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  • La Bibbia supera ostacoli naturali
  • Svegliatevi! 1980
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Svegliatevi! 1980
g80 22/4 pp. 4-7

La Bibbia supera ostacoli naturali

L’IMPONENTE biblioteca di Alessandria d’Egitto era innegabilmente la più grande collezione di libri che il mondo avesse mai visto. Un tempo i suoi antichi scaffali accoglievano oltre mezzo milione di documenti.

Appena 350 anni dopo la sua costruzione avvenuta nel terzo secolo a.E.V., alcuni libri furono devastati da un incendio. Poco dopo quanto rimaneva dei suoi preziosi documenti fu saccheggiato e distrutto. Queste “opere del genio antico”, disse lo storico Edward Gibbon, “andarono irrimediabilmente distrutte”.

Sì, questa immensa collezione di libri, scritti per la maggior parte su papiro (materiale simile alla carta ricavato dalle fibre della pianta egiziana del papiro abbondante in natura), fu distrutta oltre che dal fuoco, un ostacolo naturale alla sopravvivenza di un libro, dai saccheggi compiuti dall’uomo. Se fossero state tavolette di pietra o d’argilla anziché libri scritti su papiro deteriorabile, forse le cose sarebbero andate meglio.

Tuttavia è proprio su questo stesso materiale deteriorabile, il papiro, che nel primo secolo E.V. possono essere state scritte parti delle Scritture Greche Cristiane. Per scrivere la Bibbia fu usata soprattutto la pergamena o cartapecora (un materiale ricavato da pelli animali [II Tim. 4:13]). Anch’essa può incendiarsi e col tempo marcisce. Come sarebbe potuto andare facilmente distrutto l’inestimabile messaggio contenuto nelle originali copie manoscritte della Bibbia se esse non fossero state riprodotte! Comunque, se ne fecero molte copie che furon fatte circolare, per cui il messaggio non andò perduto, pur essendo scritto su materiali deteriorabili.

Affidato a piccole minoranze

Un altro ostacolo naturale alla loro sopravvivenza è stato il fatto che in origine le Scritture furono affidate a minoranze osteggiate. L’apostolo Paolo ammise: “Ai Giudei sono stati affidati gli oracoli di Dio”. (Rom. 3:2, versione a cura del Pontificio Istituto Biblico) In un periodo di oltre mille anni, Dio impiegò alcuni ebrei per scrivere le sue parole, e la nazione cercò di difendere questi scritti sacri.

Ma pensate! Quando ebbe inizio la composizione della Bibbia, questa nazione fu descritta come “l’ultimo di tutti i popoli”. La sua piccolezza fu messa in contrasto con la maggiore potenza delle nazioni vicine, come ittiti, amorrei e altri. Tuttavia che ne è stato della letteratura di quei vicini più forti? È morta. I suoi resti sono sepolti nella terra o si stanno sgretolando nei musei. — Deut. 7:1, 7.

Anche gli scrittori e i protettori delle Scritture Greche Cristiane (“Nuovo Testamento”) furono un gruppo indifeso oggetto di intenso odio. I contemporanei dissero di questo gruppo: “Dappertutto se ne parla contro”. — Atti 28:22.

Ora, migliaia d’anni più tardi, gli scritti di queste odiate minoranze hanno sommerso il mondo intero. Esattamente l’opposto di quanto avrebbero fatto pensare le circostanze naturali! Non sembrerebbe che una forza molto superiore abbia protetto questi scritti?

Scritta in lingue dimenticate dalle masse

Sapete leggere l’antico ebraico? Pochi lo conoscono. Tuttavia questa è la lingua in cui fu scritta la Bibbia all’inizio. Ovviamente se oggi esistesse solo in questa forma, sarebbe un libro morto!

Tuttavia, al tempo in cui fu usata questa scrittura, tutti coloro che usavano la Bibbia, e molti nei paesi circonvicini, erano in grado di leggere e capire questo tipo di scrittura. L’antica scrittura ebraica è stata comprensibile agli adoratori del vero Dio per secoli.

Poi nel critico settimo secolo avanti la nostra èra volgare, con la distruzione della capitale giudaica di Gerusalemme, ebbe inizio la dispersione dei giudei in paesi che parlavano lingue straniere. Il greco divenne la lingua internazionale. Sebbene una piccola parte dei giudei che si ristabilirono a Gerusalemme riuscisse a mantenere viva la lingua ebraica, ben presto molti che erano “dispersi fra i Greci” non furono più in grado di leggere la Bibbia in ebraico. — Giov. 7:35.

Il messaggio della Bibbia avrebbe cessato d’essere una “potenza viva” nella loro vita? E che dire dei milioni di non giudei che parlavano la lingua greca? La conoscenza della Parola di Dio sarebbe rimasta loro nascosta?

La prima traduzione

Circa tre secoli prima dell’èra volgare, quasi un milione di giudei di lingua greca abitavano ad Alessandria d’Egitto, centro culturale del mondo ellenico. Grazie ai loro sforzi e forse alla cooperazione del re Tolomeo Filadelfo, si fece infine una traduzione della Bibbia dall’ebraico al greco.

Che benedizione fu quella! Ora i benefici della lettura delle Scritture Ebraiche non erano più limitati a pochi; infatti, Filone, filosofo ebreo del primo secolo, osservò: ‘L’intera razza umana potrebbe valersi profittevolmente delle nostre sagge e santissime leggi’.

Poiché Alessandria aveva una lunga esperienza nella “produzione di libri”, non passò molto che copie di questa traduzione, chiamata la “Settanta”, erano ricopiate e spedite in tutto il mondo ai giudei di lingua greca. Era veramente la “Bibbia del popolo”. Infatti, era scritta nella lingua comunemente parlata, e il suo basso costo, dovuto alle tecniche editoriali di Alessandria, permise a molti fedeli d’averne una copia personale.

I primi cristiani fanno vivere la Bibbia

Che le Scritture Ebraiche fossero usate si può capire da ciò che fece l’apostolo Paolo. “Ragionò con loro [i giudei che erano nella sinagoga di Tessalonica] dalle Scritture, spiegando e provando con riferimenti come era necessario che Cristo soffrisse e sorgesse dai morti”. (Atti 17:2-4) Per ‘provare con riferimenti’, egli additò vari passi delle Scritture Ebraiche al fine di stabilire il verace fondamento del cristianesimo.

L’uso che i primi cristiani fecero della Bibbia, incluse le nuove Scritture Greche Cristiane, favorì lo sviluppo di una novità che rivoluzionò completamente l’industria del libro. Fino a quel tempo i libri erano stati in forma di rotolo. Questo andava bene se si doveva leggere con comodo. Ma i cristiani usavano la Bibbia nella loro attività missionaria, per ‘provare con riferimenti’ il fondamento della loro religione. Potete immaginare com’era scomodo trovare un versetto dopo l’altro in rotoli che potevano esser lunghi fino a undici metri!

Quasi un secolo prima, i romani avevano sperimentato un nuovo tipo di libro fatto di spesse pagine di cuoio. Ma a causa delle dimensioni non divenne mai di uso popolare. Tuttavia, qualcuno sfruttò l’idea, facendo però le pagine con sottili fogli di papiro. Questo codice era l’ideale per trovare subito i versetti. Fu il precursore del libro moderno. Chi fece questo enorme passo avanti? L’autorevole Cambridge History of the Bible dice:

“Qualcuno ebbe l’idea di fare un codice non di pergamena, ma di papiro. Non sappiamo dove e da chi fosse per prima sperimentata l’idea; ma sappiamo che la nuova forma risale direttamente ai primissimi giorni del cristianesimo, e può darsi che l’ideatore sia stato effettivamente un cristiano”.

Oggi dunque, allorché aprite un libro invece di usare un rotolo, potete pensare alla zelante attività di testimonianza dei cristiani che adottarono il codice coma forma dei loro libri. Quindi nei primi secoli dell’èra volgare, il messaggio contenuto nella Bibbia era vivissimo ed ‘operava’ veramente nel cuore di molti adoratori. Ma questa situazione tranquilla non doveva durare a lungo, come vedremo.

[Immagine a pagina 5]

La Bibbia fu scritta su materiale deteriorabile; qui vedete il più antico manoscritto biblico conservato nel British Museum di Londra

[Immagine a pagina 6]

La traduzione dall’ebraico al greco tenne viva la Bibbia per la gente comune

[Immagine a pagina 6]

Il codice rese più maneggevole la Bibbia, che gli zelanti cristiani usavano per ammaestrare altri

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