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  • g77 8/12 pp. 13-15
  • Un giorno con gli uccelli al lago Nakuru

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  • Un giorno con gli uccelli al lago Nakuru
  • Svegliatevi! 1977
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Altro
Svegliatevi! 1977
g77 8/12 pp. 13-15

Un giorno con gli uccelli al lago Nakuru

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nel Kenya

“IL PIÙ grande spettacolo di uccelli della terra”. “Il paradiso dell’ornitologo”. “Il Serengeti dell’osservatore di uccelli”. Come potevo resistere alla tentazione di visitare un tal posto? Si tratta del lago Nakuru, che copre una superficie di circa 65 chilometri quadrati nella Rift Valley dell’Africa Orientale. Questo lago alcalino poco profondo è divenuto famoso in tutto il mondo per i fenicotteri, che a volte sono presenti a milioni. È davvero uno “spettacolo”!

Un mio amico di Nairobi, la capitale del Kenya, si offrì gentilmente di condurre per un giorno me e la mia famiglia a vedere gli uccelli al lago Nakuru. Partimmo presto, e il viaggio di 160 chilometri fino al lago non richiese molto. Gli uccelli si stavano già librando nelle correnti d’aria calda sollevandosi dal suolo inaridito dal sole.

Raggiungemmo un elevato punto d’osservazione sulla riva occidentale del lago. Di lì si vedeva tutto lo specchio d’acqua. Sembra incredibile che un bacino le cui acque non arrivano a quattro metri di profondità possa provvedere sostentamento a una così grande popolazione di uccelli.

Oltre ai fenicotteri — una volta se ne sono contati 1.125.000 (e si calcola ve ne siano 2.000.000) — vi sono centinaia di altre specie di uccelli a Nakuru. Nella Rift Valley ci sono parecchi laghi dalle acque alcaline, ma il lago Nakuru ha speciali caratteristiche chimiche e fisiche che sono l’ideale per la riproduzione delle alghe azzurre di cui fenicotteri e pesci si nutrono. Questo, insieme a una complessa combinazione di sostanze saline e alcaline, elementi nutritivi in sospensione, afflusso d’acqua dolce, esposizione alla luce solare ed evaporazione, rendono il lago Nakuru molto adatto come “paradiso dell’ornitologo”. Il lago si potrebbe anche ritenere essenziale alla sopravvivenza di specie migratorie provenienti da luoghi così lontani come le rive dell’Oceano Artico. È noto che alcuni di questi uccelli che fanno il giro del mondo trascorrono più tempo ogni anno sul lago che non nei loro lontani luoghi di riproduzione.

Sebbene non abbiamo la pretesa d’essere ornitologi, non fu difficile riconoscere un’aquila appollaiata su un palo lontano dalla riva. Visto col binocolo, l’uccello sembrava lungo una cinquantina di centimetri dalla testa alla coda. Gli uccelli predatori, come le aquile, hanno un’attrattiva tutta particolare, o per il magnifico aspetto o per il volo maestoso.

Avevamo appena ripreso il viaggio attraverso il Parco Nazionale del lago Nakuru che apparve un altro uccello della famiglia delle aquile. Appollaiato sul ceppo di un albero c’era un gipoierace. La testa, il petto, il dorso e la coda bianchi, il ventre color castagno e le ali nere gli davano un magnifico aspetto. Il grido acuto di quest’aquila è uno dei rumori caratteristici nel lago Nakuru. L’insolita abitudine di questo uccello di gettare indietro la testa quando emette il suo richiamo mette ancor più in evidenza il suo grido selvaggio somigliante a quello del gabbiano. Il gipoierace piomberà nell’acqua anche da una decina di metri d’altezza per procurarsi un pasto, o lo si può veder inseguire altri uccelli che si nutrono di pesce nella speranza di dividere la loro preda. A proposito, in acque alcaline come queste gli altri uccelli acquatici costituiscono un elemento base nell’alimentazione del gipoierace, e i fenicotteri si prendono con facilità. Ma il gipoierace si nutre soprattutto di pesci. Gli artigli che ha alle estremità delle zampe permettono all’uccello di afferrare i pesci scivolosi nell’acqua.

Osservando il lago dalla nostra posizione elevata, era un piacere vedere una simile varietà di uccelli acquatici lungo la riva e in acqua. Per esempio, si poteva scorgere a occhio nudo il “funereo” marabù. Se ne stava ritto in mezzo a fenicotteri grandi e piccoli e ai pellicani bianchi.

Guardando col binocolo, vedemmo parecchie delle trentanove specie di trampolieri comuni nel lago. Vi sono trampolieri dalle lunghe zampe e minuscoli piovanelli alti appena tredici centimetri. I piovanelli si riproducono in Scandinavia e in Siberia. Ascoltammo con piacere questi piccoli viaggiatori internazionali cinguettare mentre si scaldavano al sole africano.

Sopra la mia testa contai trenta uccelli in una nube di pellicani bianchi. In mezzo a loro c’era un’aquila di Verreaux, caratteristica per la grazia nel volo e le piume nere con macchie bianche sul codrione e sulle ali. Un altro osservatore d’uccelli indicò che questo magnifico esemplare si nutre principalmente di iraci, le procavie della Bibbia. (Lev. 11:5) L’irace abbonda sui dirupi lungo il declivio occidentale del lago. Avevamo appena visto questo predatore alato, quando scorgemmo due aquile che attaccavano un avvoltoio su un albero, senz’altro perché il predatore si stava pericolosamente avvicinando al loro nido. Un’altra rimarchevole caratteristica di quest’aquila è che si riproduce in luoghi del Kenya, ad altitudini variabili fra i 3.300 e i 4.100 metri.

Man mano che le ore della mattina passavano, eravamo ansiosi di vedere più da vicino gli uccelli sulle rive del lago. Così seguimmo la riva occidentale e fummo ricompensati vedendo da vicino l’aninga africana. Questo uccello si distingue dal cormorano per il collo più lungo e il caratteristico rigonfiamento. Qua e là, si vedeva una spatola africana.

La vista da Pelican’s Corner

Arrivammo poi a Pelican’s Corner. Un nome davvero appropriato, poiché significa “Angolo del pellicano”! Vi erano centinaia di pellicani bianchi. Era una delizia vederli nuotare maestosamente sul lago, di solito in gruppo. Ne contammo dodici in fila perfetta. In questo “idroscalo” pareva ci fossero continui decolli e atterraggi.

Il decollo di un pellicano è straordinariamente efficiente, anche se il suo aspetto è un po’ goffo. Questo pesante uccello si leva dall’acqua battendo le grandi ali, coi piedi palmati che ancora toccano tre, quattro, cinque o sei volte la superficie dell’acqua prima di staccarsene completamente. Il suo aspetto nel volo, con la testa ben tenuta indietro, è l’epitome della grazia e della maestà. All’atterraggio questi uccelli ci fecero venire in mente gli idrovolanti degli anni passati.

I pellicani sono eccellenti pescatori per istinto. A volte pescano in gruppo, disponendosi a semicerchio per spingere un banco di pesci nelle secche.

A Pelican’s Corner vedemmo anche parecchie centinaia di fenicotteri. Prevalevano i fenicotteri piccoli, con le piume rosa. I fenicotteri grandi sono alti circa un metro e venti. Le penne sono più bianche, mentre quelle delle ali sono nere e rosso acceso. Quando volano, i fenicotteri protendono il lungo collo in avanti e le zampe affusolate all’indietro. Si nutrono essenzialmente delle alghe presenti nelle acque ricche di minerali. Attorno al becco questi uccelli hanno una rete di sottili e resistenti setole attraverso cui la lingua manda fuori l’acqua, e le alghe intrappolate vengono inghiottite.

Il fenicottero è veramente il vanto del lago Nakuru. Quando gli uccelli si riuniscono in uno spazio largo poche centinaia di metri e lungo forse meno di un chilometro, il decollo individuale è impossibile e così per sollevarsi in aria devono eseguire una manovra in formazione massiccia. Dopo aver mangiato per tutto il giorno, la sera si levano in volo in massa, dirigendosi verso un’altra parte del lago o verso un vicino specchio d’acqua. Questo spettacolo ha attirato gli appassionati di uccelli da ogni parte del mondo.

Altre piacevoli sorprese

Per quanto fossimo riluttanti a partire da Pelican’s Corner, sapevamo di aver fatto solo mezzo giro del lago Nakuru. Lungo la riva meridionale ci attendeva un’altra piacevole sorpresa. C’era un’aquila delle steppe maestosamente appollaiata sull’alto ramo di un albero. Guardandola col cannocchiale, notammo che il becco azzurro-porpora dell’uccello era accentuato da ciascun lato da macchie di color giallo vivo che proseguivano lungo la parte inferiore degli occhi. Per il resto, l’uccello era marrone scuro. Come fa capire il nome, l’aquila delle steppe si riproduce nelle steppe asiatiche.

Mi avvicinai furtivamente a un uccello serpentario, ma non riuscendo a tener dietro alla sua veloce andatura sull’erba, alzai la macchina fotografica per riprenderne un altro, appollaiato su un albero. Proprio allora passarono davanti all’obiettivo due cicogne dal becco giallo e così scattai una foto a loro. Queste sorprese sono frequenti quando si osservano gli uccelli del lago Nakuru.

Procedendo lungo la riva orientale del lago, ci allontanammo dal bordo dell’acqua e attraversammo foresta e boscaglia. Una volta ci fermammo per lasciar passare quattro francolini di Jackson. In una buca vicino a Lion Hill, scorgemmo una famiglia di tre buceri. Le macchie di cute rossa che avevano sul viso e sulla gola li facevano sembrare tacchini domestici. Ogni tanto vedevamo passare in volo un’attraente upupa e rammentammo che secondo la legge mosaica essa era un animale impuro. — Lev. 11:13, 19; Deut. 14:11, 12, 18.

Nessun santuario degli uccelli è completo se non c’è un apposito nascondiglio da cui osservarli. Anche al lago Nakuru c’è qualcosa del genere per i visitatori. Che delizia fu per noi ammirare un affascinante martin pescatore dai vivaci colori appollaiato a pochi metri di distanza! Esso volteggia sull’acqua prima di piombar giù come un sasso per acchiappare un pesce. C’erano anche ibis “sacri” e oche egiziane. Nel paesaggio che si vedeva dal capanno risaltava un piccolo branco di docili cobi, le antilopi delle paludi, che brucavano nei tratti erbosi vicino all’acqua.

Così si concluse la nostra giornata fra gli uccelli del lago Nakuru. Avevamo riconosciuto una trentina di specie diverse. Si afferma tuttavia che in una buona giornata gli ornitologi non abbiano difficoltà a individuare in questa zona circa 120 specie di uccelli.

Per quanto la nostra escursione fosse breve, essa accrebbe la nostra speranza che presto tutta la terra sarà un paradiso restaurato. Allora questi deliziosi esemplari dell’opera del nostro Creatore abbelliranno la terra in gran numero e solcheranno tranquillamente i cieli limpidi e tersi.

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