazione e cercar di determinare la causa del disastro. Secondo i resoconti, coi quali è d’accordo il sindaco Lauréat Lavoie, “ci furono tre distinte scosse”. Il geologo e ingegnere sig. Marc Tanguay del Ministero delle Risorse Naturali confermò che si era formato un cratere di circa 50.000 metri quadrati.
C’è controversia riguardo alla causa del disastro. Quel giorno furono registrate scosse di terremoto all’Università Laval di Città di Quebec, e può darsi che ciò fosse causato dal movimento della terra. Il sindaco Lavoie crede che uno straripamento primaverile di corsi d’acqua sotterranei avesse asportato la terra così che infine essa cedette completamente.
Nell’area di Saint-Jean Vianney il suolo è fatto in parte di uno strato superficiale di sabbia sopra argilla che in alcuni luoghi è spessa oltre quaranta metri. Il torrente di Rivière aux Vases s’ingrossò tanto che potevamo ancora vedere lo scoloramento causato dall’argilla melmosa sui tronchi d’albero lungo il fiume. Nello straripamento quasi spazzò via un nuovo ponte nel fiume Saguenay.
Nei primi giorni dopo il disastro il paese fu invaso da curiosi, abitanti che tornavano a reclamare i loro averi, numerosi giornalisti e perfino sciacalli. Furono stabiliti blocchi stradali per impedire alle persone non autorizzate e ai curiosi di entrare nel paese. Fu istituita una Sede per il Controllo Centrale nell’Edificio Municipale del paese.
Le Forze Armate canadesi provvidero elicotteri che vennero impiegati per far scendere uomini nel cratere a vedere se c’erano superstiti. In quel mare di fango non si trovò nessuna vita umana. Un solitario pesce rosso che nuotava nel suo vaso in una casa vuota era l’unico segno di vita in questa enorme voragine!
Il personale della Protezione Civile, che collaborava strettamente con altre autorità, fu invitato a provvedere cibo, vestiario e alloggio alle duecento famiglie senza tetto. Autocarri pieni di cibo e indumenti arrivarono subito da diverse parti della provincia e da varie organizzazioni. Furono prese disposizioni per stabilire immediatamente un campo di roulotte nel cortile di una scuola. Nel giro di tre giorni erano state installate trentacinque roulotte con acqua, elettricità e fogne.
Gli ingegneri e i geologi del Ministero delle Risorse Naturali stanno attualmente eseguendo delle trivellazioni nell’area, prima di tutto per stabilire la solidità del suolo nonché per trovare un posto in cui risistemare le case rimaste vicino all’enorme cratere.
Molte organizzazioni hanno raccolto fondi per le vittime di Saint-Jean Vianney, dove si calcola che la perdita totale sia di oltre L. 1.240.000.000. Indubbiamente il denaro aiuterà fino a un certo punto, ma nessuna somma di denaro potrà mai prendere il posto della vita di persone care perite o cancellare dalla mente dei superstiti l’angoscia sofferta.
Col passar degli anni sono avvenute nel Canada almeno una dozzina di simili tragedie. Comunque, il disastro di Saint-Jean Vianney è uno dei peggiori per la perdita di vite e di proprietà. È ovvio che l’uomo ha ancora molto da imparare circa la terra su cui vive. Per fronteggiare le forze che così facilmente lo sopraffanno, ha bisogno della guida di qualcuno superiore all’uomo.