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  • g73 8/9 pp. 20-23
  • La mia nuova dimora, la Germania

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  • La mia nuova dimora, la Germania
  • Svegliatevi! 1973
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  • Manodopera straniera in Germania
  • Vita e religione precedenti
  • Importante scoperta
  • Sforzi per aiutare altri
  • Sono cresciuto nella Germania nazista
    Svegliatevi! 1983
  • Facciamo conoscenza coi nostri vicini stranieri
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  • Giovani che lodano Geova nella Germania del dopoguerra
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1979
  • Geova ha avuto cura di noi mentre eravamo al bando: Parte II
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1992
Altro
Svegliatevi! 1973
g73 8/9 pp. 20-23

La mia nuova dimora, la Germania

IL SOLE non si era ancora levato. C’era ancora la rugiada sui prati e sui campi quando lasciai la mia casa in un piccolo villaggio nel cuore della Grecia. I miei genitori mi accompagnarono al treno. Benché ci provassimo, era difficile conversare. I nostri pensieri erano impediti dall’imminente separazione.

Quando infine arrivammo alla stazione ferroviaria da dove i “lavoratori ospiti” dovevano iniziare il loro viaggio verso la Germania, si vedevano solo facce rigate di lagrime e si udivano solo meste parole di addio. Con aria scoraggiata, guardavamo il treno in arrivo come una cosa cattiva fatta di acciaio che avrebbe spezzato quegli stretti legami familiari per un po’ di tempo, o in alcuni casi per sempre.

Non dimenticherò mai il momento, poco prima che il treno partisse, in cui mia madre mi abbracciò per l’ultima volta. Era preoccupata per me, lo sentivo. Singhiozzando, mi augurò le migliori cose nella mia nuova dimora. Oggi mi sembra ancora di sentire la sua mano tremante che mi carezzava la guancia per l’ultima volta e mi supplicava di non dimenticarla. Quindi il treno si mise in moto e tutti noi sventolammo i fazzoletti in un ultimo addio.

Dopo questo addio, rivolsi il pensiero al futuro. Che cosa mi attendeva in Germania? Avevo un contratto di lavoro con una grande fabbrica di macchine a Monaco. Ma dove avrei vissuto? Come sarei riuscito a farmi capire dai miei nuovi compagni di lavoro?

Due giorni dopo il treno arrivò nell’Hauptbahnhof di Monaco (la principale stazione ferroviaria). Migliaia di persone scesero dal treno ed entrarono nella grigia stazione per attendervi l’ulteriore assegnazione.

Esausto per il lungo viaggio, solo nel subconscio avvertivo lo strepito delle voci. Rumori sconosciuti ai miei orecchi mi facevano capire che ero lontano dal mio villaggio nativo.

Dopo un po’ anch’io fui assegnato a un gruppo che venne accompagnato al suo alloggio. Quando vidi il luogo dove dovevo stare, fui di nuovo sopraffatto dalla nostalgia. Non ero abituato alla ricchezza, ma ora apprezzavo anche di più la pulita, amorevole atmosfera della casa dei miei genitori.

Qui sarei vissuto in una baracca. Un interprete mi mostrò dov’era il mio letto e anche un armadietto per le mie cose. Altri cinque miei compaesani avrebbero abitato nella stessa stanza con me.

Manodopera straniera in Germania

Arrivai in Germania nel 1962, poco dopo che il paese aveva cominciato a reclutare i gastarbeiter, letteralmente “lavoratori ospiti”. Benché avesse inizio come misura temporanea, l’importazione di manodopera straniera continuò ad aumentare in maniera fenomenale. Solo nel 1969 l’industria tedesca importò circa 400.000 lavoratori stranieri, eppure gli uffici del lavoro comunicavano che c’erano impieghi per altre 700.000 persone!

Così l’afflusso di “lavoratori ospiti” nella Germania Occidentale è continuato, e la maggioranza di essi provengono dai paesi dell’Europa meridionale. La manodopera straniera raggiunse il milione e mezzo nel 1969, ma nel gennaio del 1972 era salita a più di 2.100.000. Fra questi c’erano 384.303 Italiani, 264.427 Greci, 175.998 Spagnoli, 449.676 Turchi, 57.180 Portoghesi e 434.893 Iugoslavi. Nella Germania Occidentale circa un lavoratore su dieci è straniero!

Dapprima, la maggioranza dei lavoratori stranieri rimanevano solo abbastanza a lungo per mettere da parte un po’ di denaro dal salario comparativamente alto percepito in Germania. Ma recentemente un maggior numero è stato propenso a stabilire la propria dimora in Germania. A Stoccarda ci sono circa 80.000 residenti stranieri, circa il 70 per cento dei quali sono nella Germania Occidentale da almeno cinque anni.

La Germania ha fatto forte assegnamento sui suoi “lavoratori ospiti”. Per esempio, a Stoccarda quasi il 40 per cento delle oltre 4.000 persone che sono alle dipendenze del comune sono cittadini di altri paesi. Di sovente gli stranieri vengono impiegati per fare i lavori meno piacevoli. Raccolgono rifiuti, spazzano le strade, scavano tombe, ecc. Un’autorità cittadina di Stoccarda disse: “Per i lavori umili, sgradevoli o pericolosi non riusciamo più a trovare abbastanza Tedeschi”.

Comunque, i “lavoratori ospiti” sono essenziali anche per la forza industriale della Germania. In uno dei più grandi stabilimenti di Stoccarda, il 75 per cento dei dipendenti non sono Tedeschi! E a Wolfsburg, in Germania, dove ha sede l’industria automobilistica della Volkswagen, vennero importati circa 8.000 lavoratori stranieri per tenere in moto le catene di montaggio.

Giacché nei nostri paesi le possibilità d’impiego erano limitate, noi nuovi arrivati fummo grati di trovare lavoro. Molti di noi eravamo stati in precedenza pastori e avevamo conosciuto solo la vita di campagna. Ora eravamo addestrati per lavorare in fabbriche o nelle costruzioni, e dovevamo adattarci al nuovo ambiente. Fu un rimarchevole cambiamento per noi.

Vita e religione precedenti

Nell’Europa meridionale da dove venivamo, i vincoli familiari sono molto forti. La famiglia fa progetti e agisce come nucleo. Anche nelle case più povere di solito le famiglie seguono rigide usanze e abitudini. Questo tipo di vita influisce naturalmente sul proprio pensiero religioso.

In genere il padre è riconosciuto da tutti come capofamiglia. Le sue decisioni sono considerate definitive nelle questioni. Pertanto tutti nella famiglia accettano il suo pensiero religioso che viene considerato corretto. Si sentirà dire spesso: “Come mi ha insegnato mio padre così rimarrò”.

Molti di noi che eravamo appena arrivati nella Germania Occidentale non ci eravamo mai resi conto prima che c’erano altre religioni oltre alla religione ereditata dai nostri genitori. Eravamo cresciuti in villaggi dove ci era stato insegnato a onorare i capi dei villaggi e i sacerdoti come persone “dotte”. Pertanto molti di noi andarono in Germania con la ferma intenzione di rimanere fedeli alle tradizioni familiari ereditate.

Importante scoperta

Le lettere che ricevevo dai miei genitori erano come un ponte di collegamento con la mia patria. Attendevo con vivo desiderio di sentire qualche cosa di nuovo. Spesso queste lettere mi facevano dimenticare la solitudine e il dolore. Ma dopo breve tempo mi sentivo di nuovo solo. Benché parlassi spesso dei nostri problemi con i miei compagni di camera, tutto restava immutato.

Poi un giorno mentre ero di nuovo assorto, qualcuno bussò alla porta. L’uomo disse che era venuto a recarmi un messaggio. Spiegò di avere sessantasei importantissime lettere che bisognava leggere con lo stesso entusiasmo con cui si leggevano le lettere da casa. Erano i libri delle Sacre Scritture ispirate da Dio.

Durante la nostra conversazione appresi da questo visitatore che il nome di Dio è Geova, e che Dio stabilirà un giusto ordine su questa terra. Questo nuovo ordine, spiegò l’uomo, unirà tutto il genere umano, e i confini nazionali saranno tolti; le famiglie non saranno più separate e ciascuno godrà il frutto delle proprie fatiche. Queste parole mi toccarono il cuore. Volevo sapere di più intorno al proposito di Dio. Ma spiegai che non avrei cambiato religione.

Questo ministro — un testimone di Geova — venne molto spesso ad aiutarmi a conoscere le meravigliose verità della Bibbia. Comunque, per questo i miei compagni di camera mi schernivano. Ma quello che imparavo mi entusiasmava tanto che ero deciso a continuare a studiare la Bibbia nonostante le loro pungenti osservazioni. Cominciai a frequentare le adunanze dei testimoni di Geova e scoprii che lì ero tra persone che non solo avevano problemi simili ai miei, ma mi capivano e volevano aiutarmi. Studiando la Bibbia e frequentando le adunanze in lingua greca mi convinsi di aver trovato la verità.

Sforzi per aiutare altri

Nelle baracche dove abitavo c’erano molte persone nella mia stessa situazione. Sentii dunque la responsabilità di dire loro la speranza che avevo appena trovata. Qualche tempo dopo simboleggiai la mia dedicazione a Geova Dio con l’immersione in acqua e ho continuato a progredire in conoscenza biblica.

Sono molto grato degli sforzi compiuti dai Testimoni tedeschi per insegnare a noi “lavoratori ospiti” la Parola di Dio. Parecchi Tedeschi hanno imparato una lingua straniera a questo scopo, particolarmente l’italiano e lo spagnolo. Il greco è una lingua più difficile da imparare bene, ma sono stati distribuiti molti pezzi di letteratura greca e le persone interessate come me sono state messe a contatto con i Testimoni di lingua greca in Germania. Si sono avuti risultati sorprendenti.

Ben presto c’erano centinaia, e, col tempo, oltre un migliaio di testimoni di Geova di lingua greca in Germania! Nel gennaio del 1972 ce ne furono 1.443! Dapprima, gli interessati di lingua greca vennero organizzati in gruppetti di studio biblico; quindi si formarono congregazioni. Nel 1966 fu formata in Germania la prima circoscrizione greca composta di molte congregazioni. Ora ci sono qui due di tali circoscrizioni.

La situazione è simile per le altre persone di lingua straniera in Germania. Nel gennaio del 1972 c’erano 803 Testimoni di lingua italiana organizzati in molte congregazioni e in una circoscrizione. Inoltre, è stata organizzata una circoscrizione spagnola composta di 415 Testimoni. E, in più, c’erano 157 Testimoni iugoslavi e 65 Testimoni turchi in Germania. Ciò che ha fatto meravigliare noi “lavoratori ospiti” è lo spirito volenteroso dei Testimoni tedeschi di aiutarci a imparare e la totale assenza di distinzioni di classe e di barriere razziali tra i testimoni di Geova.

Ora mi sento a casa mia in Germania. La mia “famiglia” è qui. Voglio dire che ho ottenuto “case e fratelli e sorelle e madri e figli”, come promise Gesù a tutti coloro che sarebbero divenuti suoi veri seguaci. (Mar. 10:29, 30) — Da un collaboratore.

[Grafico a pagina 21]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

“LAVORATORI OSPITI” DELLA GERMANIA

1968

1970

1972

PORTOGHESI

SPAGNOLI

GRECI

ITALIANI

IUGOSLAVI

TURCHI

(MIGLIAIA) 100 200 300 400

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