Fatica scolastica: cosa si può fare?
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Svezia
COME entro in classe mi sento stanca. Dopo la prima lezione me ne torno a casa. È tutto noioso. Voglio lavorare e fare soldi o come minimo fare qualcosa di interessante”. Queste sono le parole che una quattordicenne svedese disse a uno psicologo spiegando la ragione per cui aveva cominciato a saltare così spesso le lezioni.
Ovviamente la ragazza soffriva di fatica scolastica, un “male” che si va diffondendo sempre più tra gli studenti nella società moderna. Autorità scolastiche, insegnanti e genitori si sentono spesso impotenti davanti ad essa. Infatti, in molti luoghi il problema della fatica scolastica è così grande che è divenuto oggetto di estese ricerche.
La ragione fondamentale
In molti casi gli studenti affetti da fatica scolastica trovano noiose e prive d’interesse le materie di studio. Si scoraggiano anche perché hanno troppe materie. Alcuni studenti sono incerti e nervosi a causa della confusione in classe. Altri ancora hanno problemi con i compagni. I ragazzi provenienti da famiglie di idee religiose diverse si trovano spesso in conflitto. Questi sono fattori che contribuiscono alla fatica scolastica. Ma da molti studi risulta che c’è una causa fondamentale, cioè che questi studenti sono privi di motivazione nello studio. Semplicemente lo trovano insignificante. Vanno a scuola per molti anni senza avere alcun beneficio pratico dalla maggior parte delle materie insegnate.
Perché la fatica scolastica e più comune fra gli adolescenti che tra gli scolaretti? Secondo i ricercatori, i bambini vogliono imparare perché sono curiosi per natura. Sono motivati dal desiderio di imitare gli adulti. Di solito a scuola qualsiasi cosa li entusiasma e sono più disposti a inserirsi. Dopo la pubertà, però, occorrono altre motivazioni. Alvar Ellegard, ricercatore e docente di pedagogia presso l’Università svedese di Gothenburg, dice a questo proposito: “Dopo la pubertà non è più così facile istruire . . . Allora bisogna dare uno scopo allo studio se si vuole che gli allievi combinino qualcosa”. Le ricerche rivelano pure che prima della pubertà è più naturale studiare per un’innata necessità di conoscere la vita. Dopo la pubertà, comunque, la conoscenza si acquista in modo più costruttivo e sistematico e quindi richiede una motivazione più concreta.
Cosa si può fare?
Un modo per aiutare molti studenti affaticati è quello di dar loro un incentivo. Chi può aiutarli? Un sunto della ricerca effettuata per conto del Ministero svedese della Pubblica Istruzione dice a proposito di questi studenti: “Coloro che hanno interrotto gli studi e che marinavano la scuola, coloro che desideravano insistentemente di abbandonare presto la scuola e coloro che infine hanno interrotto gli studi dopo la scuola secondaria provengono da famiglie di bassa condizione socio-economica e da famiglie in cui i genitori non davano il sostegno necessario”. (Il corsivo è nostro).
Due ricercatori americani, W. R. Morrow e R. C. Wilson, che hanno studiato le relazioni familiari di 96 ragazzi delle scuole superiori, inclusi alcuni che andavano molto bene e altri che non facevano così bene come avrebbero potuto, riscontrarono che era importante una buona atmosfera familiare. Ottenevano risultati migliori quelli che potevano contare sul sostegno di una vita domestica più equilibrata e tranquilla. Questi ricercatori, perciò, affermano che l’atmosfera che regna nella casa influisce sul rendimento scolastico e sulle attività relative ad esso. Essi hanno pure scoperto che i figli di genitori con un atteggiamento negativo verso la scuola spesso si adattano male alla scuola.
Cosa possono fare i genitori
I genitori possono dunque fare molto per incoraggiare i figli a interessarsi dello studio. Come? Dovrebbero interessarsene anche loro. Non si tratta solo di chiedere una volta ogni tanto: “Cosa avete fatto oggi a scuola?” I genitori dovrebbero invece interessarsi di cose specifiche, dei particolari relativi alle materie di studio. Quindi dovrebbero conversare coi figli mostrando loro che capiscono cosa studiano.
È pure importante che i genitori mostrino ai figli che si aspettano qualcosa dai loro studi. È bene stabilire delle esigenze ragionevoli per i figli. Nel loro cuore lo apprezzano. Altrimenti possono fare questo ragionamento: “Perché sforzarmi dal momento che i risultati non interessano a nessuno?” A questo riguardo, il prof. Alvar Ellegard osservò: “È innaturale non imporre delle esigenze a chi è uscito dall’infanzia. L’assenza di esigenze non rende la vita più felice”.
Quindi i genitori dovrebbero dire ai figli quello che si attendono da loro e quindi agire di conseguenza. Possono lodarli e premiarli quando vanno bene, e consolarli e aiutarli in caso contrario. Così i figli si sentono importanti, in senso positivo, e sono certi che qualcuno si interessa di loro.
I genitori possono anche sottolineare l’utilità dell’istruzione. Possono spiegare in che modo è stato utile per loro lo studio di una certa materia scolastica. Inoltre possono far notare ai figli che i problemi e le situazioni della vita adulta richiedono una certa abilità o conoscenza.
Uso pratico delle cose imparate
Un altro modo per spronare i figli allo studio è quello di creare situazioni in cui possano mettere in pratica nella vita quotidiana le cose nuove che imparano. Molti educatori hanno scoperto l’importanza di applicare in pratica ciò che si studia a scuola. Si è cercato di unire la teoria al lavoro vero e proprio. Gli studenti sono periodicamente inviati in luoghi di lavoro per esercitarsi nelle cose imparate a scuola. Allo stesso modo i genitori possono affidare ai figli, maschi e femmine, diversi compiti e responsabilità.
Quando studiano una lingua straniera, perché non disponete che i vostri figli l’usino il più possibile? Forse potete condurli in luoghi dove si parla quella lingua, chieder loro di tradurre ritagli o citazioni di giornali o invitare a casa amici che parlano quella lingua.
Per esercitarsi nella matematica, i figli possono essere incoraggiati a tenere un conto delle spese personali, a fare la somma delle spese familiari, a calcolare il costo di certe riparazioni domestiche, ecc.
Come esercizio di lettura, i figli possono leggere ad alta voce ai genitori. Alcuni ragazzi sono molto felici di leggere qualcosa a ciechi o persone che non possono leggere da sole, e questo serve loro anche di esercizio. Un uomo si fa registrare regolarmente dalla figlia del materiale di studio. Poi, facendo la spola in macchina fra casa e lavoro, ascolta le registrazioni.
Molti genitori riscontrano che è bene far fare ai figli lavoro manuale affinché imparino a maneggiare gli utensili. Tale applicazione pratica della conoscenza favorisce lo sviluppo della mente.
Per apprezzare il vero valore dell’istruzione
Anche se certe materie insegnate a scuola non sembrano necessarie per il futuro, si può farne capire l’utilità ai figli. Una cultura generale allarga gli orizzonti, provvede un’istruzione più equilibrata e permette di esercitare la mente. Il cervello è molto simile a un muscolo: le sue capacità possono essere accresciute dall’esercizio. Lo studio serve pure a esercitare l’autodisciplina e migliora le facoltà del pensiero e della concentrazione.
Se certi corsi scolastici sono contrari alle convinzioni religiose della famiglia, come avviene talora nel caso dei testimoni di Geova, i genitori devono badare di non servirsene per suscitare nella mente dei figli un senso di disprezzo verso la scuola. Può sempre essere utile studiare qualcosa anche se non è in armonia con la Bibbia, purché l’allievo non debba rinnegare la fede o partecipare a un atto della falsa religione. Questo può aiutare il ragazzo a capire come la pensano certuni e come questi potrebbero essere aiutati a comprendere il valore della Parola di Dio. Mantenendo un atteggiamento equilibrato, ma che non scenda a compromessi, i ragazzi eviteranno imbarazzanti scontri e conflitti nella scuola. Si dovrebbe insegnare ai figli che quando in classe si discutono simili argomenti, è molto meglio usare tatto, cortesia e buon umore, anziché essere polemici.
In molti paesi l’istruzione scolastica è gratuita. Per questo i giovani, e anche i genitori, potrebbero essere inclini a minimizzarne il valore. Ma sapendo quanto costa tutti saranno aiutati ad apprezzarla. In Svezia, per esempio, durante l’anno scolastico 1976/77 ogni studente della scuola secondaria a indirizzo misto costò al contribuente 12.300 corone svedesi (circa 2.650.000 lire). È facile capire come si sentirebbe un normale padre di famiglia con tre ragazzi che vanno a scuola se dovesse pagare per la loro istruzione. Quindi l’istruzione, se non approfittiamo da ragazzi di quella gratuita, in seguito ci può costare molto cara.
Buoni contatti con gli insegnanti
I genitori possono mostrare di interessarsi dell’istruzione dei figli tramite buoni contatti con gli insegnanti. Molti insegnanti vorrebbero avere più scambi di vedute con i genitori. Questo crea una migliore comprensione fra tutte le parti interessate: insegnante, allievo e genitori. Sentendo che i genitori si interessano del figlio, l’insegnante può essere spinto a interessarsi maggiormente di lui come allievo. Anche lo studente può essere più portato a comportarsi bene e a mostrare il giusto rispetto all’insegnante.
Di questi tempi la vita a scuola può essere molto difficile per parecchi studenti. Per questo essi hanno bisogno d’amore e di un senso di sicurezza. Un’infermiera che lavora in una scuola, con 30 anni di esperienza, dice: “In alcuni ragazzi si avverte una spaventosa mancanza di sicurezza. Manca qualcosa di basilare. So di sicuro quello che ci vuole: amore e interesse. Si può riversare il proprio amore su un ragazzo. Se ne imbeve come una spugna”.
In moltissimi casi, dunque, la fatica scolastica dipende dall’insicurezza e dalla sensazione che non valga la pena di studiare. Perciò i genitori possono far molto per risolvere questo problema cercando di dare ai figli un incentivo allo studio. Questo è possibile se si interessano vivamente degli studi dei figli e infondono in loro un senso di sicurezza, facendoli sentire amati e apprezzati.
[Immagine a pagina 14]
I genitori dovrebbero interessarsi sinceramente degli studi dei figli