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  • Perché essere selettivi nel guardare la TV
  • Svegliatevi! 1972
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  • Molte lamentele circa i programmi televisivi
  • Perché? Perché? Perché?
  • Un altro “perché”
  • Necessità d’essere selettivi
  • Effetti nocivi della televisione
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Altro
Svegliatevi! 1972
g72 8/5 pp. 14-17

Perché essere selettivi nel guardare la TV

“IL PIÙ sorprendente strumento delle comunicazioni che sia mai stato inventato”. Come furono appropriate queste parole, dette da un noto autore di documentari televisivi, per descrivere la meraviglia della televisione! Ed essa è una meraviglia!

Esattamente come i vostri occhi vanno avanti e indietro circa quarantasei volte per leggere una colonna di caratteri in questa rivista così il raggio della macchina da presa usata negli Stati Uniti esplora ciascuna figura o immagine in 525 linee. Con trenta immagini complete al secondo, questo significa che il raggio impiega meno di quindici millesimi di secondo per esplorare una linea. Parlate di lettura veloce! Non solo questo, ma la macchina da presa prima esplora tutte le linee dispari, 1, 3, 5, 7, e così via, e poi torna in cima all’angolo sinistro dell’immagine ed esplora tutte le linee pari, 2, 4, 6. Il processo secondo cui le telecamere fotografano il colore e i televisori lo riproducono (sebbene non si trasmetta nessun colore) è ancor più causa di meraviglia.

Gli Stati Uniti vantano di avere 930 stazioni TV e oltre 93 milioni di televisori, più del 30 per cento dei quali sono televisori a colori. Nei passati cinque anni si sono venduti ogni anno dieci milioni di televisori. Si dice che la famiglia tipica usi lì la TV per una media di circa sei ore al giorno.

L’uomo ha davvero conquistato lo spazio quando si tratta di trasmettere informazioni, sia con immagini che col suono. Ma come viene usato questo mezzo? Ne fa l’uomo il miglior uso possibile?

Molte lamentele circa i programmi televisivi

Le più comuni lamentele circa i programmi televisivi sono inerenti agli annunci commerciali. Quasi tutti i telespettatori pensano che questi dovrebbero essere meno numerosi, più brevi e, in particolare, dovrebbero apportare meno interruzioni. I funzionari governativi hanno altre lamentele. Un funzionario accusa le stazioni televisive di biasimevole punto di vista politico, secondo quanto viene asserito. Un altro funzionario le accusa di produrre un “deserto” culturale. Un altro ancora dichiarò: “Abbiamo preso il più potente mezzo che l’uomo abbia mai concepito per l’istruzione e l’ispirazione, e — come il tempio al tempo di Gesù — l’abbiamo ceduto ai mercanti e ai prestatori di monete”.

I recensori della stampa parlano di “insipida pappa commerciale della televisione” e in maniera denigratoria si riferiscono alle seconde visioni come “ripasso dei rifiuti”. Essi si lamentano: “Non c’è da meravigliarsi se le reti di stazioni trasmittenti asseriscono che nessuno s’interessa alle loro offerte serie. Non hanno cominciato a cercar di renderle interessanti”. Uno dei più noti commentatori televisivi d’America, il defunto Edward Murrow, descrisse una volta i programmi della televisione dicendo che davano “prova di decadenza, evasione e isolamento dalle realtà del mondo in cui viviamo”. Molta parte di questa critica è diretta contro i programmi destinati ai ragazzi o visti dai ragazzi.

Perché? Perché? Perché?

Perché ci sono tante lamentele su ciò che viene mostrato sui teleschermi, specialmente negli Stati Uniti? (Nella maggior parte degli altri paesi la televisione è per lo più o del tutto un monopolio governativo; esso decide ciò che il popolo vedrà). Uno che è addentro in queste cose, dirigente di una delle più attive agenzie americane di pubblicità, rispose a uno di questi “perché” in un articolo intitolato “I veri padroni della televisione”. Ivi disse che nel 1959 le due principali reti di stazioni televisive facevano “programmi di qualità”. Quindi una terza rete di stazioni che trasmetteva un povero terzo, “lanciò un gruppo di programmi distinti per stilizzata violenza e non stilizzato spargimento di sangue”. Subito divenne un immediato secondo, così che le altre due reti fecero compromesso sulle norme dei loro programmi per attenersi ai loro telespettatori, per amore dell’autopreservazione”.a

Che cosa determina la qualità dei programmi? La reazione del pubblico. Secondo questo dirigente pubblicitario, “nella faccenda di comunicare con l’uditorio, non vi potete permettere il lusso di stabilire le vostre norme o quelle del vostro uditorio. Invece, esse sono stabilite per voi dal relativo successo dei vostri competitori”.

Né quanto precede è solo l’opinione di un uomo. Un recente recensore dei cinque programmi della televisione che nell’inverno del 1970-1971 furono i più quotati li descrisse come ‘poveri, noiosi, sciatti, ottusi e vuoti’. La preferenza dei telespettatori è senza dubbio una ragione per cui i programmi della televisione lasciano a volte tanto a desiderare.

Un altro “perché” è da attribuire alle ripercussioni che possono derivare dalla presentazione da parte di una rete di stazioni di uno stimolante documentario che tratti problemi correnti. Il documentario, “La vendita del Pentagono”, trattò la politica del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti nel creare un’immagine favorevole delle sue attività e della sua politica. Benché fosse da alcune fonti considerato uno dei documentari più eccellenti dell’anno, suscitò l’ira dei politicanti. Inoltre, ci fu poca evidenza di entusiasmo da parte delle stazioni membri, poiché temevano di perdere la loro licenza.

E ancora, un documentario che mostrò come le banche fanno discriminazione contro i negri e contro i poveri fece perdere considerevole guadagno almeno a una stazione che lo trasmise. Un programma che smascherò quelli che causavano localmente inquinamento diede luogo a rapporti così tesi fra alcuni funzionari della stazione TV e alcuni della locale comunità commerciale che fu considerato consigliabile licenziare il cronista che aveva preparato questo programma. Quindi il timore della rappresaglia economica o politica è un’altra ragione per cui non si presentano più spesso programmi migliori.

Un altro “perché”

I precedenti “perché” non spiegano tutto; c’è qualche altra cosa. Le reti di stazioni TV e le stazioni teletrasmittenti non possono far ricadere tutto il peso sulle spalle degli altri. Questo è evidente dal fatto che occasionalmente si presentano alcuni programmi eccellentissimi, specialmente dalle stazioni educative o “pubbliche” come ora si chiamano. Un notevole esempio è il programma estremamente popolare e assai altamente apprezzato “Via Sesamo”. In proposito l’UNESCO Courier fu spinto a scrivere che esso era “una serie di intelligenza e umorismo, priva di ogni violenza, contenente il positivo messaggio che nessun problema può essere risolto senza cooperazione. In secondo luogo, cerca d’insegnare ai ragazzi lettere, numeri e semplici pratiche di calcolo, per stimolare il loro vocabolario e le loro facoltà di ragionare e per aprire i loro occhi al mondo nel suo insieme”. Così in un programma visto nel maggio del 1971 si diede risalto al numero 12, alla lettera maiuscola e minuscola E, ai gorilla che giocavano e a una sequenza di danza che illustrava la differenza fra un triangolo e un quadrato. Fu un programma sia divertente per gli adulti che istruttivo per i ragazzi.

Che cosa indicano questi fatti? Che i programmi edificanti e istruttivi possono avere successo se vi si mettono sufficiente abilità e qualità; se quelli che li producono sono realmente dediti al loro compito e non a spillar denaro o a risparmiare sforzi. Ecco perché a volte i giochi pubblicitari di un solo minuto possono essere i tratti più divertenti della trasmissione televisiva di una sera.

Necessità d’essere selettivi

I programmi televisivi riflettono il declino generale della qualità. Ma che altro c’è da aspettarsi? Perché l’industria televisiva dovrebbe essere più idealistica delle altre in questi giorni? La principale preoccupazione di tutti è il profitto.

Naturalmente, come comune lettore di questo periodico potete fare poco o nulla per migliorare la qualità dei programmi televisivi. Ma potete migliorare le vostre proprie abitudini di telespettatore. Potete essere selettivo circa i programmi televisivi da guardare. Se siete un genitore, dovreste anche essere molto preoccupato della specie di programmi che guardano i vostri figli. Assicuratevi che ciò che vedono sia edificante e non uno scarto. E in ispecial modo impedite loro di vedere film di violenza, poiché guardando la TV i ragazzi si desensibilizzano alla violenza. Il problema è grande, con un episodio di violenza ogni 14 minuti e uno di assassinio ogni 45 minuti. Secondo il dott. V. B. Cline, “noi creiamo persone assuefatte alla violenza”. Gli episodi di violenza divengono modelli che i ragazzi in seguito recitano nella vita reale.

C’è stata qualche agitazione per diminuire la quantità di violenza ma ce n’è stata poca per diminuire l’immoralità sessuale sui teleschermi. Non si può continuare a guardare persone che tengono una condotta dissoluta senza divenire desensibilizzati alla morale. E così, come per la violenza, tali esempi di condotta dissoluta divengono modelli per la condotta dei telespettatori nella vita reale. La Bibbia dice: “Non siate sviati. Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. (1 Cor. 15:33) Voi non scegliereste la compagnia di persone dalla morale dissoluta, non è vero? Perché allora associarvi con esse alla TV? Essere selettivi significa badare alla specie di programmi televisivi da guardare.

Ed essere selettivi significa anche controllare il tempo che trascorrete guardando la TV. Come il dott. G. A. Steiner mostra nel suo libro The People Look at Television, molti hanno verso la televisione un’attitudine ambivalente, cioè hanno riguardo a essa attitudini contrastanti. Mentre dicono che a loro piace guardare la TV, nello stesso tempo esprimono preoccupazione in quanto a guardarla troppo.

Voi potete trarre beneficio e diletto guardando la TV, ma ve ne potete fare una malattia. Quando lasciate che i programmi televisivi vi facciano trascurare i vostri doveri, vi facciano trascurare il sonno necessario, vi facciano trascurare di compiere esercizio fisico salutare e respirare aria fresca, non siete selettivo ma ve ne fate una malattia. Né, se siete un ministro cristiano, siete selettivo qualora trascuriate uno qualsiasi dei vostri obblighi di ministero per guardare i programmi televisivi.

La TV è davvero un sorprendente strumento di comunicazione, una vera meraviglia. Ma imparate a controllarlo; non lasciate che esso controlli voi.

[Nota in calce]

a È interessante che questa rete di stazioni esagerò le cose nel 1969. Trasmise un programma che suscitò proteste così alte a causa della sua volgarità che fu annullato dopo la sua prima rappresentazione, mentre la sua serie più costosa fu interrotta dopo alcune settimane come un “disastro totale”. — The American, 1970 Annual, pagg. 671, 672.

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