Uno sguardo al mondo

Il Malawi e la libertà religiosa

◆ In occasione della sua recente visita a Nashville (Tennessee, U.S.A.), Hastings Kamuzu Banda, presidente a vita del Malawi, si è recato a visitare il Riverside Adventist Hospital. Un dirigente degli Avventisti del Settimo Giorno ha dichiarato: “La ringraziamo per la libertà concessa a tutte le religioni nel Malawi di adorare Dio secondo i dettami della propria coscienza”. Lo stesso Banda ha mostrato che tale lode non era giustificata quando in seguito ha detto ai cronisti: “Ho detto loro [agli avventisti] che preferisco andare in cielo tramite la Chiesa Presbiteriana. Ma pur essendo presbiteriano, non impedisco a nessuna denominazione di agire nel Malawi, salvo un’eccezione: i testimoni di Geova”. L’articolo del giornale era corredato di una foto del presidente Banda con la didascalia: “Ribadisce la libertà di religione”. — The Tennessean, 1º maggio 1973, pag. 15.

Nel frattempo, professori e membri del consiglio degli studenti dell’Università dell’Indiana protestavano contro il progetto di assegnare a Banda una laurea ad honorem. Stando allo Star di Indianapolis lo accusavano “d’essere un dittatore che ha ordinato o condonato le ripetute violazioni dei diritti e delle fondamentali libertà dell’uomo, perfino l’assassinio di alcuni testimoni di Geova”. Era citata una relazione del Dipartimento di Stato americano del 1º febbraio che dice: “La più grave violazione dei diritti dell’uomo riconosciuti internazionalmente è stata nel Malawi la detenzione arbitraria, senza processo, di un gran numero di cittadini del Malawi e di alcuni stranieri”. I professori fecero pure notare che il titolo (inglese) preferito da Banda è “Sua Eccellenza, l’onnisapiente Conquistatore”.

Tuttavia, anziché dimostrare contro gli atti di repressione commessi nel Malawi nei confronti dei loro conservi cristiani, “una delegazione di testimoni di Geova di Bloomington [Indiana] si è incontrata con T. Jake Muwamba ambasciatore del Malawi negli Stati Uniti e presso le Nazioni Unite”, scrive il locale Sunday Herald-Times. “La delegazione ha detto di volere esprimere la propria preoccupazione per i suoi ‘fratelli’ nella nazione africana”.

Interrogato dai cronisti circa la soppressione dei Testimoni, Banda ha sostenuto falsamente: “Non pagano le tasse. . . . Non credono assolutamente nel governo”. Tuttavia i testimoni di Geova sono conosciuti in tutto il mondo per la loro onestà e ubbidienza alla legge. E pagano scrupolosamente le tasse ubbidendo così al comando di Gesù di ‘rendere a Cesare le cose di Cesare’. — Mar. 12:17.

Perché metterli al bando?

◆ Recentemente l’Africa Service della BBC di Londra ha trasmesso un servizio di Elizabeth Blunt sul bando dei testimoni di Geova nell’Angola. Essa ha detto che il bando non era motivato da alcuna diretta sfida contro lo Stato. “Invece”, per citare le sue parole, “sebbene siano disposti a vivere quietamente sotto le leggi, mostrano lealtà solo a Dio e rifiutano di prendere qualsiasi parte attiva alla politica. . . . Nei paesi africani dove i partiti politici di massa esortano tutti i cittadini a prendere la tessera del partito ed esigono da tutti loro una partecipazione alle attività costruttive della nazione e una dimostrazione inequivocabile della loro lealtà allo stato, i Testimoni sono stati messi al bando e spesso perseguitati benché come individui siano di solito tranquilli, seri e laboriosi”.

Vietati in Svezia gli aerosol

◆ Dal 1º gennaio 1979 saranno vietati in Svezia gli spray che utilizzano fluorocarburi come propellente. Questo è il primo paese a prendere tale provvedimento legale, in base ai possibili danni causati dai fluorocarburi allo strato di ozono dell’atmosfera. “Abbiamo preso tale provvedimento per dare un incentivo, per richiamare l’attenzione sul problema e perché pensiamo che qualcuno debba cominciare a porre un limite”, ha dichiarato un ecologo svedese.

Il primo oriundo dell’Antartide

◆ ‘Il primo oriundo dell’Antartide’ è nato al principio di quest’anno, secondo il Population Reference Bureau. L’orgoglioso padre del bambino è il capo della stazione argentina Esperanza, vicino al Polo Sud.