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  • Vivono ancora nel passato
  • Svegliatevi! 1978
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  • Vivono dei prodotti della terra
  • La famiglia e la comunità
  • Scarso desiderio di progredire
  • Un miscuglio di credenze religiose
  • Risultati di un’opera culturale
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Altro
Svegliatevi! 1978
g78 22/5 pp. 24-26

Vivono ancora nel passato

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Messico

IL MESSICO riserva molte sorprese al turista. Tra le interessanti popolazioni che si possono osservare in questo paese vi sono gli Indiani Tarahumara. Ne avete mai sentito parlare?

Questa tribù conta circa 70.000 individui. Sono stanziati nella regione montuosa dello stato di Chihuahua, nel Messico nordoccidentale. Per i Tarahumara la vita è rimasta immutata per secoli.

Si vestono e si pettinano con estrema semplicità. Gli uomini portano il perizoma. Le donne indossano varie gonne, una sull’altra, e portano camicette e collane dai vivaci colori. Sia gli uomini che le donne portano i capelli neri, folti e diritti, all’altezza delle spalle.

Alcuni di questi indigeni costruiscono semplici case di legno. Quelli che abitano nelle gole e nei bassipiani, però, preferiscono dimorare nelle grotte o in ripari fra le rocce.

Vivono dei prodotti della terra

I Tarahumara cacciano in modo insolito. Inseguono i cervi correndogli dietro anche per giorni. Quando gli animali sono esausti è facile ucciderli. Danno la caccia anche a scoiattoli, lucertole e ranocchi. Questi Indiani hanno una sorprendente resistenza nella corsa. Nella rivista National Geographic si legge a questo proposito:

“Dotati di fantastica resistenza, gli Indiani tarahumara competono in corse a piedi scalzi che spesso durano 48 ore. Nella corsa, prendono a calci palle di legno che all’inizio sono grosse quanto delle arance ma che si riducono alla metà”.

Alcuni Tarahumara coltivano la terra, ricavandone granturco, patate, legumi, ecc. Ma il loro tipo di agricoltura richiede una vita nomade. Il suolo è povero, e l’erosione è intensa a causa delle abbondanti piogge e dei forti venti. Quando in una zona non c’è più terra, le famiglie devono trasferirsi in altre località.

La famiglia e la comunità

I Tarahumara hanno idee particolari sul matrimonio e la morale. Se due giovani si sentono attratti l’uno dall’altro, si dispone una celebrazione. Sono presenti la coppia, i genitori e il siríame, o governatore locale, che celebra il matrimonio. È rarissimo che i Tarahumara vadano in città a legalizzare in un ufficio civile il loro matrimonio.

Le coppie unite in questo modo convivono finché lo desiderano. Se non vogliono più stare con il rispettivo compagno, si separano. Quando incontrano un’altra persona del sesso opposto che gli piace, si uniscono a questa. In quanto ai reati sessuali, se un Tarahumara viola una ragazza, deve pagare la dote al padre della ragazza. In tal caso è il padre a stabilire il prezzo.

Questa tribù riconosce l’autorità del governo federale e statale del Messico. In più, ha la propria amministrazione locale, in cui sono fuse caratteristiche preispaniche e dell’epoca coloniale dei gesuiti.

Ciascun villaggio ha un’assemblea formata da alcuni degli abitanti. Il siríame presiede le adunanze, ed è coadiuvato da autorità inferiori. L’assemblea si riunisce tutte le domeniche per udire e risolvere i problemi della collettività. Come simbolo di autorità, il siríame porta un bastone sacro chiamato disora.

Scarso desiderio di progredire

Sia il governo messicano che i gesuiti hanno predisposto per i Tarahumara dei corsi educativi, offrendo un addestramento elementare nelle arti e nei mestieri. Alcuni indigeni si sono valsi di questi vantaggi. Alcuni hanno proseguito gli studi divenendo insegnanti di scuola. Altri hanno aperto negozi nelle città dove possono vendere i loro articoli fatti a mano.

Ma, per la maggior parte, i Tarahumara non manifestano nessun desiderio di modernizzare il loro primitivo modo di vivere. Preferiscono vivere nel passato. Qual è la ragione?

Generalmente parlando, il Tarahumara è un conformista. È contento di seguire tradizioni tramandate per generazioni. Le attività tradizionali includono la fabbricazione di guares (cesti di palma), coperte di lana e ciotole e pentole di terracotta.

Il progresso è ostacolato anche dal fatto che alcuni di questi Indiani vanno nelle città dove la gente ha compassione di loro e gli fa l’elemosina. Chi vive in questo modo ha poco desiderio di cercare lavoro.

Un miscuglio di credenze religiose

Le credenze religiose dei Tarahumara sono un miscuglio di insegnamenti cattolici romani e di insegnamenti indiani tradizionali. Molto tempo fa il clero spagnolo li indusse a credere in Gesù Cristo, ma solo superficialmente. Cambieranno in fretta la religione che dicono di professare, se pare vantaggioso. Quando la Chiesa Cattolica provvede i mezzi di sussistenza, sono d’accordo con il cattolicesimo. Ma se una religione protestante offre viveri e vestiario, seguono gli insegnamenti protestanti.

I Tarahumara credono nell’immortalità dell’anima e praticano in pubblico l’adorazione del sole e della croce in relazione a certe festività. Sono comuni anche le arti occulte. Ci sono erboristi e “guaritori” che lanciano e tolgono maledizioni. In compenso, questi guaritori chiedono una pentola di tesgüino, un fortissimo liquore di granturco. A volte ricorrono a trucchi. Prima di visitare un malato, alcuni si mettono un sasso in bocca. Dopo aver visitato il malato, fingono di succhiargli via le impurità dai polsi. Poi si tolgono il sasso di bocca, affermando che provenga dal corpo del malato, e che quindi sia guarito dalla sua infermità. Nonostante tali imbrogli, questi guaritori hanno un gran numero di seguaci.

Risultati di un’opera culturale

Felicemente, alcuni di questi indigeni hanno tratto beneficio dall’opera culturale svolta dai distributori della rivista Svegliatevi! Quest’opera cominciò fra i Tarahumara nel 1956, quando un “pioniere” (uno che compie quest’opera a tempo pieno) si recò nel luogo dove abitano. Lasciò loro letteratura, fece visite ulteriori e tenne studi biblici nelle case di quelli che erano interessati.

Nel 1958 si cominciarono a tenere adunanze in quella zona e tre anni dopo due Tarahumara furono immersi. Nel 1965 il numero dei Tarahumara che compivano quest’opera culturale in questa piccola zona era salito a 14, cifra che da allora è raddoppiata. E, a un recente congresso locale, i presenti al discorso pubblico della domenica sono stati 94. I commenti di un sorvegliante viaggiante indicano l’effetto dell’opera culturale:

“Quelli che ora svolgono l’opera culturale ad Agua Caliente (Chihuahua) prima erano il terrore di quella regione. Erano arroganti e dopo aver bevuto eccessive quantità di tesgüino causavano regolarmente difficoltà. Per impedire ai chabochis (bianchi) di andare nei luoghi dove bevevano, mettevano all’ingresso un’erba chiamata frijolillo. Quest’erba, quando si secca, produce un sibilo simile a quello di un serpente, sibilo prodotto dalla vibrazione dei minuscoli semi contenuti nei baccelli. Questo aveva l’effetto di spaventare i chabochis.

“Ora questi uomini sono conosciuti in tutta la regione come tipi pacifici e laboriosi. Non si ubriacano più né commettono atti di violenza. Invece, sono stati elogiati come le migliori persone del villaggio e sono noti in tutta la regione come eccellenti cristiani”.

In un gruppo di tali cristiani di Chihuahua ci sono 10 uomini di puro ceppo tarahumara. Hanno tutti imparato a leggere e scrivere grazie ai programmi culturali. Questo può dirsi anche di altri Tarahumara di gruppi vicini. Con uno sforzo sincero gli indigeni desiderosi di progredire hanno imparato a leggere per sé e anche per i vicini le meravigliose promesse di Dio contenute nelle Scritture.

I Tarahumara sono davvero un popolo interessante. Benché nei nostri anni settanta conducano vita molto attiva, il loro modo di vivere ricorda il remoto passato.

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