Convivere senza essere sposati
“IL BELLO quando si convive senza essere sposati”, ha detto una universitaria ventunenne, “è che si sa entrambi di dover fare ancora molta strada per scoprire se stessi e che, se si cambia parecchio, se nel giro di qualche mese o di qualche anno si scopre di non essere fatti l’uno per l’altro, non si è preso un impegno definitivo”.
Sempre più persone la pensano come lei. Ma ha ragione? È meglio convivere che sposarsi? Perché tanti lo preferiscono?
Forte aumento
Si è registrato un aumento fenomenale nel numero di coloro che convivono senza essere sposati, cioè senza essersi impegnati davanti a testimoni e senza aver fatto registrare debitamente l’impegno. In sette anni c’è stato un aumento del 100 per cento negli Stati Uniti. In Giappone il numero delle madri il cui matrimonio non è stato legalmente registrato è più che raddoppiato in cinque anni.
In Svezia il numero delle persone non sposate che coabitano è salito del 35 per cento dagli anni cinquanta agli anni settanta. In Brasile coloro che hanno scelto questo tipo di vita sono aumentati da circa due milioni nel 1970 a quasi quattro milioni ora.
È ovvio che il matrimonio non è più considerato come un tempo. Perché questo drammatico cambiamento?
Perché tanti convivono?
Le ragioni sono molte. Una è che molti matrimoni sono un’esperienza dolorosa, come indica il crescente numero dei divorzi. Alcuni che hanno alle spalle un matrimonio fallito e che si sentono logorati dall’esperienza non sono propensi a ripeterla.
L’aborto legalizzato e metodi di controllo delle nascite più sicuri hanno reso più facile questo tipo di vita in molti luoghi. Inoltre, la semplice coabitazione è facilitata dall’atteggiamento più tollerante della società. E a volte ci sono certi vantaggi economici, come leggi fiscali favorevoli ai non sposati.
Sono all’opera anche forze interiori. Molte donne moderne temono il predominio maschile. Temono di impegnarsi fino al punto di veder soffocata la propria identità. Le donne d’oggi inoltre hanno una più estesa parità e a molte preme più la carriera che allevare figli. C’è poi la preoccupazione che il compagno cambi in peggio.
Alcuni si ribellano ai genitori o a una rigida morale. Altri desiderano avere rapporti con vari partner senza assumersi nessuna responsabilità. Molti la considerano un’alternativa alla solitudine. Sul piano psicologico, alcuni pensano che il fallimento sia meno avvertito quando due “si lasciano” che quando fallisce un matrimonio. E alcuni ritengono sinceramente di avere più considerazione l’uno per l’altro quando non vi sono costretti legalmente.
Ad ogni modo, il convivere senza essere sposati dà sempre l’atteso senso di appagamento e di felicità? In genere, si vive meglio che da sposati? Analizzate attentamente la storia di una donna la cui esperienza non è affatto insolita fra coloro che preferiscono questo stile di vita.
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U.S.A. Conviventi non sposati aumentati del 100% in 7 anni
BRASILE Conviventi non sposati aumentati del 100% in 10 anni
SVEZIA Conviventi non sposati aumentati del 35% in 20 anni
GIAPPONE Madri non sposate aumentate del 100% in 5 anni