Qual è la veduta della Bibbia?
Possono aiutarvi i santi?
“CHI dovremmo pregare?” Rispondendo a questa domanda, Joseph V. Gallagher, sacerdote della Congregazione di S. Paolo, dichiara: “Ogni preghiera va infine a Dio, e la maggioranza delle nostre preghiere sarà rivolta in quel senso. Comunque, ci piace talora rivolgerci alla Beata Maria o a un santo e chieder loro di partecipare specialmente alla nostra preghiera”. — To Be a Catholic, a Catechism for Today.
Con tale incoraggiamento, molte persone sincere si sono rivolte in preghiera ai “santi”, ritenendo che intercedessero presso Dio. “Dal punto di vista teologico”, dice la New Catholic Encyclopedia, “l’intercessione è l’atto di supplicare da parte di uno che agli occhi di Dio ha il diritto di farlo per ottenere misericordia a favore di qualcuno nel bisogno”. E riguardo all’intercessione di Maria, degli angeli o dei “santi”, quest’opera di consultazione dice, in parte: “Un cattolico non può nutrire nessun dubbio sul fatto della loro intercessione, giacché il Concilio di Trento definì chiaramente questo dogma: ‘i santi, regnando insieme a Cristo, offrono a Dio le loro preghiere per gli uomini’ . . .”
Fra quelli considerati santi dalla Chiesa Cattolica Romana vi sono sia uomini che donne e non si limitano a persone del racconto biblico, come Pietro e Giovanni, apostoli di Gesù Cristo. Infatti, gli Acta Sanctorum, pubblicati dal 1643, menzionano oltre 17.000 “santi”. Inoltre, l’invocazione dei santi prevale anche nella chiesa greca e nelle varie chiese orientali. È dunque appropriato chiedere: Possono aiutarvi i santi? Che cosa indica la Bibbia?
Alcune traduzioni della Bibbia usano il termine “santi”. Ma raccomandano le Scritture di rivolgere le preghiere a loro, o a Dio per mezzo di loro? Ebbene, notate che l’apostolo Paolo esortò i cristiani: “Vegliate con assidua perseveranza e pregate per tutti i santi”, non a o per mezzo di loro. (Efes. 6:18, versione di F. Nardoni) Egli raccomandava di pregare per o a favore di tutti gli altri unti seguaci di Gesù Cristo allora viventi sulla terra, non in cielo. Conformemente, Paolo chiama “santi” i cristiani allora abitanti a Efeso e Filippi. — Efes. 1:1; Filip. 1:1, versione di F. Nardoni.
In modo interessante, la New Catholic Encyclopedia ammette indirettamente che l’intercessione da parte dei “santi” non ha un fondamento biblico. Essa dichiara: “Riguardo all’intercessione dei morti per i vivi, di cui non è fatta nessuna menzione nei libri più antichi del [Vecchio Testamento], . . . c’è il noto testo di II Mc 15.11-16. Se negli scritti del [Nuovo Testamento] . . . non c’è nessuna esplicita menzione del soggetto, nella pratica della Chiesa primitiva c’è ancora un’abbondante quantità di prove le quali dimostrano fede e credenza nel potere di intercedere di quelli che erano ‘morti in Cristo’. Tali prove . . . si vedono nei molti epitaffi, nelle anafore, nelle litanie, nei documenti liturgici, negli atti dei martiri e nelle frequenti allusioni che si incontrano nella letteratura patristica orientale, greca e latina”.
La Cyclopædia of Biblical, Theological, and Ecclesiastical Literature di M’Clintock e Strong, tenuta in grande stima, precisa che l’invocazione dei “santi” non ha conferma scritturale, era sconosciuta alla Chiesa primitiva e fu “espressamente condannata dal Concilio di Laodicea (481 d.C.) e dai primi padri”. Benché i sostenitori citino certi “padri della Chiesa” e liturgie antiche, questa enciclopedia osserva: “Si deve ricordare che sono soltanto aggiunte non scritturali e che ebbero origine dopo l’introduzione nel sistema ecclesiastico del neoplatonismo alessandrino e delle dottrine dei magi d’Oriente, che lasciò le sue tracce anche nella forma più ortodossa di adorazione cristiana, nonché di credo, fino al quarto e al quinto secolo, periodo della storia della Chiesa Cristiana in cui le eresie, per usare un’espressione comune, erano quasi all’ordine del giorno”.
È stato citato Secondo Maccabei 15:11-16 nel tentativo di sostenere “l’intercessione dei morti a favore dei vivi”. Fra l’altro, questo brano indicava che il defunto profeta ebreo Geremia ‘innalzava molte preghiere per il popolo e per la città santa’. Tuttavia, come ammettono molti studiosi, II Maccabei non fu scritto sotto ispirazione divina; è uno dei libri apocrifi. Non preferite accettare la testimonianza dell’ispirata Parola di Dio, la Bibbia? Potete confidare in essa, poiché l’apostolo Paolo scrisse: “Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona”. —2 Tim. 3:16, 17, La Bibbia di Gerusalemme (versione cattolica).
Essendo morto, Geremia non poteva pregare per nessuno. Perché? A motivo di quello che dice Ecclesiaste 9:5, 10 dei morti. “I morti”, dichiara la versione cattolica a cura del Pontificio Istituto Biblico, “non sanno niente . . . Non c’è attività né ragione, né cognizione o sapienza fra i morti, dove tu te ne vai”. Geremia è fra quelli dell’umanità che ora dormono nella morte fino alla risurrezione.
Molti hanno pregato davanti a immagini di “santi”. Era appropriato questo? L’apostolo Giovanni disse ai conservi credenti: “Figliuoli, guardatevi dagli idoli”. — 1 Giov. 5:21, PIB.
Come deve dunque il cristiano rivolgere a Dio le sue preghiere perché gli siano accettevoli? Gesù Cristo disse esplicitamente: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome io la farò”. (Giov. 14:6, 14, Ge) Ora poiché Gesù, come creatura spirituale risuscitata e innalzata, “resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore”. (Ebr. 7:24, 25, Ge) Inoltre, Paolo scrisse: “C’è infatti un solo Dio e un solo mediatore tra Dio e gli uomini, un uomo, Cristo Gesù”. — 1 Tim. 2:5, versione cattolica a cura di mons. S. Garofalo.
I veri “santi” cristiani non sono proclamati santi da nessuna organizzazione religiosa. Piuttosto, dopo che hanno acquistato accurata conoscenza scritturale, Geova Dio santifica tali persone per mezzo del suo spirito santo, producendo in loro vere speranze di vita celeste. (Rom. 8:16, 17; 2 Tess. 2:13, 14) Tale vita si ottiene solo con la fedeltà sino alla morte e la risurrezione come creature spirituali. Il loro numero finale è 144.000. — Riv. 2:10; 14:1-4.
No, i “santi” che sono già stati risuscitati non sono autorizzati ad aiutarvi per intercedere per voi quando pregate. Presto, comunque, i 144.000 “santi” risuscitati saranno insieme a Gesù Cristo governanti della terra per mille anni. In questo modo serviranno per la benedizione dell’umanità. — Riv. 20:6.