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  • g76 22/12 pp. 13-16
  • Il tifone Pamela devasta Guam

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  • Il tifone Pamela devasta Guam
  • Svegliatevi! 1976
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  • Supertifone
  • Quelli che ci sono passati
  • Non tutto il male viene per nuocere?
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Altro
Svegliatevi! 1976
g76 22/12 pp. 13-16

Il tifone Pamela devasta Guam

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Guam

“NON ho mai visto nulla di simile a Pamela. . . . La lamiera che si lacera, il vento che ulula, il metallo che si spezza, i rami che si schiantano, tutti questi rumori insieme producono un fracasso quale non avete mai udito.

“Il tifone vi fa pensare che la natura sia decisa a colpirvi, a scontrarsi infine frontalmente con l’uomo nelle sue case di lamiera e di cemento. Sfoga la sua furia contro le pareti della vostra casa, scaraventandovi addosso pezzi di legno, cercando di demolirvi la casa e di abbattervi il morale. Sentite che il tifone è una cosa viva, che respira, un mostro che cerca disperatamente di afferrarvi e strapparvi la testa. Spaventoso”.

Così uno descrisse quello che qui è stato chiamato “Supertifone Pamela”.

Prima di colpire la parte centrale di Guam, Pamela causò danni alle colture e alle cose nelle isole esterne di Truk. Lì trovarono la morte dieci persone che si erano rifugiate in una casa di cemento per sfuggire ai venti di Pamela. La casa fu sepolta sotto una frana di fango.

A Guam, l’80 per cento degli edifici — incluse le abitazioni — furono danneggiati, e in almeno metà dei casi i danni sono irreparabili. Tutti i servizi pubblici furono interrotti. Tetti interi, con le travi d’acciaio ancora intatte, furono scagliati niente meno che a tre chilometri di distanza.

Praticamente tutte le strade erano ostruite dai cavi del telefono e della luce che erano caduti. Perfino le strade furono devastate dalla forza dei venti. In certi punti parecchie di esse si abbassarono, dando luogo a grandi buche. Al posto di centinaia di case non restarono che pezzi sparsi di lamiera e le fondamenta scoperte. In tutta l’isola alberi e piante furono distrutti.

Sembrava tutto così irreale, un selvaggio e sconcertante incubo che lasciò il volto di Guam brutalmente sfigurato. Il presidente Ford dichiarò quest’isola americana, con circa 110.000 cittadini, area gravemente disastrata.

Supertifone

Pamela si formò verso il 13 maggio vicino alle isole Truk e acquistata forza mosse a nord-ovest, investendo Guam una settimana più tardi. I venti sostenuti di circa 225 km/h (140 m.p.h.), con raffiche di 265 km/h (165 m.p.h.) o più, ne fecero uno dei peggiori uragani che mai si abbattessero su quest’isola, mettendolo nella categoria del tifone Karen del 1962, e di uno spaventoso e innominato tifone che ci fu nel 1900.

Il venerdì pomeriggio 21 maggio l’occhio di Pamela (le calme regioni centrali del tifone), largo trenta chilometri, passò direttamente sopra Guam. Viaggiando ad appena 11 km/h (7 m.p.h.), i primi venti di Pamela soffiarono per ore su Guam venerdì mattina presto. Poi, mentre l’occhio del tifone passava sopra l’isola, ci fu un periodo di calma dalle 15 alle 18 circa. Infine, i venti di coda investirono l’isola per tutta la notte. L’isola rimase sotto la furia del tifone per quasi trentasei ore.

Il tifone Karen invece — sebbene si affermi fosse più intenso — passò sopra Guam molto più in fretta e quindi i suoi danni pare fossero molto inferiori. Un osservatore infatti notò: “Quelli che videro il tifone Karen ne hanno parlato per molto tempo ma credo che Karen sparirà silenziosamente dalla scena”.

Quelli che ci sono passati

I cittadini ebbero la possibilità di prepararsi grazie agli avvertimenti sul sopraggiungere del tifone. Fu raccomandato di fare provviste d’acqua potabile e di acquistare scorte di viveri sufficienti per parecchi giorni. E i sorveglianti cristiani dei testimoni di Geova visitarono le famiglie delle loro congregazioni, vedendo di che cosa avevano bisogno.

Un sorvegliante che aveva visto il tifone Karen rimase impressionato vedendo i tetti dei vicini spazzati via dai venti di Pamela. “Se questo tifone avesse colpito l’isola nel 1962”, notò, “avrebbe distrutto tutto. Allora la maggior parte delle costruzioni era di legno”.

Una donna, abitante in una costruzione di legno con il marito paralitico, si trovò in gravi difficoltà durante l’uragano. Ella spiega: “Sapevo che la casa non avrebbe resistito così decisi che saremmo stati più al sicuro nella macchina. Aiutai dunque mio marito a uscire e proprio quando aprii la portiera dell’auto, la casa fu scoperchiata quasi interamente e il tetto cadde dietro di noi. Misi il freno a mano e il piede sul pedale del freno e lì aspettammo la fine dell’uragano”.

Un’altra persona descrisse la sua penosa esperienza durante l’uragano: “Verso mezzogiorno i venti stavano per raggiungere la massima intensità. Udimmo un rumore forte e assordante, come di qualcosa che si schiantava. Il tetto cominciò a sollevarsi e volò via. Un asse volò via dalla finestra della stanza sul davanti, e l’acqua fu soffiata orizzontalmente nel soggiorno, inondando tutta la casa. Poi da una delle finestre entrò un pezzo di legno lungo due metri e mezzo, che atterrò sul letto. Quindi, udii lo schianto di un’asse che entrò da un’altra finestra andandosi a conficcare nella parete opposta.

“Nella stanza centrale dove ci trovavamo c’era un robusto tavolino, così mia moglie e io ci rannicchiammo sotto di esso, rimanendo nell’acqua per un paio d’ore. Infine, verso le 14,15 i venti si calmarono; l’occhio dell’uragano passava proprio sopra di noi. Nelle ore che seguirono il vento quasi non si sentì. Guardando, quasi non riuscivamo a credere che ci fossero tutte quelle macerie. Il tetto della nostra casa era stato depositato quasi intero nei boschi a una distanza di cento iarde [91 metri]. Tutti gli alberi ancora in piedi erano spogli.

“Verso sera, quando l’occhio del tifone fu passato, i venti ripresero forza, soffiando ora dalla direzione opposta. Decidemmo di aspettare nella macchina la fine dell’uragano.

“La mattina dopo, trascorsa tutta la notte nella macchina, passammo vicino a una casa dove avevamo abitato in precedenza. Non restavano altro che le fondamenta e lo scaldabagno! Sembrava che qualcuno avesse preso una zucchina troppo matura, l’avesse raccolta e poi l’avesse spiaccicata in giro per un raggio di cento iarde. Fummo felici d’esserci trasferiti di lì!”a

Quando passa l’occhio del tifone, si crea un’atmosfera veramente irreale. Una persona spiegò: “Mentre passava l’occhio del ciclone la mia famiglia e tutti i vicini uscirono per valutare i danni. Tutti hanno una storia da raccontare, ciascuna migliore dell’altra. . . . Una delle cose più interessanti riguardo all’occhio del tifone fu il gran numero di grossi uccelli, gabbiani e simili, che si libravano in alto, probabilmente cercando di restarvi dentro. Era uno spettacolo fantastico”.

Il sabato c’erano dappertutto persone grate d’essere sopravvissute all’uragano. Sì, alcuni avevano perso tutto, ma altri erano stati più fortunati. Un osservatore notò: “Mentre facevamo un giro in macchina, il pensiero che più mi colpì fu il modo indiscriminato in cui le case erano state danneggiate. Case vicine l’una all’altra e di costruzione simile avevano subìto danni in misura totalmente diversa. Alcune erano state spazzate via, altre avevano solo foglie e rami nel giardino davanti. Alcune baracche di legno avevano resistito, alcune case di cemento no”.

Non tutto il male viene per nuocere?

Ricardo J. Bordallo, governatore di Guam, calcolò che i danni causati ai civili dal tifone Pamela si aggirassero sui 300 milioni di dollari. E i militari calcolarono che “le spese per la ricostruzione” supereranno i 200 milioni di dollari. Un cronista scrisse: “Fa male vedere tanta prosperità spazzata via a Guam”. Come si può dunque dire che non tutto il male viene per nuocere?

Lo stesso cronista aggiunse: “Il tifone Pamela ci farà avere fondi dal Congresso. È già accaduto quando il tifone Karen devastò la nostra piccola isola. Fu dopo il 1962 che a Guam cominciò il boom e che ricevemmo 75 milioni di dollari dal governo federale come fondi per la ricostruzione. Allora, nel caso di Karen, si disse che non tutto il male viene per nuocere”.

Avverrà la stessa cosa con Pamela? J. J. Behan, direttore generale dei telefoni di Guam, pensa che potrebbe essere così. L’uragano causò danni per circa 10 milioni di dollari alla loro rete telefonica, ma gran parte delle attrezzature dovevano essere sostituite. Quindi, come ha osservato il sig. Behan, Pamela ha solo fatto in modo che siano sostituite prima.

Una vera fortuna è il fatto che, a quanto risulta, Pamela non ha causato direttamente la morte di nessuno a Guam, com’è invece accaduto altrove. Tuttavia per quelli che rimasero feriti e senza tetto, Pamela è stata davvero una calamità di grandi proporzioni. C’è una cosa su cui tutti gli isolani saranno senz’altro d’accordo e in cui sperano: In futuro tutte le sorelle di Pamela facciano rotta lontano dall’isola di Guam!

[Nota in calce]

a Si può notare che anche se in certi casi un’auto può essere più sicura della casa, durante un uragano di questo genere non è affatto sempre così.

[Immagine a pagina 13]

Tipo di danni causati dal tifone Pamela

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