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  • Il sorprendente delfino
  • Svegliatevi! 1979
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  • I delfini possono parlare?
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Svegliatevi! 1979
g79 8/10 pp. 20-23

Il sorprendente delfino

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nella Costa d’Avorio

SAREBBE stato il primo figlio. Come migliaia di altre future madri, quando si avvicinò il momento del parto chiese ansiosamente aiuto alla propria madre. Che bello avere la “mamma” vicino che l’aiutasse a partorire!

In tante famiglie del mondo, successive generazioni di madri hanno condiviso questi sentimenti. Ma la famiglia di cui ora ci interessiamo è realmente diversa, si tratta della famiglia dei delfini!

Per molti sarà nuovo sapere che i delfini si comportano in questo modo, anche se l’uomo conosce queste creature sin dai tempi antichi. Infatti, il delfino era una figura che ricorreva di frequente nelle leggende greche. Il famoso oracolo di Delfo prese nome da un delfino (greco, delphis), del quale si dice che Apollo prendesse la forma. Per qualche tempo il delfino fu anche messo in relazione con le famiglie reali, essendo l’erede al trono di Francia chiamato delfino.

Molto interesse per questa creatura è stato senz’altro suscitato dai racconti sullo spirito giocherellone del delfino e sulla sua prontezza a salvare persone in procinto di annegare. Alcuni aviatori americani, il cui aereo era stato abbattuto sopra il Pacifico, non furono comunque molto contenti dell’aiuto dato dai delfini. Con loro sgomento, i delfini accorsi spinsero i canotti verso un’isola occupata dai giapponesi.

Nondimeno, fino a poco tempo fa si sapeva relativamente poco di queste sorprendenti creature acquatiche. Osserviamole dunque da vicino e vediamo cosa possiamo scoprire.

Descrizione e vita familiare

Pur somigliando esteriormente ai pesci, i delfini sono mammiferi. Allattano i piccoli, respirano aria e hanno una temperatura corporea costante molto simile a quella dell’uomo. Sorpresi? Lo furono senz’altro quei cattolici del XIII secolo che ricevettero il comando di smettere di mangiare il delfino nei venerdì “di magro”. È certo che queste creature non sono quello che sembrano!

Un attento sguardo al delfino rivela alcune interessanti differenze fra lui e i pesci. Per quanto cerchiate, non troverete le branchie. Ma se siete osservatori, noterete un forellino in alto sul dorso del delfino, proprio dietro la testa. È l’unica narice dell’animale; esso non usa il prominente rostro per respirare. I fori situati proprio dietro gli occhi si aprono su due orecchi così perfetti di cui non si trova l’uguale nel regno animale. Notate qualcosa di diverso nella coda? Sì, è orizzontale anziché verticale, come quella dei pesci.

La famiglia dei delfini è grossa in ogni senso e include cugini giganteschi come l’orca, lunga fino a nove metri e mezzo. Anche il delfino tursiope, più piccolo, può raggiungere i tre o quattro metri di lunghezza e pesare più di 400 chili!

Le relazioni fra parenti non sono proprio ideali. L’orca, per esempio, potrebbe considerare i suoi parenti un gustoso bocconcino! Ma nei loro gruppi distinti, i rappresentanti della famiglia dei delfini fanno ottima vita di comunità e gli adulti più grossi assumono il ruolo di comando.

Nel mondo acqueo del delfino, tale vita in famiglia ha molti vantaggi. Per esempio, quando nasce un piccolo, esso deve rapidamente salire in superficie per respirare. Dato che il “piccolo” è lungo un terzo della madre, è bene che siano presenti delfini “levatrice” per dare una mano. Sì, anche la “nonna” fa la sua parte.

Ma le cure postnatali non finiscono qui. Alla nascita sia la madre che il piccolo sono circondati da altri della comunità. Questi fanno la guardia contro i voraci pescicani che potrebbero essere attratti dall’odore del sangue. Qualora uno squalo compaia sulla scena, ha maggiori probabilità di invecchiare se si allontana in fretta senza dar fastidio a nessuno. Nel giro di qualche minuto, i delfini messi di sentinella possono uccidere uno squalo servendosi della testa per cozzare contro il fegato dell’importuno.

Ciascun piccolo delfino ha anche una “bambinaia”. Insieme alla madre, questa “bambinaia” si assicura che il piccolo sia curato e sorvegliato assiduamente. Tali cure includono la disciplina quando l’ubbidienza non è immediata. Si sa di madri che mettono a posto un piccolo sfrenato afferrandolo con le proprie mascelle e tenendolo poi nell’acqua o fuori dell’acqua per una trentina di secondi. Di solito un “castigo” di questo genere è sufficiente per ristabilire l’ordine!

Fatti in modo meraviglioso

Una cosa che affascina da lungo tempo i ricercatori è la velocità dei delfini nel nuoto. I calcoli effettuati fino al 1938 indicavano che la forma del delfino dovrebbe consentirgli una velocità massima di 19 chilometri orari. Ma a quanto si sa queste creature superano di ben tre volte quella velocità! Com’è possibile che riescano a muoversi con tanta rapidità, sfidando apparentemente le leggi dell’idrodinamica? È soprattutto questione di forza?

Da alcune notizie risulta che i delfini sono sei volte più forti dell’uomo, a parità di peso. Ma non sembra che la sola forza sia ciò che rende il delfino così veloce nel nuoto. Il segreto sta nella capacità di questa creatura di passare così agevolmente attraverso l’acqua da creare pochissima resistenza. Questo è attribuibile non solo al modo di nuotare, che elimina la scia, ma anche alla pelle straordinaria del delfino. Appoggiata a una moltitudine di piccoli supporti elastici, la pelle agisce come ammortizzatore. Inoltre, grazie a un particolare processo, l’attrito in superficie viene ridotto. Quando la pelle è graffiata o tagliata, produce un grasso che si riversa nella ferita, restituendo all’animale la superficie aerodinamica e impedendo ulteriori emorragie. Una teoria basata sulla rapida sostituzione delle cellule superficiali della pelle è che, quando ha fretta, questa creatura “salta fuori della pelle”, non alla lettera, ma lasciando cadere le cellule della pelle per ridurre la resistenza!

Essendo creature marine, i delfini devono spesso scendere a grandi profondità per procurarsi da mangiare. Possono restare più di cinque minuti a profondità di 200 metri e poi tornare rapidamente in superficie per respirare. Un’impresa simile è impossibile all’uomo. Questo non solo per l’immensa pressione che si incontra a tali profondità, ma anche per il pericolo della malattia dei cassoni, una malattia spesso fatale che insorge quando a causa della pressione dell’ambiente si libera gas azoto nel sangue del palombaro, facendolo “bollire” se viene in superficie troppo in fretta. Cosa rende possibile al delfino ciò che è impossibile all’uomo?

Diversi fattori. Quando si immerge, il delfino rallenta il battito cardiaco anche del 50 per cento, e solo cervello, cuore e altri organi vitali ricevono ossigeno. Questo, a sua volta, riduce il bisogno di aria. Una cosa particolarmente interessante è che il delfino può, volendo, svuotare i polmoni del 90 per cento del loro contenuto, cosa impossibile all’uomo. L’azoto rimasto è quindi assorbito da un’emulsione prodotta dai polmoni ed è eliminato innocuamente dall’animale quando sale in superficie a respirare. Per quanto riguarda la schiacciante pressione, la cassa toracica del delfino è estremamente elastica e, perciò, in profondità può essere compressa senza danno.

Mentre l’uomo non può bere acqua di mare per provvedere al corpo i liquidi di cui ha bisogno, questo è possibile ai delfini. Perché? L’acqua di mare contiene 35 grammi di sale per litro. I reni umani non possono eliminare tutto questo sale; sono in grado di eliminarne solo 22 grammi. Perciò, nel caso dell’uomo, se beve acqua salata aumenta solo la propria sete e affretta la morte per disidratazione. Ma questa difficoltà non esiste per i delfini. I loro reni, fatti per un ambiente marino, eliminano tanto sale che possono bere acqua salata senza pericolo.

Un’altra sorprendente caratteristica del delfino è la capacità di conservare il calore in acque così gelide che ucciderebbero anche uomini robusti in pochi minuti. Perché? Il delfino è in grado di tenersi quasi continuamente in moto, anche quando riposa. Indugiando vicino alla superficie e, apparentemente addormentato, questo animale spingerà ogni tanto la testa fuori dell’acqua con un potente colpo di coda. Questo movimento non solo gli permette di respirare, ma contribuisce anche a generare il calore necessario. Tuttavia, questo prezioso calore andrebbe rapidamente perduto se non fosse per due altre sue proprietà: uno strato di grasso isolante di due centimetri e la capacità dell’animale di limitare alla superficie della pelle l’afflusso di sangue.

C’è poi il modo straordinario in cui il delfino, nonostante la mole e la grande velocità, può evitar di urtare contro ostacoli subacquei. Ciò è in parte dovuto alla buona vista dell’animale. Tuttavia, la sola vista acuta non spiega la sua abilità di navigatore e la capacità di trovare cibo a grandi profondità in acque buie.

C’è la prova che anche il sonar o sistema di eco-locazione del delfino aiuti il mammifero a evitare gli ostacoli. Emettendo una serie di fischi o suoni ad alta frequenza e poi analizzando gli echi prodotti quando i segnali rimbalzano da qualche oggetto, il delfino può determinare la distanza e la natura dell’oggetto che produce gli echi. Dato che questa creatura non ha un organo olfattivo e perciò non può individuare il cibo con l’odorato, il sistema sonar gli è indispensabile per vivere. Anche messi temporaneamente nell’impossibilità di vedere durante certi esperimenti, i delfini sono in grado di distinguere infallibilmente tra due varietà di pesci della stessa grandezza e catturare quello che preferiscono. La capacità del delfino di analizzare gli echi riflessi è così acuta che può distinguere fra oggetti metallici di identiche dimensioni ma di diversa densità. E tutto questo a occhi chiusi!

Durante esperimenti come quelli appena menzionati, i ricercatori sono rimasti sbalorditi dalla capacità del delfino di imparare a ubbidire prontamente ai comandi dell’uomo. Dato che questo mammifero ha una buona capacità di apprendimento ed emette una molteplicità di suoni, è stato chiesto se i delfini parlano.

I delfini possono parlare?

Le risposte degli scienziati a questa domanda variano. Sebbene i delfini non abbiano corde vocali, sono in grado di produrre vari suoni, e riescono perfino, secondo il dott. John Lilly, a imitare il linguaggio umano. Alcuni hanno attribuito grande importanza a questa scoperta, prendendola come un’indicazione che in futuro l’uomo potrà comunicare con questi animali. Tuttavia, è bene considerare questa scoperta nella giusta prospettiva. Nel libro Notre ami le dauphin, i dott. J. J. Barloy e J. P. Ehrhardt osservano che tali imitazioni sono molto inferiori a quelle prodotte dal pappagallo.

Quindi, che dire dei diversi suoni prodotti dal delfino? Indicano essi che l’animale può comunicare in modo intelligente, almeno con altri della sua specie? Molti ricercatori pensano di sì. Ma in un tempo in cui le teorie cambiano molto in fretta, bisogna essere equilibrati nel valutare le teorie più ottimistiche. Si è molto parlato dei 15 segnali che, secondo gli scienziati, i delfini emettono. Tuttavia, pochi sono consci del fatto che questo numero di segnali è di gran lunga inferiore a quelli prodotti da altre creature. Per esempio, il numero dei suoni attribuiti ai maiali è 32 e il numero dei suoni attribuito alle volpi è 38. E per quanto riguarda il significato dei 15 segnali del delfino, gli scrittori Barloy ed Ehrhardt ammettono francamente che “il loro significato è lungi dall’essere esattamente compreso”. Perché? “Non è stato possibile stabilire la relazione fra i segnali e un comportamento specifico”. Nonostante tutte le ricerche sulle comunicazioni fra delfini, essi dicono inoltre: “Non c’è nessuna prova che il delfino sia in grado di formare una vera frase di due parole”.

Recentemente, in un’intervista della BBC, il conservatore dei mammiferi marini del Museo Britannico ha presentato un valido argomento che confuta l’idea che i delfini possano comunicare in modo intelligente. Considerando l’enorme uccisione di delfini durante le operazioni commerciali di pesca dei tonni (secondo alcuni calcoli, viene ucciso un delfino ogni 10 tonni presi), egli osserva: “Non sarebbero presi in così gran numero se un delfino potesse dire a un altro: ‘Non ti avvicinare a qualsiasi cosa somigli all’equipaggio di una nave . . . stanne alla larga’”.

Che dire del futuro dei delfini? Oltre 19 secoli fa il discepolo cristiano Giacomo osservò che “ogni specie di . . . creatura marina dev’esser domata ed è stata domata dal genere umano”. (Giac. 3:7) Questo vale senz’altro per il delfino. Forse avete letto di come alcune di queste creature sono state impiegate per ricuperare dal fondo dell’oceano oggetti di valore come ogive di missili. È stato proposto di usare i delfini per perlustrare le spiagge e proteggere i nuotatori dall’assalto degli squali. Resta da vedere se questo diverrà mai realtà. Tuttavia, dato che la Bibbia addita il tempo in cui ci sarà universale rispetto per la vita animale, possiamo essere certi che l’uomo imparerà ancora molto sulla meravigliosa creazione che lo circonda, incluso il sorprendente delfino.

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