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  • La Grecia tutela il diritto di assemblea

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  • La Grecia tutela il diritto di assemblea
  • Svegliatevi! 1977
  • Sottotitoli
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  • Lo spirito del clero
  • Effetto dell’opposizione del clero
  • La benedizione della libertà d’assemblea in Grecia!
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
  • Creta, Cretesi
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
  • Creta, cretesi
    Ausiliario per capire la Bibbia
  • Tito affronta un compito difficile
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
Altro
Svegliatevi! 1977
g77 8/5 pp. 22-25

La Grecia tutela il diritto di assemblea

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Grecia

IL VERO cristianesimo non è una novità a Creta, la quinta isola del Mediterraneo in ordine di grandezza. Oltre millenovecento anni fa, l’apostolo Paolo vi lasciò il suo collaboratore Tito a risolvere problemi e a fare nomine di anziani nelle congregazioni cristiane di varie città dell’isola. Non fu un compito facile, poiché gli antichi Cretesi avevano una pessima reputazione. Persino uno dei loro profeti, evidentemente Epimenide del sesto secolo a.E.V., disse: “I Cretesi sono sempre bugiardi, dannose bestie selvagge, ghiottoni disoccupati”. — Tito 1:10-12.

Ciò nondimeno, il vero cristianesimo ebbe un effetto salutare sui Cretesi che l’accettarono. L’apostolo Paolo si aspettava che Tito trovasse fra loro uomini dalla reputazione immacolata. Dando istruzioni al suo collaboratore sulle qualità che si dovevano cercare in colui a cui si potevano affidare responsabilità, Paolo scrisse: “Il sorvegliante [o anziano] dev’esser libero da accusa quale economo di Dio, non caparbio, non incline all’ira, non ebbro schiamazzatore, non percotitore, non avido di guadagno disonesto, ma ospitale, amante della bontà, sano di mente, giusto, leale, padrone di sé”. — Tito 1:7, 8.

Lo spirito del clero

I capi religiosi di Creta hanno dato prova d’avere le nobili qualità che Tito cercava negli uomini ai quali si potevano affidare responsabilità nella congregazione? La condotta di questi capi religiosi in relazione a una pacifica assemblea di cristiani testimoni di Geova parla da sé.

Il congresso era stato indetto per il 29 luglio-1º agosto 1976 e si doveva tenere nello Stadio Ergoteles di Candia, porto marittimo sulla costa settentrionale di Creta, nella parte centro-orientale dell’isola. Il programma dell’assemblea sarebbe stato costituito da discorsi, drammi e scene bibliche, che avrebbero svolto il tema “Sacro Servizio”. Nel corso del programma sarebbe stato dato un vigoroso incoraggiamento ad adeguarsi sempre più da vicino alle esigenze scritturali in qualità di genitori, coniugi, figli e vicini. Veramente, le persone timorate di Dio avrebbero dovuto essere felici di poter dedicare quattro giorni a una sana considerazione biblica sul servizio dell’Altissimo. Ma il clero ortodosso di Creta non fu di questo avviso.

Quando a metà luglio ebbero inizio nello stadio preso in affitto i preparativi dell’assemblea, gli ambienti religiosi fecero pressione sul consiglio di amministrazione dello Stadio Ergoteles per fargli rescindere il contratto. Non ci si sarebbe atteso un simile gesto da uomini che dovrebbero essere esemplari in quanto a giustizia, lealtà e condotta irreprensibile. Lodevolmente, i membri del consiglio dello stadio non cedettero all’influenza ecclesiastica ma mantennero la parola e onorarono la firma apposta sul contratto.

Allora i capi religiosi tentarono di indurre le autorità locali di Creta e le autorità governative di Atene ad annullare l’assemblea dei Testimoni di Geova. I preti di Candia e dei sobborghi inviarono la seguente protesta al prefetto della città, al pubblico ministero e al capo della gendarmeria: “Abbiamo l’onore di farvi sapere che i preti della città e dei sobborghi di Candia, convenuti oggi, 16 luglio, alle ore 9, nel sacro Arcivescovado di Creta a motivo del congresso che i millenaristi o Testimoni di Geova, nemici della nostra fede e del nostro paese natale, agenti del sionismo internazionale, terranno nella nostra città dal 29 luglio al 1º agosto, hanno espresso la propria indignazione verso le inaccettabili manifestazioni di gioia per questo scandaloso congresso di ispirazione ebraica, il cui obiettivo è di fare convertiti, e trasmettiamo anche la vigorosa protesta dei nostri parrocchiani. . . . Vi chiediamo perciò di fare qualsiasi cosa sia necessaria perché questo congresso provocatorio sia annullato; nell’eventualità che il congresso abbia luogo, non ci assumiamo nessuna responsabilità per quello che potrà accadere”.

Più si avvicinava il tempo dell’assemblea, più si intensificavano le proteste del clero e di alcuni suoi seguaci. Il 26 luglio, per esempio, circa 5.000 persone minacciarono di demolire lo Stadio Ergoteles. Ma la polizia rese vani i loro sforzi. Un giornale di Atene pubblicò un articolo intitolato: “5.000 uomini sono andati a ‘bruciare’ lo stadio di Candia”. L’articolo era accompagnato da una fotografia in cui si vedevano degli ecclesiastici fermi fuori dello stadio.

Nonostante la continua opposizione all’assemblea, il 29 luglio essa cominciò secondo il previsto. La polizia fu presente per occuparsi dei disturbatori che potevano cercare di turbare la pace dell’assemblea. Il primo giorno tutto andò liscio finché i delegati del congresso non fecero per andarsene. Alcuni fanatici lanciarono sassi contro le macchine, danneggiando gravemente i veicoli e ferendo i congressisti. L’intervento della polizia e l’ordine emanato dal pubblico ministero della città affinché i dimostranti si allontanassero non impedì alla folla istigata dal clero di continuare la sassaiola.

Queste azioni teppistiche furono una violazione del decreto emanato dal capo della gendarmeria di Candia. Quel decreto diceva in parte: “Proibiamo qualsiasi pubblico assembramento o qualsiasi marcia di protesta da parte di cittadini contrari ai millenaristi [Testimoni di Geova] e mirante a impedire il loro congresso o che causi atti scorretti nei loro riguardi”. Sebbene i trasgressori fossero passibili di ben cinque anni di carcere e, in certi casi, di ben venti anni, il clero e molti membri fanatici dei loro greggi trasgredirono in modo flagrante la legge. Andarono contro il comando biblico: “Ogni anima sia sottoposta alle autorità superiori”, cioè ai governi. — Rom. 13:1.

La mattina del secondo giorno dell’assemblea, il rappresentante della Watch Tower Society, accompagnato da due avvocati di Atene, si recò dal pubblico ministero della città per riferire l’accaduto. Egli assicurò loro che erano stati presi provvedimenti per impedire che gli incidenti del giorno prima si ripetessero.

Effetto dell’opposizione del clero

A eccezione di alcune grida sporadiche e del lancio di alcuni petardi nelle strade attorno allo stadio, durante il resto dell’assemblea non ci furono altri incidenti di rilievo. Grazie alla campagna di intolleranza promossa dal clero, si venne a sapere del congresso dei Testimoni di Geova non solo in tutta Creta, ma anche in ogni parte della Grecia. Questo perché le azioni del clero ricevettero ampia pubblicità nei giornali di Candia e di Atene.

I commenti dei giornali rivelarono che i capi religiosi avevano fatto dichiarazioni false. Invece di essere come i cristiani che Tito nominò anziani, gli ecclesiastici di Creta si comportarono come gli antichi Cretesi biasimati da un loro profeta. Per esempio, il clero tentò di mettere in relazione i Testimoni di Geova con il sionismo. Il giornale Patris di Candia pubblicò un cablogramma del Consiglio Centrale Israelitico di Atene che smascherò la falsità dell’asserzione del clero. Il messaggio dichiarava: “Con riferimento al congresso tenuto dai millenaristi, protestiamo vigorosamente contro l’intollerabile tentativo di confondere la religione giudaica con il sionismo. Il millenarismo non ha assolutamente nessuna relazione né con il giudaismo né con il sionismo, cosa risaputa e accettata in tutto il mondo”.

Fa onore alla maggioranza dei cortesi e ospitali abitanti di Candia che non approvassero la condotta illegale del clero intollerante e di quelli che esso istigò ad azioni di teppismo. Si udirono molti commenti di disapprovazione. Un negoziante disse ai Testimoni: “Mi congratulo con voi per il vostro atteggiamento irreprensibile”.

La falsa propaganda e le azioni illegali del clero permisero così di vedere dove si pratica il vero cristianesimo. I capi religiosi non soddisfecero certo le esigenze bibliche stabilite per gli anziani. Invece di comportarsi in modo irreprensibile, agirono in modo assai biasimevole e istigarono altri a commettere azioni illegali. Ma per fortuna la loro intolleranza fu resa vana, poiché le autorità governative ebbero il coraggio di sostenere giusti princìpi e di non lasciarsi intimidire dalle minacce e dalle azioni di teppismo.

Per quanto riguarda l’intollerante clero di Creta, si può giustamente chiedere: Ci si può attendere un sano insegnamento cristiano da uomini così riprovevoli? Invece, non ci attenderemmo di conoscere gli insegnamenti del cristianesimo del primo secolo da quelli che si riunirono pacificamente per udire come rendere sacro servizio a Dio?

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