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  • Molto più che coperture per pavimenti
  • Svegliatevi! 1978
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  • Cura del tappeto orientale
  • L’incomparabile tappeto persiano annodato a mano
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Svegliatevi! 1978
g78 22/7 pp. 24-26

Molto più che coperture per pavimenti

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Turchia

ALCUNI li considerano polverose necessità della casa. È fatica tenerli puliti. Quando si logorano, può essere costoso sostituirli.

Altri li considerano beni assai pregiati. Molti sono esposti in famosi musei del mondo. In Persia e Anatolia, possono essere gli unici pezzi di arredamento delle case anguste.

Di che stiamo parlando? Dei tappeti orientali fatti a mano. Queste opere d’arte sono più che semplici coperture per pavimenti. Per secoli sono stati il simbolo dell’arte e della ricchezza dei popoli orientali.

L’origine della tessitura dei tappeti sembra perdersi nelle nebbie del tempo. Sculture assire in pietra, risalenti all’ottavo secolo avanti l’Èra Volgare, raffigurano tappeti con motivi di quadrifoglio e altri disegni. Negli scavi effettuati nelle tombe reali della Siberia meridionale, tombe del quinto-terzo secolo a.E.V., è stato scoperto il più antico esemplare che si conosca di tappeto fatto a mano e annodato.

La tessitura

Come si fanno i tappeti orientali? Il tappeto viene tessuto su un telaio di forma rettangolare. I fili tesi da un’estremità all’altra del telaio sono detti fili di “catena”. Attraverso di essi vengono passati i fili di “trama”, che passano alternativamente sopra e sotto i fili di “catena”.

Ma nei tappeti orientali c’è un altro elemento importante, quello a cui si deve la varietà dei colori e dei disegni. Per produrli il tessitore prende fili corti di lana colorata e li fissa con un nodo speciale attorno a coppie di fili di catena. Questo lavoro può essere eseguito da una persona, o da due o più che lavorano a fianco a fianco.

In Oriente sono in uso due tipi di nodi: il gördes o ghiordès, e il senneh. Con il nodo ghiordès, il tessitore prende un pezzettino di lana colorata, fa un occhiello passando l’estremità sinistra attorno al filo sinistro di una coppia di fili di catena, e l’estremità destra attorno a quello destro. Le due estremità sono quindi tirate fuori in mezzo ai due fili di catena. Il nodo senneh passa sotto un filo di catena e fa un solo occhiello attorno a quello successivo. In questo nodo un’estremità del filo spunta di mezzo a ciascuna coppia di fili di catena.

Secondo il libro Oriental Rugs in Colour, una normale tessitrice può fare da 800 a 1.000 nodi all’ora, un nodo ogni tre-quattro secondi. “Una buona tessitrice”, osserva la stessa pubblicazione, “può fare da 6.000 a 10.000 nodi al giorno, secondo la fittezza dei nodi e il tipo di materiale. Chi lavora regolarmente alla produzione di tappeti orientali ne fa di solito un po’ di più, fino a 14.000 nodi al giorno”.

Quando un’intera fila annodata è completata da un lato all’altro, due o tre fili di trama vengono passati sopra e sotto di essa e premuti sui nodi con una specie di grosso pettine. In questo modo si inspessiscono e si comprimono i pezzi annodati, lasciando sporgere le estremità. In seguito i ciuffi di lana sporgenti sono tagliati tutti della stessa lunghezza, e ne risulta una superficie uniforme.

Disegni intricati

I tappeti orientali hanno molti disegni intricati. Nel 1905 furono trovati nella moschea di Alaedin a Konya, nell’Anatolia Centrale, tappeti del periodo di dominazione selgiuchide della Turchia (undicesimo secolo dell’Èra Volgare). I colori del fondo sono blu scuro o rosso. I disegni, elementi geometrici spesso ripetuti, si presentano in sfumature più leggere dello stesso colore. I disegni includono ottagoni con gli angoli uncinati, stelle a otto punte e anche motivi più complicati.

Alcuni tappeti hanno la parte centrale suddivisa in piccoli quadrati o esagoni, contenenti figure di uccelli o di altri animali. Esistono esemplari di tappeti orientali raffiguranti scene d’azione, con animali che si assalgono. Alcuni tappeti sono molto grandi. Uno misura 15 metri quadrati, e in ciascun metro quadrato vi sono circa 84.000 nodi ghiordès. Specialmente interessanti sono i bordi di questi tappeti, ornati spesso di grossi caratteri cufici, una forma semplificata dell’alfabeto arabo.

Vennero poi i tappeti “ottomani”, durante il dominio ottomano delle pianure dell’Anatolia Centrale in Turchia. Alcuni sono chiamati tappeti “Holbein” perché compaiono nei dipinti di Hans Holbein, pittore tedesco del sedicesimo secolo. Questi tappeti contengono un altissimo numero di nodi, fino a 100.000-150.000 nodi per metro quadrato.

Altri esempi di quest’arte orientale sono i tappeti Usak. Descrivendoli, l’Encyclopædia Britannica (Macropædia del 1976) dice che hanno al centro medaglioni a forma di stella in oro, giallo e blu scuro su un fondo di color rosso vivo. Molte volte ai quattro angoli della sezione centrale di questi tappeti vi sono quarti di medaglione dal disegno simile a quello centrale. Altri motivi sono foglie venate, festoni e fiori come tulipani e rose, disposti tutti ininterrottamente l’uno accanto all’altro con forse un motivo di medaglione agli angoli.

Di particolare interesse per molti è il motivo che appare su un “tappeto preghiera”. Nella preghiera, i musulmani devono girarsi a est, verso la città santa, la Mecca. Il disegno dei tappeti preghiera perciò, include qualcosa che somiglia a una punta di freccia. Quando il tappeto è steso, questa freccia dev’essere rivolta verso la Mecca.

Cura del tappeto orientale

Di quali cure ha bisogno questo tappeto dai disegni speciali? Il metodo migliore è quello semplice e antico, la battitura. Si deve sbattere dal rovescio, facendo uscire la polvere e la terra dai nodi. A questo scopo ci vuole un buon battipanni. Sbattendolo con delicatezza i nodi si stringono e la superficie riacquista il suo aspetto originale. Se un tappeto è pesante e difficile da maneggiare, si può pulirlo a fondo con l’aspirapolvere.

Oltre che con questi metodi, un tappeto orientale si può pulire lavandolo con un sapone neutro. Si dovrebbe lasciare asciugare in un luogo arioso e illuminato, ma non alla diretta luce del sole. E badate di stendere bene il tappeto quando deve asciugarsi. Altrimenti potrebbe prendere una forma strana e fare delle pieghe. Alcuni raccomandano di stendere il tappeto sulla neve, capovolto, e poi di sbatterlo con delicatezza. Dovrebbe servire a ravvivare i colori e le fibre.

I tappeti orientali rappresentano una lunga tradizione di ottima fattura. Coloro che sanno qualcosa della loro storia e produzione riconoscono che sono molto più che semplici coperture per pavimenti.

[Immagini a pagina 25]

Nodo ghiordès o Turco

Nodo senneh o persiano

Tappeto turco fatto a mano

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