BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g81 8/1 pp. 20-22
  • Adoravo i miei antenati

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Adoravo i miei antenati
  • Svegliatevi! 1981
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Commemorazione dei defunti
  • Libera dal timore della morte
  • Trasformata la personalità
  • Le gioie di aiutare i vivi
  • Il culto degli antenati è una pratica cristiana?
    Svegliatevi! 1989
  • Apprezzate i vostri genitori
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1971
  • Si deve avere paura dei morti?
    Svegliatevi! 1996
  • Culto degli antenati
    Ragioniamo facendo uso delle Scritture
Altro
Svegliatevi! 1981
g81 8/1 pp. 20-22

Adoravo i miei antenati

I RITI mattutini dell’adorazione degli antenati a Okinawa sono tra i primi ricordi della mia infanzia. Mia madre mi aveva ceduto a mia zia quando avevo quattro anni e abitavamo con mia nonna, un’adoratrice degli antenati. Essa credeva che lo spirito dei defunti continui a vivere e che i parenti superstiti abbiano l’obbligo di onorare gli antenati. A tal fine si mettono fiori e vivande sulla loro tomba, e si dicono loro preghiere quotidiane in casa.

Ogni giorno prima dell’alba e prima di colazione, pulivo l’altare di famiglia, portavo via i fiori avvizziti e li sostituivo con fiori freschi. La nonna si inginocchiava davanti all’altare e, guardando dritto davanti a sé con gli occhi aperti, pregava a lungo gli antenati. Ma dato che diceva le preghiere a bassa voce, non capivo quello che diceva.

La nonna mi insegnò che non ci sono dèi all’infuori degli antenati defunti e che questi sono superiori agli esseri umani viventi. In armonia con questa convinzione, si prestano molte cure alle spoglie del defunto. Il cadavere è posto temporaneamente in una tomba finché non si decompone. Poi le ossa vengono prese, pulite e messe in uno speciale contenitore, contrassegnato all’esterno da nome, data di nascita e data di morte della persona, e trasferito poi nell’haka o tomba di famiglia. L’haka è una costruzione di cemento o altro materiale in cui vengono messi tutti i contenitori con le ossa degli antenati o dei parenti defunti. Questa credenza si basa naturalmente sull’insegnamento secondo cui gli uomini possiedono l’immortalità e quindi continuano a vivere dopo la morte fisica.

Commemorazione dei defunti

La nostra famiglia si riuniva una volta all’anno per commemorare gli antenati. In tali occasioni veniva servito uno speciale pasto a base di riso mochi, tofu (cagliata di legumi) e alghe marine. Questi sono manicaretti per gli okinawani ed erano costosi.

In speciali occasioni la mia famiglia assumeva una sacerdotessa, di solito una donna più anziana, che dirigeva la cerimonia in onore dei morti. Dovevamo inginocchiarci tutti mentre ci guidava in preghiera per circa mezz’ora. Non capivamo le parole, pronunciate in tono basso e indistinto, e a noi bambini inginocchiati pareva che le preghiere non finissero mai.

A undici anni tornai dai miei genitori nelle Hawaii dove ebbi contatti con molte religioni della cristianità. Dopo essermi sposata, fui battezzata nella fede battista. Ma mio marito adorava gli antenati e avevamo l’altare di famiglia. Ogni giorno mettevo fiori sull’altare, bruciavo incenso davanti ad esso e pregavo i miei antenati come faceva mia nonna. La cosa non mi sembrava strana, dato che anche i battisti credono che gli uomini possiedano un’anima che dopo la morte continua a vivere in un mondo spirituale.

Pensavo di mostrare onore agli antenati pregandoli e riferendo loro varie faccende personali. Credevo che potessero sia aiutarmi che farmi del male. Il mio vivo desiderio era perciò di non contrariarli, neppure in cose insignificanti. Per esempio, una volta volevo fare un dono al mio insegnante, ma per rispetto verso i miei antenati lo posai prima sull’altare.

Libera dal timore della morte

Durante la seconda guerra mondiale vennero alla mia porta i testimoni di Geova. Dalle loro riviste appresi che nella Germania nazista Hitler aveva internato i Testimoni in campi di concentramento e ne aveva messo a morte alcuni per il loro rifiuto di combattere. Questo mi incuriosì e vidi un contrasto fra i testimoni di Geova e le religioni della cristianità. Non passò molto che cominciai a studiare la Bibbia con i Testimoni.

Le cose che mi mostrarono nella Parola di Dio ebbero un profondo effetto su di me. Non ho mai dimenticato ciò che dice Ecclesiaste 9:5: “In quanto ai morti, non sono consci di nulla”. Un altro versetto biblico che mi colpì particolarmente fu Ezechiele 18:4, dove si legge: “Ecco, tutte le anime, appartengono a me. . . . L’anima che pecca, essa stessa morrà”.

Questi e numerosi altri versetti della Bibbia mi aiutarono a capire che l’anima umana non è immortale, che i morti non sono vivi in un mondo spirituale ma che sono inconsci, incapaci di fare del bene o del male. Che sollievo saperlo! Non temevo più la possibilità d’essere torturata in eterno dopo la morte. Non dovevo più credere nella reincarnazione come prima. Ora comprendevo com’era stata inutile l’adorazione degli antenati, dato che erano morti e incapaci di farmi del bene o del male.

Progredendo nello studio della Bibbia, venni pure a conoscenza della confortante speranza della risurrezione dei morti. “L’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la . . . voce [di Gesù] e ne verranno fuori”. (Giov. 5:28, 29) Miliardi di persone che ora sono morte avranno la prospettiva della vita eterna in una terra riportata a condizioni paradisiache. Compresi che solo allora la volontà di Dio sarà veramente ‘fatta sulla terra come in cielo’. (Matt. 6:10) Queste verità della Bibbia riguardo ai morti mi resero libera. Il mio modo di vedere la vita cambiò.

Provai subito l’ardente desiderio di far conoscere queste verità ai miei amici. I primi a cui parlai furono i miei parenti vivi dal momento che non adoravo più i morti. Prima di tutto parlai con mia madre e le spiegai la vera condizione dei morti. In seguito accettò con gratitudine l’insegnamento della Bibbia. Ne parlai anche con mio padre e cominciai a studiare la Bibbia con lui. Prima di morire, anche lui accettò il fatto che i morti “non sono consci di nulla” e così smise di adorare gli antenati.

A ogni occasione parlavo di queste meravigliose verità della Bibbia ad amici, parenti e vicini. Tali verità mi hanno dato grande gioia e conforto e desideravo far conoscere ad altri la promessa della Bibbia che qui sulla terra, sotto il suo regno, Dio “asciugherà ogni lagrima dai loro occhi, e la morte non sarà più, né vi sarà più cordoglio né grido né pena”. — Riv. 21:4.

Trasformata la personalità

Ripensando al tempo in cui adoravo gli antenati, mi rendo conto che tutta la mia vita era imperniata sull’adorazione dei morti. In linea di massima mi ero interessata poco di mostrare amore in modi pratici ai miei familiari e parenti mentre erano vivi. Essendo divenuta una seguace di Gesù Cristo ho rivestito una nuova personalità e sono stata aiutata a mostrare più amore ai miei parenti vivi e ad altri.

Per esempio, appena seppi che i miei genitori mi avevano ceduto a mia zia quando avevo quattro anni, fui molto amareggiata e cominciai a odiare mia madre. Ma diventata testimone di Geova, compresi che non potevo più nutrire odio per mia madre. Come insegnò Gesù dobbiamo perdonare altri se vogliamo che Dio perdoni noi. Geova stesso ci dà l’esempio perdonandoci liberamente. (Matt. 6:12; Col. 3:13) Così andai da mia madre e le spiegai che non l’odiavo più nel mio cuore ma volevo perdonarla. Lei mi chiese scusa e nacque fra noi una pacifica relazione che è durata fino al giorno della sua morte.

Ho imparato a mostrare più amore anche nei rapporti con gli altri. Quando mi maltrattavano in qualche modo, anziché covare odio e risentimento, perdonavo sinceramente. Queste qualità acquisite, la misericordia e il perdono, mi hanno aiutata anche a salvare il mio matrimonio. Quando cominciai a studiare la Bibbia, stavo pensando di divorziare. Ma la Bibbia mi ha insegnato a perdonare i difetti di mio marito, e siamo rimasti insieme 33 anni, fino alla sua morte.

Le gioie di aiutare i vivi

Osservando oggigiorno la solitudine dei genitori e dei nonni che invecchiano, e come sono trascurati negli anni del tramonto, sono molto grata di avere imparato a mostrare vero amore e rispetto ai miei genitori mentre erano ancora vivi. La felicità che questo mi ha dato conferma le parole dette da Gesù, cioè che “vi è più felicità nel dare che nel ricevere”. — Atti 20:35.

Oggi, a 65 anni, non adoro più gli antenati ma sono profondamente grata di potermi dedicare all’adorazione di Geova, il vero e vivente Dio. (Ger. 10:10) — Da una collaboratrice.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi