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  • g76 22/7 pp. 3-5
  • Perché molti divorziano?

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  • Perché molti divorziano?
  • Svegliatevi! 1976
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Ora in Portogallo si può divorziare
  • Alcune ragioni per cui divorziano
  • Smettono di comunicare
  • “Vogliono tutti di più”
  • Il boom dei divorzi
    Svegliatevi! 1992
  • Le vittime del divorzio
    Svegliatevi! 1991
  • Divorzio: I suoi amari frutti
    Svegliatevi! 1992
  • Il divorzio va permesso?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1988
Altro
Svegliatevi! 1976
g76 22/7 pp. 3-5

Perché molti divorziano?

NEGLI ultimi anni uno strano male si è diffuso in molti paesi con sorprendente rapidità. Le fonti di notizie lo chiamano “epidemia di divorzi”, “febbre del divorzio”, “febbre delle separazioni”.

In base ai dati pubblicati dal Centro nazionale di statistiche sulla sanità, dal 1965 al 1973 si registrò negli Stati Uniti un aumento del 26 per cento nei matrimoni. Tuttavia, i divorzi salirono da 470.000 nel 1965 a 913.000 nel 1973, un aumento del 90 per cento. L’anno scorso la cifra dei divorzi balzò a 970.000. Secondo le previsioni, alla fine del 1975 i divorzi dovevano superare il milione negli Stati Uniti. Ciò equivale a quasi un divorzio ogni due nuovi matrimoni.

Questa “epidemia di divorzi” non ha colpito solo gli Stati Uniti. Alla fine del 1973 il Journal dell’Oregon notò che secondo le cifre fornite dal governo, nel 1970 in Egitto i divorzi avevano superato i matrimoni di due a uno. Secondo una notizia dell’Associated Press, i dati ufficiali indicano che in Russia “una coppia su quattro divorzia sebbene si creda che la proporzione sia effettivamente di una coppia su tre”. In molti altri paesi, come Italia, Portogallo e Svezia, sono state approvate leggi che permettono di ottenere il divorzio con più facilità.

Ora in Portogallo si può divorziare

Il 27 maggio 1975, il Portogallo promulgò una nuova legge sul divorzio. Per la prima volta dopo quasi trentacinque anni, in Portogallo chi è stato sposato dalla Chiesa Cattolica Romana può ottenere il divorzio.

Nel 1940 il governo portoghese e il Vaticano firmarono un concordato in cui il governo acconsentiva a inserire nelle sue leggi una clausola che proibisse il divorzio a chi era stato sposato dalla Chiesa Cattolica. Ne risultò l’Articolo 1790 del Codice Civile, in base al quale era impossibile “sciogliere con il divorzio i matrimoni cattolici celebrati dal 1º agosto 1940”.

In virtù di questa legge, chi era stato sposato dalla Chiesa Cattolica non poteva divorziare neppure quando il coniuge aveva commesso adulterio o andava a vivere con un’altra persona. Ma anziché tenere unite le coppie, l’Articolo 1790 spinse migliaia di Portoghesi sposati a stringere relazioni consensuali con persone che non erano i loro coniugi. Ovviamente, tali unioni ebbero risultati poco piacevoli. Per esempio, i figli nati da tali relazioni consensuali erano considerati illegittimi.

La nuova legge sul divorzio, N. 261/75, abolisce il summenzionato Articolo 1790 del Codice Civile. Perciò, “da ora in poi un matrimonio cattolico può essere sciolto dai tribunali civili, alle stesse condizioni e per gli stessi motivi per cui può essere sciolto un matrimonio civile”.

Alcune ragioni per cui divorziano

Un’importante ragione per cui molti coniugi si affrettano a chiedere il divorzio è la facilità con cui si può ottenere lo scioglimento del matrimonio. In alcune parti degli Stati Uniti c’è la disposizione secondo cui, se una coppia insiste che le sue divergenze sono “inconciliabili”, può ottenere rapidamente lo scioglimento del matrimonio. Da che la California ha approvato tale legge, il numero dei divorzi è aumentato del 25 per cento. In seguito alla liberalizzazione delle leggi sul divorzio, in soli due anni e mezzo in Inghilterra il numero dei matrimoni sciolti è più che raddoppiato.

La nuova legge approvata in Portogallo è un decreto molto liberale che concede il divorzio non solo per i motivi dell’adulterio, ma anche in base al mutuo consenso dei coniugi. L’Articolo 1778 del Codice Civile del Portogallo dichiara ora che qualsiasi separazione di fatto che dura da oltre cinque anni consecutivi è motivo di divorzio. Pure interessante è l’Articolo 1793, che permette di convertire in divorzio la separazione legale presentando al tribunale una semplice richiesta scritta.

Avete anche notato com’è facile sposarsi in molti luoghi? Per questo migliaia di adolescenti si sono sposati precipitosamente, solo per rimanere delusi quando han dovuto affrontare responsabilità per cui non erano preparati. Molti cercano una via d’uscita col divorzio.

Negli ultimi anni la mutata concezione della morale è stata un fattore che ha portato spesso al divorzio. In passato la maggioranza delle persone considerava le relazioni sessuali extraconiugali come una violazione della legge di Dio. Oggi, comunque, sempre più persone commettono adulterio senza farsi scrupoli.

Tra le altre ragioni di divorzio frequentemente addotte vi sono insoddisfazione sessuale, bisogni emotivi inappagati, continue discussioni, problemi coi parenti del coniuge e maltrattamenti fisici. Talora il divorzio può anche dipendere dalla ragione stessa per cui alcuni si sposano. Lo scrittore Sydney J. Harris osserva:

“Molti giovani si sposano più per ragioni negative che per ragioni positive, e le ragioni negative non possono preservare nessuna relazione. . . . Per esempio, molte coppie si sposano per uscire da una certa situazione. Si sposano per solitudine, timore, disperazione, per sottrarsi a una vita familiare squallida, per un senso di insicurezza. Vogliono sfuggire a qualcosa anziché andare incontro a qualcosa. Molti cercano di sottrarsi a un senso di isolamento o di alienazione”.

Pensate di sposarvi presto? Avete analizzato le ragioni per cui intendete fare questo passo, e siete sicuri d’essere preparati ad assumere le responsabilità del matrimonio e quelle di genitori?

Prima di prendere la decisione di sposarvi, è saggio parlare seriamente della cosa con il vostro futuro coniuge e chiedere consiglio a chi è sposato da lungo tempo e felicemente. Le Scritture raccomandano di pensare prima d’agire, dicendo: “I piani del diligente sono sicuramente per il vantaggio, ma chi si affretta va sicuramente verso l’indigenza”. — Prov. 21:5.

In molti casi, però, si arriva al divorzio per una ragione che forse non è tanto evidente. In che modo?

Smettono di comunicare

La moglie di un insegnante spiega perché nella sua vita venne a crearsi un vuoto:

“Il mondo [di mio marito] comincia e finisce alla scuola superiore, e sebbene io mi interessi del suo lavoro e voglia dividere tutto con lui, poco dopo la nascita della nostra seconda figlia scoprii che avevo bisogno di un tipo di conversazione più matura. . . . Oh, sì, quando facciamo l’amore mi sento molto vicina a [mio marito], ma per il resto del tempo sento che i suoi pensieri sono in un libro di testo o in aula e che io sono soltanto un elemento decorativo animato in giro per casa”.

Qui il problema fondamentale era l’assenza di dialogo. Questo problema era al vertice di due liste di cose che causano problemi coniugali. Quando si smette di comunicare, sorgono anche altri problemi, come ad esempio se avere figli e come educarli. E, secondo uno studio fatto per conto della rivista McCall’s, la confusione nelle questioni di denaro era dovuta a un’allarmante assenza di dialogo tra i coniugi sull’argomento denaro. Senz’altro il principio di Proverbi 15:22 è valido riguardo al matrimonio: “I piani son frustrati dove non si parla in maniera confidenziale”.

Il dialogo con il proprio coniuge va oltre la semplice considerazione degli affari di casa. Pensate al tempo in cui facevate la corte al vostro futuro coniuge. Non vi davate ripetute assicurazioni di amore, di apprezzamento e del fatto che avevate bisogno l’uno dell’altro? Com’erano significative allora quelle “dolci parole”!

Ma cosa accade dopo il matrimonio? In molti casi le espressioni d’affetto tra i coniugi cessano del tutto. Le conseguenze possono essere tristi, come rivela un articolo del Sunday News di New York: “È un luogo comune che un marito diventa infedele solo perché ha eccezionali impulsi sessuali. Ma non è così. Sono molti di più gli uomini che diventano infedeli quando in casa l’amore e l’affetto si affievoliscono che non quelli che lo diventano per semplice libidine”. Lo stesso dicasi delle donne alle quali i mariti negano l’affetto.

Può darsi però che i problemi coniugali debbano ricercarsi in qualcosa di ancora più profondo. Che cosa?

“Vogliono tutti di più”

Avete notato la crescente importanza data a se stessi nel pensiero moderno? “I matrimoni falliscono”, rileva Erica Abeel scrivendo per la rivista New York, “perché tutti pretendono una relazione perfetta. Nessuno vuole accontentarsi o andare incontro all’altro; tutti vogliono di più. È soprattutto la psicoterapia che spinge a volere ‘di più’. . . . Ma in un matrimonio, purtroppo, ‘di più’ significa spesso di più per me anziché di più per noi. E il concetto della moglie riguardo al ‘di più’ può essere molto diverso da quello del marito”. Su ciò concordano i commenti di Joseph Epstein, autore del libro Divorced in America (1974):

“La terapia è la nuova religione e la terapia dà enfasi all’io . . . che cosa ne ricavo io? La nuova èra della psicologia vi dice di interessarvi di voi stessi. Nel matrimonio tutta questa importanza data a se stessi è molto corrosiva”.

L’attuale enfasi data a se stessi induce molti coniugi incauti a pensare che in definitiva si privano di soddisfazione personale. Le responsabilità del lavoro e della casa diventano una “noia”. Poi vogliono maggiore soddisfazione nei rapporti sessuali, maggiore “appagamento” in tutto. E cosa accade se non l’ottengono?

Chi chiede il divorzio viene reputato coraggioso. “Per tante persone”, spiega uno scrittore di Atlantic, “il divorzio è una specie di laurea in filosofia, un segno di sviluppo, di analisi del proprio io e di cambiamento, un gesto di disprezzo verso il matrimonio”.

Ritenete il divorzio un “segno di sviluppo”? O c’è forse un modo migliore per risolvere i problemi coniugali?

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