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  • g74 8/9 pp. 25-27
  • Gli alberi più grandi del mondo

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  • Gli alberi più grandi del mondo
  • Svegliatevi! 1974
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  • Dimensioni enormi
  • La nascita di un grande albero
  • Eccezionale resistenza al fuoco
  • Radici e nemici
  • Lodano il Creatore
  • L’incantevole foresta
    Svegliatevi! 1973
  • Giganti del nord-ovest
    Svegliatevi! 1971
  • Saranno i vostri giorni “come i giorni dell’albero”?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
  • Da un piccolo seme
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
Altro
Svegliatevi! 1974
g74 8/9 pp. 25-27

Gli alberi più grandi del mondo

DAL Far West americano giunsero un tempo ciò che sembravano immaginose favole. Gli uomini parlavano di alberi alti più di novanta metri, con il tronco avente una circonferenza di trenta metri. “Sciocchezze”, pensarono le persone; “chi potrebbe credere a una tal cosa?”

Ma gli alberi c’erano. Null’altro è cresciuto tanto sulla terra, e poche cose sono vissute più a lungo. Come riuscirono questi giganti a diventare così grandi, e a sopravvivere per tanto tempo? Le risposte potrebbero interessarvi, poiché questi sorprendenti esempi della creazione sono insoliti in parecchi modi, più di quanto immagini la maggioranza.

Chiamati albero del mammut, sequoia o Sequoiadendron giganteum, questi signori della foresta regnano solo in un’area limitata, lunga circa 420 chilometri, in genere fra i 1.200 e i 2.600 metri d’altitudine, lungo la parte occidentale di una sola catena montuosa, la Sierra Nevada della California.

Di solito crescono a gruppi, che possono contenere da sei alberi soltanto a parecchie migliaia. Molte foreste sono in una regione che si può tuttora raggiungere solo a piedi, ma alcune di esse si possono facilmente raggiungere per mezzo di strade che partono dalla fertile valle centrale della California.

Le lunghe strade serpeggianti che si arrampicano verso il paese delle gigantesche sequoie attraversano grandi distese di pini. Ma all’improvviso avete l’impressione di qualche cosa di più grande. Vedete per la prima volta una gigantesca sequoia.

Dimensioni enormi

Dapprima non vi rendete conto delle dimensioni della sequoia, perché gli alberi circostanti sono così grandi. Solo quando siete alla base di uno di questi alberi giganteschi e guardate in su, o quando gli girate intorno e contate i passi, cominciate a rendervi conto della sua maestosa grandezza.

Per illustrare quanto sono alti questi alberi, immaginate un albero alto quanto un edificio di venticinque piani. Pensate a un singolo ramo grosso più di due metri, e immaginate quel ramo così in alto sul tronco dell’albero che potreste metterci sotto un edificio di dodici piani. Considerate un albero con il tronco di nove metri di diametro. Abbattuto e sdraiato su un fianco in una strada cittadina, arriverebbe in cima alle finestre del secondo piano!

Il più grande di questi alberi contiene più legno di quello occorrente per costruire quaranta case di cinque stanze, benché in genere il loro legno non sia impiegato come legname da costruzione.

Il gen. Sherman, che si trova nel Sequoia National Park, è considerato l’albero più grande del mondo. È alto 83 metri e ha una circonferenza di 31 metri. È tutt’altro che l’albero più alto del mondo, ma il suo tronco massiccio si assottiglia pochissimo, e contiene una straordinaria quantità di legno. Recenti studi fanno pensare che può anche essere l’organismo vegetale a crescita più rapida nel mondo, non in altezza, ma in volume.

La nascita di un grande albero

La nascita di uno di questi maestosi alberi è un avvenimento relativamente raro. Gli alberi più grandi del mondo si sviluppano da un seme così piccolo come la capocchia d’uno spillo. Ci vogliono quasi 200.000 di questi semi per fare un chilo. Ce ne vogliono quasi 2.000 per fare un etto!

Una singola sequoia produce milioni di tali minuscoli semi, ma pochi germinano. Ancor meno si sviluppano per diventare alberi pienamente cresciuti. È stato detto: “Non è raro vedere alberi che anno dopo anno hanno fatto seme per mille anni o più eppure non danno nessun segno di riprodursi”. — Big Trees, Walter Fry e John R. White, pagina 59.

Il piccolo seme di sequoia richiede suolo minerale esposto. Lo trova solo dopo che le foglie e i rami che normalmente coprono il suolo della foresta sono stati tolti di mezzo. Un incendio causato da un fulmine può bruciare questi rifiuti. Oppure, un vecchio albero può cadere, lasciando scoperta la terra nella buca che conteneva le sue radici.

Allora un seme può cadere giù, rimanendo appena sepolto. Se le condizioni sono proprio favorevoli, esso si gonfia e una piccola radice si spinge verso il basso. Un timido stelo si protende verso la luce. Neppure allora le sue probabilità di sopravvivenza sono grandi. Un uccello può scorgere l’involucro del seme, ancora attaccato al germoglio. O una formichina può afferrarlo, e trascinare al suo nido ciò che poteva divenire uno degli alberi più grandi del mondo!

Ma superata l’infanzia, la sequoia si sviluppa con incredibile vigore. Alla fine del primo secolo ha un diametro di quasi due metri ed è alta 45 metri. Può sopportare grave danno fisico.

Eccezionale resistenza al fuoco

La spugnosa corteccia rosso-bruna della sequoia può avere uno spessore di oltre mezzo metro. Si pensa che questo fattore contribuisca in modo notevole alla lunga vita di questi grandi alberi.

Durante l’imperversare d’un temporale estivo può cadere un fulmine e incendiare la foresta. Altri grandi alberi sono distrutti, divorati dalle fiamme. Ma la sua spugnosa corteccia — abbastanza tenera da cedere quando premete con un dito — permette alla sequoia di resistere al divampare delle fiamme. Col passar dei secoli le sequoie sopravvivono a un incendio dopo l’altro. Esse portano i segni di ripetute bruciature, ma continuano a sopravvivere ergendosi molto più in alto del resto della foresta.

La maggior parte delle vecchie sequoie hanno tali segni lasciati dal fuoco. I visitatori possono entrare nelle cavità annerite di alcuni di questi alberi, prodotte dal fuoco, e guardare su attraverso il centro del tronco dell’albero che è stato bruciato. Si possono consumare oltre sessanta metri delle parti vitali dell’albero, eppure esso continua a vivere finché in successivi incendi della foresta si cuoce tanta parte del legno che la linfa non può più passare.

In genere i danni prodotti dal fuoco spariscono. A poco a poco sopra la bruciatura cresce nuova corteccia, al ritmo di forse mezzo centimetro all’anno, finché, in pochi secoli, la parte bruciata è completamente coperta.

Quando il fuoco ha divorato gli alberi più piccoli, e la luce del sole arriva di nuovo al suolo, nuovi semi di sequoia germoglieranno. Col tempo, anch’essi potranno divenire alberi giganteschi.

Radici e nemici

Malgrado le loro enormi dimensioni, questi alberi hanno una rete di radici eccezionalmente superficiale. Le loro radici possono raggiungere la profondità di un metro o un metro e mezzo, ma si possono estendere per raccogliere il nutrimento da un’area di oltre 120 metri di larghezza, un’estensione di forse ottomila metri quadrati. Ci vorrebbero 500 persone, a braccia aperte, per circondare tale area. È difficile immaginare che una rete di radici così poco profonde riesca a tener fermo, contro le tempeste di secoli, un albero alto quanto un edificio di venticinque piani, e del peso di una piccola nave da carico transoceanica.

Non si conosce nessuna sequoia che sia morta di malattia o di vecchiaia. I suoi nemici sono il fuoco, l’erosione, il vento e l’uomo. L’erosione provocata da un vicino corso d’acqua può minare l’albero, che in un periodo di parecchi anni si piega sempre più, finché in ultimo si abbatte al suolo. I taglialegna hanno distrutto in un giorno alberi che erano già vecchi quando nacque Gesù, e che forse esistevano quando Salomone costruì il tempio di Geova a Gerusalemme. Ma questo abbattimento ha dato poco profitto, poiché il legno è fragile, nella fragorosa caduta di un albero così enorme si spacca, e non va molto bene come legname da costruzione. Molte foreste sono ora preservate in parchi nazionali, per proteggerle dalla distruzione.

Lodano il Creatore

L’uomo si sente umile ai piedi di tali giganti. La loro capacità di resistere alle forti nevicate di tremila inverni, e alle siccità di innumerevoli estati senza pioggia, supera la nostra limitata comprensione. Letteralmente centinaia di generazioni di affaccendati scoiattoli si son dati da fare all’ombra di un tale albero. Innumerevoli generazioni di cervi, porcospini e volpi grigie sono andate a frugare tra i ramoscelli alla sua base. Altri alberi hanno germogliato, sono cresciuti, sono invecchiati e son morti, essendo sostituiti da generazioni di discendenti, mentre le grandi sequoie sussistono, silenziose e supreme.

Migliaia di visitatori si sono fermati ai piedi di questi alberi, prima intimoriti, poi pieni di riverenza. Alcuni sono stati spinti ad avere maggiore apprezzamento verso la creazione di Dio, e verso la sapienza di Colui che rese possibili tali splendide creazioni. Esse ci rammentano le parole di Paolo: “Poiché le sue invisibili qualità, perfino la sua sempiterna potenza e Divinità, si vedono chiaramente sin dalla creazione del mondo, perché si comprendono dalle cose fatte, così che [le persone che non gli danno gloria] sono inescusabili”. — Rom. 1:20.

Predicendo le condizioni del giusto nuovo ordine di Dio, ora prossimo, la Bibbia dice che la vita del popolo di Dio sarà “come i giorni dell’albero”; avranno cioè lunga vita. Anche in Palestina c’erano alberi che vivevano mille anni o più. (Isa. 65:22) L’esistenza di tali alberi ci aiuta a capire che è alla portata della potenza di Dio adempiere la sua promessa della vita umana permanente sulla terra.

La promessa biblica dell’eterna vita umana è fatta da Colui la cui creazione rese possibile la crescita e la vita di questi grandi alberi. Non è una favola più di quanto non lo fossero le notizie dell’esistenza di tali alberi, a cui un secolo fa le persone non volevano credere.

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