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  • g74 8/1 pp. 16-19
  • Il rinoceronte, vittima della superstizione dell’uomo

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  • Il rinoceronte, vittima della superstizione dell’uomo
  • Svegliatevi! 1974
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  • Realtà o invenzione?
  • Fate la conoscenza del rinoceronte nel suo ambiente
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Svegliatevi! 1974
g74 8/1 pp. 16-19

Il rinoceronte, vittima della superstizione dell’uomo

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nella Repubblica Sudafricana

IL corno massiccio che è sul naso del rinoceronte ha un aspetto pericoloso. È abbastanza strano che proprio quel corno sia risultato pericoloso per il rinoceronte. Esso è stato spietatamente cacciato per questo corno allo scopo di soddisfare una superstizione diffusa in molti paesi orientali. Sì, sono attribuite proprietà magiche al corno del rinoceronte, e un pezzetto di corno può costare molto.

Il corno magico

Quando cacciatori muniti di licenza abbattono rinoceronti, le corna diventano in genere proprietà governativa e sono vendute all’asta. Nell’Africa orientale il governo del Kenya mette all’asta ogni anno le corna di rinoceronte, e i mercanti orientali si accaparrano il corno per l’esportazione. Nel 1964 il prezzo pagato a quell’asta era di L. 9.000 al chilogrammo, ma nel 1970 il prezzo era salito a L. 26.000 al chilogrammo; in quell’occasione ne furono acquistati quasi 500 chilogrammi.

Questi prezzi sono bassi, comunque, in paragone con quelli pagati al mercato nero. I cacciatori di frodo sono incoraggiati dagli alti guadagni a uccidere un numero molto maggiore di rinoceronti di quelli uccisi in qualsiasi altro modo. In India si pagano prezzi anche più alti, L. 194.000 al chilogrammo nel 1961 e L. 310.000 nel 1969!

Quali sono le proprietà attribuite al corno di rinoceronte che spingono gli uomini a comprarlo a un così alto prezzo? Alcuni ritengono abbia proprietà medicamentose, alleviando dolori reumatici e d’altro genere. Alcuni credono che mettendo il corno sotto il letto di una donna incinta il parto sarà meno doloroso. E chi possiede un corno lo affitterà in molte occasioni a questo scopo a circa L. 30.000 la volta.

Si fanno anche tazze dalle corna di rinoceronte e si ritiene che possano neutralizzare un veleno o rivelarne l’esistenza. Alcuni pensano che il veleno contenuto nella bevanda farà incrinare la tazza o farà fare la schiuma alla bevanda.

Pare che l’usanza di fare tazze “a prova di veleno” con le corna di rinoceronte cominciasse verso la fine del quarto secolo E.V. A quel tempo si credeva che il mitico unicorno potesse rivelare il veleno con il suo corno. Naturalmente, le persone erano ansiose di procurarsi tali corna, e la domanda fu soddisfatta vendendo corna di rinoceronte come autentiche corna di unicorno.

La particolare richiesta di corno di rinoceronte, comunque, deriva dalla sua supposta proprietà di afrodisiaco, qualche cosa che serve a restituire all’uomo lo svanito potere sessuale. Il rinoceronte può accoppiarsi per un periodo di parecchie ore, e così è stato suggerito che questo spingesse gli uomini a cercar di ottenere un po’ di questo potere mangiando il corno. Può il corno del rinoceronte provvedere virilità sessuale, o è una semplice superstizione, senza alcuna base nella realtà?

Realtà o invenzione?

La ricerca di un afrodisiaco dura da molti secoli, e vari popoli hanno impiegato ogni sorta di parti di animali, incluse varie corna. Oggi gli uomini sono in grado di fare un’analisi scientifica del corno di rinoceronte e determinare così se tali asserzioni sono basate sulla realtà.

Corna simili a quelle del rinoceronte crescono su altri animali, talvolta anche sugli uomini, ma in tali casi sono formazioni patologiche, spesso nocive. Difficilmente possiamo immaginare che giovi mangiare un tumore o un’escrescenza che si trova sul corpo di un’altra persona o di un animale. Comunque, Jeremiah Diale, Basuto della Repubblica Sudafricana, accumulò una fortuna vendendo pezzetti di un tale corno che gli era spuntato sulla fronte. Nel 1923 fece un viaggio in India e pezzi del suo “corno” erano avidamente ricercati. Qualche tempo dopo, però, morì di cancro.

È stato asserito che il corno del rinoceronte stimoli le facoltà sessuali perché quando lo si mangia agisce da irritante. Si dice che il corno sia composto di peli agglutinati e, polverizzato, contenga minute particelle che si dice abbiano i bordi taglienti. Si afferma che queste particelle, una volta inghiottite, passino attraverso l’apparato digerente nella vescica e, venendo eliminate, provochino un’irritazione nell’uretra. In effetti, comunque, questo non è possibile. Poiché nessuna particella solida può passare attraverso l’apparato digerente nella vescica. Vi possono passare solo le sostanze dissolte, e quindi non è possibile provocare un’irritazione in questo modo. Per di più il corno è composto in realtà di cellule cutanee, ed esse non si scompongono in pezzi dai bordi taglienti.

Un’altra supposizione è che il corno contenga qualche sostanza chimica che reagisce in qualche modo sul corpo. È possibile, ad esempio, che nella sostanza del corno siano contenuti ormoni sessuali come il testosterone e che essi siano immessi nell’organismo della persona che ne fa uso?

Per rispondere a questa domanda, il dott. Werner T. Schaurte della Fondazione per la Ricerca sui Rinoceronti in Germania fece compiere approfonditi esperimenti. L’Istituto per la Fisiologia Animale dell’Università di Monaco compì un’analisi per scoprirvi ormoni steroidi. Non furono trovate tracce di ormoni. I risultati degli esperimenti stabilirono in modo conclusivo che non c’è nessuna prova scientifica per accettare l’affermazione che il corno di rinoceronte sia un afrodisiaco.

L’interesse dell’uomo in questioni di sesso lo ha portato a molte pratiche stolte e degradanti. Riflettendo sul soggetto, comunque, si dovrebbe comprendere la stoltezza di cercar di trasferire la qualità di un animale su un uomo mangiando o portando una certa parte dell’animale. L’uomo non può volare mangiando penne di uccello o rimanere sott’acqua a tempo indefinito strofinandosi sul naso scaglie di pesce, e non può neanche riacquistare lo svanito vigore sessuale inghiottendo il corno polverizzato di un rinoceronte.

D’altra parte, facendo la conoscenza del rinoceronte nel suo proprio ambiente e comprendendo la parte che svolgono tali creature per mantenere l’equilibrio della vita si trae vero beneficio terapeutico in quanto ci si libera delle preoccupazioni e delle frustrazioni della vita moderna.

Fate la conoscenza del rinoceronte nel suo ambiente

Il rinoceronte nero, dal labbro a uncino, si nutre di foglie e di giovani germogli d’arbusti. Per procurarsi il pranzo si serve spesso del corno anteriore (lungo talvolta più di un metro) per sradicare e rovesciare arbusti e alberelli. Osserviamo un rinoceronte che si nutre con lo spinoso albero di acacia. Notate come avvolge il labbro a uncino attorno ai ramoscelli per strapparne le foglie. Se ne serve quasi come di un dito. Certo la sua bocca fu fatta in modo ideale per nutrirsi in quel modo.

Quell’uccello posato sul dorso del rinoceronte è una bufaga, e si nutre dei parassiti che si annidano nella pelle e nelle orecchie dell’animale. Questi vigili uccelli volano via facendo un gran rumore al comparire di un pericolo, avvertendo così il rinoceronte.

Benché il rinoceronte abbia un acuto senso dell’odorato e un buon udito, fa fatica a distinguere un uomo a più di ventitré metri. E se scorge qualche movimento a quella distanza, riterrà che il pericolo sia troppo vicino per sentirsi al sicuro e potrebbe caricare. Anziché essere un animale di temperamento irascibile, alcuni naturalisti dicono che con più probabilità è il timore a spingere il rinoceronte ad attaccare e la carica è in effetti difensiva piuttosto che aggressiva.

Ciò nondimeno, un rinoceronte di 1.300 chilogrammi, spinto all’azione, che carica a una velocità di 40-55 chilometri all’ora costituisce un formidabile avversario. Una locomotiva fu fatta una volta deragliare da uno di questi enormi rinoceronti. Ma notate com’è contento di brucare. È felice d’essere lasciato in pace. Ebbene, facciamo proprio così e vediamo se possiamo trovare il suo cugino, il rinoceronte bianco.

Questo rinoceronte, il più grande di tutti i rinoceronti, può pesare fino a quattro tonnellate. Esso bruca l’erba. Ma guardate là. Ora potete capire perché si dice che ha la bocca quadrata. Ha la bocca piatta e larga circa venticinque centimetri per cui gli è facile mangiare l’erba. Un corno da primato appartenente a questo rinoceronte misurava centocinquantasette centimetri. Per fortuna è molto docile e di solito corre via se si accorge che gli siamo vicini. La sua reazione al pericolo, quindi, è in genere diversa da quella del rinoceronte nero.

Ma ora si dirige verso un pantano. A parte il fatto che gli dà sollievo dal calore, il fango serve a un altro scopo. Una crosta di fango indurrà gli acari, piccoli parassiti che si nutrono di sangue, ad allentare la loro presa sulla pelle del rinoceronte. Quindi il rinoceronte li eliminerà insieme al fango strofinandosi contro una pietra o un tronco d’albero. Il pantano, a sua volta, diventa sempre più profondo man mano che il rinoceronte se ne serve, e diventa infine una buca d’acqua semipermanente, dove molti altri animali possono abbeverarsi nella stagione asciutta.

Il maschio del rinoceronte cerca di stabilire un territorio suo proprio, una zona di forse 200 ettari. Ha vari modi per contrassegnare questo suo territorio, e lo difenderà contro gli intrusi. Un modo in cui contrassegna il suo territorio è quello di trovare un piccolo cespuglio; quindi, irrigidendo a turno le zampe posteriori, calpesta il cespuglio abbattendolo. Dopo di che urinerà producendo fini spruzzi così che l’intero cespuglio ne prenda l’odore. Ora qualsiasi rinoceronte passi accanto a tale cespuglio saprà immediatamente d’essere nel territorio di qualcuno. Ma come saprà il maschio chi ha visitato il suo territorio?

Il maschio ha l’abitudine di fare mucchi di letame. Qualsiasi rinoceronte di passaggio si servirà dei mucchi e così lascerà il segno della sua presenza. Il maschio proprietario del territorio fa il giro dei mucchi di sterco, e dall’odore sa chi ha visitato il suo territorio, se erano femmine o maschi, vicini o estranei. Il padrone del territorio sparge lo sterco del mucchio dando calci con le zampe posteriori così che il passaggio del visitatore sia cancellato prima del prossimo giro di ispezione.

Sono davvero molti gli interessanti aspetti di questi enormi animali cornuti, il cui numero è ora in diminuzione. Certo la loro vita dovrebbe avere più importanza dell’esagerato valore delle loro corna. Che peccato che l’uomo, spinto dalla superstizione, non comprenda il vero valore di questa terra e delle meravigliose creature che sono su di essa.

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