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  • g92 8/5 pp. 23-25
  • I meravigliosi uccelli del lago Bogoria

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  • I meravigliosi uccelli del lago Bogoria
  • Svegliatevi! 1992
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Altro
Svegliatevi! 1992
g92 8/5 pp. 23-25

I meravigliosi uccelli del lago Bogoria

Dal corrispondente di Svegliatevi! in Kenya

NASCOSTO in uno stretto bacino, il lago Bogoria è circondato da maestosi dirupi. C’è chi dice che è il più bel lago del Kenya, e mentre noi tre ci avviciniamo ad esso col nostro camioncino non ci è difficile capire perché. L’acqua è di un brillante verde pisello a motivo delle molte alghe. Queste minuscole piante prosperano grazie all’abbondante luce del sole e al calore delle innumerevoli sorgenti termali che alimentano il lago. Il lago Bogoria è perciò un’ottima riserva di cibo per le decine di fenicotteri rosa che abbelliscono il paesaggio, visto che questi uccelli si nutrono di alghe.

Ma i fenicotteri rosa non sono che i primi di molti uccelli meravigliosi che Paul, sua moglie Paula e io osserveremo campeggiando in questa zona. Guidiamo lentamente lungo la riva occidentale, arida e rocciosa. Getti di vapore si alzano nel cielo come enormi piume bianche. Poco più in là, appollaiato su una roccia che spunta dall’acqua vicino alla riva, c’è un altro uccello che beneficia dell’abbondanza di alghe: l’Haliaëtus vocifer, un tipo di aquila di mare che in genere si nutre di pesci.

“Non ci sono pesci in questo lago alcalino”, spiega Paul. “Perciò perché pensi che ci siano le aquile?”, mi chiede. Alzo gli occhi e vedo in cielo la risposta: un’altra aquila di mare sta volando e stringe fra gli artigli acuminati un fenicottero! Ora capisco perché questi eleganti uccelli rosa si tengano a distanza di sicurezza da questi predatori appollaiati!

Questo tipo di aquila di mare si riconosce facilmente da lontano. La testa, il dorso, il petto e la coda sono d’un bianco candido, in netto contrasto con il ventre castano e le ali nere. Quando vive presso laghi alcalini privi di pesci, quest’aquila si nutre quasi esclusivamente di fenicotteri, e una coppia di aquile ne uccide uno ogni due o tre giorni. Nei laghi d’acqua dolce, invece, si nutre di pesci. Immaginate di camminare sulla riva di un lago africano d’acqua dolce e di veder piovere dal cielo davanti a voi una cena a base di pesce! Impossibile, dite? Niente affatto. Questo pescatore alato non ha una presa sicura, e più di una volta lascia cadere il pesce che ha catturato, con grande soddisfazione degli abitanti del luogo!

Nondimeno, quest’aquila vola in maniera magistrale, esibendosi in spettacoli acrobatici sorprendenti. Due aquile possono volare fino a più di 50 metri d’altezza e poi di colpo afferrarsi per le zampe e, tenendo le ali completamente spiegate, compiere un emozionante avvitamento che termina a una decina di metri appena dalla superficie dell’acqua! A quel punto si dividono e riprendono quota, sfruttando le correnti ascensionali.

Ballerini alati

La strada polverosa e sassosa che costeggia la riva meridionale del lago diviene sempre più collinosa e impervia. Mentre affrontiamo l’ultima salita passiamo accanto a una coppia di gru pavonine, che stanno tranquillamente mangiando gli insetti che trovano sugli alti fili d’erba. Siamo ormai nel tardo pomeriggio quando, con un sospiro di sollievo, raggiungiamo la nostra meta: il Fig Tree Camp. Situato all’estremità sudorientale del lago, questo campeggio è un’oasi molto apprezzata dai viaggiatori stanchi.

Dopo una notte di riposo, al mattino siamo tutti seduti attorno al fuoco a sorbirci del caffè caldo. E all’improvviso, eccolo là! Un pigliamosche africano del paradiso si libra a un metro o due sopra le nostre teste, intento a costruirsi il nido su un albero a due passi dalla nostra tenda. “Che bella la sua lunga coda bianca!”, esclama Paula. È veramente lunga. Senza le penne timoniere della coda il maschio sarebbe lungo meno di venti centimetri, ma la sua coda può raggiungere i quaranta centimetri di lunghezza. Pur essendo un uccello relativamente piccolo, il pigliamosche africano del paradiso è molto combattivo. Anche quando uccelli da preda molto più grandi di lui si avvicinano troppo al suo nido, il maschio non esita ad attaccare!

“Non è un soggetto facile per una foto”, dice Paul mentre prepara la macchina fotografica. Senza mai posarsi a lungo in un posto, l’indaffarato costruttore vola spesso in cima a un albero dove c’è una ragnatela abbandonata piena di foglie. Il suo scopo? Raccogliere le sostanze appiccicose che utilizza per farsi il nido. Per cercare le parti migliori della ragnatela l’uccello si libra prima qui, poi lì, con rapidi movimenti laterali che agitano alquanto la sua coda spettacolare. Che bello osservare la sua danza! Trovato ciò che cercava, il pigliamosche torna al suo nido, con la coda aggraziata che ondeggia dietro a lui.

Quella stessa mattina, più tardi, avvistiamo un’altra coppia di gru pavonine che hanno deciso di venire a mangiare nel prato di fronte al campeggio, tra il lago e il bosco. Ritta sulle zampe nere come su dei trampoli, la gru pavonina è alta quasi un metro, ed è quindi uno degli uccelli più alti dell’Africa orientale. Il suo piumaggio è un bellissimo misto di bianco, marrone, nero e grigio. Ma la parte più bella è la testa. Mentre la fronte è nera e vellutata, le guance sono nude e formano grandi lobi carnosi bianchi e rosso scarlatto. E sulla nuca ha una corona: un ciuffo regale di penne setolose di colore paglierino. Non è strano che questa gru sia stata scelta come uccello nazionale del vicino Uganda!

“Hai mai visto una gru pavonina danzare?”, mi grida Paul da lontano. Mi dirigo immediatamente verso di lui. “Che ne dici di quelle?”, sussurra mentre ci avviciniamo a loro. Le gru sono l’una di fronte all’altra e scuotono e chinano la testa con eleganza come se partecipassero a qualche cerimonia regale. Tengono entrambe le ali spiegate e sollevate sopra il dorso, raggiungendo un’apertura di oltre un metro, e danzano e piroettano con solennità per diversi minuti.

“È la danza nuziale?”, chiedo in un sussurro.

“No, lo fanno in qualsiasi periodo”, risponde. “Nel Kenya occidentale ho visto danzare un branco di cento e più gru”.

Nella stagione degli amori il maschio si esibisce in un numero speciale. (Come potrebbe sperare di far colpo sulla femmina soltanto con la sua danza quotidiana?) Stando in piedi, chinato in avanti con una sola ala spiegata, riversa orgogliosamente il capo all’indietro e con il becco al cielo emette le note basse e rimbombanti del richiamo amoroso. Davvero impressionante!

Un ultimo incontro

Un po’ di malavoglia raccogliamo le nostre cose e ci prepariamo ad andarcene, senza immaginare che incontreremo ancora un altro uccello meraviglioso. All’improvviso una creatura dall’aspetto bizzarro sfreccia nell’aria. È il maschio della vedova paradisea. Egli ostenta la sua coda, lunga una trentina di centimetri, che fa parte della sua livrea nuziale. La coda ha un grosso rigonfiamento verticale che la fa assomigliare alle gonne di un tempo, con la crinolina. Essendo dotato di un così pesante ‘stabilizzatore verticale’, non è strano che l’uccello, pur volando diritto, ondeggi. Sembra un aereo costantemente sul punto di andare in stallo! Tuttavia in qualche modo l’uccello esegue un atterraggio perfetto, letteralmente cadendo dal cielo.

Il nostro viaggio è stato troppo breve per poter vedere tutto ciò che c’è da vedere in questa zona. Ma ha ugualmente stimolato il nostro apprezzamento per il Creatore, e ci fa attendere con ansia il tempo in cui tutte le creature vivranno insieme in pace, in un perfetto equilibrio ecologico che si estenderà a tutta la terra. — Osea 2:18.

[Cartina a pagina 23]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

KENYA

Lago Bogoria

Nairobi

[Immagini a pagina 24]

Gru pavonina

Fenicotteri

Vedova paradisea

Aquile di mare

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