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  • g73 8/5 pp. 11-14
  • Orribile racconto di atti disumani

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  • Orribile racconto di atti disumani
  • Svegliatevi! 1973
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  • Non fu risparmiato nessuno
  • Disgustose aggressioni sessuali
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Svegliatevi! 1973
g73 8/5 pp. 11-14

Orribile racconto di atti disumani

LE PERSONE rispettabili sia all’interno che fuori del Malawi sono rimaste disgustate dagli atti perpetrati in quel paese contro un’indifesa minoranza.

Gli atti di violenza cominciarono in piccole proporzioni a metà del 1972. Raggiunsero enormi proporzioni in autunno. A quel tempo fu suscitato uno spirito di violenza di massa in seguito all’assemblea annuale del Partito del Congresso del Malawi, l’unico partito politico del paese. L’assemblea terminò con tre risoluzioni espresse in termini vigorosi che denunciavano i testimoni di Geova. Da luglio in poi i componenti della militante Lega Giovanile del partito e del suo movimento di Giovani Pionieri furono tra i primi a maltrattare i testimoni di Geova e ora impegnarono una vera e propria guerra contro di loro. Si organizzarono in bande, che andavano da una dozzina circa fino a un centinaio. Andarono poi di villaggio in villaggio, armati di bastoni, mazze, panga e scuri, cercando e attaccando i testimoni di Geova e i loro averi.

Come osservò il giornalista Guy Wright dell’Examiner di San Francisco (17 ottobre 1972), era “una guerra unilaterale, che opponeva la forza alla fede”. Tuttavia la fede si dimostrò più forte, allorché un Testimone dopo l’altro diede prova che la sua fede non poteva essere infranta dalla brutalità.

Quelli che seguono sono soltanto alcuni delle centinaia di resoconti fatti da testimoni oculari sulle atrocità commesse:

● Un esempio tipico di ciò che accadde nei villaggi è dato da questo resoconto fatto da David Banda del Villaggio Kaluzi, Lilongwe: “Il 23 settembre il Sig. Gideon Banda, ministro del parlamento, venne a fare un discorso a un’adunanza pubblica. Potei udire la maggior parte di ciò che disse tramite gli altoparlanti perché la mia casa era solo a pochi metri dal luogo di adunanza. Il Sig. Banda cominciò riferendo all’adunanza ciò che era stato discusso all’annuale raduno del partito. Proseguì quindi trattando il soggetto dei testimoni di Geova. Lo sentii dire all’adunanza che l’assemblea annuale aveva preso la risoluzione di trattare senza pietà i testimoni di Geova per il loro rifiuto di comprare la tessera del partito.

“La sera del 25 settembre, il fratello Swila venne a dirmi di aver visto radunarsi gruppi di giovani. Avvertimmo immediatamente i fratelli, ma prima che potessimo fare qualche cosa i giovani cominciarono i loro attacchi, rompendo i vetri delle finestre e le porte delle nostre case e quindi picchiando i fratelli. Eravamo tutti sparsi per cui non sapevamo ciò che era effettivamente accaduto a ognuno di noi e si stava facendo piuttosto buio. Andai a nascondermi e poi la mattina presto andai a denunciare la cosa alla polizia. Invece di ascoltare il mio reclamo, la polizia mi mandò via. Mentre ero ancora al posto di polizia vidi gruppi di fratelli e sorelle di altre congregazioni venire a denunciare simili incidenti. La polizia disse loro di tornare ai loro rispettivi villaggi”.

Comunque, i Testimoni rifiutarono di tornarvi senza protezione, andando invece al luogo di mercato. David Banda narra ciò che vi accadde:

“Quando i giovani udirono che i Testimoni erano andati al luogo di mercato si recarono lì e cominciarono a picchiare i fratelli e le sorelle con bastoni e coi pugni e a prenderli a calci. La polizia non fece nulla per fermare gli attacchi. Quindi la violenza si estese a tutta la città di Lilongwe. Comunque, i fratelli riuscirono a fuggire e a raggiungere infine la Zambia”.

● Evans Noah del Villaggio Mwalumo narra: “Il 18 settembre 1972 andai a trovare un fratello. Vedemmo avvicinarsi un’auto e al volante riconobbi il Sig. Gamphani, parlamentare del Malawi. C’erano due giovani con lui. Pareva cercassero me perché appena si furono accostati ne udii uno dire: ‘Eccolo’. L’auto si fermò e il Sig. Gamphani mi ordinò di salirvi. Quindi andò al posto di polizia. Dopo avermi chiesto perché non avevo la tessera politica, mi fece arrestare dalla polizia e mi tennero lì sette giorni. Non ricevetti né cibo né acqua in tutt’e sette quei giorni.

“Quando la polizia vide che mi stavo indebolendo fisicamente cominciarono a schernirmi chiedendomi di trasformare l’erba in cibo. Infine, visto che tutti i loro sforzi di farmi comprare la tessera politica erano vani, mi rilasciarono, ordinandomi di trovare personalmente il mezzo per arrivare a casa. Malgrado il fatto che ero debole perché non avevo mangiato, percorsi a piedi una distanza di trentacinque chilometri e arrivai a casa sano e salvo”.

Tuttavia, non molto tempo dopo Evans Noah e dieci altri Testimoni furono costretti a fuggire dal loro villaggio e abbandonare il Malawi.

● Nella zona di Blantyre, la maggiore città del Malawi, Richadi Nyasulu, Greyson Kapininga e altri testimoni di Geova furono portati alla sede della Regione Meridionale del Partito del Congresso del Malawi (M.C.P.). Fu chiesto loro perché non avevano comprato le tessere di associazione politica. Quando risposero che erano del tutto apolitici a motivo delle loro credenze bibliche, i Testimoni furono consegnati a circa sedici Giovani Pionieri e membri della Lega Giovanile. A turno essi picchiarono ciascun Testimone. Quando questi rifiutarono ancora di comprare le tessere politiche, i giovani strofinarono sui loro occhi un miscuglio di pepe rosso piccante e sale. Alcuni furono picchiati sulla schiena e sulle natiche con una tavola di legno in cui erano piantati dei chiodi. Quando qualcuno dava segni di dolore, gli aggressori picchiavano più forte, dicendo: “Venga il tuo Dio a salvarti”. Inoltre, ruppero una bottiglia e usarono il bordo tagliente per ‘rasare’ alcuni Testimoni. Il 22 settembre Jasteni Mukhuna della zona di Blantyre fu picchiato fino al punto che gli ruppero un braccio”.

● A Cape Maclear, all’estremità meridionale del Lago Malawi, il Testimone Zelphat Mbaiko fu coperto di fasci d’erba che venne legata intorno a lui. Versarono petrolio sull’erba e vi appiccarono il fuoco. Morì in seguito alle ustioni riportate.

Non fu risparmiato nessuno

La ferocia degli assalitori fu tale che non venne risparmiato nessun Testimone indipendentemente dall’età o dal sesso. Non tutti fuggirono da Lilongwe, come ad esempio una Testimone, la Sig.ra Magola. Essendo incinta e pesante, non poteva correre velocemente. I membri dell’M.C.P. la trovarono presso il luogo di mercato e la picchiarono fino al punto di causarne la morte sotto gli occhi di molti cittadini, senza che alcuno venisse in suo aiuto. Quando fu chiesto a un poliziotto perché non era intervenuto, rispose che ‘la polizia era stata privata del suo potere’.

● Nella zona di Ntonda, a sud di Blantyre, Smith Bvalani, la sua anziana madre e altri testimoni di Geova, uomini e donne, furono percossi dai componenti della Lega Giovanile finché giacquero senza sensi per terra. Un membro della Lega Giovanile, perquisendo le loro tasche, trovò che un Testimone aveva del denaro. Si servì quindi del denaro per comprare tessere politiche per ciascuno di essi e scrisse i loro nomi sulle tessere, gettandole in terra vicino ai Testimoni privi di sensi. I membri della Lega Giovanile dissero ora che i Testimoni avevano ceduto e compromesso la loro fede. Quando la madre di Smith Bvalani riprese conoscenza e vide la tessera disse loro che non l’avrebbe accettata neppure se significava la sua morte. Allora la picchiarono facendole di nuovo perdere i sensi.

● Il settantatreenne Israel Phiri del Villaggio Khwele, Mchinji, narra: “Nel mese di luglio del 1972 udimmo delle voci secondo cui il Partito del Congresso del Malawi intendeva lanciare in tutto il paese una campagna per il controllo delle tessere. Comprendendo che questo avrebbe significato guai per i testimoni di Geova, decidemmo di lasciare il villaggio e di nasconderci nella boscaglia. Eravamo trenta Testimoni tutti insieme. Stemmo due mesi nella boscaglia. Comunque, all’improvviso, il 5 ottobre, ci trovammo circondati da un folto gruppo di giovani. Erano tutte facce sconosciute per me.

“Mentre cercavo di allontanarmi, alcuni di essi mi afferrarono e cominciarono a percuotermi con bastoni e a darmi calci in tutto il corpo. Mi fu impossibile vedere ciò che accadeva agli altri fratelli. Infine mi lasciarono privo di sensi per terra. Quando ripresi conoscenza cercai di trovare gli altri fratelli ma non li trovai. Decisi di lasciare il Malawi per la Zambia. Malgrado avessi tutto il corpo gonfio e gli occhi pieni di sangue, con l’aiuto di Geova riuscii a percorrere molti chilometri a piedi fino all’ospedale Thamanda nella Zambia”.

● A sud-est di Blantyre, nel Villaggio Kavunje, tutti i Testimoni, uomini e donne, furono crudelmente percossi e costretti a camminare nudi per strada. Uno dei loro bambini morì in seguito alle percosse ricevute. Nella regione settentrionale del Malawi, a Nkhotakota, una Testimone, incinta, fu spogliata e spietatamente percossa. Il locale capo dell’M.C.P. disse ad alcuni bambini di darle calci nel ventre, allo scopo di farla abortire.

Disgustose aggressioni sessuali

Le aggressioni sessuali alle testimoni di Geova furono troppo numerose nonché troppo ripugnanti per riferirle per esteso. Ecco alcuni esempi tipici:

● La diciassettenne Rahabu Noah del Villaggio Mtontho, Kasungu, narra: “Il 26 settembre 1972, fummo avvertite che i giovani andavano di villaggio in villaggio attaccando fisicamente i testimoni di Geova e distruggendo le loro case e proprietà. I fratelli ci suggerirono di andare a nasconderci nella boscaglia e poi di notte fuggire nella Zambia. Eravamo cinque sorelle e tre fratelli. Riuscimmo a partire dal villaggio ma, mentre camminavamo in un piccolo sentiero, incontrammo un gruppo di una ventina di persone. Cominciarono a chiederci le tessere. Nessuno di noi poté esibirla per cui cominciarono a percuoterci con bastoni e a colpirci coi pugni. Quindi ci denudarono tutti e poi continuarono a picchiarci. Un gruppo di una decina di giovani mi spinse da una parte e mi portò lontano dagli altri. Mentre alcuni mi tenevano ferme le mani e le gambe gli altri mi violentavano. Ne vidi otto farmi violenza a turno l’uno dopo l’altro. Nel loro gruppo nessun viso mi era familiare. Dopo averci picchiati selvaggiamente ci abbandonarono. Più tardi appresi che anche le altre quattro sorelle del nostro gruppo erano state violentate”.

● Funasi Kachipandi del Villaggio Nyankhu, Lilongwe, narra la sua esperienza: “Il 1º ottobre 1972, udite notizie degli attacchi ai testimoni di Geova, decisi di fuggire e attraversare la frontiera entrando nella Zambia. Partii immediatamente con la mia figlia di diciannove anni, Dailes Kachipandi. Comunque, non passò molto prima che fossimo catturate da un gruppo di giovani sconosciuti. Ci chiesero la tessera del partito, che non potemmo presentare. Ci fecero tornare indietro, conducendoci al loro ufficio vicino al mercato di Chileka. In mia presenza cinque giovani violentarono a turno mia figlia. Quindi uno di essi mi afferrò e mi spinse a terra. Lo supplicai di non farmi violenza poiché ero al nono mese di gravidanza ed ero molto debole, ma non mostrò nessuna benignità umana. Mi violentò, sotto gli occhi di mia figlia. Quindi ci lasciarono. Denunciai l’accaduto alla polizia. Accettarono la denuncia ma non fecero nulla. La mattina dopo diedi alla luce un bambino e poi lo stesso giorno partimmo per la Zambia, riposandomi di tanto in tanto finché arrivammo nella Zambia”.

In molti altri casi i nomi degli aggressori erano noti alle vittime. Alcuni avevano incarichi ufficiali nel Partito del Congresso del Malawi.

● Nel Villaggio Kamphinga, Matilina Chitsulo del Villaggio Gwizi fu violentata dal presidente della sezione del partito, Kachigongo. Il 2 ottobre 1972, nel Villaggio Mkombe, Velenika Hositeni fu tenuta in una stanza dell’ufficio dell’M.C.P. per un’intera notte dal locale presidente del partito e dal segretario del partito, ed entrambi la violentarono. Sette uomini violentarono un’altra Testimone di nome Nezelia nello stesso ufficio. Rifugiatesi nella Zambia entrambe le donne furono ricoverate nell’ospedale di Misale per i maltrattamenti fisici subìti.

Ripetiamo: Questi incidenti non sono l’eccezione. Sono soltanto alcuni delle centinaia di casi verificatisi.

Tuttavia l’attacco nazionale lanciato contro i Testimoni aveva un altro aspetto, un aspetto che rese le sue conseguenze anche più gravi della persecuzione da essi subìta a cominciare dal 1967.

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