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Svegliatevi! 1973
g73 8/1 pp. 5-7

Pericolo: troppo di una specie

LA RIVISTA BioScience avvertì di recente: “Un altro spettro, quello di un’estesa malattia epidemica, dà la caccia alla ‘rivoluzione verde’”. Perché accade ciò?

Quando in estese aree si coltivano grani di una sola famiglia, l’intera messe è esposta a un serio rischio. Se sono colpiti da un nuovo insetto o da una nuova malattia delle piante, possono subirne danno tutti gli ettari di terreno in cui quella specie di grano è stata seminata. Ma quando c’è una varietà di tipi di grano, questo di solito non accade.

Gli esperti convengono che questa è una distinta possibilità per i nuovi grani ad alto rendimento. Questi nuovi tipi vengono da un base genetica molto ristretta. La Fondazione Rockefeller riferisce che da un particolare ceppo è venuta l’intera famiglia dei frumenti che oggi occupano più ettari in Asia che non qualsiasi altro tipo.

Tuttavia, siccome i nuovi tipi producono così bene si dà loro la preferenza. Gli agricoltori vogliono far denaro. Pianteranno qualsiasi cosa che faccia far denaro presto. Piantano dunque sempre più della specie ad alto rendimento e sostituiscono i grani locali a rendimento inferiore. Ma le nuove varietà, non essendo state ottenute in zone locali, hanno per certe malattie una tolleranza sconosciuta.

A causa di ciò un articolo del New Scientist di Londra fa risuonare l’allarme: Se i pochi tipi nuovi dovessero soccombere a una malattia, i risultati sarebbero catastrofici. Per un po’ di tempo ci sarebbe poco per sostituirli, giacché ci vuole tempo per ottenere nuovi ceppi resistenti a una nuova malattia. L’articolo concludeva che la possibilità del disastro può essere stata moltiplicata anziché diminuita dall’intervento dell’uomo sulla creazione naturale.

È accaduto prima d’ora?

Comunque, è questo timore solo teorico? Niente affatto. È accaduto prima d’ora a messi che avevano avuto una base genetica troppo ristretta.

Un esempio di ciò fu l’epidemia che colpì le patate nel secolo scorso. Fu nota come l’ultimo carbonchio. Nel 1845 si ebbe in Europa una grave manifestazione della malattia. Questa fu seguìta nel 1846 da altre perdite in Europa, e da un disastro in Irlanda.

Gli Irlandesi avevano coltivato la maggior parte del loro terreno a patate, di cui avevano piantato prevalentemente una sola varietà. Il carbonchio devastò quella raccolta di patate. The World Book Encyclopedia narra ciò che accadde come risultato: “La carestia delle patate nel decennio successivo al 1840 causò il peggior disastro della storia irlandese. . . .circa 750.000 persone morirono di fame e di malattia. Durante quegli anni centinaia di migliaia di persone lasciarono l’Irlanda”.

Un esempio più recente si è avuto in questo secolo, una ventina d’anni fa. I coltivatori d’avena negli Stati Uniti cominciarono a produrre una varietà di avene ad alto rendimento. Aveva richiesto l’incrocio con una famiglia d’avena chiamata Vittoria. Queste varietà furono estesamente accettate e piantate. Ma quindi ci fu un aumento di un particolare fungo che fece molto danno alla messe dell’avena. Entro due anni, questo fungo si estese tanto che le avene del tipo Vittoria non potevano più coltivarsi senza danno.

Negli anni trenta si ottenne una varietà di frumento chiamato gene Speranza. Esso prometteva di risolvere il problema delle perdite subìte per la ruggine del fusto. In pochi anni intere zone degli Stati Uniti occidentali, dal Texas al Dakota Settentrionale, ne adottarono la coltivazione. Ma verso la fine degli anni quaranta sorse un nuovo fungo altamente virulento. Tutto il frumento per fare il pane e i grani duri negli Stati Uniti, e nel Canada, ne subivano danno. Il nuovo fungo si diffuse rapidamente nelle zone maggiormente coltivate a frumento e prese il suo pedaggio. Per parecchi anni fu quasi arrestata la produzione dei grani duri nelle Grandi Pianure Settentrionali.

Ricadute più recenti

Nel 1971 il Times di New York portò questa intestazione: “Un trionfo della genetica minaccia il disastro”. L’articolo che seguiva narrava come i migliorati tipi di granoturco ibrido erano stati introdotti negli Stati Uniti dal 1950. Questi avevano più che raddoppiato la produzione del granoturco per ettaro.

Ma poi, nel 1970, ci fu un inaspettato attacco di una nuova malattia virulenta chiamata il carbonchio delle foglie di granoturco meridionale. Esso esponeva alla vulnerabilità il granoturco specializzato piantato dalla maggioranza degli agricoltori. Fra luglio e il tempo della raccolta nel 1970, si distrussero circa 700 milioni di bushel di granoturco! Questo fu il 15 per cento dell’intera raccolta di granoturco, del valore di circa un miliardo di dollari!

Su questo disastro del granoturco, il Times di New York commentò:

“La basilare vulnerabilità sorse dal fatto che tutti gli agricoltori vogliono piantare le varietà migliori di ciascun seme nello stesso tempo. L’uniformità che ne risulta minaccia il disastro quando compare qualche nuovo nemico mutante, come l’ultima varietà del carbonchio delle foglie del granoturco meridionale”.

“Come in tante altre zone del mondo moderno, ciò che a breve scadenza sembra economicamente assennato pone a lunga scadenza seri problemi, sia ecologicamente che economicamente”.

Comunque, alcune delle più nuove varietà di grano hanno forse subìto in questo modo qualche danno? Sì. Già il nuovo riso ne ha subìto danno. Nel libro The Environmental Crisis si notò: “Già i risi IR-8 hanno avuto da questo problema tante difficoltà, ma sono state create monoculture anche più grandi”.

Una “monocultura” è la coltivazione di una sola pianta e in genere senza fare nessun altro uso del terreno. Quindi, benché ci siano state difficoltà, pare che monoculture anche più estese con i nuovi grani siano la norma perché gli agricoltori vogliono far denaro in breve tempo.

Nel febbraio del 1972, il Consiglio Nazionale dell’Alimentazione e dell’Agricoltura pubblicò nuove cifre sulla situazione nelle Filippine. Esse mostravano che un mortifero virus vegetale chiamato tungro aveva colpito di carbonchio circa 56.000 ettari di risaie in Luzon e in Mindanao. Il presidente Ferdinand Marcos disse al Congresso delle Filippine: “[Il 1971] è stato un anno disastroso per l’agricoltura delle Filippine”.

A causa dei nuovi risi ad alto rendimento piantati dopo il 1966 le Filippine avevano trovato l’autosufficienza e una piccola eccedenza fino al 1970. Ma due anni fa, nel 1971, si dovettero fare grandi importazioni, 460.000 tonnellate di riso. E il governo predisse che il paese andava incontro a un’enorme penuria di quasi 640.000 tonnellate nel 1972 e di circa la stessa quantità nel 1973.

Coltivare in sempre più estese aree le stesse piante con una troppo ristretta base genetica è dunque un metodo assai pericoloso e poco previdente. Ma questo non è il solo problema inerente ai nuovi grani.

[Immagine a pagina 6]

Contrasto fra il granoturco ibrido (destra) colpito dal carbonchio e il granoturco non danneggiato (sinistra) ad aperta impollinazione

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