Uno sguardo al mondo
Il recidivismo in Italia
◆ “Annualmente, in Italia, si avvicendano nelle carceri oltre 300 mila persone”, riferiva Il Mattino di Padova del 6 ottobre 1978. Di queste, ben 31 mila circa sono detenuti abituali o recidivi. “Il recidivismo è una realtà indiscutibile”, diceva il quotidiano. “Chi ha commesso un reato difficilmente riesce ad evitare la ricaduta. La causa non è da attribuirsi solamente alla mancanza di remore morali o alla logica conseguenza d’una tara precostituita, o da addebitarsi a remissiva accettazione dell’adagio ricorrente che chi ‘ha saltato una volta il fosso’ non sa rinunciare ad un ulteriore tentativo. È l’agnosticismo della società verso il problema del ‘reinserimento’ dello scarcerato, è l’assenza d’una ‘coscienza rieducatrice’ che rappresentano la causa del recidivismo in forma cronica”.
Grazia concessa “con molto ritardo”
◆ Il presidente Carter ha recentemente concesso la grazia a un testimone di Geova che durante la seconda guerra mondiale era stato in prigione tre anni per aver rifiutato di compiere il servizio militare per motivi di coscienza. Gli è stata annullata più di metà di una multa di 10.000 dollari che aveva pagato regolarmente. Commentando la cosa, il Macomb Daily ha intervistato il vicino di quell’uomo, il quale “ha detto che la grazia concessa al suo amico è giunta con molto ritardo”. Esprimendo i propri sentimenti, il vicino ha osservato: “Non la penso come lui riguardo alla guerra. . . . ma un uomo deve seguire la propria coscienza”. Il vicino ha detto inoltre: “Se fosse stato uno che voleva sottrarsi come fanno tanti ragazzi che vanno nel Canada, sarebbe stata un’altra cosa. Ma lui è nato e cresciuto in questo modo e fa quello che crede esser giusto. Ecco un uomo che per 35 anni si è sforzato in ogni modo di fare quello che era meglio per la comunità e non si è mai lamentato del trattamento ricevuto dal governo”.
Nuova Bibbia in latino
◆ La famosa Vulgata latina di “San” Gerolamo, traduzione cattolica romana della Bibbia, è stata formalmente sostituita da una nuova versione latina per fare la quale ci sono voluti 13 anni. “Non sembra che la nuova versione si distacchi molto dai testi antichi”, scrive il Times di New York, “ma aggiorna il linguaggio e si avvale di tutta la conoscenza acquisita da quando Gerolamo, che morì nel 419, terminò le sue fatiche trentennali”. Per secoli fino a quando non furono fatte traduzioni nella lingua comune, la Vulgata di Gerolamo fu la sola Bibbia usata dalla chiesa. In tal modo l’uomo comune che non capiva il latino non poteva consultare la scritta Parola di Dio.
Ripristinate le feste della fertilità
◆ In aprile, gli adoratori giapponesi delle divinità Kanamara-sama della fertilità hanno celebrato le loro feste annuali. Tali cerimonie erano state vietate per molti anni sino al principio degli anni sessanta perché il governo temeva che altri le considerassero barbare. Tuttavia in anni recenti “sono state celebrate in molte parti del Giappone in cui sono pubblicamente esposti simboli fallici [organo maschile] e vulvari”, dice il Mainichi Daily News. “Le consuetudini e i controlli governativi sono talmente cambiati dal tempo [del divieto] che ora gli stranieri sono calorosamente accolti”, e addirittura “partecipano alle feste”.
I sovietici e le trasfusioni
◆ La rivista Soviet Life ha discusso i progressi fatti di recente dalla cardiochirurgia con l’impiego dell’ipotermia, che consiste nel raffreddare il paziente per poter fermare il cuore senza dover ricorrere ad apparecchi per la circolazione del sangue. In un’intervista il chirurgo Yevgeni Meshalkin ha detto: “Possiamo lasciare che il cuore smetta di battere per 25 minuti, non facendo circolare il sangue, senza che il cervello o altri organi del corpo restino danneggiati”. Nell’articolo la rivista Soviet Life fa pure notare che “l’ipotermia evita al paziente la trasfusione di sangue”, alludendo senz’altro ai rischi medici di questo trattamento.
Si è spenta una lunga vita
◆ Un arabo della Jordan’s West Bank è morto di recente a 140 anni, stando a quanto si dice. Ahmad Abdel Fattah Esswetti aveva approssimativamente 223 discendenti e “non fumava né beveva alcool”, dice il servizio dell’Agenzia France-Press.